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UN TRAIL CON ANNIBALE /ALTA VAL SUSA VAL CLAREA COL CLAPIER MONTE GIUSALET
Scritto da Fabrizio Vinassa   
Giovedì 10 Luglio 2014 18:30

 

 

IN ALTA VAL DI SUSA

UN PERCORSO DURO E TECNICO

PER GLI AMANTI DELLO SKYRUNNING

 

 

UN TRAIL CON ANNIBALE

 

 

L'ANTICA STRADA DEL COL CLAPIER   E

L'ENIGMA DEL PERCORSO DEL GRANDE CONDOTTIERO

 

 

Da Bar Cenisio al Giusalet (3.313 m) e al Col Clapier  

La Val Clarea e i Rifugi Avanzà e Vaccarone

Il Vallone di Savine e il forte del Malamot (2.900 m)

 

Laghi Arpone e  della Vecchia, laghi Clapier,

e ancora Laghi di Savine,Giasset,Blanc,Noir,Roterel

 

Sviluppo di circa 49 km

4200 m d+

 

 

 

 

 

di FABRIZIO VINASSA

 

 

Premessa: L'idea di questo percorso nasce da alcune escursioni fatte negli ultimi anni in Val Clarea e dintorni.

1

 

Il territorio, in alcune parti poco frequentato, offre molte possibilità di varianti, allungando o accorciando l'itinerario, o cambiando il punto di partenza/arrivo. Proponiamo quì un tracciato impegnativo, che consente di fare un buon allenamento in giornata, godendo della bellezza di cime, colli, valli, laghi, flora e fauna che si incontrano lungo il percorso.

3Il consiglio è quello di intraprendere l’itinerario solo in caso di meteo favorevole e assenza di nebbia, per godere appieno dei panorami e per evitare di smarrire la via in alcuni tratti dove il sentiero è poco evidente o addirittura inesistente, con un equipaggiamento adeguato stile skyrace in completa autonomia.

Data la lunghezza e i dislivelli, a seconda del livello di preparazione, per completare l'anello potrebbero servire dalle 8 alle 16 ore, si consiglia quindi di portare una pila frontale.

 

Periodo consigliato: da luglio a settembre.

 

Cartografia di riferimento consigliata: Carta dei sentieri e stradale scala 1:25.000 “Val Susa Val Cenischia Rocciamelone Val Chisone” - Foglio n. 3 – Fraternali Editore.

 

Località di partenza/arrivo: Lago Arpone (1830 m s.l.m.). Da Susa percorrere la S.S.25 del 4Moncenisio fino alla località Bar Cenisio. Oltrepassato il centro abitato, in corrispondenza dell’ex casotto della dogana, imboccare la strada sterrata che parte sulla sinistra, seguirla per circa 3 km e parcheggiare nell’ampio spiazzo prima delle Grange dell’Arpone, a poche decine di metri dalla sponda del lago.

 

Lago Arpone (1830 m s.l.m.) – Monte Giusalet (3313 m s.l.m.):

dal parcheggio prendere la traccia del sentiero che oltrepassa la collinetta erbosa (andando nella direzione opposta a quella indicata dal cartello escursionistico come 13 vista lago del moncenisio"Bar Cenisio"), e passando accanto ad una bacheca in legno attraversare l’emissario del lago Arpone su un ponticello in legno proprio ai piedi dello sbarramento. Passato il ponte, il sentiero inizia a salire tra i larici, ed un cartello con l’indicazione per il bivacco Vacca ci indica la direzione corretta. Lungo il sentiero, dopo poco più di 2 km ci si può rifornire d’acqua ad una sorgente (fontana Vairetta), e dopo circa 4 km alla fontana accanto al bivacco Vacca. Appena passato il piazzalino del bivacco, seguire le tacche bianco-rosse che con una svolta a destra si inerpicano lungo il pendio sopra al bivacco. Da qui alla cima del Giusalet non c’è un sentiero, ma la fitta tracciatura bianco-rossa consente di seguire una via abbastanza agevole sul pendio roccioso, fino ai pressi della cima di Bard, per poi proseguire sull’ampio plateau ondulato fino alla vetta del Giusalet, dove troviamo un piloncino con croce e diario di vetta. In giornate limpide il panorama a 360°merita qualche istante di contemplazione.

