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Castagnata
Scritto da Somadaj   
Sabato 01 Giugno 2019 10:25

 

 

 

Castagnata                                                                                                              07 – 10 – 2007 

 

img_1460castagnata1      Perché noi no? Perché noi niente castagnata?
E’ l’occasione giusta per una breve passeggiata in montagna ed una bella scorpacciata di leccornie, aria buona e spettacolari vedute alpine. Va beh, quando non c’è nebbia, eheheh. Così, quando Geo Sergiulin mi telefona per dire che: “Si và!… “, rispondo senza pensarci su due volte: “Si và!”.
     Casa “Banfuciu”, splendido X-Trail (la sfortuna di aver macchine grandi, eheheh), e partenza per Alpette Balmassa con nel mirino il rifugio di cima Mares. A seguite l’X-Trail, Giovanni Lincoln, signora e Carla, che trasborda da essi.
Il cielo è coperto ma “Nimbus prevede schiarite pomeridiane. Niente pioggia e cielo sereno”. E con questa speranza nel cuore si sale nella nebbia sino a Balmassa, dove la strada che sale da Alpette si conclude con un piazzale ove posteggiare l’auto.
     Al momento siamo secondi (appuntamento 10-10,30) con il tempo di 10,25. Primo assoluto Luigi e consorte, qui giunti alle 9,50. Breve attesa e ci raggiunge Silvano con signora e carico di gioventù a bordo (figlio con ragazza e l’amica Paola, corista che però con noi non vuol “corare”), e la belva Yoghi.
    Gli equipaggi delle ultime due auto che qui debbono giungere sono però in ritardo, così restano ad attendere Carla, Beppe e Sergiulin. Noi del gruppo, con l’apripista-guida Luigi e “Dolores” co-guida (co- sta per coda, posizione solitamente occupata da esperto EscursioAlpinista) iniziamo a salire verso la meta.
In realtà non mi sento eccessivamente tranquillo perché al VIA Geo Sergiulin, indicandomi, dice a “Dolores”: “Resta vicina e attenta nei luoghi esposti…”. LUOGHI ESPOSTI? VICINA E ATTENTA? (infatti “Dolores” si piazza alle mie spalle…). Scherziamo? Ma per fortuna di esposto (per esposto intendo sentiero che corre sull’orlo di un burrone che scende a picco) non vi è assolutamente nulla. Solamente, nel traverso, qualche prato che scende ripidamente a lato del sentiero, ma nulla di adrenalinico. Capirò solo sulla via del ritorno quali rischi avrei mai corso se vi fosse stata veramente necessità di soccorso dalla co-guida!…
      La prima metà del percorso è quella più faticosa. Si sale lungo il bosco su di un sentiero ampio ma discretamente “in salita”. Al suolo foglie umide e sassi a volontà. Salendo tranquilli in una mezz’oretta si giunge su di un colletto (colle della Balmassa) ove si erge un paletto con cartelli indicatori dei vari percorsi. Per Cima Mares, alla nostra destra, 20 minuti di cammino. Il sentiero ora scodinzola festosamente sul lato del monte esibendosi in lievi ondulazioni per nulla impegnative. Del monte cui stiamo calpestando il fianco – alla nostra destra – nessuna visione, così come nessuna visione sulla sinistra dove esso declivia. Camminiamo immersi nelle nuvole, ed è bellissimo.
 
img_1464castagnata2     La chiesetta-rifugio San Bernardo di Mares, nostra meta di oggi, ci sorride appena ci affacciamo sul pianoro che le offre sostegno, acquattata fra la bianca panna che la incorona. Bianche nuvole per ogni dove, ma lei al momento ne è priva. E sorride. 
     E’ mezzogiorno quando entriamo nella sala di sinistra della chiesetta. Ci accoglie una lunga tavolata con tovaglie pulite, e lunghe panche ai lati. Sul fondo una stufa che ben presto viene accesa per combattere l’umidità della giornata (e per cuocere in seguito le castagne…).
     Le signore sono da subito assai indaffarate a preparar tavola, togliendo dai capaci zaini ogni ben di dio e deponendolo qua e là. Luigi e Giovanni Lincoln offrono la loro opera in qualità di tecnici tuttofare. Io mi preoccupo, approfittando della scarsa confidenza che ancora i più hanno con me, di vagabondare all’esterno scattando qualche fotografia. Diciamo che recito a meraviglia la difficile parte dell’imboscato…
     Poi ci raggiungono Beppe, Geo Sergiulin e Carla con i ritardatari, e ci si siede a tavola. Operazione che migliaia di volte avete fatto anche voi, ragione per la quale non vi racconterei nulla di nuovo se in essa operazione mi dilungassi. L’atmosfera è quella classica che si respira in caserma quando si festeggia il termine della naja, il tanto sospirato congedo.  
 
