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MONTE LERA PERCORSO N 1 / DA GIVOLETTO IL GIRO DEL MONTE LERA UNA MAGNIFICA CAVALCATA SUI CINQUE COLLI INTORNO AL MONTE LERAI
Scritto da Vittorio Duregon   
Giovedì 28 Maggio 2020 09:15

 

 

 

Un settore poco frequentato nel cuore

delle Prealpi Torinesi

 

 

 

IL MONTE LERA

UN TERRITORIO ASPRO E SOLITARIO

 

  

 

CINQUE IMPEGNATIVI

ITINERARI TRAIL

 

Partenze da Givoletto e Valdellatorre

 

 

 

Visto dalla pianura ad ovest di Torino, quindi dal suo lato est, il Monte Lera 1371m appare come una modesta punta della catena delle Prealpi Torinesi.

Posta tra Valdellatorre e Givoletto, questa vetta costituisce il vertice di quella che viene denominata la ‘conca’ di Givoletto.

Ce ne siamo occupati in due precedenti Percorsi: nel Giro della Conca di Givoletto (2011) e nel Vertical del Monte Lera (2017).

 

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 In entrambi questi itinerari avevamo manifestato gioia per la scoperta di alcuni ottimi motivi per praticare il trail in questo trascurato settore delle Prealpi Torinesi.

Una sorprendente rapidità di accesso dalla città, data da una comoda superstada, una fruibilità estesa praticamente ad ogni stagione dell’anno e infine un territorio che dona un grande senso di isolamento e solitudine.

Grandi spazi e dislivelli ma anche le comodità delle abitudini urbane e la prossimità dell'’auto. Anche con solo mezza giornata a disposizione si può realizzare una esaltante esperienza trail.

 

 

CINQUE ITINERARI

 

Con questa nuova Proposta, ritorniamo al Monte Lera con ben cinque itinerari.

Un approccio monografico che, più che spiegato, va raccontato.

 

Quando realizzai tracciatura e foto del ‘Vertical del Monte Lera, che termina ad una edicola metallica che custodisce madonnina e il libro di vetta, proseguendo di poche decine di metri su una esile traccia tra arbusti e pietrame, avevo raggiunto la vetta fisica, quella riportata sulle carte come Monte Lera 1371.

 

E’ segnalata da un ometto di pietre sovrastato da una rudimentale croce fatta con due legni. Vi si gode di un grande panorama verso nord e ovest, la catena alpina e la pianura.

Rimasi colpito da un fatto: guardando verso ovest vedevo davanti a me una lunga e caratteristica schiena d’asino rettilinea e pianeggiante, di due, forse tre km.

Ragionavo che, per forza, doveva andare a morire nei pressi del Colle della Lunella.

Era molto invitante ma, purtroppo, dovevo prendere atto che era costituita da pietrame molto grosso, inframezzato da tratti di arbusti e basso bosco.

Non c’era nessuna traccia di sentiero, nessun ometto visibile.

Conclusi che era impercorribile in stile trail, affrontabile solo con una forte determinazione e una grande, infinita pazienza.

 

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L'enigma del tracciato della Maratona Alpina

Mi chiarivo così, de visu, su di un interrogativo che mi ero posto da tanto tempo.

Perché l’elegante tracciato della Maratona Alpina di Valdellatorre, che segue fedelmente  tutta la cresta spartiacque che contorna la valle, nel lungo tratto che dal Monte Rosselli va fino al Colle della Lunella, esce dal crinale e perde quota in una lunga discesa sul sentiero VDT 10, attraverso l’arido versante sud del Monte Lera?

Può sembrare un dettaglio, ma non è così.

Il Monte Lera, che visto da est appare come una cima modesta, visto da sud, da Valdellatorre, appare come una barriera continua e praticamente orizzontale fino al Colle della Lunella.

Nel complesso un monte senza una vera cima, un grande gianduiotto.

Non esisteva quindi un sentiero sul crinale.

Diversamente dal resto della dorsale Lunella - Arpone - Curt – Musinè, in questo tratto non è possibile percorrere il filo di cresta, il dorso spartiacque che separa Valdellatorre da Varisella, la Val Casternone dalla Val Ceronda.

Volevo tuttavia fare un tentativo.

Chissà, forse percorrendolo in senso inverso, dal Col Lunella verso est, il tratto impraticabile sarebbe risultato più breve.

Avviai quindi una serie di uscite esplorative nei paraggi del Col Lunella che mi portarono a scoprire il bellissimo Bal Masche, una ampia sella, un alto pratone a quota 1515, che mette in comunicazione le due testate della Val Casternone e della Val Ceronda.

 

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La frequentazione del Bal Masche mi permise di salire verso ovest fino al Monte Colombano, il nodo orografico del settore.

