PIAMPRATO - COLLE DELLA BORRA /18 Giugno 2017 / UNA CLASSICA MARCIA ALPINA IN VAL SOANA |
Scritto da Vittorio Duregon |
Lunedì 19 Giugno 2017 09:45 |
16° EDIZIONE DI UNA CLASSICA NELLA BELLISSIMA VAL SOANA NEL PARCO DEL GRAN PARADISO
PIAMPRATO COLLE DELLA BORRA Marcia Alpina e Vertical
LA MARCIA ALPINA PIAMPRATO-COLLE DELLA BORRA
Un amico canavesano qualche anno fa ci aveva caldamente raccomandato di mettere nel carnet la Marcia Alpina Piamprato-Colle della Borra,che a suo dire manteneva inalterate,e anzi accentuate, le caratteristiche originarie delle prime 'marce alpine' degli anni 70. Quelle che,a suo dire, salivano una vetta e in discesa non avevano un percorso obbligato; anche la poco lontana,pionieristica corsa alla Quinzeina da Santa Elisabetta era una di queste. A gara effettuata possiamo confermare che queste sono effettivamente le caratteristiche della gara di Piamprato.
Si tratta di una gara semplice e rude, in pratica un Vertical di 1000 m D+ su un grandioso prato che si erge ripido dai 1550m fino al Colle della Borra alto 2.578m. Il colle divide il vallone di Piamprato da quello gemello di Campiglia. E' una sorta di via di comunicazione interna tra due valloni della Val Soana.
Scendendo dall'altra parte si incontrerebbe a quota 2000 il famoso Santuario di San Besso. Bellissima la salita,c'è però la piccola complicanza che si scende,lanciati in gara,per lo stesso percorso di salita.
Ero forse ai due terzi della salita quando ho visto all'improvviso sfrecciare silenzioso,velocissimo,a venti metri da me, Luca Vacchieri, seguito a cinque metri da Diego Ras. Dietro di loro il vuoto.
Roteavano vorticosamente gambe e ginocchia, con falcate irregolari sul ripidissimo pendio seguendo una linea assolutamente rettilinea e fuori del sentiero. Devo dire che ho provato ansia e un pò di pena per loro, per un ingaggio così pericoloso. Allo stesso tempo sono stato colpito dalla potenza di quel gesto atletico di discesa, così diverso da quello delle corse in montagna 'moderne' ,sul genere Campionati Fidal ,e, anche, a maggior ragione, da quello più tranquillo dei trail.
In effetti Luca Vacchieri più avanti cadrà, quasi al termine della discesa, battendo la testa e restando per qualche attimo disorientato.
Bravo Diego Ras ad aspettarlo per accertarsi che non vi fossero conseguenze.
Di lì a poco hanno concluso insieme la gara mano nella mano, formalmente assegnata a Diego Ras.
PIAMPRATO E LA VAL SOANA
Piamprato è un bellissimo villaggio alpino, con case tipiche,alcune del 1600, posto su un pianoro prativo stupendo, forse un antico lago.
Ha attorno a se una raggiera di valloni che si insinuano in un imponente sistema di montagne che culminano nella Rosa dei Banchi, 3164 m., punto nodale del territorio e di collegamento con la valle d'Aosta Un paesaggio bucolico, con greggi e mucche al pascolo, torrenti e cascate.
Piamprato
La cascata di Santanel ,ad esempio, è alta e visibile dal centro abitato. Fu salita per la prima volta in inverno da G.C.Grassi nel Gennaio del 1979, agli albori delle nuove tecniche su ghiaccio. Ma a parlarne può sembrare una nota marginale,specialistica. La Val Soana ha ben altro da offrire al visitatore odierno.
La Val Soana è disposta in direzione nord-sud. Da Pont a Piamprato,è lunga solo 27 km, però è molto ramificata. E' storicamente abitata su entrambi i lati orografici, per cui ha sempre costituito un ben individuato sistema etnogeografico.
Non ha sbocchi transitabili. Sia l'accesso che l'uscita avvengono da Pont Canavese, e sono tutt'altro che agevoli, in quanto nella sua parte iniziale l'erosione del Soana l'ha resa stretta e incassata. La grande storia non poteva passare dalla Val Soana, non ha lasciato monumenti e memorie. Ma non sta qui la sua importanza. Oltrepasato Pont,dopo pochi km,il terreno assume il tipico profilo delle valli pleistoceniche, c'è un grande scalino, la valle si apre, si allarga, e le acque chiare e notoriamente pescose del Soana e dei torrenti affluenti prendono a riflettere un territorio di alta montagna di rara bellezza, con tracce ovunque di antica antropizzazione, ma con una natura selvaggia che ovunque riprende il suo dominio. E c'è anche una ragione di tipo amministrativo di tutto questo: il corso del Soana,da Ronco in su, segna anche il confine orientale del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Queste caratteristiche ci spiegano perché la 'difficile' Val Soana abbia avuto uno scarsissimo sviluppo turistico, però ci rendono anche ragione del fatto che ora ci appaia così bella e interessante.
