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Ghilead-web n° 46

                    Le fotografie le trovate postate negli album della pagina FOTOSPORT

                                       Gli articoli non firmati sono miei

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

          2019 – 2020

     no, non ho nulla da dire. Scadrei in considerazioni politiche di un mondo che non considero assolutamente più mio.

Riguardo il ‘19 ne trattano abbondantemente giornali, TV ed eccetera, e del 2020 lascio a voi immaginare il peggio.

A livello personale dall’agosto 2018 in poi ho goduto di fuochi artificiali a gògò, luci accecanti e botti assordanti di ogni forma e colore: dita negli occhi, pugni su denti e naso, mandrie di bisonti a sgambettar sui piedi, pedate al femore e tap tap sulla testa con corposi legni di quercia nera. A testimoniarlo è l’assenza dai campi gara, i pochi album fotografici presenti nelle ultime Gallery.

     Ci aggiungo un Podoandando che crea ulteriore tensione necessitando di poche mosse per essere rimesso in piedi, cozzando con un Bibò che da mesi e mesi dice: “Dopo...”. Ma dopo che?!

È vero, non ama lavorare su questa piattaforma obsoleta e vulnerabile, ma l’ “Occorre fare così e cosà e comì spostando questo e quello e quell’altro traslocando su…” oltre a produrre un lavoro pazzesco (occorre aggiungere le pagine di Vittorio) è cosa umanamente credibile attendersi da chi da mesi non “trova il tempo” per una mezz’oretta di lavoro che mi premetterebbe, almeno sul web, un minimo di serenità?

     Intraprendere un viaggio in auto per documentare le strade del mondo senza saper guidare, ecco l’impresa folle che mi sono accollato sul groppone dal 2008.

     Amen, di progetti per il 2020 non ne voglio parlare; quello che sarà sarà.

 

 

 

Il Cammino

     Alcuni finiscono impallinati ancor prima di metter piede sulla terraferma, altri saltano gridando su essa, fanno due passi e prima ancora di rendersi conto di dove si trovino saltano su di una mina.

I più avanzano e, caricato sulle spalle il personale zaino, affrontano il cammino, un cammino costellato di mille trabocchetti. Cecchini, mine, crepacci, tigri, squali e velociraptor, lupi in vesti d’agnello, serpenti velenosi d’acqua cielo e terra in un tutt’uno mesciati a creature docili e soccorrevoli. Non molte, ma che pur creando qualche confusione esistono.

     C’è chi salta in aria dopo nemmeno quattro passi, chi dopo quaranta, ottanta o più ancora, chi cammina in vesti sontuose accompagnato da servi ossequiosi accanto a chi è vestito di cenci. Moltissimi sono addirittura privi di scarpe, fattore che, dato il fondo spinoso e tagliente, procura sofferenze inimmaginabili.

C’è chi scrive pagine illuminate e chi invece di oscure nefandezze, chi lascia impronte profonde e chi invece invisibili, chi disegna orizzonti luminosi e chi temporaleschi.

     Sento salire dalla terra grida, pianti, imprecazioni, scorgo una enorme massa di dolore salire ad oscurare il sole, dipingere di rosso una luna che invece dovrebbe arrossire unicamente per le effusioni degli innamorati.

E, mi domando, se io che sono il nulla sento unicamente quello che è la punta di un iceberg, quanto lo può un’extraterrestre come Gesù? E suo padre, Jahvè o Geova che sia? Certamente offesi per chi si appella, nelle grida di dolore e richieste di soccorso, a Maria madre di Dio, a San Gennaro ed al suo sangue che si scioglie, a tutte le immagini di santi ed eccetera che abbelliscono le chiese.

Per quanto ancora resteranno ad osservare?

     Il grido che in parte prende corpo dalle immagini che la TV fa entrare in casa provoca angoscia.

Una molteplicità di creature d’ogni razza e colore impegnate in un cammino di cui pochi comprendono la ragione, un cammino il cui termine, per lungo che possa apparire (in gioventù), è in realtà estremamente breve.