Verso est mi permise di verificare che anche da questo lato la cresta verso il Monte Lera era un repulsivo ammasso di pietre e boscaglia senza alcun sentiero.

Dovetti farmene una ragione.

 

Dal Bal Masche al Giro intorno al Monte Lera

 

Una nuova idea aveva però catturato la mia immaginazione. Avevo notato che nell’ampio prato del Bal Masche una lievissima traccia sembrava scendere nell’altro versante.

Il terreno era praticabile, e molto sotto si vedevano le case di Moncolombone e d’infilata si spalancava la Val Ceronda, con i centri di Varisella e Vallo. Più in là la pianura di Ciriè.

Certo, se esistesse un sentiero che portasse alle prime case del fondovalle si potrebbe scendere per poi risalire verso la Cappella della Madonna della Neve, e chiudere un magnifico anello intorno all’impraticabile Monte Lera.

Che si potesse risalire, ne ero certo, perché nel 2012 nella prima e unica edizione del Trail del Punt del Diau, eravamo discesi dalla Cappella della Madonna verso Moncolombone.

Purtroppo, nonostante diversi tentativi fatti non ero più riuscito a trovare l’imbocco del sentiero nei pressi della Cappella.

La carta n 9 della Fraternali a 25.000, la migliore in circolazione, non era di aiuto, anzi scoraggiava, perché non segnava nessun sentiero.

Tuttavia questa idea mi affascinava troppo, e mi misi a studiare con grande accuratezza la zona su Google Heart, scoprendo così qua e là le esilissime tracce dei due sentieri che desideravo scoprire.

 

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Una idea, proprio piatta piatta, mi fece fare un passo in avanti: andare in auto fino a Moncolombone e scoprire dal basso i due sentieri che dovevano portare al Bal Masche e alla Cappella della Madonna della Neve.

 

 

Bastarono due uscite per raggiungere pienamente l'obiettivo.

 

 

 

 

I due sentieri esistevano, avevano rispettivamente un dislivello di 920 e 500 m, erano visibili ed erano persino segnalati, in basso, da precise indicazioni.

Scoprii così che il sentiero di risalita, che non riuscivo a trovare, non arrivava alla Cappella, ma nei pressi del Colletto, quota 1084, tra il Monte Lera e la Punta Fournà.

Ora avevo ben chiaro il Percorso di un inedito Giro del Monte Lera: Givoletto, ascesa alla Madonna della neve, breve traverso su traccia verso la Bassa delle Sette, discesa con il sentiero Vdt 10 e ascesa al Colle della Lunella, Bal Masche e lunga discesa fin quasi a Moncolombone, risalita alla Cappella della Madonna della neve e discesa finale su Givoletto.

 

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Si trattava a questo punto di effettuare il giro e verificare sul campo lunghezza e dislivello, entrambi prevedibilmente alti.

 

Lasciai maturare in me l’energia per affrontare questa sfida.

 

Il gran giorno fu il 26 febbraio 2020, una gran giornata di sole.

 

 

 

 

Partii con ogni comodità alle ore 9 da Givoletto e, quasi subito, poco dopo la Via Crucis, incrociai un escursionista che era salito di buon mattino alla Cappella.

Poi più nessuno per tutto il giorno. Arrivai all’auto alle 15.20. Era andato tutto bene.

Una giornata calda, silenziosa, splendidamente panoramica sull'arco alpino e sulla pianura. Un giorno grande. Alla fine i km risultarono 23,9 e i D+ 2300m.

 

 

Un epilogo beffardo

La lunga ricerca era terminata, ma ci fu qualche giorno dopo un epilogo beffardo.

Mentre riportavo a penna sulla mia Fraternali i nuovi sentieri così faticosamente scoperti continuavo a stupirmi del fatto che la carta fosse risultata così insufficiente.

Ebbi allora una intuizione e ben presto mi recai alla Libreria della Montagna.

Chiesi la carta che copriva quella zona e lì, seduta stante, ebbi una risposta che mi lasciò di stucco.

Io possedevo la prima edizione, ragionevolmente con delle imperfezioni e 

ne era stata fatta da poco una nuova.

Ora la zona era compresa nella carta n 4, e vi erano riportati alla perfezione i sentieri che avevo così faticosamente scoperto.

 

 

 Altre sfide trail sul Monte Lera

Temerariamente la nuova Fraternali riportava addirittura un sentiero sulla cresta spartiacque di quello che a questo punto reputavo tutto il Monte Lera, dalla punta 1371 ad est  fino al Bal Masche a Ovest. 

Proprio quella che giudicavo impercorribile.

Era una vera sfida, un nuovo obiettivo.

