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Ghilead-web n° 2

          Le fotografie le trovate postate negli album della pagina FOTOSPORT  

                                      Gli articoli non firmati sono miei

 

2 - aacop2 - aasomm

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Susa - Avigliana       25 – 03 – 2012

Da un po' di tempo attraversare questa nostra bellissima valle è diventato persino rischioso. Senza disquisire sulla ragione o sul torto di uno o dell'altro, risulta a me estremamente urticante il fatto che qualcuno mi possa sequestrare all'interno della mia auto. Non chiedono di pagare un riscatto, ma qualche ora di estremo girar di palle ha pure un suo prezzo.

Ad alleviare i timori vi è oggi, grazie al cielo, il... cielo. Che si presenta nuvoloso, ma con nuvole che non danno l'impressione di avere cattive intenzioni, anzi, di tanto in tanto permettono al sole di buttar giù uno sguardo assonnato. E questo malgrado pessimistiche previsioni meteo. Ancor più importante è che oggi non piova perchè mi troverò presto a cavalcare ilChiodo, antiqua ferraglia Bianchi-Graziella, ferraglia con il pregio di poter essere ripiegata e caricata in auto senza richiedere contorsionistiche operazioni .

2 - susa-av 097Arrivo presto ad Avigliana, dopo una notte così così. Qualcosa mangiato ieri, o che, ha leggermente scombussolato il ventre-marmitta che mi porto appresso, così che il restare a rivoltarmi nella branda dona nessun sollievo. Vi è ancora poco traffico sulla piazza di Avigliana locata accanto l'arco dell'arrivo: alpini che preparano tavoli ed eccetera, qualche uomo in tuta che tira su un piccolo gazebo, pochi podisti che amici a breve condurranno a Susa (la partenza è alle 10). Faccio due passi all'interno del palazzetto commerciale: il caffè è aperto, ma ho ancora in bocca il sapore di quello gustato a casa... Cappuccino e brioche? Mah, sento ancora il ventre-marmitta pieno... Insomma, per farla breve scarico ilChiodo da Poppolina ed inizio a pedalare alla volta di Susa seguendo l'antica via che brandeggia ai piedi del monte.

2 - susa-av 215L'aria è fresca il giusto, e mi sento, appena inizio a pedalare, improvvisamente tonico e pimpante. Che strano, però; poco prima mi sentivo quasi una larva... Sarà che la bicicletta è stata il primo amore, che con lei ho macinato migliaia di km, ho scaricato rabbia, dolori, delusioni. Un'amica che non mi ha mai tradito e che questa mattina, pur nelle malandate vesti di vecchio rottame, mi dona ancora sensazioni mai scordate. Direi di essere, stranamente, felice. E mi va benissimo così.

2 - susa-av 886La domanda, improvvisa, mi coglie quando ancor prima della partenza gara mi trovo ad aver quasi raggiunto il 18° km. Diciotto a Susa, ovviamente, ma incontrare gli atleti al, diciamo, decimo km quali inghippi mi porta? E' quasi come fotografare una partenza; ancora molti gruppetti, con le prime posizioni non ancora stabilmente disegnate... Così comincio a pedalare su e giù, facendo il pendolo dal 19° al 21° km. Su e giù, cercando di trovare un pezzo di strada che mi convinca. A giocare con me le dispettose nubi che, scoprendo e ricoprendo i raggi del sole, mutano continuamente la situazione. Qui mi pare bene. Senza sole, ovviamente... Eccolo! Forse qui resto coperto dalla montagna, ma mi pare meno intrigante... Insomma, debbo pur far passare il tempo restando sveglio, vi pare?

2 - susa-av 375In ogni caso il luogo scelto l'anno scorso è migliore di quello di oggi, ma al solito trovo assurdo fare doppioni. Fotografare degli atleti impegnati nell'attraversamento di paesini è pure cosa che offre inquadrature interessanti, ma di già lavoro con inseriti fissi i 200 ISO, per cui niente da fare: occorre attendere l'Eletta.

Comunque l'ora arriva, e direi con sorpresa perché il primo a farsi vedere nel mirino di Mersì non è l'atleta che attendevo. E' invece Hicham El Barouki che precede l'atteso Kaddour Slimani di 20-30 secondi. Ad occhio direi che il primo mi pare troppo in carne (e muscoli!) per resistere all'attacco che certamente Kaddour gli porterà. Al traguardo mancano ancora 9 km, e non è certamente poca cosa. E invece Hicham dimostra di che pasta è fatto conservando il vantaggio! Bravissimo veramente.

2 - susa-av 989Nel corso degli scatti ho la ventura di fotografare un personaggio degno di Caporaso: Francesco Arone. Nato nel 1976 a Carignano, nel 2000 viene colpito da una illuminazione: perché non promuovere il modus operandi testato vittoriosamente da Abebe Bikila nel '60 alle Olimpiadi di Roma? Detto e fatto: da allora Francesco ha percorso migliaia di km a piedi nudi, entrando nel 2011 nel Guinnes dei primati correndo a Seregno una ultramaratona: 100 km in 11h 42' 33”. Proprio niente male! Altra cosa non da tutti: il giorno dopo la gara mi ha mandato una mail ringraziandomi delle foto scattategli. Se desiderate conoscerlo meglio cliccate qui accanto: http://www.arone.eu/

2 - susa-av 999Quando il via vai di atleti davanti la postazione cliiick si dirada, inizio a rimontare la coda. Molto meglio così, altrimenti attendere gli ultimi gamberandando come solito fare, faccio oggi una fricassea. E nell'andare a rimontar la coda fermo con Mersì un giovanotto che non immaginavo dilettarsi con le lunghe distanze: Bartolomeo Canavese, classe '44, soprannominato Santiago per via dei suoi pellegrinaggi sugli antichi cammini. Camminare è una cosa, ma correre è un'altra, così che ho provato molto piacere in questa scoperta. Non è l'età anagrafica a stabilire chi sia o meno un ragazzino.

Le ultime due della fila sono fanciulle belle e sorridenti. La prima corricchia ancora (avrà adocchiato Mersì?...), la seconda fa shopping. Paiono intenzionate a raggiungere il traguardo, ma l'amico 221X non ha pietà alcuna per il gentil sesso così da caricarle senza tanti complimenti sul pulmino ramazza!

Avrò, all'oscuro di tutto, un bel sospingere ilChiodo a tavoletta per recuperarle onde tacchineggiare un po'!... Gli unici che raggiungo sono Salvatore Maldipancia e Roberto Run, quest'ultimo fraternamente sorretto da due amici di squadra.

Sbavo un po' sulla polenta e salciccia che all'arrivo viene servita, ma purtroppo il dovere delle foto e della formula uno impongono la loro legge... E a breve vi sarà pure la Moto GP...

 

 

 

2 - rivarolo 0038

Maratonina di Rivarolo        01 – 04 – 2012

2 - rivarolo 0223Malgrado il numero di domenicali gare sia sempre assai cospicuo, non di rado mi trovo davanti a scelte amletiche. Ma oggi sono fortunato. Fatta una veloce spuria, mi restano in piedi due gare: 10 km a Pinerolo, e maratonina di Rivarolo. La prima – 2 giri cittadini – la presumo pizzosa per me e indigesta per Mersì. E' un mordersi la coda, quasi come correre al Ruffini, con l'aggravante, appunto, che per Mersì fotografare rinchiusa fra quattro palazzi è cosa ardua. Vada perciò per la maratonina di Walter Durbano, che verde dovrebbe averne. E ilChiodo è addirittura commovente nelle dimostrazioni di affetto che evidenzia quando per la seconda domenica consecutiva lo carico su Poppolina per portarlo a spasso!

Anche per oggi le previsioni meteo non parevano pienamente al top del top, ed invece sono ok. Direi molto OK in quanto il sole pieno, violento, provoca in me quasi un malessere, ed a Mersì sconvolge i colori, tanto da presentarmi volti che a volte paiono di terracotta.

2 - rivarolo 0340Malgrado giunga presto, non viaggio molto per il paese alla ricerca di scorci intriganti. Sono un po' preoccupato perchè non conosco minimamente il percorso, cosa importante che soddisferei con un pedalare esplorativo. Magari il verde c'è, lo scorcio “pittorico” pure, ma la luce è avversa. Invece non scorgo a terra frecce di sorta, e neppure gli ometti posti in seguito a presidiare gli incroci hanno le idee chiare. Questo è un classico, purtroppo.

Vago qua e là inutilmente, ed infine decido di fermarmi alla partenza per i primi cliiick. La luce è favorevole, e pazienza se i paparazzi sono parecchi. Molti di essi sono semplicemente amici, familiari, compagne/i che sperano nella calca di riprendere con poca fatica i loro cari impegnati nel gesto atletico. Un professionista lo scorgo ritto sul muro che costeggia l'ampia pista di avvio, e sinceramente un po' di invidia la provo. Per la reflex indubbiamente, ma pure per il senso di equilibrio che dimostra. Il solo vederlo lassù mi provoca le vertigini...

2 - rivarolo 1099Mi accodo alla fiumana dei podisti percorrendo al seguito un 2 km circa, poi avvicino uno dei volontari che pare avere l'occhio sveglio. E ci vedo giusto, ora ho le informazioni necessarie per galoppare incontro agli atleti. Ovviamente fingendo di comprendere che significhi mai “raggiungere la frazione ZZX... superare la cascina AACC... voltare verso BLAZPUM...”, eccetera.