 

     Beh? E tutto questo per dire cosa oltre che per brutalizzare un candido, innocente foglio sul web? Nulla, semplicemente perché, soffiandomi il naso, domenica 15 dicembre ho dato origine ad una epistassi da paura!!!

     Epistassi… EPISTASSI… EPISTASSI !!!

OTTO ore per trovar soluzione. Seguita da quella meno aggressiva di lunedì 30, giusto giusto per un fine 2019 con i fuochi !

     E per ben iniziare il 2020 vuoi che mi neghi un replay? Sabato 10, narice sinistra, poco meno di 4 ore. Nulla di più di un avviso della tempesta che mi avrebbe colpito mezz’ora dopo: l’incubo di una MAXI epistassi scatenatasi alle 16 e conclusasi alle 24. Tamponi lasciati nelle narici sino alle 15 di domenica…

Inarrestabile, copiosa fontanella che, tappate le narici, trova sfogo nella gola e da qui nella bocca, ore trascorse in piedi a bocca aperta davanti il wc lasciando eruttare il vulcano. Timore di non farcela, timore per quanto già di sangue è fuggito via, ed il timore che possa non trattarsi di semplici capillari.

Dopo dieci mesi di silenzio (allora erano le ferite ai piedi a bloccarmi) la sorpresa di un risveglio che mi colma di timori. Perché non riuscire a fermare l’emorragia-salasso fa salire l’adrenalina a mille!

     Il 15 dicembre è stato come togliere il coperchio al vaso di Pandora, in seguito una serie di “assestamenti” che non hanno nulla da invidiare alla prima scossa.

Lunedì 20 del nuovo anno, alle 23, ennesima corsa in bagno tenendo il naso stretto stretto tra le dita.

Lunedì 27 ancora fuochi che fortunatamente mi beccano di già in bagno; sono le 19,30 e sto lavandomi le mani per andare a tavola. Fuoco alle polveri, si balla. Conclusione alle 23, vado a letto con il tampone nel naso.

Ancora mercoledì 29 a sforare nel 30, quando decido di chiedere appuntamento al dottor Massimo Capricci, otorino conosciuto come uno dei migliori in Torino. Sarà per mercoledì 5 alle17.

     Nell’attesa, sabato 1° febbraio,… doppio turno a scaricar sangue nel wc: 12,45/20 – 24/2,15 !!!

Fortuna che il tutto si è sempre svolto tra le mura di casa e non su strada. Fuori sarebbe un vero, pericolosissimo momento. Ormai, però, sono veramente arcistufo di tutta questa situazione di timori e clausura tanto più che questi sono i mesi a me più congeniali per le uscite di “allenamento”…

     Un anno e mezzo di pausa sono troppi ed ormai mi trovo sulle ginocchia. Ancora un cicinin e sarò larva…

 

  Mercoledì 5 febbraio

     “Niente, nessuna operazione, il naso è ok. Secche vene e capillari; occorre bere 2 litri di acqua al giorno, poi aggiunga il Fluifort e ad aprile prenda il vaccino anticatarrale Ommunal. Usi la Cicatridina riempiendo la narice e la chiuda così con garza e cerotto. No cauterizzazione. Le lascio il mio cellulare”.

     Mi sono tolto il timore di polipi, tumori ed eccetera, ma resta vivo quello delle epistassi a cascata. Se basterà bere e mettere la Cicatridina, già usata senza successo, si vedrà fra qualche po'.

     Sperando di non morir prima annegato!!!

  

 CoronaVirus

     CoronaVirus o COVID-19 oppure nCoV-2019 che sia è l’Armaghedon della Bibbia come qualcuno inizia a temere? Oggi in TV, sui giornali e su internet non si parla, non si scrive d’altro ed i timori iniziano a crescere.

