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DANIELE FORNONI: " IL TRAIL CRESCERA' ANCORA " / LUGLIO 2012
Scritto da Diego Leandro Dal Cin   
Martedì 10 Luglio 2012 06:43

 

 

 

INCONTRO CON

DANIELE FORNONI

 

"Il Trail crescerà ancora"

 


diego leandro dal cin

 

di Diego Leandro Dal Cin


 

 

 

Da molto tempo desideravo conoscere Daniele, avendo partecipato a diverse gare che lo hanno visto protagonista. Mi incuriosiva sapere quale fosse il suo approccio al Trail e la sua metodologia di allenamento in una disciplina particolare come questa.

Solitamente i campioni sono restii a rivelare i loro “segreti”. Fornoni fa eccezione, confidandoci i metodi e le tecniche che adotta.

Ma partiamo con calma e andiamo a conoscerlo meglio.

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Hai iniziato alla grande il 2012. Dopo il poker di successi alla Maremontana, Maratona VDT,Monte Soglio e Oasi Zegna, quali sogni nel cassetto per la stagione?


Senz’altro gli obiettivi più ambiziosi erano la LUT e l’UTMB. Purtroppo per  una  banale scivolata pochi  giorni  prima  della Lavaredo Ultra Trail, non  ho  potuto  presentarmi alla partenza. Mi  concentrerò  sulla UTMB.

 

 

 

 

004 copiaTi abbiamo visto sempre impegnato in distanze minori rispetto a queste due, le ritieni meno consone alle tue caratteristiche?

Quest’anno proverò a concludere le due ultra, pur ritenendo che la mia distanza ideale non vada oltre i 60km. Forse per un limite psicologico, ma soprattutto per la oggettiva difficoltà a trovare il tempo per allenarmi su distanze maggiori.

 

Svelaci qualche segreto …

Mi alleno prevalentemente su strada e, in periodo di gare, quando il carico diventa impegnativo, utilizzo anche la bicicletta,
dscf2472 copiache mi permette una preparazione con effetti meno traumatici sulle arti
colazioni. Lo considero un ottimo espediente anche in fase di recupero.

 

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Poca salita quindi…

La corsa in montagna ormai ha delle basi di allenamento molto simili a quelle del mezzofondo: le ripetute, i medi, i variati. Inutile insistere troppo sulla salita, poiché la componente di forza che sviluppa, perdura maggiormente rispetto alla velocità. Io, a differenza di atleti che vivono in montagna e sono abituati a correre su dislivelli importanti quasi quotidianamente, utilizzo percorsi pianeggianti e quelli montani li inserisco nel mio allenamento un po’

con il contagocce

 


 

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Al Trail, come ci sei arrivato?

 


Appena ho iniziato a correre mi sono innamorato della maratona che mi ha dato molte soddisfazioni e con la quale mi sono costruito, nonostante mi venisse rimproverato di dedicarmi troppo presto alle lunghe distanze e non all’acquisizione della velocità.

 

 

 

 

Raggiunto un certo livello, oltre al quale sarebbe stato difficile andare se non dedicandovi energie e tempo di cui non potevo disporre a causa dei miei impegni lavorativi, ho preferito lasciare e dedicarmi alla corsa in montagna. Il Trail, giusto mix fra queste due affascinanti discipline, si adatta bene ad atleti come me, non più giovanissimi, ma provvisti di requisiti come la resistenza e la tenacia.

 

In questi ultimi anni, seguendo l’esempio di Killian Jornet , i giovani si stanno dedicando a questo sport con buoni risultati. Cosa ne pensi?

giovani non sono moltissimi in questa disciplina, forse più per la estraneità a questo mondo a livello di interesse, che per le loro potenzialità fisiche. Killian dimostra che a 20 anni si possono correre le ultra distanze. Un retaggio del passato che indicava la maratona come una specialità da correre nella maturità agonistica, ovvero a fine carriera, è in parte causa della scarsa presenza dei giovani.

Penso che contino però anche aspetti di tipo culturale: per un giovanissimo è più facile trarre soddisfazioni da attività a riscontro immediato che da uno sport che richiede anni di allenamento e tempi di svolgimento lunghi.

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Trabucchi nel suo ultimo libro sostiene il potere dell’allenamento. Senza di questo il talento non serve …


Pietro parla giustamente della forza della perseveranza e credo che nello sport di endurance sia fondamentale. Non basta essere dotati fisicamente, anche se conta molto. Bisogna avere la determinazione e la costanza di allenarsi per anni quotidianamente, automotivarsi continuamente, fare scelte impegnative. Le competizioni sono solo l’ultimo pezzetto del lavoro svolto.

 


Come vedi l’ingresso dei team ufficiali nel settore?

Non posso che esserne contento essendo sponsorizzato da uno di questi! A parte gli scherzi credo che il mondo del trail funzioni perché ha trovato formule accattivanti di promozione. Tra queste la concorrenza tra team che propongono continuamente novità commerciali e si offrono per patrocinare eventi.

 

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Pensi che possano togliere genuinità all’ambiente?

Più genuino di così non credo si possa nel mondo dello sport: niente soldi, tanta fatica e zero riscontro di immagine; agonismo strettamente limitato al tempo della gara e spesso neppure (anche davanti ci si aiuta, ci si sostiene, si scherza, ci aspetta e poi si arriva insieme); promozione del territorio, tutela dell’ambiente, sostegno a progetti di solidarietà; notti fianco a fianco nelle palestre, feste finali.

 

 

dscf2500 copiaOrmai di gare ce ne sono in abbondanza, alcune però alla fine registrano meno di 100 iscritti. Guardandolo dall’interno, il movimento Trail lo ritieni ancora in espansione o pensi abbia raggiunto il proprio limite?

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Correre in ambienti naturali senza stress agonistico si è dimostrata in questi anni la formula vincente per tanti sportivi e appassionati. In Francia sono dieci volte noi … penso si possa avvicinare ancora parecchia gente.

 

 

 

 

 

Le parole di Daniele ci hanno mostrato la sua grande passione per la corsa, a cui dedica tanto lavoro e fatica. Salutandolo non posso che augurargli, come merita, un prosieguo di stagione carico di successi e di soddisfazioni.