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TRAILAGHI 14 Aprile 2019 / CAMPIONI E TRAILERS A CHIAVERANO
Scritto da Vittorio Duregon   
Sabato 04 Maggio 2019 21:34

 

 

LA SETTIMA EDIZIONE DEL

TRAILAGHI

 

 

CAMPIONI E TRAILERS

da soli,in coppia,con il cane

e camminatori a

CHIAVERANO

 

 

 

 

 

SEI TRAIL IN UNO

 

Con l’edizione 2019 il TRAILAGHI sta godendo di una piena maturità ed ha conquistato nel particolare calendario delle gare di montagna e dei Trail del Nord Ovest uno spazio molto preciso: un collaudo finale, ‘morbido’ (alternativo al concomitante collaudo ‘hard’ della Maratona Alpina di Valdellatorre), a qualche settimana ormai dai primi sempre maggiori appuntamenti dell’anno: Mottarone, Rensen, Porte di pietra, Monte Soglio, Maxi Race, e via via i successivi.

 

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Inventore e anima della manifestazione, è Roberto Pero,trailer della prima ora, ora costretto a riguardarsi,ma di cui va detto che è stato due volte finisher all’UTMB, ai tempi di Marco Olmo.

 

Ogni utile prodotto dalla manifestazione sin dalla prima edizione, fino ad ora oltre 20.000 euro, va in beneficienza.

 

 

 

Ultimo ristoro nei pressi del 'Ciucarun'

 

 

Con Pero collaborano atleti di valore come Sonia Glarey, la beniamina della Valle d’Aosta, Fulvio Bertodo, Carmela Vergura e altri, che con la loro presenza attrattiva e contatti stanno facendo crescere questo trail canavesano anche come luogo di confronto diretto tra atleti di alto livello.

 

Sono stati 650,vquest'anno, i partenti complessivi e tutta l'organizzazione,in ogni suo aspetto,ha dato una prova eccellente: dai sentieri pulitissimi e 'soffiati' in modo maniacale,alle segnalazioni in gara, all'accoglienza, alle premiazioni, al repas del dopo gara. Persino i ristori si facevano notare per l'intelligente uniformità e la qualità di cibo e bevande.

Partito come trail di medio raggio, 25 km da correre in coppia nei dintorni di Chiaverano, il Trailaghi ha allargato via via il suo raggio, e l’offerta attuale propone 5 gare diverse in sostanziale contemporanea, chiuse ad anello, con base nell’ampia e strutturata Piazza Ombre di Chiaverano.

 

Il terreno di gara è il lembo nord-est dell’immenso Anfiteatro Morenico di Ivrea. Si corre in un piccolo territorio al cui centro si trova Chiaverano e racchiuso tra Ivrea, Andrate, la dorsale della Serra di Ivrea e il comune di Bollengo.

 

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Di qui passava la Via Francigena e ovunque sono disseminate tracce di un antico vissuto, dalle solitarie chiesette romaniche, ai resti dell’acquedotto romano di Ivrea, alle numerose tracce di vita preistorica. Un’area che potremmo suddividere in due settori diversi.

 

C’è una parte ‘bassa’, quella delle prime edizioni, che si sviluppa nell’area compresa tra Ivrea, e i rilievi di Andrate e della Serra, caratterizzata da un aspetto che si può definire montagnoso ma di bassa quota, con boschi, rilievi rocciosi, laghetti morenici.     

 

                                                                                  Sonia Glarey

 

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E’ questa una sezione interna dell’Anfiteatro, dove sono evidenti, oltre agli invasi lacustri, le rocce montonate e striate dall’enorme pressione del ghiacciaio sovrastante.

 

 

Il podista attento riconoscerà sul percorso alcuni tratti di sentiero comuni con altre due grandi classiche del canavese: la 5 Laghi e la Ivrea-Mombarone.

 

 

 

 

C’è poi una parte ‘alta’, lo sviluppo più recente del Trailaghi, che si sviluppa sulla Serra di Ivrea vera e propria, la bellissima schiena d'asino che scende rettilinea verso la pianura vercellese per 25 km.

Partendo da Chiaverano risale il bordo morenico sinistro fino al suo inizio, sopra Andrate, e lo discende sul filo di cresta per circa 7-8 km fino alla piccola frazione di Broglina per poi ritornare, con ancora saliscendi sul fianco interno della gigantesca morena, sino Chiaverano.

 

Correre sul filo della morena è una esperienza bellissima, immersi nel bosco, su larghi sentieri terrosi, dove però bisogna fare estrema attenzione alle radici degli alberi, perché si va veloci, sono km e km di discesa.