     “Chiudete qui… Chiudete qua… Chiudete là… Chiudete sopra e chiudete sotto, non uscite di casa, se avete tosse e 37 e mezzo di febbre telefonate al 1500...”. E la corsa all’accaparramento ed all’aumento dei prezzi diventa pratica per esperti centometristi. Pacchia per gli speculatori e per lo stato che così prolunga il momento del “lei-non-sa-chi-sono-Io!” e distrae i sudditi dai suoi veloci movimenti di mano. Inoltre, sempre per lo stato, questa è preziosa occasione per mettere nuove “provvisorie” accise sulla benzina, tanto per dire, per aumentare qua e là l’IVA e tassare aria, vento e sole se di già non lo sono.

     Per evitare assembramento di folle si sospendono partite di calcio e di molteplici altri sport, attività che in seguito dovranno subire innumerevoli giornate dedicate ai recuperi. Si potrebbe forse giocare o correre (auto e moto) a porte chiuse e permettere la trasmissione gratuita degli eventi sulle TV di stato, ma oltre ad essere faccenda complessa dati i molteplici interessi coinvolti, vuoi mica impegnare dei denari in questo? A pagare deve essere Pantalone, mica lo stato che non ha mai i soldi. Almeno, non per tutti…

Perchè tram, pullman e metropolitane possono viaggiare senza regole quando in essi spesso ci si trova incollati come sardine?

Magari presto occorrerà un certificato di buona salute, di No-Virus per entrare nei Supermercati, qua e là mancherà il pane o l’acqua minerale, mancherà il riso, la pasta, la frutta e la verdura, la carne e il pesce, mancherà l’olio, l’aceto e il sale. Chissà.

     Che sia grave o meno grave la situazione non si sa in quanto le voci non sono concordi, di certo l’economia subirà scossoni fortissimi. Chi riconosce il danno che subiscono i commercianti costretti a chiudere? E le fabbriche, i lavoratori autonomi? Legnate che non colpiscono unicamente le zone focolaio ma tutta la nazione. Chissà.

     Molto vi sarebbe da scrivere e da dire, ma il percorso è spinoso e i quaquaraquà troverebbero presto il modo per arruffare e sparigliare ogni carta. D’altra parte la domanda era: sarà forse questo l’Armaghedon profetizzato dalla Bibbia? Direi di no, anche se ciò potrebbe essere l’inizio di una grande tribolazione. Altri fattori debbono concretizzarsi prima di quel giorno.

E l’Armaghedon della Bibbia non sarà uno sparare nel mucchio, bensì battaglia selettiva. 

     Ecco, dalle stanze in cui vivo da tempo in clausura, e privo della partita del Toro a novella conduzione che oggi alle 15 doveva iniziare l’incontro con il Parma, mi lascio andare ad elucubrazioni pindariche. Il sito, dopo l’aggiornamento di Window 10 ed il tentativo di rendere i video “a tutto schermo”, si è nuovamente incriccato per un “Qualcosa andato storto” ed un Bibò che proprio non vuol saperne di concentrasi su di un sito obsoleto.

In ogni caso, guardando in positivo, mi trovo ormai perfettamente allenato per supportare stress ed una quarantena anche di 100 e più giorni. A patto che Amazon, tramite drone, mi procuri qualcosa da mangiare!

 

     13 marzo – Mi sto annoiando! Con tutte le limitazioni che ci vengono confusamente imposte sento nascere un sentimento di ribellione. È giusto rispettare le regole, ma intervenire quando i buoi sono fuggiti mi sa tanto di pressapochismo, di governo delle banane.

     Il problema, ora, si direbbe sempre più sfuggire di mano e le regole che i politicanti impongono sono oltre che tardive anche impossibili da praticare in un paese “furbo” e anarchico come l’Italia. “Uno solo per famiglia ai Supermercati!”. Beh, presto fatto: il papà va a comperare da Auchan, la mamma da Conad, i figli da Esselunga, Pam, Carrefour, U2, Coop, Lidel, Eccetera. Controlli e pene? Più che deterrente vero, dato che siamo in Italia, un modo per fare cassa. 