 

Monte Giusalet (3313 m s.l.m.) – Rif. Avanzà (2575m s.l.m.): dal pilone sommitale del Giusalet, 17 giusalet discesaimbocchiamo in sentiero segnato con tacche rosse, sul versante opposto a quello di salita, e scorgiamo in basso il lago della Vecchia e il rifugio Avanzà. I primi metri sono i più ripidi, seguire attentamente le tacche rosse nella pietraia tenendosi sulla sinistra, sotto alla bastionata rocciosa del Giusalet. Il sentiero quindi piega verso destra fino ad una sella, per proseguire poi zig-zagando nella pietraia, passando a pochi metri dal lago della Vecchia, e poco dopo, svoltando a destra al bivio indicato da segnaletica verticale, si giunge al rif. Avanzà.

 

Rif. Avanzà (2575 m s.l.m.) – Col Clapier (2410 m s.l.m.): passato il rifugio, ci si porta sullo spartiacque che dà sulla Val Clarea, e si imbocca il sentiero che parte a destra in salita (segnaletica verticale per il "Lago Savine - T.G.") segnalato con tacche bianco-rosse.

26 discesa val clareaA quota 2800 m s.l.m. circa, dopo aver percorso alcuni “balconi” sulla Val Clarea, poco prima di raggiungere i baraccamenti del Clapier, un cartello in legno evidenzia un bivio. Svoltare a sinistra abbandonando il sentiero principale, seguendo l’indicazione “Col Clapier”. In questo tratto i resti del sentiero sono indicati da tacche rosse sbiadite, procedendo prima tra sfasciumi, quindi tra zolle erbose che ne complicano un po’ l’individuazione. Il sentiero discende il pendio zig-zagando a tornanti, e anche se a volte poco visibili, le tacche rosse sono distribuite uniformemente, se non se ne scorgono per poche decine di metri significa che si è fuori dalla traccia. Questo tratto termina ad un cartello in legno con l’indicazione “Col Clapier”, anche se in realtà siamo alcune decine di metri sotto al colle, a quota 2411 m s.l.m., già sul sentiero che scende in Val Clarea.

 

Col Clapier (2411 m s.l.m.) – Case Buttigliera (1080 m s.l.m): arrivati al cartello si svolta a sinistra in discesa sull’ora ampia mulattiera.

29 borgata tiraculoDapprima si scende lungo pascoli poco acclivi costeggiando il rio Clapier, quindi il versante diventa decisamente più ripido e la mulattiera scende disegnando ampi tornanti. Proseguendo lungo questa mulattiera (con la possibilità di prendere qualche scorciatoia), sul pendio prima erboso e poi boscato, attraversando alcuni affluenti del Rio Clapier, arriviamo infine nella strada, prima sterrata, poi asfaltata, che scende in Val Clarea. Seguendo la strada sempre in discesa per un paio di km, si arriva ad un bivio, con segnaletica verticale escursionistica e bacheca in legno. Qui si svolta a destra, passando sul ponte stradale con parapetti in pietra che attraversa il Rio Clapier, e ricomincia la salita.

 

Grange Buttigliera (1080 m s.l.m) – Rif. Vaccarone (2741 m s.l.m.): In questo tratto ricco di incroci, seguire sempre la segnaletica verticale indicante la direzione "Rifugio Vaccarone".

37 rifugio vaccaronePassato il ponte e lasciatisi alle spalle alcune case, nel primo tornante destro della strada svoltare a sinistra per una strada erbosa e dopo pochi metri, seguendo le indicazioni dei cartelli escursionistici, svoltiamo a destra sempre seguendo l’indicazione per il Rifugio. Stiamo risalendo il vallone del tiraculo, e seguiamo sempre la direzione “Rif. Vaccarone” indicata dai cartelli. Passiamo quindi nell’ordine la borgata Tiraculo (1406 m s.l.m., con fontana per rifornirsi d’acqua), le grange Valentino (diroccate, 1933 m s.l.m.), l’alpe Gianuva (diroccato, 2142 m s.l.m.), i ricoveri del Gias, per giungere infine al Rifugio Vaccarone dove, se in periodo di apertura, si può fare una pausa ristoro.