2 - rivarolo 1117Di tempo ne ho, per cui pedalo lentamente, vagabondando qua e là e gustando sino in fondo il piacere della passeggiata. IlChiodo è consapevole di questo momento di intima gioia così, tra un sospiroso cigolio e l'altro, mi ricorda che questo, come parimenti quello di ottobre-novembre (che a settembre a volte fa ancora caldo), è il periodo in cui lo conducevo a estenuanti galoppate lungo i tratturi di campagna. Era la ricerca, ricordo bene, di sensazioni fanciullesche, quando pure in città il verde si sprecava, quando l'abitare in periferia non significava vivere a Reano oppure Gassino, quando la bicicletta era usata giornalmente e pochi giri di pedivella erano sufficienti per portarti nel regno dei Puffi. Non mai malinconia per il tempo passato, ma serena gioia per quello del momento vissuto pienamente. Mi dico spesso: ora riprendo. Poi gli impegni, e forse un po' la depressione, mi fregano e rimando ogni cosa al domani...

2 - rivarolo 1170Un pochettino i polsi mi tremano quando decido di fermarmi. Perchè proprio qui che la luce è pressochè laterale? Foto di M mi spiattellerà sul computer Mersì. Mah, più avanti è la stessa solfa, più indietro pure con l'aggravante che si entra nella periferia di Rivarolo. Qui sono a poco più di 5 km all'arrivo, per cui l'ammucchiata, primi compresi, si è dipanata a sufficienza, ritengo. Ma a separare i primi due, invece, vi saranno si e no 50 metri, così che rivivo la situazione della Susa-Avigliana: riuscirà il secondo nei 5 km. restanti a portarsi sul primo? No, Laaouina resterà secondo, a 1'23” da El Barhoumi, il che significa che malgrado uno stile di corsa migliore non solo non si è fatto sotto ma ha perso più che qualcosa. Qui mi chiedo se potrei in parte esserne responsabile... Perchè a pochi secondi dalla partenza Laaouina mi avvicina per chiedere se ho un po' d'acqua (domanda logica perchè con me ho sempre lo zainetto Ghilead), acqua che invece non ho, pur se da sempre mi prefiggo di portare.

2 - rivarolo 1192Indi il solito pigiare sul “grilletto” di Mersì raccomandandomi a san Canon, il solito indietreggiare attendendo gli ultimi, infine l'attesa per l'ambulanza che non arriva. Così che stanco di aspettare le vado incontro, trovandola esattamente al primigenio punto cliiick, a 5 km e 250 metri dall'arrivo. Basterebbero un paio di cliick e me ne potrei andare, ma Donato sta soffrendo e non lo posso lasciare solo. Arrivare sin lì e poi mollare non mi pare assolutamente giusto. Così lo affianco ed inizio ad impartirgli la predica (è un modo per farlo incazzare così che non molli, eheheh). “Come? Non sei allenato? Sei partito per una 21 pur avendo un ginocchio in disordine? Ma chi credi di essere? Mazinga?...Ma sei un ragazzino alle prime gare?... Non farlo mai più, capito?... Sei proprio un matto...” e via ad andare che il raccontar tutto (mancano 5 km all'arrivo...) richiederebbe 100 pagine formato A3. Ad aggravare la di già precaria situazione gli si è aggiunta una bolla alla pianta del piede, per cui è una vera via crucis quella che l'amico deve affrontare. Stoicamente lui resiste, “stoicamente” verso fiumi di bla bla tanto noiosi e irritanti che più e più volte Donato è portato ad accelerare l'andatura nell'intento di liberarsi di me. Scordando, ma naviga tra gli incubi da almeno 5 km, che cavalco ilChiodo.

Al traguardo raggiunto siamo così felici in due: lui si è finalmente liberato di me, mentre io posso finalmente andare a mettere sotto i denti qualcosa!

 

 

Maratona Alpina di Valdellatorre        22 – 04 – 2012

img_0015---Si, c'ero... e non c'ero. Quelle di Valdellatorre sono gare (la 75 km e questa, a parte la prima volta quando attesi al Lys), segnate da buchi e nervosismo. Non vi sono a segnare il percorso bandierine e bandelle di nastro appese ai rami degli alberi, solo qua e la sbiaditi segni blu (non a triangolo a segnalar la giusta direzione marcia: rettangolari) riferentesi a precedenti edizioni. Nella prima parte, diciamo la stradale, gli atleti sono, almeno in questa gara, preceduti da ciclisti, ma per chi come un fesso è lì ad attender per capire dove mai passeranno, il rebus si risolve unicamente quando ti sono addosso e sei bloccato nella posizione.

img_0009---Questa mattina una levataccia che chiamerei premonitrice (super abbuffata di pizza la sera – carboidrati per il mattino... –, letto all'una e risveglio alle 4 con il cinghiale seduto sullo stomaco. Inutile restare lì a guardare il soffitto), giungo presto al ritrovo a cercar informazioni. È ambiente nuovo, questo, visi sconosciuti scoperti unicamente attraverso i servizi di Superpippo Duregon, per cui cerco lo stesso – che non trovo – e qualcun altro che frequenti pure la strada. Il “Modello” di Superpippo dice che non sa, e l'organizzatore in questi momenti è attorniato da mille persone che lo placcano a uomo. Stress. Esco per scaricare ilChiodo da Poppolina e partire alla volta dell'ignoto quando incontro l'Orco Pino: “Si, la direzione è questa... No, non si svolta sulla destra seguendo il percorso della 75, si prosegue verso Valdellatorre... No, non si scende dal Musinè seguendo il percorso classico che passa da Sant'Abaco: si scende sulla tagliafuoco...”. Ecco la frase che segnerà indelebilmente il dopo, che mi condurrà alla... gita revival; si scende sulla tagliafuoco! La conosco bene; è stata battuta, insieme ai boschi della morenica di Rivoli ed alla collina, mille e mille volte durante gli allenamenti invernali, quando si fanno “i lunghi” per scaricare e ricaricare il fisico.

img_0023---Forte di questo ed ormai sicuro di me, inizio a pedalare su di un falsopiano in salita, che mi pare molto falso goduto a freddo sulla sella del Chiodo, alla ricerca del primo punto cliiick. Due km e poco più ad occhio ed un bivio sulla sinistra; uno sterrato che porta a Valdellatorre, presumo. Avendo tempo in abbondanza, proseguo l'andare. La strada si impenna di un pò, e le gambe faticano a trascinare il carrello carico di mobili che come pare trascino legato alla vecchia becana. Metto piede a terra e proseguo. Quel tanto che basta per scoprire un nuovo sterrato che si direbbe correre parallelo a quello sotto. Quale sarà quello buono? Inutile ricordare che in terra, in mare ed in cielo non vi è la minima traccia in grado di farmi comprendere quale mai sia lo sterrato giusto.

img_0026---Il primo bivio è pessimo per fotografare. Lo sfondo è troppo luminoso e si è in controluce. Qui andrebbe certamente meglio perchè è tutto in ombra, però se voltassero sotto non scatterei un solo cliiick. Ridiscendo: meglio rischiare che non portare a casa nulla.

img_0146---Provo qualche scatto, compenso di poco l'esposizione, apertura di diaframma a 4, i 200 ISO sono al pelo dandomi un 150-200 millesimi di secondo, ma questi atleti non procedono certamente alla velocità di quelli di strada per cui ritengo bastino. I 400 ISO di Mersì non mi sono mai andati a genio. Un uomo con cagnetto al seguito mi conferma che ambedue gli sterrati corrono pressochè in parallelo, cosa che accresce l'ansia. Non ho ancora l'Eletta fra le mani, e mi dispiacerebbe troppo toppare con questi atleti che spero far diventare nuovi amici.

img_0173---Ecco i ciclisti che precedono i primi passarmi accanto... ecco le più nere previsioni prendere corpo: lo sterrato buono è quello OK per i cliiick!!! A peggiorare la situazione è che al passaggio dei ciclisti faccio qualche passo indietro (ero pronto nella posizione atta a riprendere la svolta sullo sterrato...) così che i dati prima discretamente ok ora non lo sono più. Sulla reflex detti dati vengono evidenziati nel mirino (e le reflex sono pure di molto più veloci nelle eventuali operazioni di ritaratura), ma nelle compatte è di già fortuna esista un embrione di mirino! Sono fregato... e pure i novelli, spero, futuri amici: un mare di mossi. I più li butto, altri li conservo perchè dietro a chi è mosso vi sono altri almeno riconoscibili, oppure qualcuno che gioca o saluta. E poi qualcosa dovrò pur mettere... In ogni caso le foto le allego a detto scritto, leggere leggere di pixel, poi penso di cancellarle. Vedremo. Chi vi si trova e la desidera come eventuale ricordo di un “momento” di vita non avrà che da richiedermela via e-mail, e la spedirò in versione più pesante.

     (Tolte il 4/5/12)  Diciamo che questo servizio andato a ramengo mi ha offerto l'occasione per testare il giornalino. Richiamo sulla home riguardo il servizio, con accenno alle foto; in quanti scorreranno queste pagine? Beh, se desideravo avere una idea con questo test l'ho avuta: partecipazione poco più dello zero. Non solo. Lo scarso interesse è ulteriormente confermato dalle eventuali visite agli altri giornalini. Qui lo zero è assoluto.

Comprendo che il Ghilead è, data l'odierna mancanza di collaboratori (io però ci spero sempre), praticamente un diario personale per cui l'assenza di interesse è scontata, ma quello che sfavorevolmente mi colpisce è l'aver riscontrato l'assoluta mancanza di curiosità. Per la prima volta lo “pubblicizzavo”, per cui presumevo decisamente qualche visita in più. Amaramente debbo riscontrare di quanto sia più facile “leggere” una fotografia...

