Ghilead
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Ghilead n° 54 ns

                 Gli scritti eventualmente mancanti potrebbero essere postati

                                    su altre pagine di Podoandando

         Giornalino passatempo che esce quando può per chi ritiene di aver qualche cosa da dare

 

ghilead n 54

somm 54

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

      54 barzelllette

54 volpiano 204

 

 

 

 

Volpiano   03 – 10 – 2010    

Lo zainetto ghilead-portaombrelli funziona a meraviglia! Il cielo è cupo, cadono gocce sul parabrezza della Arzilla Amiat 4x4 di Paracqua, ma quando si scende niente acqua sulla testa! Pure poco prima del via alla gara inizia a piovigginare. Un signore che mi passa accanto dice: “non ci voleva la pioggia!…”. “Tranquillo - rispondo - guardi l’ombrello… Oggi non piove”. Il medesimo personaggio poco dopo mi ferma per chiedermi marca e modello dell’arnese made in Cina…

54 volpiano 234Qualche gocciolina scenderà ancora, ma mi basta fare il gesto di estrarre l’ombrello dalla sacca che tutto si stoppa. Per non darmi soddisfazione il sole rimane nascosto, ma a me va bene pure così. Meno bene per Mersì, che deve sudare le classiche dieci camicie lavorando sui 400-800 ISO…  Ma se la luna non mi cade sui piedi la piccola ha ormai i mesi contati…

Non mi sento verbalmente in forma, così mi limito ai soliti ciao ciao lanciati “al volo” qua e là. Avrei piuttosto voglia di correre, ma dopo il test di Caselle provo un sottile senso di smarrimento. Ad un Somadaj audace che suggerisce di ricominciare con qualche sgambettata attorno casa, ve ne è uno timido che mi tiene ancorato alla seggiola del computer.

In genere gli eventuali giudizi del prossimo non mi toccano più di tanto, per cui non capisco proprio questo blocco mentale. Sta a vedere che sto invecchiando…

54 volpiano 238Una piccola passeggiata, per esigenze di cliiick!, la faccio, ma questa mattina le gambe fatico proprio a tenerle ferme. Sogno ad occhi aperti una sterrata, un sentiero collinare da percorrere ridendo con qualche amica al fianco… Sono veramente invecchiato!

Paracqua si lascia risucchiare dal branco di bufali che, spaventato dallo sparo dello starter, parte ventre a terra, e presto - è una battuta - scompare alla vista. Alzo i tacchi e mi avvio per i secondi cliiick! della giornata, quelli che riguardano l’arrivo.

54 volpiano 240Qui potrei accennare ai Podistichini presenti, a quelli che sfilano sotto il mirino di Mersì, ma l’unico che mi prende l’occhio è Donato De Martiis: concentrato e determinatissimo. Direi proprio una bella prestazione la sua. Di quelli presenti oggi non ho purtroppo coscienza dello stato di forma per cui non saprei che dire. E poi, in realtà, la “mia” squadra odierna qual’è? La Podistica che mi sbianchetta e tenta di esiliarmi? O non invece la Tranese, il GSPT75, la Settimese, il Michelin, il Borgaretto, il CUS Torino, il Sangano, l’Interforze, eccetera eccetera eccetera?... E’ bello non avere confini, e per uno che mai ha fatto dell’agonismo puro una ragione di vita, è bello pure non perdersi troppo nei 3’14” o 6’28”, bensì piuttosto nell’abbraccio degli amici, big o tapascioni che siano.

Paracqua lo rivedo sul tardi, quando mi cerca per riprender possesso delle chiavi della Arzilla Amiat 4x4. E’ visibilmente soddisfatto: “sono nei primi 250!…”. Già, della maratonina. Peccato abbia preso parte alla 10 km, eheheh.

Però ha recuperato da Donato un buono per il pasta-party, così ci fermiamo un cicinin per riprenderci delle fatiche. Beh? Certo che a casa mi sono seduto a tavola; dovevo forse morir di fame secondo voi?

 

 

 

54 falchera 522Falchera   7 – 11 – 2010

Figurarsi! Anche questa è gara non di rado bagnata, per cui pare normale che pure oggi non si disattendano le aspettative. Infatti pioviggina. Fortunatamente è cosa leggera, che va e viene, non pioggia vera. Divertenti le scenette che vedono l’uscire ed il rientrare nello zainetto dell’ormai famoso ombrellino made in Cina. Se fossero altri a raccontarlo non ci crederei…

54 falchera 540In ogni caso il cielo così coperto è cosa indisponente assai perché, avendo Mersì ricoverata in Clinica Canon, sono costretto a rispolverare quella vecchia ciabatta di A620. E la vecchia ciabatta non va oltre i 400 ISO, per cui: non usare assolutamente lo zoom, aumentare la grana (cioè passare da superfine a fine), aprire al massimo il diaframma… E A620 non ha lo stabilizzatore. Così lavorerò assai in seguito con l’ancor più vecchio Photoshop!