 

Rif. Vaccarone (2741 m s.l.m.) – Forte Malamot (2900 m sl.m.): passato il Rifugio, si prende il sentiero che parte a destra, seguendo la direzione indicata dal cartello “Col Clapier (alpinistico)”, e dopo un breve tratto in falsopiano, si scende rapidamente una parete rocciosa in un’ampia fessura attrezzata con corda fissa, comunque agevole e non esposta.

39 vista col clapier copiaDopo questo tratto la pendenza diminuisce, il sentiero prosegue tra prati e rocce indicato con tacche gialle e rade tacche bianco-rosse, attraversa il rio Clapier, e dopo averlo costeggiato per alcune centinaia di metri risale il pendio erboso fino al Col Clapier (2475m s.l.m.), dove una targa fissata su una roccia accanto al sentiero, nei pressi del piloncino in pietra di confine, ricorda il presunto passaggio di Annibale.

Passato il colle, proseguiamo lungo il sentiero pianeggiante che costeggia il Lac de Savine. Arrivati alla fine del lago, il sentiero principale prosegue lungo il vallone de Savine fino al Piccolo Moncenisio, noi invece svoltiamo a destra seguendo la traccia che risale il pendio indicata con fitte tacche gialle. Alternando traversi poco pendenti a rampe più ripide, il sentiero giunge su un pianoro roccioso/erboso cosparso di laghetti (Laghi del Giaset).

49 malamot discesaArrivati all'ultimo laghetto, troviamo un cartello in legno indicante la direzione per il Lac de Savine (da dove siamo arrivati) e per il Lac Perrin. Arrivati a questo cartello, abbandoniamo il sentiero tracciato di giallo, costeggiamo il laghetto sulla sinistra su una traccia non segnalata, e aggirando gli affioramenti rocciosi più importanti, puntiamo il pendio che ci porta al Forte del Malamot, ben visibile di fronte a noi 200 m più in alto.

 

Forte Malamot (2900 m sl.m.) – Lago Arpone (1830 m s.l.m.): Oltrepassato il Forte del Malamot, proseguiamo sul versante opposto a quello di salita scendendo lungo l’ex strada militare, che con alcuni tornanti arriva ad un pianoro (dove sono presenti alcuni ruderi). In questo pianoro, al bivio nei pressi del segnale chilometrico in pietra "6.5", prendiamo la strada sempre sterrata verso destra, in leggera salita, aggirando così il pendio che scende dal Malamot e arrivando all’emissario del Lac Blanc.

53 lac noir guadoProcediamo quindi per la strada sterrata, che con una curva a 180° prima del lago, inizia a scendere sinuosamente fin sotto al Lac Noir.

Poco sotto al lago, dopo aver guadato il torrente, abbandoniamo la strada sterrata (che risale verso destra) ed imbocchiamo il sentiero che prosegue dritto indicato da alcuni ometti. Questo sentiero scendendo lungo il pendio, ci conduce alla strada sterrata che ci riporterà al punto di partenza.

 

 

 

58 arrivo arpone

 

 

 

 

 

Arrivati nella strada sterrata, la imbocchiamo procedendo verso destra in leggera salita, dopo pochi metri passiamo su un ponte e seguiamo l’indicazione per il Lac Roterel. Passato il lago, la strada inizia a scendere, e giungiamo infine al Lago Arpone, punto di partenza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANNIBALE...PASSO' DI QUI?

 

C'era già un antichissimo collegamento

tra  Susa e l'alta Valle dell'Arc, sicuramente conosciuto

dai locali che gli facevano da guida

 

  

Vittorio/  Fabrizio, sai che questo itinerario che proponi, e che transita sul Colle Clapier e in Val Clarea, è il passaggio più accreditato dagli studiosi per il valico delle Alpi da parte di Annibale e del suo esercito ?