     Poco dopo le 15 siamo tutti fuori ad osservare il panorama. Qualcuno ha sollevato la nebbiosa serranda che impediva di scorgere la catena del Gran Paradiso, delle Levanne e chi sa quant’altro ancora, così eccoci con il naso incollato alla finestra del pianoro ad osservare meravigliosi disegni di luce. Giacomo, figlio di Daniele, il figlioccio di Carla, 5 anni, corre tentando inutilmente di sollevare l’aquilone portato da Sergiulin, mentre Valeria, 2 anni e 3 mesi, figlia di amici di Carla e Sergiulin di origine russo-romena, corre senza meta precisa per il pratone tenendo nel mirino i genitori sparapazzati sull’erba.
     Yoghi, il feroce, instancabile “mastino portoghese” della famiglia di Silvano, controlla la situazione generale continuando a trottorellare qua e là senza sosta. 
     E’ un quadretto che mi piace un sacco quello che osservo dipingersi sotto i miei occhi, tanto da pormi domande tipo: “cosa ho perso mai in tutti questi anni trascorsi lontano da simili paradisi?…”. Occorre assolutamente recuperare, fiato e… piedi permettendo.
     Suonano le 16,38 quando, terminata la puntigliosa pulizia della sala-rifugio da parte delle solite instancabili signore, si volgono le suole delle pedule alla volta delle auto.
img_1512castagnata3E qui comprendo appieno della fortuna avuta nella non necessità di aiuti da parte della co-guida! Nella parte conclusiva del ritorno, sono esattamente le 17,13, un gridolino attrae la mia attenzione. Davanti a me “Dolores” improvvisa un doppio salto quasi mortale avvitandosi nell’aria a volo d’angelo, sì da rimbalzare in seguito elegantemente al suolo appoggiandosi alle natiche. Gli applausi degli astanti per questo eccezionale numero assolutamente fuori programma sono da stadio, tanto da indurre qualcuno a coltivare pensieri emulativi.
     Geo Sergiulin, che la segue, attende ancora qualche minuto (si esibirà alle 17,20) per imitarne l’impresa. Ma con quanta meno classe! Non dice nulla (solo qualche ahi ahi in seguito), e si solleva per l’aereo spazio a mò di Dumbo senza orecchione. Tentativo di volo, se vogliamo, riuscito, ma assolutamente privo della grazia necessaria. Per non parlare poi dell’atterraggio sui sassi eseguito come un principiante, in modo assolutamente scomposto.
L’indiscusso capo-guida del gruppo e la co-guida della giornata “fantasticamente” a gambe levate! (le scuse saranno poi quelle scontate della troppa sicurezza, sicurezza motivata dalla assoluta padronanza delle proprie eccelse capacità alpine eccetera eccetera).
     Così scopro che il respiro mi manca pure quando rido sadicamente a crepapelle!
 
     Sono le 17,35 quando raggiungiamo le auto, ci scambiamo i saluti ed ognuno riprende la strada di casa. Di castagne, tirandone ora le somme, non ne ho mangiate poi molte, ma il “contorno” di insalate (questo il tema che accompagnava la castagnata) e di dolci è stato tale e tanto vario da soddisfare il palato più sopraffino e la pancia più capiente. Poca fatica, tanta serenità e gioia, e certamente qualche mezzo chilo in più sul groppone…
 
 
 
 
 
 
 
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