 

img_0225---Passato il momento no, riprendo ilChiodo e volgo le ruote alla volta di Casellette. È da molto che non pedalo su strada, e non fosse che le salite superano quelle di un cavalcavia così da costringermi a rantolare, le sensazioni sono ottime. Ondate di sereno ottimismo occupano la mente. Ora avrò modo di farmi perdonare, ora, se il sentiero che si innesterà nella tagliafuoco non si insinuerà nei boschi, andrò incontro agli atleti e li immortalerò nel gesto sportivo, nella danza saltasassi. Saranno cliiick soppesati, tranquilli, senza lo stress dell'urgenza. Ovviamente con la luce disposta per divina provvidenza nella maniera ottimale.

Ci sono lievi folate di vento però... Non è qui forte, ma essendo io “ventopatico” inizio a sentire un lieve disagio. Passerà, mi dico, concentriamoci sul percorso; ne debbo ancora scoprire l'aggancio alla tagliafuoco. Raggiungo, un po' a cavallo ed un po' a piedi (leggere sassi aguzzi; non vorrei tornare a Valdellatorre trascinando ilChiodo per le corna) l'ampia radura, la fagocito in scioltezza e raggiunta la parte terminale, da dove si origina il pietroso sterrato della tagliafuoco, lego la creatura ad un albero. Come solito non ho un centesimo di appetito, ma è meglio mangiare e bere qualcosina. Nello zainetto Ghilead ho una bottiglietta di acqua minerale intonsa (se qualche atleta ne avesse necessità. Non di rado una la porto con me. Salvo la domenica che sarebbe servita a Laaouina...), poi una con acqua ed aceto di mele, e la terza con tè verde addolcito con due cucchiai di miele. Bomba energetica, eheheh. Da sgranocchiare due fettine di pizza, del parmigiano ed un cicinin di pane.

img_0226---Non vi è molto movimento nel pianoro, tolto un folto gruppo misto di giovani Scout che sta ritirando le tende. Il vento, però, qui si sente decisamente di più.

img_0227---Mandato che ho giù un'ottima fettina di pizza e sorseggiato il tè bomba, mi avvio ad esplorare la tagliafuoco. Cammina, cammina, sali, scendi. Anche qui è l'eterno punto interrogativo: ma davvero la strada è diventata oggi così lunga? si è di così tanto dilatata? Cerco inutilmente, inseguendo i ricordi, di trovare il giusto ritmo passo-respirazione. I primi 30-45 minuti sono quelli più pesanti, poi qualcosina si sblocca, ma resta il fatto che la cassa toracica non si allarga ormai più di tanto: respiro con un terzo dei polmoni, e speriamo che me la cavo... Undici anni di stop e 15 chili in più non sono pochi. E Aritmik ci aggiunge del suo. Oggi godo però di ottimo e abbondante ottimismo, per cui mi suggerisco una ricetta antica e dai risultati infallibili: allenamenti e poi allenamenti ancora!...

img_0234---Un cartello mi indica la giusta via: “Monte Musinè – Truc dla Randulera? Sempre avanti, please”. Così scendo nel boschetto, mi fermo a fotografare “la pera”, poi imbocco la salita che riconduce, lambendo i fianchi della montagna, a riprender quota. E dopo pochi passi scopro il sentiero che mi indirizza alla cima del Musinè. Questo?... è il primo pensiero che mi coglie. Nessun segno di presenza dipinta di blu, nessuna bandella... Continuo a salire? So che oltre vi sono altri sentieri che si inerpicano mirando alla croce, ma ricordo pure alberi a volontà. No, se scendono di qui oppure di là non ha importanza; la strada che conduce al Campo Sportivo di Casellette resta, come dettomi dall'Orco Pino, la tagliafuoco, per cui ritorno un po' mestamente sui miei passi. Svanisce qui la speranza di cogliere i futuri amici nel plastico gesto dello stambecco, resta da cercare la migliore postazione cliiick. Ma le ore di attesa, visto che non salgo, saranno non poche purtroppo.

img_0235---Sempre assoluto il vuoto attorno a me, mentre il vento, ormai decisamente forte, mi carica negativamente le poche sinapsi ancora attive. Diciamo che ormai veleggio verso l'incazzatura. Se ho una qualità questa è la pazienza, e poco importa se per fotografare detto tipo di gare occorre camminare e attendere ore; mi ritengo pago quando ottengo il risultato sperato (con Mersì, al momento, almeno potabile) così da trarre gioia e soddisfazione dal lavoro svolto. Ma vagare nei dubbi e muovermi a casaccio mi demolisce fisico e mente. Così inizio a sentire le gambe stanche, mentre i piedi stretti nelle Cascadia si mettono a piagnucolare. Il vento è la ciliegina, come si usa dire della goccia che rischia di far traboccare il vaso.

img_0240---Mi fermo alle “2 tavole per i tuoi picnic”, localino all'aperto posizionato sulla cresta spartiacque della prima parte della tagliafuoco, da barra a barra, e mi dedico al secondo spuntino. Sono poco più delle 10 e 30, e di attesa ancora ne ho davanti un bel po' presumendo il passaggio del primo verso le 12,30-13. In detto tipo di prove non ho mai le idee precise riguardo i passaggi perchè basta una piccola frana, un tratto innevato, uno sbaglio di percorso per mutare le previsioni. A un novizio aspirante fotografo “alpino” l'orologio suggerisce ben poco. Si procede a truc e branca.

Il localino, noto con piacere, si trova in una posizione strategica, direi. Sulla mia destra la salita, poco intrigante però: è praticamente un rettilineo, mentre alla sinistra, discesa per chi volge a Casellette, il cliiick è decisamente più “cartolina”. Così dopo un po' di siesta decido di scendere e passeggiare su e giù nei pressi del luogo prescelto. Passeggerò ininterrottamente sino alle 14 quando, con i nervi ormai tesi come corde di chitarra, decido di abbandonare il bello ma inutile luogo. La scena immaginata è andata persa, e di certo i primi, scesi da chissà dove, avranno di già fatto la doccia.

img_0249---Fregandomene del rischio foratura – ormai sono fuori di testa: prime foto sballate, niente arrivo, un mare di ore buttate al vento – scendo verso il Campo Sportivo in sella al Chiodo, e poco prima di raggiungerlo incontro Superpippo Duregon. Che da subito mi assale: “Ma dov'eri? È tutta la mattina che ti cerco al telefonino!... No, dove sei andato? Uscivano qui sul pianoro, perchè ha lasciato spento il telefonino?!!!”. Trasecolo: il telefonino spento? Solo la domenica mattina lo accendo... Già, ma solitamente non vado alla gare con la becana, così, mentre il motore inizia a canticchiare, sistemo ogni cosa telefonino compreso. Questa mattina ho acceso il motore, aperto il box, preso ilChiodo e dopo averlo piegato e caricato sono partito. Tombola. Quando il destino ci mette lo zampino...

Vieni, carichiamo la bici in macchina e andiamo all'arrivo...”. Anche lui, noto, mi pare teso. “Sono andato al Lys, poi sono salito sul monte Arpone a scattare fotografie. Ho scaricato la macchina. Vieni, devi fare le foto della premiazione!...”. Chi, io? Non le ho fatte mai, ed ora che sono imbufalito non ci penso neppure. Lui se ne va di cattivo umore, mentre invece a me il pedalare allenta corde troppo tese. Le allenta, si, ma non abbastanza da condurmi a fotografare la premiazione.

Passerà comunque anche questa delusione, perchè una giornata storta non basterà a spegnere il desiderio di fare dei servizi da “professionista”. Per il momento continuo a pregare intensamente san Nikon affinché si sbrighi a mettere sul mercato quella Eletta che attendo ormai da due anni. Domani, certamente, il vento cesserà di soffiare contro.

 

 

 

2 - oltrelavista 0015

Oltre la Vista     22 – 04 – 2012

2 - oltrelavista 0008Direi giornata no, quando metto piede giù dal letto. Ho dormito per niente bene: un'ora a russare, un'ora a guardare, nel rivoltarmi come per una impanatura, il soffitto, il materasso, il pavimento, la finestra, eccetera. E così andare sino al mattino. Una leggera sensazione di freddo, un malessere che sfuma in nausea in risalita dalla trippa. Meglio prendere una Aspirina, una di quelle che uso domenicalmente quando esco con Paracqua. Da mesi scomparso nelle nebbie.

2 - oltrelavista 0190Questa di Oltre la Vista, sinceramente, fa parte delle gare “ostiche” in quanto il percorso, di per se molto bello, si svolge nel caos più assoluto. È breve, veloce, ma “infestato” da biker che in sella a scattanti Mountain saettano per ogni dove, da atleti fai-da-te domenicali ed un composito mondo di passeggiatrici/tori che rende il tutto simile ad una cosmica insalata russa. Il talloncino gara, poi, è minuscolo, e qualcuno lo tiene persino in mano. Risultato? 10000 fotografie delle quali solo un massimo di 200 verranno visionate e raccolte. Questo malgrado che dal podio venga lodevolmente annunciata la partecipazione di Podoandando e della sua gratuita galleryfoto.

2 - oltrelavista 0597Gli organizzatori della Oltre la Vista, però, sono amici speciali, loro ed i loro accompagnatori. Li ammiro molto; posseggono grinta e determinazione da vendere, un carattere forte tanto da essere a me inimmaginabile. Troppo bravi, unici direi.

2 - oltrelavista 0848La giornata è ok, il luogo vicino, così è ilChiodo a scarrozzarmi sino al luogo del raduno. Dove trovo una lunga coda già disciplinatamente sistemata a fronte della “biglietteria”. Questa è gara il cui intero ricavato è devoluto a favore della ricerca sulla S.L.A., ed i podisti dimostrano ancora una volta quanto siano sensibili a queste iniziative. Di big se ne vedono pochi, a significare, direi, mire più ambiziose, ma i non competitivi paiono un mare!