     È ormai troppo tardi per porvi pezza? Accanto a chi alimenta il terrore scrivendo e parlando di catastrofe con migliaia di morti, di vera pandemia, c’è chi sostiene che il caldo sterminerà il virus, che il vaccino è ormai prossimo a vedere la luce, chi immagina poche settimane ancora di clausura e chi profetizza invece mesi e mesi di totale segregazione, elucubrazioni che mandano in tilt buona parte del mio cervello.

Sempre più, in aggiunta, si prospetta una crisi economica profonda come la Fossa delle Marianne, di miseria, di mani rapaci sui nostri conti in banca.

Che l’Armaghedon biblico non sia poi così lontano come ancora pensavo?… Chissà. 

     In ogni caso posso scrivere con sollievo che dal 12 febbraio, da 30 giorni, cioè, non ho più sofferto di epistassi. Un mese è poca cosa, non offre certezza alcuna in quanto privo di uscite vere, ma resta comunque ad indicare un passo avanti. Se così si prosegue, quando la porta di casa potrà essere aperta avrò modo di creare il primo album fotografico di questo dannato 2020!

     Ovviamente se il CoronaVirus non mi tende agguato nelle brevi e fulminee uscite cui di tanto in tanto mi vedo costretto…

 

     22 marzo Oggi è giorno particolarmente triste raggiunto come sono dalla notizia della morte di un amico d’infanzia. Con lui ho condiviso la passione per la bicicletta e con lui ho fatto lunghe, indimenticabili gite domenicali. Si chiamava Giampiero, più semplicemente Piero, ma per me, che già allora distribuivo nomignoli, era semplicemente Ciccetto. Per via del suo viso rubicondo, che ciccetto di fisico non era. 

CoronaVirus, ha detto Paola, la figlia, ed è mancato giovedì scorso in ospedale. Anche lei e la mamma, Luciana, potrebbero essere positive, (nessun controllo) e questo malgrado fossero tutti estremamente rispettosi delle regole imposte. Come handicap, il diabete. 

Dolore nel dolore l’impossibilità di vederlo; entrato in ospedale il lunedì, giovedì la telefonata dell’avvenuto decesso. Neppure la possibilità di seguirne il funerale.

     Della sorella Nicoletta, che abita nell’alloggio al piano superiore con marito e due bambine, non so in quanto il momento era assai delicato. Ma temo moltissimo per loro.

     Ha colpito vicinissimo, oggi, sempre che non si “targhi” ogni morte di Parin con handicap come vittima del virus per seminare timori. Come scritto, non so assolutamente più a chi credere in quanto le mascherine tanto ricercate se non sono del tipo Ffp2 e Ffp3 (costose), servono a nulla per i sani, ed in ogni caso neanche quelle adatte risolverebbero la situazione se non si usassero occhiali da sub. E guanti di lattice usa e getta.

E le scarpe? E gli abiti? E il virus espirato dagli infetti, asintomatici o meno, quanto tempo resta in sospensione nell’aria? E sui pacchi dato che oggi si acquista parecchio su internet? Quale verità, quale fake news?

     Per nutrire qualche speranza di farcela occorre usare la tuta per astronauti… anche in casa.

 

     25 aprile 4 salti in padella!

Non è da molto che a causa del Virus mi trovo condannato ai domiciliari, ma se sommo i giorni a quelli collezionati grazie a piedi ed epistassi direi di esserne ormai stravolto.

     La data di oggi è quella della Liberazione, ma come allora questa è più che altro simbolica. Qua e là i sudditi iniziano a ribellarsi contro quella che agli occhi di molti pare ormai acquisire i colori di una dittatura. Gli errori della novella Casta all’inizio di questo attacco hanno fatto si che si navighi in un mare di dubbi, fattore che rende impossibile un corretto approccio alle regole stabilite. Per quanto logiche alcune possano apparire.

Una babele di notizie discordanti rimbalzano e risuonano nella mente ed ognuna reca la firma di autorevoli autorità scientifiche e giornalistiche oppur anche di politici scafati. In sintesi, riflettendo su esse, un mare di nulla. Così che si continua a navigare a vista.

