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Prospettiva tragicomica di una Mezza Maratona
Scritto da Flavio Gariglio   
Mercoledì 29 Maggio 2019 09:44

 

 

Prospettiva tragicomica di una Mezza Maratona

 

     È da agosto dello scorso anno che mi alleno, compatibilmente con il tempo che ho, con una certa frequenza ed intensità. Facile dunque il contatto prima, e l’amicizia, di lì a poco, con le persone con le quali condivido il “Territorio della Fatica”, più comunemente il parco della Pellerina. Presto ho ritrovato dunque il gusto nella sofferenza, tanto da scoprirmi, prima che io potessi rendermene conto, irrimediabilmente affetto dal “Morbo della Corsa”.
     Da costoro ho catturato informazioni, esempi, spunti e stimoli. Non ultime, storie personali di individui, anche molto diversi tra loro, per età, abitudini, stile di vita, professione ed altro…
Un enorme patrimonio di conoscenza. Non mi riferisco ai soli numeri e alle gesta tecniche e/o prestazionali circa gli allenamenti mirati, per questa o quell’altra distanza. Ogni mio percorso sportivo e di vita deve necessariamente rispondere a una sollecitazione emozionale per risultare mio ascendente, attraendomi a sé come una inarrestabile ed erotica pulsione.
     Così è stato per la corsa. Oggi, l’ennesima conferma di quanto già avevo annusato…
 
     Parto, tre chilometri circa tranquilli. C’è fratello Enzo al mio fianco ed una voce dentro che mi sussurra: «non esagerare, questo è l’ultimo lungo prima della Maratona del 19 Aprile, deve essere un allenamento, non fare il pirla che rovini tutto» . Manco fossi uno che va forte, per la cronaca. Quella è la vocina di big Luciano, compagno di lunghi nonché mio guru personale, purtroppo infortunatosi a tre settimane dalla Maratona. Siamo tutti con te Lucianone!!
flavio e gilles     La sensazione di essere fermo però, mi fa allungare il passo ad una andatura leggermente più sostenuta. Arrivo al 10° e mi pare di scorgere fratello Gilles in lontananza. È lui, ne sono certo. Ormai intuisco a distanza la singolare cadenza di tutti coloro con i quali condivido gli allenamenti.
     Lo raggiungo dopo un paio di chilometri. «Ma che c…o ci fai qui ?». È stato questo il saluto rivoltogli, stupito del fatto che non avesse il passo per stare sotto l’ora e mezza.
«Maledetta sorte, l’intestino mi sta facendo brutti scherzi», è stata la sua risposta. Per chi lo conosce e gli vuole bene, la risposta sa essere decisamente più colorita.
Più che prevedibile. Già in settimana mi aveva raccontato di quanto non fosse stato bene.
Preludio poi, la capatina fatta al bar prima della partenza, a discapito della foto di Società. Obbligata ed impellente.
     In ogni caso non mollo, mi dice, e ridendo sottintende: «speriamo !?!?!».
Mi tornano allora in mente le fitte allo stomaco patite quest’inverno e di cui sono stato vittima, in alcune occasioni, durante i domenicali chilometri al Musinè. Bruttissima sensazione!!!
Sofferenza e sacrificio. Si lotta contro i fantasmi, alcuni dei quali, subdoli e tentatori, ti vogliono far rallentare o fermare quando invece potresti tenere l’andatura, ancorché accelerare.
     Andiamo assieme allora, ci diciamo. È un privilegio per me poter condividere il percorso con un ragazzo che ha da insegnare a molti, lo spirito di come e perché si corre. Parlo di cuore prima ancora che di gambe, parlo di essere uomo prima ancora che atleta!!
Chi lo conosce, lo sa!!
     I chilometri passano, uno dopo l’altro. Sono chiare le smorfie sul suo volto, ma tiene duro!!
     Si arriva assieme al traguardo. E lì, puntuale come un cecchino, fratello Ernesto (immenso il suo lavoro) ad immortalare due sagome arancioni, nonché a riprenderci affettuosamente per l’attardata posizione ed il ritmo da vacanzieri marittimi alla ricerca del posto migliore in spiaggia. Pochi sanno che non è la spiaggia che si sta cercando, ma il miraggio di un “cesso” durato 21 Km e più!!! Compreso l’idiota che all’arrivo ha avuto l’infelice idea di aprire bocca e, anziché sostenere, si è rivelato per ciò che era: un poveretto!!
     Mi cambio, accendo il telefono: sms di Luciano non letto, che risale alle 08,00 di stamane: «Non meno di 1h e 40’, non fare cazzate»!!
 
     Ebbene. È da neanche un anno che corro e nutro già una considerevole, anzi, smisurata forma di rispetto ed ammirazione verso tutti coloro che, con il loro atteggiamento, mi hanno regalato stimoli a ripetizione.
     Voglio dunque pubblicamente ringraziare, chi menzionato in questa vicenda e chi non, per l’affetto fraterno mostratomi e per avermi accolto in questa “Famiglia”.
Grazie al loro esempio ho imparato a godere della “Corsa” ed ho una rinnovata e precisa consapevolezza circa il podista, o meglio, l’uomo che voglio essere.
 
                                                                             Un saluto fraterno, Flavio Gariglio.
 
 
 
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