2 - oltrelavista 0892Incontro tra i primi Eugenio Bocchino, il quale ancora una volta mi dimostra come pur mezzo azzoppato un Super rimanga sempre Super. In ogni caso non si riuscirebbe a fermarlo neppure legandolo ad un palo con una catena di acciaio. Indistruttibile, ma nel genere dei competitivi puri non direi essere una mosca bianca...

Di altro, come di solito purtroppo è, non ho nulla da segnalare. Ho ripreso la segretaria a nastro, ma la scordo ancora troppo spesso nel taschino della camicia... Beh, potrei accennare a SuperMario, mai sazio di immagini, preoccupato perchè ritiene non abbia con me Mersì. Ma desidero da subito fotografare la coda al botteghino e gli alacri operatori che ne soddisfano le funzioni, così mi eclisso. Oggi resterà a mani... pardon, a immagini vuote, eheheh.

 

 

 

straPavarolo & dintorni      29 – 04 – 2012

2 - pavarolo 016Tempo gatto? Cielo nuvoloso e pioggiola imminente? Ma l'amico Gene attende fiducioso il servizio della premiata fotogallery Somadaj, come deluderlo? E poi ho fatto la preiscrizione... Si, quella cosa – chiusura iscrizioni il giovedì-venerdì sera – creata al fine di evitare diserzioni in caso di pessime condizioni atmosferiche. L'ho scritto sulla “striscia che corre”, non posso mancare. E poi mica piove ora. Così rimuginando avvio Poppolina alla volta del paesino anni 30 (1030, più o meno, si direbbe da notizie tratte dal bellissimo libro su Pavarolo donatomi - con l'aggiunta di una bottiglia di barbera, eheheh - da Gene) posto su di una amena collinetta alle porte di casa.

2 - pavarolo 0087Sono leggermente preoccupato perchè conosco ormai bene Mersì, mai troppo a suo agio quando le condizioni di luce sono poca cosa. Balbetta, e si produce in immagini dai tratti sfumati, senza forza. Questo ora passa il convento, e questo occorre ora accettare visto che la Nikon pare aver privilegiato altre corsie. Prima due reflex da professionisti, e pochi giorni fa una entry-level, macchinette che possono essere sufficienti per il lavoro che svolgo, ma che non hanno la minima tenuta alle condizioni estreme, pioggia e polvere per intenderci.

2 - pavarolo 0175Mi avvio alla volta della collina con l'intenzione di scavalcarla e ridiscendere poi su Pavarolo quando alla terza, quarta frenata odo il cantericcio di ferroso scorrere sui dischi. Ho consumato le pastiglie dei freni sino all'osso! Cosa che mi costerà in seguito 190 euro, che avrei volentieri risparmiato dato che sto tentando di venderla...

Prudentemente, perciò, invece si affrontare la collina allungo il giro passando per Chieri, sulle orme di quell'agreste percorso illuminato dalla neve che battei in occasione del Cross delle Boie.

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Preiscrizione, la Nikon che non mi prepara l'Eletta, Poppolina che ha consumato i freni, la scelta del percorso-neve... ma che razza di relazione è questa? Beh, ormai il Ghilead Web è un blog, lo sapete, con l'ovvia differenza che non gareggiando più non posso disquisire riguardo il 3'14”, 6'28”, 4'20”... Non avendo pure collaboratori di sorta che possano, magari, testare il percorso, trattare dei premi, della efficienza o meno dello staff organizzativo eccetera, sono privo di argomenti: le mie ore le trascorro in pista a fotografare, e bon parej.

Certo, una Coniglietta-Modella-Velina-Badante (scusate, è uno dei miei chiodi fissi. Senza di essa al fianco non sarò mai reputato vero fotografo) offrirebbe almeno qualche spunto hot, un po' di goliardico glamour a colmare i buchi, ma purtroppo ancora niente... In realtà questa mattina due amici dell'Avis hanno avanzato un abbozzo di proposta, ma appena ho accennato che la desideravo modello Grazia Cammalleri se ne sono andati scuotendo ripetutamente la testa. Mah...

2 - pavarolo 0357Anche oggi incontro Genio Bocchino, con una proposta tanto ardita da farmi tremare le gambe e appannare la vista. “Vieni da me in trasmissione? Mi hanno chiesto di te, faresti un piacere a molti...”. Forse ho iniziato a balbettare, chissà, forse ho iniziato a piangere, a battere i denti, chissà pure questo, forse il colore del volto è passato dal rosso al verde per finire sul giallo... cadavere, ovviamente, fatto sta che dopo un po' dice di aver scherzato, mi offre una presa di tabacco da-tirar-su e mi saluta per raggiungere il suo Braccio Destro, tal “Nonpestarmilacoda” Scuderi Sebastiano. Il Braccio Sinistro, Giovanni Rossi, il conosciutissimo cameraman, oggi non è presente.

2 - pavarolo 0505Piove qui a Pavarolo, e giustamente mi lamento con Gene per non avere scelto la giornata giusta. Così continuando il servizio fotografico sarà veramente una schifezza. Al che lui, strappandosi i peli dal naso (che i capelli sono ormai quelli che sono), prende a lamentarsi ancor di più; di già c'è la concorrenza di None, poi la pioggia... siamo rovinati tutti e due!

Ma poi accade il miracolo: 5' al VIA, e la pioggia cessa per incanto, mentre il doppio sparo pare incuriosire il sole che timidissimamente mette per qualche attimo il naso alla finestra. Gli ISO di Mersì restano alti (sempre 400), ma almeno non debbo scattare tenendo in mano l'ombrello. Allegria!

2 - pavarolo 0576Che Gene sia un signor Organizzatore non nutro dubbio alcuno; le sue gare vengono pubblicizzate ovunque, persino nelle bottiglie del latte e nei pacchetti di sigarette, così questa mattina vedo in giro videocamere e reflex a decine, tanto da sentirmi fuori luogo nel tenere in mano la minuscola Mersì.

Mi stupisco manchi la RAI, ma non è detto che nel prossimo anno... Di già lo sento gamellare di iniziative che passeranno alla storia, tipo un Trail sotto la neve... ad agosto!

Pensare in grande non è peccato, anzi. Così ecco balenare nella vulcanica mente una gara di triathlon, ma non una cosetta normale, no. Il nostro Gene pensa ad un Ironman! Avete presente? 3,8 km di nuoto, 180 km di bicicletta, e come ciliegina conclusiva la maratona. Quando gli faccio notare che qui a Pavarolo non mi pare esistere neppure una piscina privata, non si scompone più di tanto: “Ci ho già pensato: vedi quei campi laggiù? Bene, una cinquantina di benne, trattori e autocarri, 600 volontari e faremo nascere un lago...”.

Pavarolo Beach, penso. Fantastico Gene!!!

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La partenza è la partenza, così sono costretto ad una ammucchiata click, ma passata che è la spumeggiante e coloratissima fiumana prendo a camminare alla volta dei primi. Senza allontanarmi troppo, però. La gara è breve, ed oltre la discreta postazione trovata da subito ci si potrebbe infilare in un buco nero. Fra gli alberi, cioè, che aggiunti ad una giornata non particolarmente luminosa creerebbe non pochi problemi a Mersì. Ed a me dell'impegnativo dopo cliiick! Pianto perciò le tende, e dopo poco inizio a lavorare.

Pensando con un velo di malinconia che questa mattina, stretto a questa atmosfera dopopioggia che mi sento cucita sulla pelle, avrei goduto un sacco nel passeggiare fra queste piccole, raccolte collinette cariche di silenziose bellezze.

 

 

 

 

Ferrero... Trail Running Adventure?...   06 – 05 – 2012

2 - pino 0006Peccato... Risparmiato dal tempo, ma il resto...

Il sentore di gara di serie Z lo avverto appena giungo su luogo: non un podista presente. Va bene, non sono ancora le 8 e la gara partirà alle 10, ma non mi pare possibile tale desolazione. Mi muovo qua e là, scatto qualche foto guardato quasi con sospetto da chi sta preparando l'evento. Mi avvicino infine al gazebo del “Parco Fluviale del Po Torinese”, con esposte riviste e cartine. Da tempo desidero avere la cartina dettagliata dei sentieri della nostra collina. Trovo la “lenzuolata” con volumetto esplicativo, e la faccio mia. Dieci euro ben spesi. Accanto vi è un gazebo con appese fotografie illustranti scorci dei luoghi, ma, dopo aver dato una occhiata (quella è un po' storta... quella troppo moscia... quella troppo contrastata... quella sa di nulla...), me ne allontano senza approfondire. Ormai sono diventato ipercritico. Ho una idea delle fotografie che non riesco oggi a realizzare, e spero nell'Eletta come tanti sperano (o speravano...) nel governo Monti. Mi auguro che a me vada meglio degli utopici, eheheh.

2 - pino 0067La strada che conduce agli uffici della Ferrero l'ho fatta in compagnia degli amici mille volte, deviando poco sotto, per ridiscendere su valle Ceppi e risalire sul lato opposto, ma pure salendo qualche volta qui a curiosare.

Quando giungo all'inizio della Panoramica penso di lasciar lì Poppolina, ma temo sia “marciapiede”, per cui decido di salire al piazzale-gara. “Saranno 100 metri...”. Così lascio la rude 4x4 nel primo posteggio che trovo libero, questo dopo un tortuoso percorso fra ville e villette che mi pare lungo 5 km (avrò sbagliato strada?...), poi salgo a piedi per un 6-700 metri ancora...