     La pressione nella caldaia sale ancor più alla luce delle ultime proposte; “Gli anziani restino chiusi in casa onde evitare pericoli mortali!...”. Cioè, se ho capito bene, si ventila la decisione (per il loro bene...) di condannare al Carcere Duro, senza neppure l’ora d’aria, non efferati criminali o mafiosi di peso bensì innocenti Parinot o sfortunati “anta” con qualche patologia, di già sofferenti del proprio essere.

Niente più luce del sole se non godi di un balcone, ceppi ai piedi e se vuoi fare un po' di movimento tira forte sui remi! Pazzia, ritorno al passato medioevo!

     Presto o tardi, senza valvola di sicurezza, la pentola salterà e ci sarà da divertirsi.

Nell’attesa, malgrado i sentimenti di rivolta che mi animano, mi limito a saltellare sempre più velocemente su quella padella rovente che mi sta bruciacchiando i piedi!…

 

     4 maggio, 5 maggio…

Come posso dormire di notte senza avere incubi? La camomilla, la melatonina, il panno fresco sulla fronte, la legnata sulla nuca non provocano in me effetto alcuno. Oggi si entra nella cosidetta Fase 2, cosa che ancor più mi angoscia e toglie il sonno. È fase transitoria che si chiuderà il giorno 17, ma conoscendo lo spirito anarchico che anima gli italiani temo una ricaduta peggiore della prima fase. Se si presentano segni di ricaduta sarà carcere duro per tutti, sarà fame e disperazione, sarà rivolta.

     Il mese di maggio non mi è mai piaciuto. Inizia il caldo “vero” e prende sempre più corpo la forma di allergia che già ad aprile muove in me i primi passi, Ci aggiungo: il 4 maggio si spegneva sbattendo contro la Basilica di Superga il Grande Torino, mentre il 5 sull’isola di Sant’Elena Napoleone Bonaparte abbandonava le sue spoglie. Due avvenimenti che per me hanno significati importanti, lasciato indelebili ricordi. 

     Napoleone e Beethoven erano nel cuore del mio primo utopico amore e per lei, a china su fogli di disegno, avevo disegnato a fumetti tutta la storia, dalla nascita alla morte, del Petit Caporal, album che comprendeva pure disegni a matita dei due soggetti in questione più la poesia di Alessandro Manzoni incisa su dischetto di vinile. Beethoven era perfettamente inquadrato nell’album in quanto a Napoleone aveva dedicato la sua 3^ sinfonia, l’Eroica (dedica poi cancellata in quanto in seguito dallo stesso deluso). 

Tanto studio e tanto lavoro (non esisteva internet, solo libri in biblioteca) quando ancora non avevo vent’anni. Al mio fianco la bicicletta da corsa e, soprattutto, Lilli, a sostenermi negli irripetibili anni buttati al vento.

     Del 4 maggio odierno 2020 mi grava pure il fatto che il supermercato sotto casa è privo delle MIE fette biscottate e dei MIEI cracker!. Non ho dubbi: se si continua di questo passo Armagnedon è veramente giunto sull’uscio di casa. Non gli resta che bussare…

 

     19 maggio irreprabile CRAK !!!

Tum tum tum... La porta si schiude ed appare il capo di Bibò. Tum tum tum… Il capo si ritira e la porta si chiude. Tum tum tum… “La vuoi finire di battere la testa contro il muro? Non mi fai sentire la TV!”. Alla voce della mammina Bibò riappare. “Vai a vedere cos’è successo al sito dell’Imbecille, per favore”.

Una rapida occhiata ed il tecnico sintetizza: “Aruba ha aggiornato i programmi ed il tuo sito obsoleto è andato in tilt”. E nell’allontanarsi: “Un sito di merda!”.

Riprendo posto davanti al monitor stringendo la testa tra le mani: Podoandando è andato in baracca! Scomparse moltissime fotografie e diversi scritti.