 

Una situazione che già conoscono quelli che ogni anno ci cimentano nel Morenic Trail, il trail da Andrate a Brosso di 108 km, che percorre tutto l’Anfiteatro Morenico di Ivrea.

 

 

LE GARE

 

 

Si svolgono contemporaneamente, ma con partenze differite, sei manifestazioni: cinque gare e una camminata.

 

TRAILAGHI XL

 

Sulla distanza di 54,4 km, 3 punti ITRA, è la somma della ‘parte bassa’ e della ‘parte alta’. Il D+ è di 2.290 m, su terreno più nervoso e corribile nella prima parte , con più dislivello nella seconda.

 

 

TRAILAGHI CLASSIC

 

E’ il percorso originario di 25,6 km e un D+ di 1130 m. Si svolge nell’’anello basso’, e si corre a coppie, maschili, femminili e miste.

 

 

 

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TRAIL DEI MIRTILLI

 

Di km 28 e un D+ di 1200 m, si svolge nell’’anello alto’, sul fianco interno della Serra di Ivrea passando per luoghi caratteristici e storici come il Passo di Croce Serra, la Torre della Bastia, il famoso campanile isolato in mezzo ad un prato, il ‘Ciucarun’, l’antica chiesa di Santo Stefano.

 

 

 

 

 

 

 

Partenza del Margut Dog Endurance

 

 

TROFEO MARGUT

 

Il Monte Margut di 446 m è il più vicino a Chiaverano. Percorso di 11,7 km e 530 m D+, molto nervoso e impegnativo, si sviluppa su un percorso originale.

 

 

TROFEO MARGUT DOG ENDURANCE

 

E’ il Trofeo Margut in coppia col cane. Come nel Classic si corre con un amico. Quest’anno ha visto 16 coppie partenti.

 

 

PASSEGGIATA GUIDATA

 

Su due percorsi di 4 e 8 km su parziali dei precedenti percorsi, con luoghi storici e punti panoramici.

 

 

 

L'EDIZIONE 2019

 

 

L’edizione 2019 ha visto la partecipazione come non mai di atleti di alto livello, accolti da un ospite d’eccezione:

 

 

img 1791MARCO OLMO, atleta inarrivabile per gli orizzonti che ha aperto e per i risultati che ha ottenuto e la cui figura diventa sempre più grande e mitologica ad ogni anno che passa.

 

Nel TRAILAGHI XL, alla partenza si schieravano Gabriele Abate, l’ultimo vincitore, fino a qualche anno fa grande protagonista nella Nazionale di Corsa in Montagna, affiancato dal suo brillante compagno di squadra nel Valsusa running e giovane pupillo Stefano D’Agostino, già plurivincitore, ma alla sua prima esperienza sulla distanza dei 50 km.

 

 

 

                                      Da sin: Marco Olmo,Gabriele Abate,Stefano Ruzza,Stefano D'Agostino

 

 

A contrastarli c’erano Stefano Ruzza, ultratrailer di livello nazionale, ora in fase di larga notorietà dopo il 7° posto nell’UTMB del 2018, miglior risultato italiano dai tempi di Marco Olmo. A Ruzza si affiancavano altri campioni a lui assimilabili, plurivincitori in anni recenti, come Giuliano Cavallo e Pablo Barnes.

 

Non bisognava infine trascurare l’ ‘outsider ignoto’ che nelle gare di trail spunta sempre, in genere proveniente da una qualche disciplina affine, e che spesso rovina la festa ai favoriti.

 

Dopo un avvio teso e una fase intermedia dove si consolidava in testa il trio Abate, D’Agostino, Ruzza, nella salita più importante, quella che conduceva ad Andrate, verso il 35° Km attaccava Ruzza guadagnando un vantaggio che riusciva a gestire fino a circa 5 km dal traguardo, all’ultimo ristoro nei pressi del Ciucarun, dove veniva quasi raggiunto dalla coppia inseguitrice.

 

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Rimaneva però ancora una breve e secca salita, quella dell’Avel, e tanto è bastato a Ruzza per guadagnare ancora un buon vantaggio e arrivare solo al traguardo nel tempo notevolissimo di 4h 47’ 37”. Secondo D’agostino in 4h 48’ 48”, terzo Abate. Quarto un inglese Robbie Britton, quinto Glauco Nedrotti.

 

 

A seguire Barnes, Macellaro, Marco Vuillermoz e Giuliano Cavallo.

 

 

 

 

 

 

Da sin Stefano D'Agostino, Stefano Ruzza,Gabriele Abate

 

 

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Tra le donne scontro di alto livello tra la giovane e forte Sonia Locatelli, e una storica protagonista del trail italiano negli ultimi 10 anni Virginia Oliveri. Vittoria per la Locatelli in 5h 32’, terza classificata Marta Poretti. A seguire Nicoletta Rapetti e Marina Plavan.