 

Avevo letto nel frattempo che in Valdellatorre alcuni anziani ricordavano che la vera vetta del Monte Lera, loro, la consideravano la Quota 1464, collocata a circa metà della cresta spartiacque, proprio al di sopra del capoluogo Montelera.

 

 

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Così un giorno partendo dall' ampio Piazzale degli Alpini davanti al Municipio di Valdellatore salii con un itinerario molto diretto fino alla quota 1464.

Nel paese avevo imboccato via Bertolotto e al suo termine ero salito, su una antica traccia segnalata da ometti, tenendomi sempre vicino al corso del rio Codano.

Avevo attraversato in successione il Vdt 8 e il Vdt 9, e la strada sterrata che porta alla base per il monte Rosselli

Abbastanza rapidamente ero arrivato al Vdt 10 e, dopo aver preso a sin per c 400 m, avevo individuato una successione di tracche biancorosse che salivano su grande costone che scendeva direttamente da Quota 1464. 

Le tacche erano numerose e recentissime, una vera novità, e indicavano un affascinante percorso. Era una linea ripida su terreno libero e aperto, dritta come una fucilata e ci portò con un incredibile 500 m d+ (eravamo io e Mauro Mazzino) al vero punto più alto del Monte Lera.

Avevamo trovato un magnifico Vertical 1000 con partenza dall'auto, una cosa fantastica.

Per il ritorno scegliemmo di scendere per la via di salita per poi continuare velocemente sulla sterrata verso Mulino di punta e poi alla Piazza della partenza.

A questo punto, trovato il punto di accesso a quota 1464, venne naturale raccogliere la sfida e di percorrere l’integrale della cresta spartiacque, che, con Mauro Mazzino effettuai prudentemente in due riprese , prima sul lato ovest, poi su quello est, e con percorsi ad anello, con partenza e arrivo da Givoletto e Valdellatorre.

 

Finalmente ne eravamo venuti a capo.

La cresta del Monte Lera è un percorso per Escursionisti Esperti, segnalato da qualche antica tacca sbiadita e quasi invisibile, e da qualche raro ometto.

Si passa quasi sempre da un pietrone all’altro, spesso disturbati dagli arbusti.

Privo di difficoltà reali, richiede solo attenzione a dove si mette il piede. 

Si tratta comunque di un breve tratto, che aggiunge un po' di avventura a due magnifici Percorsi, percorribili in perfetto stile trail.

 

 

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Trailers

 

Ringrazio per la partecipazione Mauro Mazzino ed Emanuele Scibona, con cui in molte occasioni ho condiviso questa ricerca.

Sono due formidabili amici, capaci di qualsiasi impresa in stile trail.

 

 

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MONTE LERA

PERCORSO N 1

 

 

 

 

 

Il GIRO DEL MONTE LERA

Un giro di ampia gittata in un’area desertica

a pochi km da Torino

 

P/A da Givoletto

 

 

 

 

Km 22,9         2200 D+

 

 

 

 

Givoletto – Via Crucis – S. Maria Ausiliatrice

Madonna della Neve – Bassa delle Sette –

discesa sul VDT 10

salita con il VDT3 al Colle Della Lunella

Bal Masche – discesa a Moncolombone

risalita al Colletto 1064 – discesa su Givoletto

 

 

 

 

 

L'ambiente

La festa della Madonna della Neve, con la processione da Givoletto, si svolge il 5 Agosto.

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La chiesetta fu costruita su un cocuzzolo sulla cresta spartiacque denominato Monte Sap e seguì al voto fatto nel 1817 per la cessazione della grandine caduta sul territorio di Givoletto per sette anni consecutivi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Attorno alla chiesetta e sulla dorsale fino al Monte Bernard, è stata istituita nel 1982 la Riserva Naturale protetta del Monte Lera, una piccola oasi di 49.000 m quadrati, costituita per proteggere una specie botanica che è endemica solo qui nel mondo, la Euphorbia Gibelliana.

 

 

 

 

 

 

L’area non è agibile per gruppi, a parte la Festa del 5 Agosto, e nulla può essere toccato o alterato al di fuori dei sentieri codificati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il VDT 10 è un sentiero balcone sulla Val Casternone, che tenendosi su quota 800-900 percorre in maniera ondulata il largo versante sud del Monte Lera.

 

Sul VDT 10 si incontrano diverse conche occupate da colate di pietrame che scendono verso valle. La mulattiera le attraversa con magnifici tratti in selciato. Spesso il superamento delle varie dorsali corre in rilevato.

 

 

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E’ un buon esempio delle numerose mulattiere di accurata tecnica costruttiva, che costituivano le strade di Val della Torre per mettere in comunicazione le borgate di mezzacosta e le valli confinanti. 

 

Con questo sentiero si accedeva ad alcuni alti pascoli sul monte e si andava, tramite il colletto 1084, a Varisella.