     Dal Podoandando andato in tilt ho fatto il copia-incolla di moltissimi giornalini e di altre sezioni come Scritti e Podoandando, che con questo novello improvviso guaio si sono dissolti. Alcuni scomparsi del tutto, la maggior parte rimasta priva di immagini. Irrecuperabili perchè queste andate a ramengo insieme ad altre migliaia (+ scritti, poesie ed eccetera) con il crack dell’HD esterno targato Media World.

Alcune immagini potrei rimetterle in quanto prese dagli album che qua e là appaiono allegati ai testi, ma misteriosamente non vengono accettate. Il giornalino Ghilead-web n°7, poi, malgrado le immagini le avessi raccolte, parimenti ad altri, in una cartella, non ne accetta alcuna.

     Nelle pagine incollate, infine, come le sistemo (tentato con un paio) al “Salva” tutto il testo si compatta come un mattone nella parte alta della pagina. Un lavoraccio del boia ricomporre il puzzle testo-foto per cui, pur se fortunatamente dal secondo “Salva” il testo regge, ci rinuncio.

Insomma, la solita nuvoletta di fantozziana memoria che, perduta la testa per le mie grazie, non mi abbandona un minuto!

     Pagine così farlocche le dovrei buttare, ma ci ho speso tante ore ed il buttarle mi pesa. Da anni, ormai, ho abbandonato il cartaceo così che ogni pensiero lo posto sul computer. Pagine private comprese.

La carta resta viva, il web è labile, soggetto ad incognite ed “attacchi”. Così come un HD che, interno o esterno che sia, si può rompere anche se nuovo, appena caricato.

.

     30 maggio SONO USCITOOO!

Ebbene si, questa sera sono sceso ed ho preso per le corna il Chiodo obbligandolo a fare due passi. Io con la mascherina sulla barba, lui senza. Una uscita breve che mi ha lasciato l’amaro in bocca. La strada pareva tutta in salita, ma dal momento che non lo era mi sono inventato i freni bloccati sui cerchioni.

A salvarmi dalle lacrime alcuni goccioloni d’acqua che lasciavano presagire un temporale estivo così che, essendomi impossibile pedalare con brio, sono tornato a casa. Una ventina di minuti ad essere ottimista.

     Una ventina di minuti sufficienti a farmi sentire improvvisamente vecchio (non festeggiando il compleanno…) ed a scorgere della bellissima gioventù che “danzava” ridendo sulla piazzetta prospiciente una scuola (tutti rigorosamente senza mascherina!.

 

     2 giugno Stento a credermi, eppure sono uscito una seconda volta! Stento a credermi, una seconda volta con “prestazioni” completamente diverse dalla prima.

I muscoli tengono memoria” ho letto molto tempo fa su di una rivista sportiva, e probabilmente è proprio così. È bastato risvegliarla con la breve uscita di tre giorni fa ed oggi mi sono pappato in scioltezza almeno una quindicina di chilometri. Uscito di casa alle 18,35, rientrato alle 19,40.

     indeciso sul dove andare, ma più “attrezzato” della volta scorsa. Ora ho con me il “kit sopravvivenza” (tamponi e molletta per il naso, pastiglie di Maalox Plus (sono tanto nervoso che a volte mi prendono forti dolori alla bocca dello stomaco; due Maloox, e neppure le ho finite di succhiare che il male sfuma via. Due rutti ancora e sono salvo), documenti, telefonino, occhiali, guanti usa e getta (si sa mai) che aggiungo al kit.

     Muovo le ruote del Chiodo alla volta di Villaretto-ciclabile di Borgaro, poi ricordo che nel Parco Falchera hanno proseguito nei lavori concludendo la parte nuova Vi sono giochi per bimbi e grandi, uno spazio cintato per portare i cani, aperte nuove vie attorno i laghetti. È cosa nuova, per cui mi ci butto.

     Bellissimo, veramente jum jum! Se gli Incivili non ci mettono becco sarà felicità, ancor più ricordando che nel progetto vi è l’allacciamento ad altri parchi.

