DA MADDALENA AL COLLE DEL BESSO E PUNTA AQUILA / UN ANELLO NELLA VALLE DEL TAUNERI / FARE TRAIL IN VAL SANGONE |
Scritto da Vittorio Duregon |
Giovedì 09 Luglio 2020 15:59 |
Fare trail in Val Sangone
NEL VALLONE DEL TAUNERI PER IL COLLE DEL BESSO E LA PUNTA DELL’AQUILA
Maddalena 761 m – Prese Viretto – Prese Damon – bivio Pontetto – Colle del Besso 1466 m – Colle Muretto – Punta di Gianna – Cugno dell’Alpet –Punta dell’Aquila 2115 m – Alpe Colombino – Pra Fieul– Maddalena 761 m
20 km 1576 D+
I cinque valloni della Val Sangone Si usa normalmente fare riferimento a tre valloni componenti l’anfiteatro della Val Sangone che converge su Giaveno: Sangone, Balma e Sangonetto . Guardando dalla pianura appaiono incasellati tra due grandi costoni spartiacque: quello dell’Aquila a sinistra e la costiera Colle del Vento - Colle Braida a destra. I tre valloni entrano nel nodo alpino Orsiera-Rocciavrè e le quote delle testate sono elevate, mediamente sui tremila m. In realtà però i bacini della Val Sangone sarebbero cinque. A sinistra della Costa dell’Aquila, lentamente digradanti verso la pianura, ci sono ancora due notevoli sistemi idrogeologici, affluenti di destra del Sangone: il Rio Tauneri e il Rio Romarolo. Qui il paesaggio è diverso. Non aride praterie alpine e costoni rocciosi, ma un esteso tappeto di latifoglie brulicante di vita, un mare di verde entro cui, raggiunte da spezzoni di strada asfaltata e collegate tra loro da km di sterrate, sopravvivono, letteralmente imboscate, numerose frazioni afferenti al capoluogo Giaveno.
Il Rio Tauneri e il Colle del Besso Il Rio Tauneri costituisce una notevole conca-vallone che ha come centro principale la località Maddalena, attorniata da una ventina di borgate collocate fra i 600 e i 1000 m, molte delle quali sono ormai da decenni abbandonate. La testata della valle è chiusa da un ampio segmento della lunga cresta spartiacque che divide la Val Sangone complessiva dalla Val Chisone. In questo Percorso, sviluppato in senso orario, proponiamo il tratto di cresta che parte dal Colle del Besso e arriva fino alla Punta Dell’Aquila, dopo essere transitato per il Colle del Muretto, la Punta di Gianna, il Cugno dell’Alpet e il Colle dell'Aquila. Circa 4 km di cresta erbosa aerea e panoramica, priva di difficoltà, e percorsa da un visibile sentiero tracciato.
Un facile valico Analogamente al Colle della Roussa, il Colle del Besso (dal termine occitano bes, betulla. La Val Sangone era area di confine tra la parlata franco-provenzale, il cosiddetto ‘patois’ e la parlata provenzale occitanica delle Alpi del sud, mentre nella Giaveno vera e propria prevaleva l’influsso del piemontese della pianura), è un ampio e agevole valico. Ha avuto una importanza militare notevole in quanto era collocato su una linea di confine piuttosto calda, quella tra il Delfinato francese e il Ducato di Savoia; situazione geopolitica che cambiò con la pacedi Utrecht del 1713, quando tutta la Val Chisone vene inglobata nel territorio dei Savoia, ora diventato Regno di Piemonte e Sardegna. Sono visibili ancora adesso tracce di opere di difesa ormai inerbite, risalenti al periodo delle guerre tra Vittorio Amedeo II e il generale Catinat. In seguito la sua frequentazione fu motivata solamente dalle povere e pacifiche attività delle popolazioni di montagna, piccoli commerci a dorso di mulo. Importante fu l’attività dei carbonai che sfruttavano l’ampio bacino di legname posto al di là del valico, nel vallone del Gran Dubbione, tributario della Val Chisone, per trasportare il carbone al di qua e rivenderlo a Giaveno e a Torino.
