IL MONTE ARPONE PER LA COLATA DI PIETRA / AVVENTURA E FORTI SENSAZIONI A DUE PASSI DA TORINO |
Scritto da Vittorio Duregon |
Mercoledì 02 Settembre 2020 17:05 |
Dalla borgata Borlera di Valdellatorre una proposta insolita
IL MONTE ARPONE 1602 m PER LA COLATA DI PIETRA
Un percorso ad anello molto tecnico per trailers avventurosi
Km 13,2 D+ 900m
Come già detto per altri percorsi, le Prealpi Torinesi, da Lanzo fino al Moncuni, hanno tutte una medesima matrice geologica che le accomuna in alcune caratteristiche essenziali: ripidezza, terreno arido e roccioso, diffusa presenza di grandi pietraie.
Su queste pietraie, ovviamente, nessuno si sogna di mettere piede, tantopiù che sono attraversate e, in alcuni tratti, magnificamente addomesticate, da ottime strade tagliafuoco, mulattiere e sentieri.
In val Casternone, in particolare, queste pietraie sono numerose e visibili da lontano; appaiono come estese macchie bruno scure, assolutamente prive di vegetazione, sui fianchi della montagna.
Viste da vicino sembrano imponenti fiumi di pietra che scendono dalla montagna, persino belli esteticamente, costituiti da grosso pietrame di roccia ruvida e rossiccia, stabile e priva di insidie particolari.
Quella che dai pressi della borgata Borlera risale il versante est del Monte Arpone fino alla vetta è sicuramente la pietraia più lunga e permette di effettuare una direttissima alla vetta come se si trattasse della risalita del più classico dei nevai.
Sono oltre 600 m di D+ effettuati su un terreno continuo e pulito,immersi in un ambiente assolutamente unico.
In questi termini si tratta di una via che ha un forte senso, chiara, logica, portatrice di inedite sensazioni di avventura e conquista.
Dalla lingua della pietraia l'arrivo sulla panoramica vetta del Monte Arpone è millimetrico e sicuramente non si rimpiangerà il lungo e abusato sentiero che risale passando per Madonna della Bassa.
La discesa è non meno interessante perché percorre la traccia, ben poco battuta, che dal Monte Arpone scende al Colle della Portìa.
Si tratta di una discesa tecnica e non facile da individuare. Fortunatamente la segnaletica con le tacche bianco rosse è stata rifatta di recente e va seguita rigorosamente perché c’è un unico sentiero. Purtroppo le tacche ad un certo punto cessano e bisognerà fissarsi solamente sulla traccia per il tratto rimanente per arrivare al Colle della Portìa. Dal Colle della Portìa si scende verso Valdellatorre (sul VDT 2) fino al passaggio sul torrente Casternone. Dopo il piccolo guado prendere il sentiero che si stacca sulla destra (il VDT 11) e che porta al Pian Balourd e poi alla Borgata Ciaine. Da Ciaine si scenderà brevemente per riattraversare il Casternone e si risalirà alla Borgata Borlera, chiudendo l’anello.
IL FOTOPERCORSO
Entrare in Valdellatorre e dopo la località Molino di Punta proseguire per la fraz Castello e da questa si prosegue per la fraz Borlera, al termine della quale si trova un ampio posteggio per l'auto.
Prendere la strada sterrata antistante il parcheggio. Superare una costruzione in cemento dell'acquedotto (presenza di una sbarra, temporaneamente divelta), e proseguire sempre diritti fino ad arrivare ad un guado, sassoso e quasi sempre in secca (presenza disordinata di spezzoni di tubi per la conduzione dell'acqua).
Il guado sassoso
Superato il guado, dopo circa 20 m, prendere sulla sinistra, in salita, una pista sterrata larga ma con fondo erboso e poco visibile. Proseguire in salita per qualche centinaio di m fino ad arrivare in vista di una piccola costruzione in cemento, una presa dell'acquedotto.
La prima presa dell'acquedotto
Venti metri prima della presa in cemento prendere a sinistra su di un piccolo prato pianeggiante e attraversarlo per andare ad imboccare dalla parte opposta un visibile sentiero pianeggiante. In pratica, dalla presa, questo sentiro permette di spostarsi sulla sinistra in orizzontale.
Dopo poche decine di metri, forse 100 m, il sentiero è attraversato da un piccolo rio, sempre in secca, ma riconoscibile dal diverso colore del pietrame.
In questo punto siamo sotto la verticale della colata, occorrerà risalire il rio nel suo letto, in mezzo ad una fitta vegetazione di latifoglie, sino ad arrivare alla sua origine: uno slargo ingombro di pietrame con al centro una cabina in cemento, una seconda presa d'acqua dell'acquedotto.
Il punto in cui si inzia a risalire il rio
Dietro la cabina inizia la colata che va risalita senza timore in quanto i blocchi di pietra sono molto stabili. I primi metri sono molto ripidi,una lingua che è quasi un muro, poi la pendenza spiana e lo spazio si apre.
(Qui occorre riflettere e fare attenzione. La linea di salita segue praticamente il canale di scolo centrale del versante est , tant'è che talvolta si sentirà l'acqua gorgogliare sotto le pietre. Quindi bisogna salire sempre diritti, ignorando gli invitanti bracci laterali, tre a destra nella parte bassa e media, e uno a sinistra nella parte alta; In pratica la colata è un albero di cui va seguito il fusto centrale, o,diversamente,una E maiuscola dove bisogna evitare di imboccare le tre aste laterali)
La seconda presa dell'acquedotto
Superato dunque il tratto iniziale, ignorare il primo dei tre bracci che partono sulla destra e puntare diritti.
In alto si intravede un segnale costituito da un ometto.
Raggiungerlo e salire oltre.
Oltre l'ometto ad un certo punto si noterà che in alto ci sono degli alberelli proprio in mezzo alla colata, una apparente strettoia.
E' questo un passaggio chiave: bisogna raggiungerli e oltrepassarli sulla sinistra, ignorando il terzo braccio,apparentemente più logico, che proprio in questa strozzatura parte sulla destra.
Dopo gli alberelli abbiamo recuperato l'asse centrale e si prosegue liberamente a vista sulla colata, ora molto ampia, fino ad arrivare a quota 1350c, dove si incrocia il sentiero Vdt 4, che unisce il Colle della Portìa con Madonna della Bassa.
Al di sopra del sentiero Vdt 4 la colata entra nel suo terzo finale ma appare ancora maestosamente grande. Proseguire liberamente, avendo cura di tenersi progressivamente più vicini al lato destro perché è quello che ci depositerà più vicini alla vetta.
Quando cessano le pietre e si entra finalmente in un boschetto di conifere si incrocia il sentierino di cresta del M Arpone, che va preso sulla destra. La panoramica vetta è a pochi metri.
Per la discesa al Colle della Portìa non ci sono particolari problemi, anche se il terreno è discretamente accidentato. Seguire rigorosamente le tacche biancorosse anche se inizialmente sembrano un po' anti intuitive. Ad un certo punto cessano, ma la traccia è sempre visibile.
Dal Colle scendere verso Valdellatorre fino ad attraversare il piccolo guado sul Casternone, qui nella sua parte alta.
Subito dopo il guado imboccare sulla destra un altro sentiero che ci porterà alle case di Pian Balourd e dopo una breve discesa su asfalto alla borgata Ciaine.
Passare tra le case di Ciaine e scendere per imboccare, alle porte della borgata, un sentierino sulla destra che ci porterà a scendere alla passerella sul Casternone. Dalla bella passerella in breve, nel bosco, si risalirà alla borgata Borlera.
LE FOTO
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