Fabrizio/  Certo che lo so, ho anche fotografato una targa che c'è sul Col Clapier.

Ma perché dici 'più accreditato' e 'studiosi.'? Pensavo fosse un dato certo.

E' una cosa così difficile conoscere il valico da cui è passato l'esercito cartaginese?

E poi mi chiedo anche, ... è così importante saperlo?

Vittorio/  Beh ..è importante...se pensi che 2000 anni dopo ebbe una enorme risonanza il passaggio dell'esercito di Napoleone sul Gran San Bernardo. Era ritenuto impossibile, e diede ai francesi un grande vantaggio strategico sull'esercito austriaco, che fu preso alle spalle e dovette accettare una battaglia campale a Marengo, nei pressi di Alessandria.

Annibale grosso modo fece la stessa cosa e Napoleone certamente si ispirò a lui.

Comunque ti assicuro che su Annibale  c'è una bibliografia vastissima.

Ma la risposta certa sul valico non c'è, e forse non ci sarà mai, a meno di clamorose novità, penso a  ritrovamenti inconfutabili di tipo archeologico.

 

 

029 copia

Inoltre ha un significato particolare per noi, appassionati di montagna e trailers , che siamo in grado di percorrere grandi distanze, di comprendere un territorio nel suo insieme.

 

C'è da dire infine che si tratta di una delle più grandi campagne militari della storia, un wargame appassionante.

 

Fabrizio/  A dire il vero non mi ricordo molto bene tutta la faccenda...

V/  Per darti una idea del respiro strategico di questo scontro tra grandi potenze, ti faccio solo qualche cenno sulla sua logistica.

Siamo nel 218 A.C . Roma e Cartagine, le due potenze del Mediterraneo si  erano già scontrate, oltre quaranta anni prima, nel 264 A.C., e dopo vent'anni di guerra Cartagine era rimasta sconfitta.

Era stato siglato un trattato di pace, ovviamente del tutto favorevole ai romani vincitori. Questa era stata la 1° guerra punica.

032 copiaPerò una potente famiglia cartaginese, i Barca, padre, figli e nipoti, avevano giurato odio eterno a Roma e, per aver le mani libere dal trattato di pace, si erano trasferiti da Cartagine alla penisola iberica dove avevano occupato un grande territorio e organizzato il riarmo di un proprio esercito.

Annibale Barca era la nuova generazione della famiglia.

Capo  militare ad appena 25 anni, nel 219 aveva assediato ed espugnato Sagunto, vicino all'attuale Valencia, una città alleata dei romani.

Era proprio una provocazione allo scopo di farsi dichiarare guerra dal senato romano.

A questo punto i romani dichiarano guerra e decidono di mandare un esercito in Spagna ad affrontare Annibale. Decidono però anche di attaccarlo in casa propria, mandando contemporaneamente un altro esercito contro Cartagine, città che, ricordo, si trovava nei pressi dell'attuale Tunisi.

068 copiaF/ Bella mossa....

V/ Era  la primavera del 218 a.C., e questa era finalmente l'occasione che Annibale aspettava.

Aveva 28 anni. Era già un idolo per il suo esercito e aveva un piano in mente, un piano molto originale..

Si diresse subito verso Nord con  un esercito di 40.000 uomini, oltrepassò i Pirenei e, costeggiando il Golfo del Leone, risalì velocissimo il Sud della Francia puntando verso il,Rodano, che con una grande dimostrazione di efficienza perché è molto largo, attraversò,nel tratto tra le attuali Tarascon e Beaucaire.  

Insomma era chiarissimo che voleva attaccare Roma da Nord, direttamente in Italia,

entrando nella pianura del Po. Una opzione strategica da brivido ma geniale.

 

 

082 copiaNel frattempo l'esercito romano destinato alla Spagna, saputo di questi movimenti, aveva cambiato rotta ed era sbarcato a Marsiglia, con l'intenzione di intercettare Annibale. I Romani immaginavano che avrebbe seguito l'unica strada conosciuta, la traccia costiera, e sarebbe entrato in Italia attraverso la Liguria.