La guerra e l’emigrazione Come già detto per il Colle della Roussa (Percorso: Aquila - Colle della Roussa) la tranquillità del colle e del vallone precipitò in un periodo di lutti e terrore nel periodo 1943-45. Le borgate di mezza montagna divennero un nascondiglio immediato e una base per i giovani renitenti alla leva obbligatoria nella RSI, i “ribelli”; ma furono anche un facile obiettivo per le soverchianti e potenti forze nemiche, che impegnate in azioni di accerchiamento valicarono più volte i due colli. Ne facciamo cenno senza entrare nella cronologia delle azioni e reazioni, ma non possiamo non riflettere sullo choc che dovettero rappresentare per la popolazione le puntate punitive nazi-fasciste e i due grandi rastrellamenti del Maggio e del Novembre ’44, che, sotto il rigoglioso manto di verde, lasciarono una scia di eccidi di civili e incendi in tutte le borgate della zona.
Su un lato dell’alto campanile della Maddalena, chissà quanto ricordato e sognato, una piccola targa ricorda il fenomeno dell’emigrazione dalla Valle del Sangone verso la Francia, che spopolò queste borgate per un lungo periodo,dalla fine dell'800 fino agli anni 50.
Una risposta alla povertà estrema della vita in montagna in un secolo di grandi cambiamenti nella vita materiale.
Innumerevoli sono le storie dei Maddalenesi nell’area di Parigi, e in particolare come cavatori di pietra per edilizia, nella valle di Chevreuse.
Bellissimo il libro di Giorgio Jannon Sulle strade di Parigi Storie degli emigranti delle Valli di Susa e Sangone Ed Grafiche San Rocco 2008 ,da cui riportiamo questa immagine simbolo dell'emigrazione: Maria Rosa Usseglio (Polatera), nata nella borgata Polatera nel 1903. Dall'età di 12 anni scendeva a Pontepietra per lavorare in fabbrica. Sposò nel 1929 il compaesano Augusto Usseglio (Viretta) che già lavorava a Parigi come cavatore. Ritornò alla Polatera nel 1947 nella casa natia, ormai abbandonata anche dal fratello e dalle due sorelle, per dividere i pochi beni e ricordi. Diceva di rimpiangere sempre di essere partita ma di esservi stata costretta per 'non morire di fame'. Morì in Francia, dove aveva cresciuto la sua famiglia, all'età di 83 anni
IL FOTO PERCORSO
Questo Percorso ad anello si svolge in senso orario sui bordi del vallone del Tauneri. Parte dal capoluogo Maddalena e con una breve discesa oltrepassa il tauneri e si porta sul lato destro orografico. Qui il bosco è magnifico. Risale su stradina asfaltata fino a Prese Viretto e poi a Prese Damon. Di qui inizia iuno stradello sterrato che porta al bivio di Pontetto, dove si prende a destra. Risalire in lieve pendenza il sentiero con a destra il gorgogliare del Rio Palco. Arrivati sulla cresta spartiacque si prende a destra e si arriva presto al Colle del Besso. Dal Colle seguire il sentiero sempre evidente che sul filo di crasta porterà fino alla Cappella della Madonna della Pace. Poco oltre la Cappella si raggiungerà la Punta dell'Aquila. Ritornati in breve Colle dell'Aquila si digraderà a valle fino all'Alpe Colombino. Dall'Alpe Colombino si ritornerà a Maddalena seguendo l'asfalto, facendo attenzione al bordo strada per imboccare le tracce dei sentierini nel bosco che permettono di tagliare alcuni lunghi tornanti.
La Partenza avviene dalla piazzetta a lato della Chiesa di Santa Maria Maddalena
Scendere per c 100 m sulla SP e imboccare sulla ds la stradina asfaltata per Ughettera e Prese Viretto
Dopo il ponticello sul rio Tauneri si entra in un fitto bosco. Qui uno scorcio realmente fantasy.
Prima di Prese Viretto uno dei tanti luoghi della memoria.
Prese Damon (Prese di sopra)
Alla bacheca prendere la strada sterrata a sinistra
Al capitello del Pontetto prendere il sentiero sulla destra.
Si procede nel bosco costeggiando il Rio Panco. Sulla destra squarci verso la Costa dell' Aquila e il Pian delle Lese
Arrivo al Colle del Besso
Arrivo all'erboso Colle del Muretto
Sulla Punta di Gianna. Sullo sfondo il Cugno dell'Alpet. Sono 4 i km di aereo crinale su sentiero ben segnalato.
Sosta alla Cappella della Madonna della pace
Una puntata alla Punta dell'Aquila.
Discesa libera verso il Pian delle Lese e l'Alpe Colombino
In vista dell'Alpe Colombino
Passaggio a Pra Fieul davanti alla grangia che fu la prima stazione sociale dello Sky Club Torino, con targa dedicata a Adolf Kind.
Ultimi 200 m e Arrivo alla Maddalena
LE FOTO
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