Montagna autentica, isolata che alle quote più alte appare come la perfetta esemplificazione del deserto di alta montagna, ma che più in basso ha anche ampi territori prativi, aperti e fruibili grazie ad una fitta rete di antichi sentieri e borgate.
La parlata è quella franco provenzale. C'è stato un tempo in cui i due centri principali del fondovalle Frassinetto e Pont partecipavano attivamente alle contese politiche del Canavese. La media e alta valle però ha sempre vissuto in un marcato isolamento,nel difficile equilibrio offerto da una economia agro pastorale di pura sussistenza. Condizioni poverissime, dove la sopravvivenza era garantita solo al costo di un incessante e duro lavoro quotidiano per reperire le risorse alimentari necessarie.
Era la civiltà della mulattiera, e dei sentieri che collegavano centinaia di frazioni e alpeggi, tesi a sfruttare ogni più piccola porzione di prato e pascolo.
Negli ultimi decenni dell'ottocento la crescita demografica nelle valli era divenuta insostenibile, mentre lo sviluppo industriale nelle pianure e nelle città faceva intravedere mondi di sogno e possibilità di lavoro inedite.
Apparve allora, come in altre valli, ma particolarmente in Val Soana, il fenomeno della emigrazione stagionale dei mestieri girovaghi, i 'ruga' nella parlata locale.
Partivano a piedi, all'inizio dell'inverno verso la pianura e le città, verso Torino e il Piemonte, la Francia e la Svizzera, di solito un adulto e un garzone, dormivano presso conoscenti o in stalle e fienili,ognuno aveva con se il proprio lacco-lenzuolo. Percorsi anche molto lunghi, e qualche volta pericolosi. Al termine dell'estate per andare in Francia si transitavano a piedi i colli verso Cogne e poi ancora altri colli, verso la Savoia, e poi con altri mezzi fino alla regione di Parigi, la destinazione primaria della emigrazione valsoanina.
Per andare in Svizzera si passava d'inverno il Gran San Bernardo e non pochi morivano uccisi dal maltempo e dalle valanghe.
Il monumento ai 'magnin' di Piamprato
I cadaveri di questi poveri girovaghi venivano raccolti dai monaci e messi nella morgue dell' Ospizio tuttora esistente con il suo patrimonio dei resti di centinaia di salme recuperate.
Dalla Val Soana partivano soprattutto arrotini da Frassinetto, vetrai da Ronco e Campiglia, argentieri e calderai (i cosiddetti 'magnin') da Valprato. Passato l'inverno ritornavano in valle per i lavori estivi tradizionali,per tenere in ordine le case, per le corveés di borgata,per farsi una famiglia. Questo sistema, peraltro, era contemporaneo ad una emigrazione permanente e spesso ne era la preparazione, quando i ritorni divennero sempre più sporadici. A Parigi si era formata una colonia di centinaia di vetrai valsoanesi i cui discendenti ancora recentemente, con le 'Macocco vitrages' erano all'opera nella posatura della piramide di vetro nel cortile del Louvre. Celebre anche la dinastia dei Clerico,fondatori e tutt'ora gestori del Moulin Rouge e indotto, ma con periodico ritorno a Campiglia dove ha sede la tomba di famiglia.
Al termine dell'ultimo conflitto mondiale tutto questo tipo di economia agro pastorale di modestissima sopravvivenza entrò drammaticamente in crisi.
Anche la risorsa dei lavori itineranti cessò del tutto negli anni 50 e 60 quando si resero disponibili oggetti di basso costo e massificati. Con i nuovi materiali come l'alluminio e l'acciao inox praticamente indistruttibili, si estinse di colpo ad esempio,il mestiere dei calderai.
Centinaia di frazioni, raggiungibili solo su mulattiere e sentieri furono abbandonate e nel giro di una quindicina d'anni si verificò uno spopolamento quasi totale della valle.
Come detto rimangono ora le frazioni abbandonate, le bellissime mulattiere, le numerosissime chiese,santuari,piloni votivi ecc. testimoni muti della religiosità e operosità di queste popolazioni.
La postazione gara al Colle della Borra
E pensare che dalla Val Soana erano giunti i primi abitatori storici della valle di Cogne. Per secoli i fedeli dell'alta Valle di Cogne fecero riferimento, per le maggiori funzioni religiose, in particolare le sepolture, alla parrocchia di Pont e successivamente di Campiglia, sobbarcandosi insidiose traversate a 3000 m attraverso i colli, dell'Arietta e di Bardoney, ora in disuso, ma che conservano ancora tracce della frequentazione medioevale e moderna.
Chissà, tutto questo potrebbe anche diventare in futuro una opportunità. Il mondo sta cambiando ad una velocità sempre maggiore, e il periodo in cui la montagna fu abbandonata a favore di fabbriche e città sembra già remotissimo e inattuale. Le nuove tecnologie di anno in anno renderanno possibili scenari ora impensabili, anche nei settori di gestione e ammodernamento del territorio. Chissà, la Valsoana,così preservata, con la sua rete di mulattiere e sentieri, con le sue borgate ora silenziose potrebbe,basterebbero pochi anni, ritornare ad essere un luogo di piacevole socialità.