Appena sbarcati però scoprirono con sgomento che il cartaginese non seguiva quell'itinerario, e con un vantaggio ormai incolmabile  di 5 giorni stava risalendo il Rodano con evidentemente l'intenzione di valicare le Alpi più a Nord.

 

 

F/ ....e quindi?  

093 copiaV/ Qui bisogna premettere che siamo oltre 200 anni avanti Cristo, e i romani non conoscevano ancora bene il nord della penisola. Probabilmente l'unico valico a loro noto, era il Gran San Bernardo, antichissimo collegamento dei traffici commerciali verso il Nord.

 

Per questo motivo, e anche perché non potevano retrocedere in Liguria, che era abitata da popolazioni ostili, si reimbarcarono alla volta del porto di Pisa, da cui si misero immediatamente in marcia verso Piacenza e Bologna  per intercettare il nemico all'arrivo nella pianura del Po.

 

 Inoltre anche l'altro esercito romano arrivato a Cartagine si era precipitosamente reimbarcato diretto verso la valle del Po, e risalendo l'Adriatico era sbarcato a Rimini, dove rimase però inchiodato da una rivolta dei Galli del nord est , che erano sotto il giogo dei romani, e che ora con evidente tempismo si ribellavano, preavisati in qualche modo da emissari dei cartaginesi.  

Fermiamoci quindi qui a sottolineare l'immenso coraggio che ebbe Annibale a portare il suo grande esercito in un territorio alpino totalmente sconosciuto. Oltretutto necessitato a fare in fretta, sia per mantenere il vantaggio della sorpresa strategica , sia per non rimanere intrappolato nel territorio alpino con l'arrivo delle prime nevi e dell'inverno.   

Sappiamo dunque che valicò le Alpi e che il primo scontro tra i cartaginesi e le legioni romane avvenne nel basso vercellese, nei pressi del Ticino. Vi fu uno scontro tra le due cavallerie; i romani ebbero subito la peggio, decisero di sganciarsi e di ritirarsi tatticamente verso Piacenza, per dare battaglia da posizioni fortificate.  

Pochi giorni dopo però, quando Annibale arrivò, furono annientati nella battaglia sul fiume Trebbia.

058 copia

Iniziava  qui per i romani una lunga serie di sconfitte militari, che si protrasse per qualche anno, ma che alla lunga si trasformò in  una sconfitta strategico-politica per Annibale, che non riuscì a cogliere l'attimo per attaccare la città di Roma. Invano aveva cercato di sollevare i popoli italici contro Roma, per dare l'assalto finale.

Alla fine, dopo ben 13 anni di guerra in Italia, in vana attesa di rinforzi da Cartagine, Annibale sarebbe stato costretto a rientrare precipitosamente in Africa per difendere la sua patria, a questo punto attaccata direttamente da un esercito romano, quello di Scipione l'Africano.

Lì sarebbe stato sconfitto nella pianura di Zama, e avrebbe iniziato, ancora con altre guerre e imprese, realizzate e progettate,una lunga parabola discendente.  La sua vita terminò con un suicidio, a cui fu costretto; era fuggiasco, fu tradito dal re di Bitinia presso cui era ospite; si avvelenò per non cadere nelle mani dei romani.

 

110 copiaF/ Ok.. dunque, per tornare a noi, abbiamo lasciato Annibale a Tarascona impegnato nell'attraversamento del Rodano e lo abbiamo rirovato nella battaglia del Ticino, nel basso vercellese.

Da dove era passato?

E quanto tempo era trascorso?

E di che forze disponeva per sconfiggere subito in questo modo i romani? 

Comincio ad appassionarmi....

 

V/ Erano partiti in Primavera dalla Spagna, e lo scontro sul Ticino avvenne in Ottobre. L'anno era il 218 a.C. Erano, in partenza,  c 60.000 uomini, dei quali una parte costituiva la cavalleria, quindi con migliaia di cavalli e anche 37 elefanti. Niente carri al seguito, tutto someggiato.

F/ Però.. scusami..fermati un attimo.