2 - pino 0087Continua a sembrarmi un sogno, nel ripercorrere le strade di ieri, quello che era in me solo 11 anni fa, prima che quel maledetto giorno mi sconvolgesse la vita. Come potevo, sceso dall'auto e con pochissimo riscaldamento, neppure accorgermi che questa era salita e che non erano millimetri quelli che percorrevo, bensì metri? Quasi quasi preferirei perdere la memoria di quei giorni, di quelle sensazioni irripetibili. 

2 - pino 0136Si parte dal piazzale del cimitero, cento metri sotto gli uffici della Ferrero, si scende a rotta di collo per 700 metri o giù di lì, si prende la panoramica, e dopo 4 km si ritorna indietro per la medesima strada. OK, sarà la non competitiva; e il Trail Running Adventure?...

Mio papà e degli amici sono andati ieri a vedere il percorso, ma c'era del fango ed allora hanno cambiato il percorso”, mi dice un ragazzino posto a controllare il traffico. C'era del fango... Questo mi ricorda un po' le campestri-cross di oggi, addolcite, addomesticate, rese morbide morbide affinchè nessuno possa rischiare qualche graffietto.

2 - pino 0309La discesa iniziale se fatta a tutta è indisponente, ma fatta in seguito, in salita, è invece ottima cosa. Anche il piazzale del cimitero offre comodo posteggio, e se a ciò si aggiungesse un percorso sugli altalenanti sentieri boschivi che conduca sino a Superga si creerebbe un ottimo Trail.

2 - pino 0319La manifestazione di oggi, qui al Pino, aveva poca speranza di riuscita perchè in concomitanza si corre nel centro di Torino (lì 393 classificati, leggo su correndo.it). Sotto la medesima bandiera, per la medesima ragione di base: raccogliere fondi per la ricerca sulle malattie genetiche, per TeleThon. Ci sono salito, qui al Pino, perchè desidero sostenere la corsa in montagna, quel correre nella natura che rinvigorisce la mente ed il fisico, che riconcilia con la vita. Delusione su tutta la linea: no Trail, pochissimi atleti, per non parlare dalla non competitiva, apprezzata perché di solito mi presenta splendide farfalle: poco più poco meno di 20-25 persone. Direi un vero flop.

Con una eccezione non da poco, però, perchè la gara è stata onorata da un vero Big, un personaggio che mai avrei immaginato trovare su queste strade: Guinness51, meglio conosciuto come Enzo Caporaso. Al mio “come mai qui?”, risponde l'amico che lo accompagna: “per un sentimento di amicizia”. Ed io che sono sempre piuttosto sospettoso quando si tratta di personaggi in vista, ho goduto della notizia con sincero piacere. Scoprendo che Enzo sa sorridere pure con gli occhi.

 

 

 

2 - stravenaria 1

straVenaria        13 – 05 – 2012

2 - stravenaria 2Tanto per cambiare in settimana giornate direi caldicchie assai, quasi da prima estate. E l'annuncio meteo: “domenica cielo nuvoloso con precipitazioni qua e là. Venticello”. Meno male che ho scritto “probabilmente”, mi dico grattandomi la pera. Se piove mi giro dall'altra parte. Sono stufo di tacconare foto schifose... che restano schifose!

Metto comunque la sveglia, e poco prima delle 6 mi affaccio alla finestra. Nubi? Neppure l'ombra... Sbircio ancora alle 7: fantastico, a parte una lieve arietta che scorgo far tremolare qualche foglia, il cielo si presenta completamente libero da nubi.

Quando, però, scendo alle 8 per mettere in moto ilChiodo, quasi mi viene un colpo! Il cielo è pressoché totalmente coperto, l'arietta mi pare vento e neri nuvoloni si intravvedono all'orizzonte. Ma non piove, e magari più tardi esce il sole, mi racconto onde evitare un ripensamento.

2 - stravenaria 4Ieri ho guardato la cartina pubblicata sul volantino. No, non ho mai fotografato questa gara, meno male. Qualche preoccupazione in più guardando il cielo perchè vi è parecchio percorso cittadino, e se dovessi impostare Mersì a 400 ISO... Gli ultimi rumor pronosticano settembre per l'uscita di una ipotetica Nikon D400, ma più nulla viene ventilato riguardo un'eventuale display “rotante”, piatto forte un paio di anni fa e da me ritenuto indispensabile. Se tutto va bene sono proprio rovinato.

2 - stravenaria 6Arrivo presto, almeno riguardo l'ora di partenza fissata alle 10, così penso di fare un giro completo del percorso con lo scopo di scoprire la migliore postazione cliiick. La prima parte è facilissima, e mentalmente mi congratulo con gli organizzatori per le migliaia di carta-frecce situate in ogni angolo, ma nella seconda... mi perdo. Probabilmente hanno finito tutte le frecce a disposizione oppure non hanno trovato pali o alberi ove appenderle... Chiedere? Certo che ho chiesto, ma la risposta è il solito ritornello: “Non so nulla...”. Al più aggiungono che debbono solamente bloccare una via quando giungerà la moto o l'auto posta come battistrada. Così mi reco alla partenza, con l'unica certezza che mi toccherà attendere l'arrivo dove sono certo che passeranno: “Arrivano di là...”.

2 - stravenaria 7Il cielo si fa sempre più cupo, ed alle 10,15 circa si lascia andare al pianto dirotto. Amo moltissimo sentire gli schiaffi dell'acqua sul viso, sentire i freschi rivoli scorrere lungo il corpo, ma quando debbo scattare le foto con Mersì la cosa mi infastidisce moltissimo. Oggi, poi, il vento arriva a folate dispettose, tanto che una di queste mi scodella al contrario l'ombrello. Fortunatamente ancora non sono impegnato con i cliiick, così lo rivolto contro il vento stesso che provvede gentilmente a riportarlo nella corretta posizione.

2 - stravenaria 8Come è facilmente immaginabile sono teso, e quando lo sono mi lascio un pochettino andare: turpiloquio con Mersì (gli ISO sono 400), e grida sconclusionate rivolte ai podisti impegnati negli ultimi metri. È anche questa una valvola di sicurezza, visto che ancora la Coniglietta-Velina-Modella-Badante non è al mio fianco. Paracqua, poi... Paracqua poi non mi accompagnerà nel vagabondare per un po' di tempo, dato che qualche giorno fa si è fatto operare ad un tendine che quasi gli impediva di camminare. Ora è ingessato e pieno di timori, per cui, non possedendo la carica competitiva di un Eugenio Bocchino, ritengo che la plin plin addosso non me la farò prima di settembre... 

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Leggo che i concorrenti sono meno di 200, e questo è dato che mi dispiace (da dietro il mirino di Mersì mi sono parsi molti di più, ma nel mucchio vi sono pure i non competitivi, non conteggiati nella classifica). Il percorso mi è parso gradevole, e in aggiunta vi sono quei motivi di beneficenza a cui sempre i podisti si dimostrano attenti. Mah, direi gara da sostenere, da aiutare a crescere. Da mettere magari nel calendario gare 2013 della Podistica... se ne avessi potere.

Oggi ho rivisto il lenzuolone, cioè il pettorale da podista-sandwich, quello che vorrei adottare per pubblicizzare Podoandando. Prima c'era ressa, poi mi sono scordato di chiedere dove lo avevano acquistato. Mi servirà solo quando avrò fra le mani l'Eletta, però, perchè non posso pubblicizzare un sito (incompleto ancora) che pubblica oggi fotografie di qualità che ritengo bassa. Per cui ho purtroppo tutto il tempo che desidero... Presumo che il lenzuolone sia stato assegnato ai soli non competitivi perchè “i nostri” avevano sulla pancia il consueto fazzolettino. Chissà, forse; tra i molti doni che posseggo ho pure quello che mi permette di sbagliare spesso...

2 - stravenaria 3Inutile ritornare a dire che provo moltissimo piacere nello scorgere volti sorridenti attorno a me, così che mi sta frullando per la mente l'acquisto della rossa pallina che calzano sul naso i praticanti della clown terapia (chi ha mai sostenuto che io sia perfettamente “a posto”?...). Chi corre ha, competitivi puri a parte, una discreta disponibilità al sorriso, ma non pochi ancora paiono tenersi “sulle sue”, e questo è muro che vorrei infrangere. Positivamente, direi, un muro al riguardo pare oggi aver mostrato crepe e possibilità di essere superato. In gara, perchè fuori di essa a volte sorride. Si tratta di Scricciolo, che pur possedendo una personalità da competitiva pura, sotto l'acqua pare essersi sciolta di un po'. Addirittura, forse perchè nascosta dietro occhiali da vamp, ha persino esultato. Ma per non concedersi troppo a Podoandando, unicamente mentre mi sfilava accanto per cui non l'ho beccata. Spero ovviamente che continui così, ma questo lo potrò scoprire solo vivendo. Appuntamento alla prossima, senza pioggia e senza occhiali, mi auguro, e questo per rendere il test più severo, eheheh.

P. S. - ULTIMISSIME: Ana Capustin è stata esclusa dalla classifica in quanto iscrittasi alla gara oltre il tempo stabilito. In base a questo Scricciolo risulta essere la prima femminuccia classificata. Bravissima, ma non solo da oggi.