IL GRAN PREMIO GRAN PARADISO La gara fa parte di un circuito di nove gare di eccezione all'interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso http://www.gpgranparadiso.org/
LA GARA Piamprato 1551m - Colle della Borra 2578 m I concorrenti sono stati 93 e potevano scegliere tra la MARCIA ALPINA A/R , alla sua 16° Edizione oppure il VERTICAL alla sua 5° edizione.
La nebbia presente oltre i 2200m ha parzialmente rallentato la prima parte della discesa e consigliato a chi non era strettamente ingaggiato in gara di scendere dall'inizio per il sentiero di salita e non sul ripidissimo e insidioso 'taglio' iniziale di circa 200 m. Presenti i maggioranza atleti canavesani e molti concorrenti provenienti da Val Pellice e Sangone, dove è più forte la tradizione della marcia alpina. E' in atto un vistoso cambio generazionale , con molti atleti giovanissimi ai vertici delle classifiche.
Emozione diffusa per le due vittorie di concorrenti nativi della valsoana: Sara Giacoletto di Ingria nella Marcia Alpina, davanti alle due plurivincitrici Raffaella Miravalle e Katarzyna Kuzminska , e di Pierre-Yves Oddone di Forzo nel Vertical.
Pierre-Yves Oddone
Frammenti di ALBO D'ORO della MARCIA ALPINA 2009 Diego Vuillermoz Debora Cardone 2010 Ivan Garnier Raffaella Miravalle 2011 Maurizio Giacoletto Raffaella Miravalle 2012 Stefano Giaccoli Alessandra Bianco 2016 Luca Vacchieri Raffaella Miravalle
Frammenti di ALBO D'ORO del VERTICAL 2011 Mirko Bertino Nicole Peretti 2012 Mirko Bertino Ornella Bosco 2016 Simone Eydallin Katarzyna Kuzminska
RISULTATI 2017
MARCIA ALPINA maschile 1° Diego Ras 1h04'44” 2° Luca Vacchieri 1.04.50 3° Claudio Garnier 1.09.19 MARCIA ALPINA femminile 1° Sara Giacoletto Papas 1h23'53” 2° Raffaella Miravalle 1.24.17 3° Katarzyna Kuzminska 1.29.02 VERTICAL maschile 1° Pierre Yves Oddone 46'.39” 2° Giovanni Bosio 47.18 3° Stefano Bergeretti 49.05 VERTICAL femminile 1° Ornella Bosco 53'15” 2° Charlotte Bonin 55.27 3° Elisa Arvat 56.44
INCONTRI
LUCA VACCHIERI
“Questa gara l'avevo già vinta l'anno scorso,la conoscevo abbastanza però la discesa tutti gli anni è sempre dura,poi quest'anno andavamo proprio forte in discesa e..sono volato. E' andata bene che ho trovato un concorrente,ma direi più un amico, che ha visto che avevo battuto la testa, avevo fatto tre piroette, ha visto che ero un po' scosso, io glio ho detto ..vai pure! ma lui si è fermato e mi ha aspettato. Poi mi sono ripreso bene e siamo arrivati assieme.
Questa è una delle mie gare preferite,se non ..la preferita. Salita dura e discesa dura, a me piace la vera marcia alpina com'era una volta, non ce ne sono più tante in giro. Speriamo che continuino a farla. Domenica prossima proverò a fare lo Chaberton, però non sono molto preparato sul lungo, cerchero di fare del mio meglio, è una gara lunga che richiede una preparazione diversa da questa. Comunque,dai,ci proverò.”
SARA GIACOLETTO PAPAS Sembri sorpresa. Non ti aspettavi di vincere? No,non me lo aspettavo perché non sono allenata come quelle che sono arrivate dopo di me. Sono una podista che fa gare collinari, poi mi piace molto la montagna,per cui faccio anche queste gare. Hai vinto la gara proprio nella parte finale della discesa.. L'ordine all'inizio della discesa era Kuzminska,io e la Miravalle. in discesa io ho preso la kuzminka quasi alla grangia Vandelliana e sono arivata prima. E vado a casa felice! (E' di Ingria, ndr)
Sara Giacoletto Papas (sin) con Ornella Bosco KATARZYNA KUZMINSKA
Intendi partecipare alle prove del Circuito Gran Paradiso? Magari non a tutte. Sono belle e alcune sono vicino a casa. Io abito a Mathi, nel canavese. Si può fare. In questa gara ti sei sfogata in salita,avevi un grande vantaggio quasi a metà discesa, ma poi... Io non sono assolutamente da discesa, ho problemi ai legamenti di un ginocchio. Si, in salita siamo andate su bene, ma in discesa mi aspettavo addirittura che arrivassero prima.
Hai qualche obiettivo imminente? La Biella-Monte Camino domenica prossima, in calendario ormai da anni, poi si vedrà, sicuramente la Milani-Monte Soglio. Sempre preferibilmente sola salita, ho il ginocchio che non è stabile e,lo ammetto,non ho 'coraggio' per le discese difficili.
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