L’ultima parte realizzata richiede ancora qualche ritocco, l’erba ha crescita selvaggia e qua e là mancano finiture, ma la folla di bimbi, gioventù e parin che la colma dimostra quanto sia apprezzata.

     Tasto ogni stradina del nuovo, poi mi spingo sui laghetti. Qui l’erbaccia si scatena ma qui è cosa buona, molto buona. Rende il luogo “selvaggio e primitivo”, adattissimo agli allenamenti podistici. Tutto sterrato, qualche timida salitella, ma l’impressione di trovarsi lontanissimi dalla città, anche se l’autostrada Torino-Milano scorre accanto alla “zona cani”, non ha prezzo.

     Mi sento tanto bene che, battuto palmo palmo l’intero parco, mi sfiora l’idea di vedere se ora la vecchia strada che conduce al Decathlon di Settimo è nuovamente percorribile. Lo è, al momento solamente per pedoni e ciclisti e… motociclisti!, ma giunto che sono al “bivio multa + 6 punti patente andati a ramengo” vengo assalito dall’idea di completare il giro dei 10+ km fatti un tempo correndo. Così spingo il Chiodo sino al Parco, lo supero entrando in Settimo e concludendo l’anello attorno alle villette già 20 anni fa presenti. Ma niente più bellissima 2CV qui spesso posteggiata!

     Nel ritorno lieve indurimento alle gambe, ma l’energia necessaria a spingere sulle pedivelle è ancora presente. Dato lo stato di perenne fiacca in buona parte dovuta al trascorrere mesi passando dal “seduto davanti il computer” al “seduto sul divano”, ne sono piacevolmente sorpreso.

 

     6 giugno Due giorni di tempo pessimo e pioggia, ieri vento, che soffro moltissimo. Solo divano, computer e TV, che a leggere fatico. Sempre seduto, come solito da mesi.

     Oggi esco, direzione Settimo, per andare ad acquistare due cartucce per la stampante, esco usando la nuova uscita della Falchera, uscita che conduce poco oltre la stazione ferroviaria e Auchan, ed ancora preclusa alle auto.

Il novello cavalca-ferrovia ha però una salita breve ma ripida assai, troppo per uno spompato zombie del giurassico che cavalca un vecchio e grasso ronzino privo del cambio. E me la faccio a piedi! (nel ritorno troverò qui un giovane podista che usa detta rampa per tirati allunghi. Stretta di cuore, dal momento che ancora non mi sono rassegnato al pensionamento…).

Malgrado sul sito del negozio sia riportato “Sabato aperto”, con il solito culo che mi ritrovo lo trovo chiuso.

     Molta gente a passeggiare sulla ciclopista: parinot, vecchie madamine con cani e solita bellissima gioventù a schiamazzare. Il 95% senza mascherina. Io la tengo sulla bocca e la rialzo quando mi avvicino ad essi…. sentendomi un po' balengo.

Fisicamente, oggi, lontano anni luce dalla “prestazione” del 2 giugno. Una fiacca pazzesca che mi conduce a ritenere salite anche le discese.

     Nel ritorno il mio distrattissimo angelo custode distoglie per un attimo l’occhio dalle bellissime angiolette che gli svolazzano attorno per spostarlo in basso, ed è la mia fortuna. La sua mano mi prende per il bavero reggendomi in piedi mentre vado a sbattere ”in velocità” contro uno scalino! Ruota anteriore che salta sul marciapiede, gambe che sgambettano sul vuoto… Date le macchine che mi sfrecciano accanto, sono su corso Romania, potevo andare a finir male.