 

 

straSanMauro       20 – 05 – 2012

2 - sanmauro 3No, niente pioggia, anche se il cielo è scuro e tempestoso. Titubo. Mi piace moltissimo pedalare, e questa mattina sarebbe pure cosa utile il farlo per via di batterie sovraccariche, ma purtroppo posseggo uno spirito tanto scorretto e autolesionista da condurmi al masochismo. Ovviamente con Poppolina non scarico un bel nulla e raggiungo di buon'ora San Mauro. Avrei tempo a gògò per scattare qualche foto al paesino, ma non è proprio giornata. Salirei invece volentieri lungo qualche sentiero della vicinissima collina, così, senza una meta precisa, a perdersi nella boscaglia. Ma quello che è scritto è scritto, il lavoro è lavoro... Resto più di mezz'ora seduto su Poppolina tentando di fare del vuoto mentale, dello Yoga, come dice Fernanda che di detta disciplina è esperta, poi metto piede a terra. Cerco, e trovo, sorrisi, così da riprender quota in discreta scioltezza.

2 - sanmauro 5Il guaio è che, conclusa la gara, con il ritorno a casa i sorrisi scompaiono e il cielo tempestoso riprende possesso di me. Di già sono insoddisfatto per essere stato costretto a fermarmi sul ponte, depistato come sono stato dal Piccolo Lord e da un amico che, seguendo la discussione, si è fermato a confermare il dire di Mimmo: “No, alla partenza non si passa di qui... Solo nel ritorno”, questo mentre mi stavo recando verso una possibile nuova postazione cliiick. Manco a dirlo avevano torto marcio!

Seduto davanti AlanDrake, nel preparare le cartelle da subito perdo le fotografie scattate per l'inizio dell'album. Le seleziono, poi, chissà quale tasto ho mai inavvertitamente schiacciato, scompaiono. Forse un giorno le ritroverò, ma a me servivano ora.

2 - sanmauro 1Infine la ciliegina degli scatti... La metà di essi è scuro, opaco, sporco. Le immagini di Mersì hanno spesso zoppicato, ma era da molto che non ne sfornava tante sballate come oggi. Spero di non essere costretto ad acquistare una macchina “ponte”, cioè una Nikon compatta che mi traghetti sino all'uscita dell'Eletta. Ci mancherebbe anche questo.

Dette foto mi costringeranno ad un lavoro che solo un precisino e testardo come me può affrontare, con un sentito ringraziamento a san Photoshop! Una giornata (ed un dopo), direi, da dimenticare, e su cui non desidero ora soffermarmi più di tanto.

Si, Scricciolo c'era. Il test? Muso duro e concentrazione alla Bocchino. Non pioveva ed era senza occhiali da sole, ovviamente...

Oggi parzialmente sfigato PaoloAvis “Mifaiunafotocon...”. Una sua immagine è tra quelle scomparse...

Sul ponte esistono 2 corsie. Esatto, molti sono gli amici privi, almeno, del 2° cliiick...

Casey Stoner, il MIO pilota di motoGP, solo terzo, e con l'annuncio che a fine anno si ritirerà...

E non posso mettere le dita nel naso perchè le ho “sporcate” di Nutella...

 

 

 

2 - beinasco 1

Beinasco       27 – 05 – 2012

2 - beinasco 2Vorrei non esserlo ma ancora lo sono. Nervoso, intendo. Una serie di contrattempi piccoli e grandi, una inquietudine che serpeggia in me come scarica elettrica provocando eccitazione che consuma mente e frattaglie. Non è da oggi, certo, ma con la primavera detta situazione viene esasperata. Il caldo, la lieve forma di allergia, la maledizione delle farfalle... Per non dire di Paracqua, le cui gag mi mancano moltissimo.

Neppure la geniale trovata di lasciare il frigo vuoto così da scendere a 76 chili serve a risollevarmi il morale: per raggiungere i 62 dovrei entrare nel frigo vuoto e restarci per sei mesi. E poi ancora...

Anche oggi è gara da bicicletta, ed anche oggi do un calcio alle buone intenzioni e salgo su Poppolina. Ovviamente quando giungo al supermercato ancora debbono suonare le sette. Un paio di cliiick allo stesso, mai ancora fotografato, poi faccio due passi qua e là, ma senza scattare fotografie, a testimonianza del sottile malessere. Solamente giocando in seguito con gli amici mi rilasserò un po'.

2 - beinasco 6Il cielo è coperto, ma nella mattinata le nubi si aprono qua e là per lasciare occhieggiare un timido sole. Data questa fortuna muto locazione al primo punto cliiick sistemandolo nella piazza-posteggio del supermercato. Scelta azzeccata, ma il prossimo anno dove mai mi metterò? Presumendo di avere fra le mani l'Eletta con relativo zoom, potrei salire sul tetto di Poppolina oppure su di una scala. Magari, in virtù del display “rotante”, anche scattare a livello del suolo...

Meno male che ancora so gabolare sul domani, mi sorrido battendomi sulla spalla, un vero miracolo se si considerano i giorni che stiamo vivendo.

2 - beinasco 4Anche per il cliiick dell'arrivo ho quest'anno una nuova postazione. Molto utile al riguardo la cartina che gli organizzatori hanno sistemato accanto all'anoressico striscione della partenza. Semplicissima, completa. Bravissimi.

2 - beinasco 7Raggiungo la passerella, ma purtroppo ha come fondale fabbricati industriali assai poco fotogenici, cosa che la rende ai miei occhi per nulla attraente. Anche quando la percorro scendendo sulla sponda opposta del Sangone non raggiungo il grado di gradimento richiesto da Somadaj. Sulla sinistra pali ed il muretto che cinge perimetralmente il campo di calcio, mentre la destra si salva, fortunatamente colorata come è di verde. Sono perciò costretto a tenere fisso su detto verde il punto di ripresa, e questo limita l'espressività del servizio (Apri la porta, Giovanni...).

2 - beinasco 8Cinquecentocinquantuno i concorrenti, 1098 i cliiick, molti meno di domenica scorsa a san Mauro dati gli alienanti due passaggi di allora. Anche oggi esposizione altalenante di Mersì, con immagini ok, altre un po' scure ed altre un po' pallide. Spero tanto che l'Eletta sia precisa riguardo questa essenziale funzione, precisa e con colori brillanti come giustamente si pretende da immagini piene di vita. Ho molte speranze, ma anche timori perchè di immagini pessime sfornate da reflex il web ne è pieno. Ed in queste settimane di difficoltà il pessimismo solleva nuove inquietanti domande: Le ottiche! Saranno o meno i “plasticoni” in grado di reggere l'acqua?

2 - beinasco 3Riapparsa nell'occasione la famiglia Sardo-Semeraro. Paracqua si strapperà tutti i capelli appena saprà che il tradizionale bacino-parinot di Lady Lory l'ho intascato io, eheheh.

Ennesimo scalino alto per Ana, che grazie ad un nodo ben fatto al fazzoletto non sbaglia più una gara.

Non troppi i sorrisi raccolti, e direi che i più sono dispensati da maschietti. Ho pensato così di piazzare il rosso naso da clown terapia sull'obiettivo della macchina fotografica, dove gli occhi sono di media fissati. Ne conosco una più del diavolo io...

Tanto per lottare contro questa odierna pessimistica disposizione mentale, ho pensato di eleggere la “più jum jum”. A parere di Somadaj, ovviamente, che in qualità di “artista” ha tutte le carte in regola per ben giudicare (Non ho timore di suscitare un vespaio di proteste e contestazioni perchè queste pagine-blog sono sconosciute ai visitatori di Podoandando). Ho pensato che come TOP di oggi possa essere eletta Base Running SportCity560. Non si vede spesso in gara, ma quando c'è non sfugge certamente all'attenzione dei maschietti. Va beh, le manca quel sorriso che potrebbe farle scalare il cielo, ma vi immaginate come si possa sentire una farfalla 2012 con un nome da fine 800?

Provate voi a chiamarvi Carlotta, poi mi venite a dire, eheheh.

 

 

StraGiaveno      02 – 06 – 2012

2 - giaveno 3Il pupazzetto di tracci, quasi tentasse mai di fuggire, è strettamente tenuto nella mano della nera figura seduta accanto alla finestra. La giornata è cupa, nera come il fondo di un pozzo, ed il brontolio di un temporale ancora lontano si ripercuote tra le mura della casa. Sta crescendo il vento, e l'agitato frullio delle foglie di alberi tristi nella loro solitudine cittadina pare risuonare alle mie orecchie come richiesta di aiuto.

Il vetro della finestra si scuote vibrando, mentre per contro le tendine sono immobili quasi fossero dipinte. Il braccio della nera figura, però, fermo non lo è affatto. Lo vedo alzarsi e calarsi con forza più e più volte come sospinto da incontrollata forza elettromotrice, mentre tutto attorno a me regna una oscurità opaca, senza apparente oscillazione di vita, quasi che questa di essa non facesse parte.

La camicia mi si attacca alla pelle imperlata di freddo sudore, ma so che non posso fuggire, e non solo perchè ormai sarebbe tardi; se qui mi trovo è perchè debbo assolutamente sapere.

2 - giaveno 4Mi avvicino in punta di piedi trattenendo il respiro, ma nulla posso fare contro il ticchettio dei denti se non infilare tra di essi un fazzolettino di carta. Il volto della nera figura è celato da un cappuccio, e per quanto io rischi di farmi scoprire con l'allungare a dismisura il collo, nulla scopro di esso. Ma è quanto basta, però, per intravvedere il pupazzetto di stracci e quanto su di esso operi il braccio in movimento. Il braccio che cala fendenti regge fermamente una manciata di spilli, ed a ogni calare uno di essi viene conficcato in profondità nelle carni del pupazzo. Il cuore mi batte a mille, ora, perchè su di esso, ad ornarne il viso, scorgo quelli che certamente facevano parte della mia barba, peli di barba trafugatomi misteriosamente almeno tre mesi fa... Drammaticamente ora so!

Faccio, inorridito, un passo indietro sentendo sotto il piede lo sfregolio di una carta. La raccolgo. O nooo! Anche una fattura!!!...