Da dove traiamo tutte queste informazioni? C'è una fonte scritta? Oppure abbiamo dei ritrovamenti archeologici ?

V/ Bravo. Bella domanda..

Dall'archeologia non ci proviene nulla.. Però ci sono due storici antichi che hanno raccontato tutto molto estesamente.

Uno è Polibio che scrisse Storie , in lingua greca, circa sessant'anni dopo, e dice anche di aver ripercorso lo stesso valico di Annibale per rendersi conto dei luoghi. 

E circa duecento anni dopo l'impresa, un altro storico, Tito Livio, nell'epoca di Augusto, la raccontò in una sua Storia di Roma dalla sua fondazione.

Queste due storie sono ricche di informazioni e dettagli, e sono anche abbastanza coincidenti e in definitiva attendibili.

Purtroppo fra tanti dettagli, entrambe stranamente omettono l'informazione precisa del valico attraversato. Forse lo ignoravano gli stessi autori.

 

114 copiaF/ però si potrebbe mettere insieme tutti i particolari ed andare per deduzione..

V/ Proprio così, ma non è sufficiente. Ogni valico dell'Ovest, per un motivo o per l'altro, ha trovato qualche sostenitore, e tra i valichi candidati, credimi, ci sono proprio tutti quelli dell'Ovest.

Vado in ordine partendo da sud: Colle di Tenda, della Maddalena, dell'Agnello, delle Traversette, il Colle della Croce e poi il Colle Mayt, il Bousson, il Monginevro e il Colle della Scala. Questo è un primo gruppo.

Un secondo gruppo inizia dal Moncenisio, l'Autaret e il Colle di Arnas. Infine il Piccolo San Bernardo,e perfino il Col della Seigne, e il Gran San Bernardo.

F/ Bisognerebbe vedere i dettagli dei due racconti e cercare dove ci sono più riscontri.

Hai qualche esempio di particolare indicativo?

V/ Ce n'è una marea, tra dettagli della narrazione e indizi impliciti.

098 copia

 

Mettendoli tutti insieme, il valico dei due racconti  doveva avere queste caratteristiche:

- doveva essere poco conosciuto dai romani che avrebbero avuto buon gioco a difenderlo. Essere noto solo alle guide locali.Per questo molti studiosi sono scettici sul Monginevro)

- Doveva essere  molto alto, oltre i 2.500 metri, perchè aveva nevicato da poco e c'era un manto di neve fresca che 'si era posata sulla neve dell'anno prima'.

- sappiamo che era Ottobre, perché 'tramontava la costellazione delle Pleiadi'.

- Sul valico c'è un punto, una specie di promontorio, da cui si vede chiaramente la pianura del Po. Di qui Annibale indicando la pianura che si vedeva in basso, tenne un infiammato discorso ai soldati che apparivano stremati dicendo sostanzialmente  'ancora uno sforzo, ce l'abbiamo fatta'.

-La discesa avvenne su un terreno molto ripido e pericoloso, dove ebbe  perdita di molti uomini.. La salita era stata invece abbastanza facile.

- Il primo territorio al termine della discesa era quello dei 'Taurini'. Quando arrivò sotto, Annibale propose loro di poter transitare in amicizia, ma ebbe una risposta sospetta, forse erano amici dei romani, lui si incazzò e in tre giorni assediò e distrusse la loro città. Era un villaggio nel luogo dove ora si trova Torino?  E' probabile, ma  non ci sono  prove concrete in questo senso.

- Abbiamo detto che Annibale risalì la riva sinistra orografica del Rodano sopra Tarascona. Ad un certo punto arrivò in un luogo dove c'era una confluenza nel Rodano di un fiume proveniente dalle Alpi e che Annibale risalì. Il luogo era chiamato 'Isola', perché i due fiumi racchiudevano nella confluenza una grande lingua di terra. Se analizziamo la carta del sud est della Francia, troviamo che ci sono due  confluenze importanti: quella dell'Isère nel Rodano nei pressi di Valence, e quella del Buech nella Durance vicino a Sisteron.