 

 

 

 

 

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Oltre il Bal Masche si scende nella vicina e , tutto sommato, remota Val Ceronda.

La parte alta della valle è costituita perlopiù da grandi pietraie.

Le vette sono i Monti Druina, Roc Neir, Lera e il Monte Colombano 1658 m, che ne rappresenta il culmine.

Il suo substrato geologico è caratterizzato da rocce molto basiche che originano suoli poco adatti alle coltivazioni per l’aridità del suolo, soggetti a frequenti incendi boschivi.

 

 

Montagne aride, ma dove è ancora possibile, a pochissimi km da Torino, provare l’emozione di un habitat naturale, inconsueto e incontaminato.

 

 

 

 

 

IL TRACCIATO

 

 

 

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Il Percorso è molto semplice da descrivere, le sue pietre angolari sono poche e chiare.

Partire da Givoletto, direttamente dalla strada statale all’altezza del cimitero, salire per la Via Crucis e oltrepassare il Santuario di Maria Ausiliatrice.

Procedere oltre scendendo ad un ampio spiazzo, era una cava, poi una area tiro, ora è un'area attrezzata per il trial.

Prendere la mulattiera tagliafuoco che sale dritta davanti a noi.

Alle nostre spalle il panorama su Torino, la sua collina e le Alpi intorno si allarga sempre di più.

Entriamo nel cuore dell’arida e spoglia conca di Givoletto. Procedere sulla pista, diritti, trascurando un primo sentiero che si diparte sulla sinistra.

Continuare fino a quando sulla sinistra, all’interno di una macchia di arbusti, si diparte un sentiero che quasi subito attraversa un rio, in genere con pochissima acqua.

E’ il ramo di sinistra del Rio Vaccaro, il rio che drena la conca di Givoletto.

Sono presenti anche le indicazioni per la Cappella della Madonna della Neve, che ben presto sarà visibile in alto.

Dopo il rio il sentiero presenta un bivio. E' solo una biforcazione che poi si richiude. Consiglio di prendere a sinistra per una pendenza più morbida, su una esile traccia tagliata in piano sull’erba.

Si procede, su un pendio uniforme, al di sopra di una piatta e aperta dorsale, ricoperta da erba molinia e rare roverelle.

Sono visibili i resti di vari incendi in epoca recente.

Arrivati ad un Colletto,quotato 1084 sulla cresta spartiacque, si prende a sinistra e ben presto si arriva alla chiesetta della Madonna della Neve.

 

Oltrepassare la Cappella e dopo una brevissima discesa si presenta un bivio segnalato da un bidone arrugginito (forse in primavera semicoperto dalla vegetazione).

Prendere a sinistra e, con un traverso di circa un km che mantiene la quota, arrivare al colletto Bassa delle Sette.

Proseguire diritti, oltre il colletto e iniziare a scendere.

Ora siamo sul sentiero VDT 10 che con una lunga e panoramica traversata del versante sud del Monte Lera, ci porterà fino ad un bivio: Colle Portìa a sinistra, Colle della Lunella a destra.

Prendiamo per il Colle della Lunella sui tornanti di una bella mulattiera selciata che poi spiana in un lungo traverso. Poco dopo aver passato i ruderi della Lunella vecchia, si arriva sul colle, segnalato da una bacheca.

 

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Dietro la bacheca, verso Nord, si stacca una tenue traccia su prato che poi diviene più visibile e che, virando verso destra, porterà al Bal Masche, una ampia sella che mette in comunicazione le valli Casternone e Ceronda. .

E’ un luogo bellissimo, un alto pratone, panoramico e solitario.

Proseguendo diritti e avendo già di fronte, visibile in basso, la Val Ceronda, individuare la traccia sull’erba, che poi diviene un consistente sentiero.

Scendere a lungo, puntando decisi al fondovalle. Fare attenzione all’erba molinia secca per evitare non banali scivoloni.

Il sentiero diventerà strada sterrata, poi infine tratto asfaltato.

Quando si noterà sulla destra uno spiazzo per atterraggio di elicotteri, fare attenzione ad una palina che indicherà una inversione da fare verso destra per prendere la direzione della Cappella della Madonna della Neve.

Imboccare il nuovo sentiero e quasi subito fare attenzione a transitare tenendo sulla ns sinistra il laghetto per il rifornimento dall’Aib.

Ritrovare subito dopo il laghetto il sentiero, che senza più incertezze porterà sulla cresta spartiacque.

Dalla cresta spartiacque prendere a destra e dopo poche decine di metri 

arrivare al Colletto quota 1084, dove siamo transitati all'andata.

 

Al Colletto virare a sinistra e scendere su Givoletto.

 

 

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