Meno male, però; è del gas, per un importo di 1347 euro... 

2 - giaveno 5E, magari si trattasse unicamente di un brutto sogno. Analizzando la giornata di oggi debbo purtroppo amaramente prendere in considerazione l'esistenza contro di me di un complotto, di una qualche maledizione scagliatami addosso da personaggi invidiosi e privi di scrupoli. Forze di mondi occulti, li percepisco distintamente con uno dei miei 457 sensi, danzano sogghignando sulle spalle pigiandole quasi a voler trarre dalla mia persona vino... di sangue. Non esiste altra risposta alla sfiga che mi segue come nuvoletta alla Fantozzi ormai da mesi.

E si che tutto era iniziato bene...

2 - giaveno 6Tangenziale, Villarbasse e la sua sinuosa rotabile che mi conduce a Trana, per infine approdare a Giaveno. Anche non avessi controllato la mappa (sempre controllo) l'incontrastato signore di queste terre, Sir Renzo Fallarini di Avigliana, ha come solito fatto le cose all'altezza della sua meritata fama. Cartelloni che mi indicano la strada da seguire per raggiungere i Campi Sportivi di Giaveno già li incontro appena esco di casa. Poppolina ancheggia serenamente seguendo il piacevole ondeggiare che si inoltra nel verde, mentre altrettanto serenamente mi appresto a gustare queste ore di puro divertimento, di gioco fotografico con gli amici di sempre.

2 - giaveno 7Giungo sul presto come è giusto che sia per chi desidera vedere capire scegliere, e presto inizio a chiacchierare con Pierino Mazzoni, il braccio destro del Sir. “Si, ad un km e mezzo c'è una piccola salita. Potresti fermarti la a fotografare. Ti accompagno...”. Nell'andare, però, noto delle frecce a terra dipinte che mi sollevano domande. Ma il senso di percorrenza?... Cavolo, allora è tutto in contro luce, e con la salita che non si trova ad un km e mezzo dall'arrivo, ma dalla partenza! Che mi serve mai? La cosa che parimenti apprendo ora è che si tratta di due giri. Negativo, capperi. Negativo. Ho troppo poco tempo per giostrare negli spostamenti. Con i due giri chi come me attende gli ultimi rischia di perdere l'arrivo dei primi, perdindirindina.

2 - giaveno 8Le gambe frizzano, però, così, dopo essere tornato ai campi sportivi, visto il tempo che ho a disposizione penso di consumarne parte visionando la... “salita a un km e mezzo”. Salita... un km e mezzo... Pierino è invecchiato, eheheh. Circa un km di leggerissima salita ad iniziare dal via, 150-200 metri su di un piazzale sterrato, poi un 80-100 metri di pietroso sentiero modello trail che sale (ma chiamarlo “salita”...) a ridosso di uno stabilimento, indi uno stretto sentierino soffocato dall'erba che serpeggia in piano per altri 150-200 metri. Curva a destra, si esce dall'agreste andare e si ritorna nel paese. Direi non male per una garetta leggera e frizzante come questa di 8 km scarsi. Bravo Sir, che cerchi sempre un po' di verde attorno alle tue gare.

2 - giaveno 10Ridiscendo ai campi sportivi, ma al solito sono inquieto. Più di due parole con gli amici non posso scambiare. Quali allenamenti e corse faccio mai? A parte qualche buon proposito che concretizzo si e no per 15 giorni prima di lasciare, 3,14 e 6,28 sono per me unicamente ricordi dell'infanzia, non tempi di ripetute e recuperi. E se pure avessi la Coniglietta-Modella-Velina-Badante al fianco, che ci starei a fare? Questi giovani e rampanti fustacci la stringerebbero certamente d'assedio ed in meno di 20 secondi me la porterebbero via... Sicuro come il nascere del giorno. Per cui raccolgo gli stracci, risalgo alla “salita” e inizio l'attesa.

Cliiick... cliiick... ed inizio il ritorno. Qualche cliiick al passaggio per l'ultimo dei due giri, e sono pronto per l'arrivo. Purtroppo vicino al traguardo. Cliiick... cliiick. Un bicchiere di tè, e faccio fagotto. Attendere la premiazione senza avere per chi tifare e far festa non è cosa che si addice ad un OrsoBambino come me.

2 - giaveno 2Questa mattina ho seguito il duello tra Scricciolo Federica e Trail Cristina. Pressapoco medesima altezza, la seconda più “diafana” e dallo stile leggermente meno composto della prima, direi. Ugualmente redditizio, però. Ambedue allo sparo che da inizio alla tenzone abbassano la visiera e partono a testa bassa. La visiera la alzano si e no una decina di volte, giusto l'indispensabile per non sbattere contro un palo, raddrizzare una curva, investire un incauto passante. Hanno ambedue il temperamento di Genio Bocchino: competitivo super. Sono curioso perchè ambedue paiono attraversare un buon periodo di forma ed avrei giurato che questa straGiaveno se la sarebbero giocata alla pari, magari in volata. Ma non ho considerato la “salita” dissestata modello trail, dove penso Cristina abbia concretizzato il suo successo.

La scelta di Somadaj riguardante la TOP della mattinata sono certo che verrà condivisa da molti: Grazia “Ignazia” Cammalleri. Pare abbia conservato la freschezza dei trent'anni, e quando sorride... Certo, il sorriso è luce, pure quando è fuori fuoco, mezzo e, ad uno dei miei 333 sensi pare, velato da un'impalpabile traccia di misteriosa malinconia. 

2 - giaveno 1Nel ritorno, poco prima di imboccare la tangenziale, odo nuovamente lo stridio di ferro su ferro. Freno per abitudine dolcemente, tanto più ora che debbo “fare” le pastiglie dei freni, per cui... Presto attenzione, ma purtroppo è proprio così: sino ad ora tutto ok... da ora stridio ad ogni frenata. Nuovo problema, e nuova grana probabilmente da spendere su di un bene che vorrei invece vendere...

Salgo, scarico le foto su AlanDrake prima di prepararmi qualcosa da mettere sotto i denti. Mangio, tifo Stoner, ma oggi, come già la volta scorsa, non va: 4°. Ritorno al computer, preparo la serie di cartelle, cerco le foto dei primi da mandare a correndo.it e... ORRORE! Le foto dell'arrivo sono quasi tutte sballate, completamente fuori fuoco! Non è mai stata gran che Mersì, penso addirittura che essa sia creatura nata male. Per di più ha fatto certamente oltre 100.000 fotografie... 

Ora debbo seriamente considerare l'acquisto di una compatta-ponte, il che certamente è cosa che non mi manda in estasi. Ma c'est la vie...

 

 

Perché?...

2 - aspLa domanda è certamente logica, per cui mi pare ovvio spenderci sopra qualche parola. Perchè Asp (da Aspettando...) e non invece una Evil od una qualsiasi entry-reflex che di certo mi avrebbero risolto positivamente mille problemi? Perchè buttare più di 500 euro per una macchina con la quale certamente litigherò come con Mersì? Stretto stretto posso rispondere: perchè nessuna risponde ora a ciò che ritengo utile alle mie esigenze, e spendere 1200-1500 euro con il rischio di trovarmi, insoddisfatto, con in mano un prodotto che non è né carne né pesce... No, non me la sono sentita. Per allargarmi un pochettino posso aggiungere: perchè sono un BarboneBambino, perchè ancora conservo gelosamente il dono del sognare e l'eternità nel cuore.

Purtroppo, oggi come oggi, l'Eletta, che non troppo amo per via delle pizzose dimensioni, è l'unica che può offrire spazio ad essi:

orizzonte virtuale nel mirino – rapidità di azione, nitidezza e colori – Impermeabilizzazione (se non proprio tropicalizzazione) – display basculante (anche se pare che nelle reflex di categoria superiore questo utilissimo display venga snobbato. Ma i rumor riguardanti la d400 ne parlavano...), ampia scelta di obiettivi ed un cannone di 28x300.

2 - asp 1Il 28-300 fa parte del Sogno-Trail, perchè per le foto su strada è molto meglio una focale corta, quella che mi permette di piazzarmi in mezzo alla pista come un paracarro tentando di far nascere sorrisi. Il cannone serve nei trail perchè lì è assai difficile posizionarsi a due passi dagli atleti.

Certamente un po' ambizioso sullo spinto lo sono perchè fotografare in montagna non è per nulla un giochino. Nelle gare che vanno per la maggiore, per di più, vi sono agenzie specializzate che si avvalgono di più fotografi, di cineoperatori e persino di elicotteri. Una concorrenza che offre un prodotto impossibile da avvicinare. Poi, qualche assaggio l'ho già fatto, vi sono i tempi biblici che separano i corridori (e io sono più che altro il “fotografo degli ultimi”, di quelli che di fotografie in gara ne collezionano ben poche. Gli ultimi dunque, ma pur non potendo scordare i primi...).

Si sale per ore alla ricerca di un punto click che in montagna è difficilissimo trovare (leggi controluce “eterni”, fitti boschi, luoghi accidentati, impervi, eccetera, il tutto aggravato da condizioni climatiche che possono mutare in un batter di ciglia passando dal caldo torrido alla nebbia, al gelo. Con partenze che non di rado vengono date alle 6 di mattina, in luoghi che non si trovano propriamente sotto casa... cosa che renderebbe indispensabile Inquietudine... (il sogno chiamato Westfalia T3...).

2 - asp 3Temo seriamente che tutto ciò altro non si riveli che l'equivalente di quello che mi condusse in Francia a fare l'artista, anche se qui sfiga e Patatrac ebbero il loro peso, ma i sogni fanno parte del mio essere bambino, condizione che può far sorridere e che invece considero preziosa.