 

 

Anche nel TRAIL DEI MIRTILLI scontro molto interessante tra lo specialista dei trail brevi Danilo Lantermino e all’opposto un ultra ultratrailer come il valdostano Franco Collè, che deve la sua fama soprattutto alle sue vittorie al Tor des Geants.

 

 

 

                                                    Da ds: Franco Collè, Danilo Lantermino, Gianluca Borrione

 

 

 

Anche qui un esito a sorpresa con Franco Collè che con il tempo di 2h 09,,conferma una sua particolare reputazione nell’ambiente dei top runners: quella di essere veramente veramente forte. Terzo Gianfranco Borrione, quarto Marco Mangaretto.

 

Tra le donne vittoria della runner-alpinista Chiara Giovando in 2h 38’ su Elisabetta Negra.

 

 

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Nel TROFEO MARGUT si rivede Roberto Giachetto primo in 54’ 37” su Emanuele Coda,

 

mentre tra le donne vittoria di Marcella Pont in 1h 08’ su Jessica Gamba.

 

 

 

 

 

 

 

Al centro: Roberto Giachetto

 

 

 

 

 

INCONTRI

 

 

 

 

 

STEFANO RUZZA

 

Complimenti Stefano. Una bella vittoria, non scontata, che ti darà certamente fiducia.

 

Si grazie. E’ già un bel periodo che vado quasi sempre bene. E oggi è andata benissimo. All’inizio è stata dura perché i ritmi erano molto alti, però eravamo un bel gruppetto di 7-8 atleti, io sono stato un po' indietro per poi far la differenza sulla salita che portava in cima alla Serra. Lì sono riuscito ad arrivare in testa, poi ho gestito un poco e quando all’ultimo ristoro si erano avvicinati D’Agostino e Abate, ho dato tutto sull’ultimo tratto in salita.

 

Nient’altro, si conferma che il lavoro che sto facendo è buono e speriamo che sia di buon auspicio per le prossime gare.

 

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Tu sei uno abbastanza internazionalizzato. Non credo di essere indiscreto se ti chiedo se hai qualche obiettivo particolare per i prossimi due tre mesi.

 

 

 

Si grazie, tra un mese farò la UROC 100 negli Stati Uniti, dove l’anno scorso ero andato benino ma ero stato poco fortunato, e poi tornerò in Italia con la LUT. La LUT è un’altra gara che non sono mai riuscito a interpretare nel modo migliore. Spero quest’anno di aver trovato anche lì la chiave giusta e di fare una bella gara.

 

 

 

 

 

STEFANO D’AGOSTINO

 

Stefano, sei giovane e pare proprio che ti piacciano i trail..

 

 Si è esatto. Mi sto dedicando a questa disciplina, e oltretutto questa è stata la mia prima gara di 54 km .

 

 

 

 

 

 

Tu hai stravinto il Trail dei Massi erratici di 21 km. Mi avevano colpito i distacchi che avevi dato agli altri e le tue dichiarazioni di vivo interesse per i trail. Questa gara dunque è il passo successivo.

 

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La stagione l’ho preparata per questo tipo di gare, quindi da 50 e passa km, perché vorrei andare a fare il summit mondiale dell’UTMB, sto cercando di qualificarmi facendo i punti necessari. Il trail mi piace molto perché fai dei viaggi e vedi dei posti bellissimi. Per chi ama la natura questo è lo spirito giusto. Nei 20 km non ti godi appieno il paesaggio. Oggi mi sono divertito ed è stata una bella lotta, perché con gente come Ruzza , Abate, Barnes e altri ancora….

 

Racconta come è andata..

 

In poche parole..Gabriele (Abate) ha preso subito la testa ed è sempre stato davanti cercando di tirare appunto il treno, noi siamo sempre stati tutti dietro e Ruzza è stato molto più dietro di noi. Però poi dopo un tot di kilometraggio,dopo i 30 km, è uscito fuori molto bene ed ha preso lui la testa. A quel punto siamo rimasti io e Gabriele ad inseguire ed alla fine è finita così, ci siamo beccati un bel Stefano Ruzza primo, e noi secondo e terzo.

 

 

Però è stata molto combattuta, perché dai 30 fino alla fine era sempre un sorpassarci, un tirarci e raggiungerci. Alla fine sono anche venuti fuori tempi notevoli.

 

 

 

Comunque tu stà tranquillo, sia con Abate che con Ruzza, il futuro è tuo.