E' chiaro a questo punto che se parliamo di risalita della Val d'Isère e di lì eventualmente della Maurienne o della Tarantaise, vanno bene tutti i valichi che si trovano dal Moncenisio fino al Colle della Seigne.

Se invece parliamo della Durance, i colli ideali sono il Mayt, il Bousson, il Monginevro e il Colle della Scala.

- Da questa 'Isola' al territorio dei Taurini, Polibio dice che grosso modo dovevano essere 800 stadi, pari a c 220 km.

Come vedi questi indizi, pure importanti, non sembrano  sufficienti.  Ci sono inoltre molti altri dettagli minori. E ne scelgo uno in particolare: subito all'inizio della discesa del valico c'era traccia di una grossa frana che richiese lavori immediati di sistemazione per far passare cavalli ed elefanti.

111 copiaF/ Gli indizi più importanti mi sembrano la confluenza dei due fiumi, la distanza in km riferita dagli storici, e direi anche il punto panoramico, perché non da tutti questi colli si vede la pianura.

V/ Bravissimo! Sei sulla strada giusta; ora puoi capire perché c'è una ipotesi più accreditata delle altre.

Come hai ben visto dal Colle Clapier si vede la Bassa Val Susa e anche uno scorcio di pianura, nei pressi di Avigliana.

Da lì il territorio dei Taurini sembra proprio a portata di mano.

 

 

112F/ Allora proviamo a immaginare... Annibale risale l'Isère fino alla confluenza con l'Arc, risale la valle dell'Arc fino a oltre Modane, e di lì risale un vallone che lo porti a valicare la costiera spartiacque del gruppo Ambin e scendere in Val di Susa.

Se però andasse troppo avanti, per esempio oltre l'attuale Lanslebourg e prendesse  il Vallone di Averole, valicherebbe l'Autaret o l'Arnas e  scenderebbe nella valle di Viù... e si perderebbe un pò la rapida discesa sulle terre dei Taurini e anche la visibilità della pianura dal colle..

V/ Proprio così. Però devi anche considerare, se stai pensando al Colle del Moncenisio, che questo è un valico che è stato 'avviato' da Carlo Magno mille anni dopo.

Prima c'era solo il Monginevro che però, innanzitutto è raggiungibile dalla valle della Durance e non dell'isère, e poi che  fu inaugurato in modo storicamente documentato da Giulio Cesare ben cento anni dopo Annibale.  E che forse poi non era così poco noto, mentre Annibale avrebbe dovuto preferire un percorso poco prevedibile.

 

Eccoci dunque finalmente al punto focale dell'argomento.

C'era un altro valico, 'alternativo' al Monginevro e antecedente al Moncenisio, che portava dalla zona di Susa a Bramans, sopra Modane, tramite la Val Clarea, il Col Clapier il vallone di Savine e  il Colle del Piccolo Moncenisio.

Di questo antico itinerario è rimasto ad oggi solo un pezzo di strada  (romana?), proprio vicino al Colle Clapier e guarda caso passa proprio sopra e nei paraggi di una grossa frana, chissà, forse uno degli ostacoli principali citati da Polibio e Tito Livio. 

067F/ Quindi tu dici che l'itinerario potrebbe essere proprio questo: Bramans, il Vallone di Ambin, poi il Colle del Piccolo Moncenisio, il Vallone di Savine, che è facile, e dove c'è una piana e un lago, infine il valico del Colle Clapier e poi la ripidissima discesa in Val Clarea.

V/ Si è così, anche se, l'ipotesi più probabile è che anziché prendere il Col Clapier, che si trova sul lato sinistro della depressione di Savine, abbiano risalito la zona di destra che i francesi chiamano Col di Savine-Coche.

E' lì che, appena valicato il culmine, si trovano le tracce dell'antica strada romana semicoperta da una pietraia susseguente ad una frana caduta dal versante dei Rochers Penibles.

F/ E da questo passaggio dove sarebbero andati?