Il primissimo contatto con Asp non è dei migliori, ma di già lo immaginavo: difficile realizzare qualcosa di più intuitivo e razionale di Mersì. L'esatto contrario di Asp, dove pare abbiano studiato di notte per rendere le cose astruse e lunghe, piene di passaggi arzigogolati. Occorrerà tempo prima che riesca a prenderne il comando, che le consuete operazioni di regolazione manuale diventino “cosa fatta”. E non è tutto qui: vi sono funzioni presenti su Mersì, come per esempio il click che avverte del nascere di una foto (importantissimo per me) che qui paiono non esistere. Uno preme il pulsante e nulla si ode. Foto fatta oppure no? Si direbbe che come segnale vi sia unicamente, ad ogni click, l'accendersi momentaneo del display, cosa che con il sole poco si nota e che per di più consuma la batteria ed il display stesso.

Oggi, ohimè, sono purtroppo disposto a tutto pur di ottenere foto decenti, e con un po' di tremore attendo domenica pomeriggio, l'ora della verità. Poi andrò dai tecnici Nikon per quei chiarimenti che il negoziante-fotografo non ha saputo darmi.

Con Asp, fotografata da Mersì sul verde tappeto della Pellerina, luogo magico per moltissimi di noi che qui sono podisticamente nati e cresciuti, la prima e la terza immagine in assoluto. Sempre, come si vede, al Parco della Pellerina.

 

 

 

2 - candiolo 1

straCandiolo       10 – 06 - 2012

2 - candiolo 2Continua la serie nera, molto nera. Ma ancora non lo so. Scendo a Candiolo fingendo di non sentire lo stridere del ferro sul ferro quando pigio sul pedale freno di Poppolina. Freno ancor più dolcemente del solito, e sollevo del tutto il finestrino. Occhio non vede, o se si vuole, orecchio non sente cuore non duole. Ne so veramente una più del... Già detto?... Mah...

In me uno stato d'ansia, sottile fin che si vuole, ma sufficiente per tenermi lontano dagli amici. Provo il desiderio di correre imboccando lo sterrato che accanto a me, oltre la barra, penetra come lama d'argento nel bosco. Mi basterebbe correre, ecco, e ogni cosa riprenderebbe la giusta dimensione, ne sono convinto.

2 - candiolo 3Mentalmente ripasso il libretto d'istruzione: avrò postato tutto nel modo migliore? Le fotografie su “automatico” sono molto belle. I colori vivi, la grana controllata, i dettagli evidenti. Il display è uno spettacolo: 3 pollici e 920 pixel. Da reflex di qualità. Saranno foto da sballo? La prima volta è sempre così: ci si sente imbranati da matti, ma dopo aver rotto il ghiaccio con i primi click “da corsa”, ovviamente, tutto tornerà alla normalità di ogni domenica mattina.

Ecco, un minuto di silenzio a ricordare un cuore che ci ha lasciati, poi... scatenate l'inferno!

2 - candiolo 4Parto con la serie a raffica Kalashnikov degli scatti, poi stacco il dito dal grilletto. Ecco ora gli atleti della marcia; alzo Asp e clicco... nulla, ma la lampadina verde lampeggia frettolosamente ed una scritta si evidenzia sul grigio del display. Non ricordo di preciso la frase, ma il senso si: sta scaricando nella memoria le foto! Mi cominciano a fumare le orecchie, ma ancora non sono andato di testa. Sono estremamente stupito, ecco. E aggiungerei, ci sta, smarrito.

Accanto a me BigHorse, così mi sfogo un po'. Raggiungiamo il luogo cliick del ritorno e... Asp riprende a lampeggiare. Ora sono incavolato nero, allora, senza dedicare la giusta attenzione ai soggetti ed alla inquadratura, mi ostino a tener premuto il tasto click facendo del momento un test. Osserverò in seguito un mare di foto sballate.

Prendo in mano Mersì, e la butto per prova (vedi ultime centinaia di foto alla straGiaveno fuori fuoco) nella bagarre. Mi accorgerò a casa di averle scattate tutte in Raw!... Giornata con il botto, i fuochi a concludere degnamente la festa.

Qualche foto la potrò ancora trarre dalla sequenza dell'arrivo, ma prima mi debbo calmare... poi pensare a Nino, a Rocco... Al momento sono tanto irritato che presto smetto di tentar di fotografare. A testa bassa mi infilo su Poppolina e la spingo da subito verso casa. Ho necessità di raccogliermi in preghiera...

La spiegazione di questo per me stranissimo fare la trovate nello scritto a seguire...

 

 

Vendesi Asp...

Vendesi Asp?... Uno scherzo?... Una provocazione?...Tanto studio, tanta ricerca e ponderazione, tanto di questo e tanto di quello per poi dopo solo due giorni decidere di sbarazzarsene? Ma il guaio, il problema vero evidenziato dalla lezione di oggi temo non riguardare solo Asp...

Lunedì, alle 4 di mattina, sono davanti la Nital, centro Nikon che più centro non si può. Con me, nella fondina di sinistra Mersì, in quella di destra Asp. Lego il cavallo (di ferro: ilChiodo) al palo, spalanco con un calcio la porta d'ingresso e appoggio le pist... le due macchine fotografiche sul bancone. “Che prende?”. “Un doppio Bocchino (la famosa grappa, non il nostro podogiornalista) con 7 gocce di caffè”. E mentre centellino la squisita miscela attacco. “Guardi bene e ascolti: questa è Mersì, sorella giovane della Vecchia Ciabatta A620, e pure lei ora deputata per infinità di acciacchi alla casa di riposo. Funziona così......... Il concetto è chiaro? E questa è Asp, scesa nella fossa dei leoni per la prima volta ieri, domenica 10 giugno. Funziona così...... E la domanda è questa: perchè dopo una raffica di foto si blocca?...

Il tecnico mi guarda quasi stupito. Poi le affianca ed inizia ad azionare la raffica. “Vede la differenza?...”. “Bella forza – dico – Mersì è vecchia, da sempre è risultata lentissima. Asp è più veloce perchè giovanissima di concezione... E allora?”.

Mi spiego così – continua il tecnico –: Mersì prende un boccone, lo mastica e lo manda giù. Poi ne prende un secondo, lo mastica e manda giù, e via così andando. Le macchine oggi sono velocissime, però... prendono un boccone, un secondo, un terzo eccetera e lo mettono da parte. Quando cessa la raffica iniziano a masticare ed a mandar giù... Questa pausa lei la nota unicamente perchè usa la raffica tenendola per lungo tempo inserita, ingoia troppi bocconi in una volta sola. E più di tot bocconi il buffer non contiene, per cui se lei insiste la macchina si ferma. Più foto, più tempo per masticare e mandar giù. È chiaro il concetto?”.

Già, ma dove è scritto tutto questo? Le macchine vengono pubblicizzate enfatizzando nuovi processori velocissimi, ma se tutto questo ammucchiare di foto non viene digerito in maniera parimenti veloce... E qui mi nascono altri dubbi riguardanti le reflex. Le nuove sono sempre più veloci: 6-8 e più scatti al secondo, mentre le macchine professionali (quelle da 6-8 e più mila euro solo corpo) ne producono 4 e poco più (probabilmente, rifletto ora, funzionano come Mersì: un boccone, e giù). È domanda che mi sono sempre posto e, dato il pensiero che scivola sulle reflex, chiedo: “gli obiettivi zoom anche non professionali resistono all'acqua? Non vorrei spendere una barca di euri per una macchina tropicalizzata o almeno antiacquazzone e poi trovarmi...”. “Lei fa un po' di confusione: nessuna macchina è garantita al 100% contro l'acqua...”. Debbo essere impallidito notevolmente perchè ora mi chiede se mi sento bene. Mi appoggio al bancone atteggiandomi a John Wayne (in realtà tento di reggermi in piedi), e mentre le gambe budinano a tutto andare, tentando di non scivolare nel falsetto obietto: “Ma ho visto fotografi sotto la pioggia... Ho chiesto a loro...”. “Già, sono quelli che dopo qualche mese ci portano la macchina perchè non funziona. Briscola! È tutta ossidata! Tropicalizzata significa che un professionista la può usare in cima al ghiacciaio così come nel deserto, capisce? Ma la pioggia... no, meglio di no, mi creda”.

Le cose chieste e le risposte ottenute sono molte di più, ma il nocciolo della questione è tutto qui: macchine nuova generazione generalmente velocissime ma provviste di marsupio “raccolta troppe foto raffica”. Obiettivo Eletta da rivedere, approfondire, riconsiderare. Deve possedere un marsupio buffer supercapiente... Eeeee... attento all'acqua!

In sintesi, ora che fare?

Settembre-dicembre è il periodo che vedrà nuovi prodotti fotografici, per cui debbo raggiungere fine anno (uscita, commercializzazione, test sulle riviste del settore). Ast, così come si svolge il mio lavoro (serie continue di lunghe raffiche) è pressoché inutilizzabile (domenica ho avuto una crisi isterica, ed ancora ho mal di testa), per cui la debbo vendere. Siamo ormai vicini a luglio-agosto, periodo che pullula di gare serali, adatte unicamente alla reflex. Per cui riposo forzato...

Porterò Mersì alla Canon e la farò revisionare, sperando non mi costi come una Mersì nuova... È questo l'unico uovo mentale che riesco oggi a scodellare.

E se qualcuno di voi è interessato ad Asp:

Data di acquisto venerdì 8 giugno: 470 la macchina + 55 la seconda batteria (originale) = euro 525

                                                       Oggi: 425 euro il tutto...

 
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