Poesie Poesie 3 Jadamos
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3 Jadamos
Scritto da Jadamos   
Domenica 26 Maggio 2019 17:58

 

 

      Non sapevo dell'amore...
                                   
Non sapevo dell'amore
sino a quando ai miei occhi
non sei apparsa tu.
Mai avrei immaginato
esistere al mondo
creatura così bella,
creatura a scatenare in me
tanta passione, emozione di cuore.
Nelle notti vieni ridente da me
a vivere le ore più belle
che la mente mi conduce a inventare
mentre nell'ombra scorre il fiume
del mio nascosto agonizzare.
Di giorno il sole teme
di misurare il suo col tuo sorriso,
la rosa impallidisce al tuo passare.
Se mai avessi immaginato il tuo venire
avrei fermato il tempo
con queste mie stesse mani;
ma non ho di te saputo nulla,
non ho potuto attenderti.
Ed ora gli anni miei... non sono i tuoi!
 
 
               Non sapevo dell'amore
                                             (canzone)
     Io, che non sapevo dell'amore,
ieri tra la gente ho scorto te,
una mano mi ha strappato il cuore
per deporlo ardente ai piedi tuoi.
Io che non sapevo dell'amore,
luce dei miei occhi ora sei,
vivo nel sognare un tuo sorriso
la tua figura snella accanto a me.
     Perchè, perchè perchè
la bocca tua lontana e muta è,
perchè non vuoi illuminarmi il cuore
con quel sorriso a impallidire il sole
Perchè non sai voltarti verso me,
perchè non sai vedermi mentre tu
mi sei preziosa ancora più del sole
fonte di vita, di colore e ardore. .
     Io che non sapevo dell'amore
ora l'amore intenso so cos'è,
mescolar di ansia e di dolore
che danna la vita dentro me
io che non sapevo dell'amore,
luce dei miei occhi ora sei,
ma le labbra debbo sigillare,
questo amore puro seppellire.
     Perchè, perchè perchè,
ragazza del 2000 che tu sei,
non ho saputo attenderti, perchè,
ed ora gli anni miei... non sono i tuoi!
 
 
 
 
 
Una bicicletta
senza ruote,
un’auto
senza motore,
una nave
senza mare...
Un cuore
senza te.
 
 
 
 
             16 anni… platonico amore
Dopo di te
mi sono innamorato
mille volte,
e mille volte
dal mal d’amore
guarito sono.
Ma di te… non so.
Guarito forse mai.
Come fantasma
appari e ti nascondi
sorprendendomi sempre,
lasciando in me
l’infinita nostalgia
d’un ticchettio di passi,
d’un bussare discreto.
 
 
 
 
Piano piano. Più piano,
Indugiando nei passi.
Aspettando e cogliendo nell’aria
Note di strumento lontano.
Odori di sogni e di vita.
Fantasmi di un tempo
Ormai perso. Silente.
Ricordo di note possenti
Tenute per mano.
Eterne e struggenti.
 
 
 
 
 
                                  Aritmic il ribelle
Forse questo mio cuore
che batte in modo assurdo
cerca di ricordare
quant’era caldo il sole,
cerca di ricordare
dov’è la buona sorte,
dov’è l’amore,
dove mai si nasconde.
Calmo, sereno, forte,
senza timore alcuno
appena ieri sera
spingeva la mia vita
oltre tutte le porte.
Come sognava, ieri,
come correva vivo,
e come oggi mi pare
nel suo ballar malsano
pupazzo appeso a un filo.
 
 
 
 
 
Cammini sorridendo
con la certezza dei vent’anni
di conquistare il mondo.
Cammini sorridendo
con la speranza dell’età adulta
di conquistare lo spirito.
Cammini sorridendo
al trascorrere veloce degli anni
nell’eterna ricerca della felicità.
   Cammini sorridendo. E basta.
 
 
 
 
 
Il volo di un falco
nel cielo d’estate
è cosa che prende
lo sguardo.
Forza, bellezza, eleganza.
Una danza leggera e suadente,
un dolce far d’ali
che rende estasiata la mente.
Ma è volo di morte:
la tortora grida,
ma è invano.
 
 
 
 
                             mamma... papà...
Non ho saputo prendervi
la mano,
non ho saputo dirvi:
Sono qui!”…
La morte vi ha portato via
pian piano
mentr’io, nascosto,
ero proprio li.
   Il cuore a volte è duro
   come un sasso
   e non se ne comprende
   la ragione,
   sembra l’amor ridursi
   a pugno chiuso
   serrato in una morsa
   tutta ghiaccio.
Mamma, papà!…
Non so che cosa dire…
La mente, vuota,
vaga nello spazio,
come la luna pare divenire.
In piedi, accanto al letto,
gli occhi puntati,
vi lascio andar da soli,
soli a morire.
 
 
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