V/ Avrebbero attraversato verso l'attuale Ricovero del Gias, l'attuale sentiero 806 e di lì passando tra la Becca dei Francesi e il Monte Aria potrebbero essere discesi nel Vallone di Tiraculo e finalmente in Val Clarea e Val di Susa. In pratica avrebbero allungato il percorso per avere meno pendenza complessiva.

Probabilmente questo percorso era già conosciuto dalle popolazioni locali ed in tempi 'romani' era alternativo al Monginevro, prima che ai tempi dei Franchi vi cadesse la frana che oggi osserviamo e lo cancellasse. Fu quella la ragione per cui Carlo Magno 'aprì' il passaggio dal Colle del Piccolo Moncenisio verso il Lago Cenisio e la Novalesa, avviando di conseguenza il grande sviluppo dell'Abbazia della Novalesa.

F/ E la distanza corrisponde a quella indicata dagli storici?

V/ Purtroppo è più corta di quanto indicato da Polibio. Circa 150 km contro i c 200 dello storico. D'altronde tutte le vie attraverso il Gruppo Ambin hanno questo problema, che sarebbero troppo dirette.

F/ Ci sono altre ipotesi?

096 copiaV/ Il Colle Mayt che dal Queyras darebbe sul Sestrière e la Val Chisone,andrebbe bene, ma sembra che sia troppo ripido, se pensiamo agli elefanti. Anche il Colle dell'Autaret non sarebbe male, ma manca completamente l'aspetto panoramico e la direttività sulla pianura dei Taurini.

 

V/ Infine ti dico che ho trovato su Internet anche questa chicca....

Un certo Rodan, sicuramente esperto del problema, indica una variante fantasiosa ma verosimile: Annibale, dopo aver imboccato il Vallone d'Ambin, secondo quanto dicono gli storici fu abbandonato dalle guide locali. Di qui l'ipotesi che risalendo il Vallone di Ambin abbia sbagliato strada e, che anziché salire al Piccolo Moncenisio, cosa che avrebbe comportato ad un certo punto la risalita del fianco ds orografico del vallone, avrebbe tirato diritto dentro il Vallone di Ambin e sarebbe stato costretto a risalirlo tutto, finendo per valicare la costiera dell'Ambin al Passo della Rognosa d'Etiache, a 2.900 m.

Da qui poté vedere la pianura padana, e di lì discese nella conca di Bardonecchia con grandissima difficoltà, subendo notevoli perdite in uomini e materiali.

In questo modo quadrerebbero moltissimo gli indizi, compresa la distanza.

F/ L'Ambin è il mio gruppo preferito, e soprattutto questo versante est è particolarmente selvaggio e solitario. Secondo me è uno dei luoghi più belli delle Alpi Occidentali.

ipotesi ambin

Quindi riassumiamo : in base a molte informazioni che ci provengono dagli storici Annibale dovrebbe essere transitato per il Colle Clapier /Savine Coche perché è quello più vicino alla pianura dei Taurini, ha un punto panoramico, ha una ascesa facile e una discesa difficile, forse in passato poteva mantenere chiazze di ghiacciaio.  Inoltre di lì passava una antica via di collegamento di cui restano tracce ancora oggi appena sotto il Colle (sul lato ds dopo il lago Savine))prima che fosse sostituita dal percorso del Moncenisio.

Sempre che non abbia ragione Rodan che ipotizza che Annibale, per errore, abbia risalito tutto il 

Torrente Ambin e si sia trovato a valicare il  Passo della Rognosa d'Etiache e lì certamente trovò la 'neve dell'anno precedente' cioè un bel ghiacciaio.

Con tutto questo però alcune chances per gli altri Colli persistono... ancorate soprattutto a lievi indizi

archeologici,toponimi, quasi ogni colle ha un erudito che lo sostiene.

 

E' proprio appassionante... C'è qualche libro per approfondire direttamente?

 

V/ Ti consiglio di leggere direttamente le fonti e poco altro:

 

'Annibale' e 'Guerre Puniche' su Wikipedia per un inquadramento generale

 

Polibio Storie e Tito Livio Storia di Roma    entrambi pubblicati da Newton Compton

 

Massimo Centini Sulle orme di Annibale       Ed Piemonte in Bancarella