 

Si certo. Con l’età che ho, e per i successi che sto avendo in così poco tempo e con poche gare, non posso che essere soddisfatto. Oggi un secondo posto me lo merito. C’erano anche altri nomi importanti, come Barnes e Giuliano Cavallo.

 

E poi comunque non c’è solo la classifica e gli avversari. Il bello è che c’è la conoscenza dei territori, vedi un sacco di volontari che stanno sul percorso da un sacco di tempo. Ora noi siamo qui a parlare, sta uscendo anche il brutto tempo, ma c’è ancora tanta gente che sta correndo, devono stare lì, e noi dobbiamo fare onore. E anche molti che ora stanno correndo ci metteranno il doppio del tempo che ci ho messo io, anche 9-10 ore.

Sono loro la gara vera e bisogna fargli tanto onore.

 

 

 

SONIA LOCATELLI

 

 Sono contenta di questo successo. Avevo già fatto qualche gara, ed ero salita sul podio, ma questa è la prima che vinco quest’anno.

Sono di Donnaz. Ho vinto altre gare negli anni passati. Adesso sto preparando gare più lunghe, a Giugno a Chamonix mi aspetta Chamonix Marathon di 90 km, ed ho la CCC sempre a Chamonix per fine Agosto. Questo è un primo step per aumentare poi il kilometraggio.

Adesso sono interessata agli ultra trail, però questa è stata una bella palestra, con tutte queste parti corribili, è stato un buon lavoro in gara mirato alla CCC.

 

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Non avevi vinto il Morenic Trail?

 

No, quella era mia sorella Luisa, che al momento non corre,   Io ho vinto Le Porte di Pietra e il Monte Casto. Spazio su gare dai 30 ai 70 km. La gara più lunga che ho fatto è stata la TDS, di 130 km, l’anno scorso. Una gara internazionale importante, ero arrivata sesta, ero molto soddisfatta.

 

 

 

 

 

 

 

CHIARA GIOVANDO

 

Ti vedo sorridente. E’ perché oggi hai vinto il Trail dei Mirtilli di 28 km..

 

Si, molto, perché so che questi percorsi sono tenuti benissimo, c’è una organizzazione impeccabile e si corre veramente nel bello,come dice lo slogan della manifestazione.

 

Dalle gare che fai e dai social, so che frequenti molto la montagna, anche come alpinismo.

 

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Io in realtà nasco come alpinista. Ho iniziato a 22 anni andando in montagna. Arrampicando inizialmente con delle persone del Cai, poi però ho trovato un gruppo di amici con cui ho potuto fare esperienza su cose più impegnative, e quindi ho cominciato ad appassionarmi all’alta montagna, all’arrampicata, alle cascate di ghiaccio.

Sono diventata anche collezionista di 4000 e infatti ne ho 62 al mio attivo su 82 e sono iscritta al Club dei 4000. Insomma, tutto il mondo della montagna a 360 gradi, compresa anche l’arrampicata sportiva.

 

Se vuoi ti cito solo due vie di alpinismo classico sul Monte Bianco: la Cresta dell’Innominata, e l’Integrale della Cresta di Rochefort, dal Colle del Gigante fino alle Grandes Jorasses.

 

Due vie da favola ! E ti ho visto pure nella classifica del Kima.

 

Ero curiosa di vedere questo mondo particolare delle sky race. E’ un altro mondo, io ritengo di andare molto bene in salita, ma lì non basta . Il mio piazzamento si è concluso non male, con un decimo posto, seconda italiana, dietro a Martina Valmassoi. Però ho capito che lì si vince in discesa.. Le sky hanno discese molto tecniche, e non è solo il discorso delle catene e corde fisse, dove mi sono trovata perfettamente a mio agio.

 

E’ proprio il discorso di saltare da un masso all’altro anche costo di prendere una storta o di farti male. Alla fine della prima salita di 2000 metri, alla Bocchetta Roma ero quarta, insieme a Martina Valmassoi e Mira Rai, ero al top mondiale, e poi ho perso sei posizioni nella lunga cavalcata in quota sui passi di granito prima della discesa finale.

 

Però adesso ho preso le misure, vedo che le distanze le reggo. Qui l’anno scorso sui 50 km avevo vinto io.

Quest’anno ho optato sulla distanza più breve perché tra due settimane ho il Trofeo Mezzalama

Lo farò con due donne, svizzere, molto forti, che cercavano un terzo elemento forte ma anche esperto di montagna, che avesse dimestichezza con ramponi, quota, alimentazione.. Ho accettato con entusiasmo perché un Mezzalama tutto al femminile non l’ho mai fatto.

 

 

 

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