 

     8 giugno Ieri verso sera grandinata super al termine della quale scendo per veder quanta acqua è entrata su Dyanett e Poppolina. Bene quest’ultima, ma su Dyanett è un disastro! Il tettuccio ha perso l’impermeabilizzazione e l’interno è zeppo d’acqua! Mentre scrivo, sono le 14,30, fuori piove…

 

     9 giugno Plastica trovata fortunosamente in casa, nastro telato nero e Dyanett Lenticchia ha nuovamente un cappello. Dovrei ordinare e presto piazzare un telo nuovo, ma tentenno: quando permetteranno alle Storiche qui in Piemonte di viaggiare nuovamente? E questi due anni tanto disastrati a livello personale quanto hanno inciso sul fisico? Nei primi giorni di ottobre ho il rinnovo della patente… ed un problema serissimo che si chiama “Unghiata” a danneggiare il cristallino (del destro, occhio dominante ora… dominato!). Che insieme ad un inizio di cataratta nucleare segnerà la probabile conclusione della mia storia automobilistica.

 

     10 giugno – desiderio di chiudere bottega

 

L’installatore della Wind3 ci conduce in casa la banda larga, la fibra ottica, e sabato 13 la testiamo; i computer diventano sprint (per pochi minuti, si scoprità presto…), tutti meno il mio, che si ostina a non riconoscere internet.

Bibò prova e riprova, poi decide di aggiornare Windows (salvando unicamente gli scritti), ed è caos: i programmi vanno a farsi benedire!

Lavoraccio da super stress nel ricercare le vecchie versioni, e quella che mi permette di caricare le foto non si trova. Occorre individuare la versione (obsoleta) di Java e abbinarla al corretto Window.

Non si trova la quadra, e dopo qualche ora Bibò molla tutto ritornando a maledire questa piattaforma ormai troppo handicappata e instabile.

Sono stanco di sbattere continuamente la faccia nella merda.

Questo gioco da piacevole motivazionale che era è diventato maledizione!

 

     26 agosto – finalmente WindTre!!!…

 

Già, perché per una infinità di problematiche i “tecnici” di questa non sono riusciti a risolvere un problema presentatosi all’inizio: dopo pochi minuti ok, la linea salta. Più di tre mesi, sino a che pochi giorni fa una voce nuova e “sexy” telefona per dire che si sarebbe interessata personalmente della situazione. Ieri pomeriggio ha ricontattato, ha chiesto a Bibò di darle dei dati, di fare alcune prove. Alle 23 e qualche spicciolo tutte le spie led del rutor sono verdi!. Un bacio in fronte alla fanciulla!

Unico pegno da pagare la sostituzione del numero del telefono fisso: dal 2621807 si passa al 4170724.

 

     12 settembre – disarcionato dal Chiodo!…

 

Non fosse che sono letteralmente a pezzi mi farei un bel ahahah

Aprire il boxCantina, estrarre il Chiodo, richiudere il boxCantina, salire sul ciclo. Salire?… Urto con la caviglia sul portapacchi, mi scompongo e perdo l’equilibrio. Per non cadere di schiena faccio perno sul piede di appoggio così da stendermi al suolo di ¾ trascinando con me il Chiodo.

     A metà del costato prendo una botta “a strascico” che mi segna a sangue, una striscia che si conclude sullo sterno, ma di tutto ciò ed altro me ne accorgerò solo a che rialzato mi sono. Ora sono disteso a terra con un dolore fortissimo alla gamba sinistra e nella impossibilità di respirare. Un paio di minuti in apnea poi con la forza della disperazione mi alzo appoggiandomi al manubrio del Chiodo e forzando sulla gamba destra. Risollevo la becana tentando di riprendere il respiro. Sono scorticato a sangue nella mano, nel braccio sinistro e nelle gambe, ma a darmi pensiero è il dolore della stessa e l’impossibilitò a respirare. Quasi non riesco a camminare, salire la scala mi è impossibile. Decido per un test (per me un classico…): un giro al Parco.

Stranamente il pedalare mi riesce, mentre il respiro è cortissimo, pena dolorose fitte. La fontana che cerco la trovo, ma ancora l’acqua è chiusa. Il fare le scale è lunga impresa, così come è il camminare; mi vedo costretto ad ordinare un paio di stampelle. Di ospedale non ne voglio sapere, mi terrorizza. Passerà.

 

     20 ottobre

 

Dati i mesi-blocco-virus, la scadenza della patente slitta a fine dicembre

 

 

 

 

 

 

 

 
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