Ma non mi debbo troppo lamentare della piccola, che veramente ha dato oggi il meglio di se. So apprezzare le buone intenzioni.

54 falchera 544Si, Paracqua c’è. Lo dico subito onde rallegrare i suoi numerosi fans. Il più anziano ombrellaio di Torino si presenta in bicicletta malgrado il cattivo tempo, e pare più arzillo e peperoncinato che mai. Le prime parole? “C’è Loredana?… E Sabrina?……”. Insomma, incorreggibile sempre!

Purtroppo, malgrado le apparenze sprint, si ferma a metà del percorso: “Ho sbagliato nel voltare a sinistra, poi non avevo più tanta voglia di tornare indietro e riprendere la retta via…”.

A questo punto la domanda sorge pressoché spontanea: ma con Loredana e Sabrina che ci vorrebbe fare? Giocare a carte? Recitare un rosario? Sfogliare un album di figurine? Creare origami? Bah, vai tu a capire un Paracqua come lui!

54 falchera 552E quasi scordavo il problema più “vero” di questa mattina: i calzoncini! “Non mi stanno su. Debbo correre con le mani impegnate a reggerli…”. Ci mancherebbe solamente un Paracqua in mutande, oggi.Il fatto è che non ricorda assolutamente dove ha messo “quelli che vanno”, cercati disperatamente per ore, e forse buttati distrattamente nella pentola della sbobba per il cane. Attendo ora di vederlo correre con un paio di bretelle tirolesi...

Il percorso consiste in due giri del “paese”, con una piccola escursione nel verde. Nulla di granché, ma per chi come me non sopporta le gare al Ruffini, il meno peggio. Dispiace che qui di Podistichini vi sia solamente Paracqua, ma questo è quanto oggi passa il convento. BigHorse, atteso con la dolce sua metà, non si è fatto vedere.

Quasi 400 i partecipanti. Essendo gara del calendario UISP non è stata disturbata più di tanto dalla Folle. Parecchi anche i ragazzini/ine.

Per non essere da meno di Paracqua anche io uso il Chiodo per gli spostamenti, cosa gradevole e che dovrei sinceramente fare più spesso. Ormai le postazioni cliiick! sono bruciate, ed occorre trovarne di nuove.

 

 

 

54 bruino 521Bruino   28 – 11 – 2010 

Bruino… Capperi, sono andato a Bruino? L’unica cosa che ricordo con nitidezza è che quel giorno ho avvicinato un fotografo (cosa che faccio spesso da quando ho deciso di acquistare la reflex) per averlo visto esporre la propria creatura alla pioggerellina di marz… di novembre che cade leggera. Già, ricordo di averlo lasciato senza porre eccessive domande: una macchina “impermeabilizzata-tropicalizzata” il cui solo corpo costa oltre 5000 euro non è quella che certamente sceglierò. Il peso, poi... Macchina decisamente da Schwarzenegger!!!

54 bruino 522Ora vado a dare un’occhiatina all’album delle fotografie, e vediamo se con il loro sostegno ricordo qualcosa di più…

54 bruino 534Le foto evidenziano della neve a terra, ombrelli qua e là aperti che riparano dal nevischio (che non è pioggerellina…), e giacconi con cappucci rialzati a proteggere infreddoliti esseri.umani…

54 bruino 569Ora non ricordo se ho avuto freddo, alle dita certamente si perché non vi è modo di proteggerle. Già è facilissimo a mani nude calpestare inavvertitamente qualche tasto tanto da falsare le impostazioni stabilite, che immaginare guanti… No, assolutamente impossibile. Ho avuto certamente le dita ghiacciate!

La giornata siberiana non ha però tenuto sotto le coperte molti irriducibili, e tra questi due Podistichini e mezzo; Pinco Pallino, Marco Oteri ed il Piccolo Lord.

Ombrellino in spalla, cliiick! e cliiick! con mentali suppliche rivolte a san Canon.

Quelle consuete, ripetute a litania come un rosario. Ormai anche nei giorni di sole…

Senza Paracqua accanto il morale non è dei migliori. Sembra impossibile che tanto spazio occupi nella mia mente il più anziano ombrellaio di Torino. Recarmi ad un appuntamento podistico senza le sue esilaranti gag è cosa se non triste di certo malinconica.

Beh, ovviamente una Coniglietta Portaombrelli me lo toglierebbe immediatamente dalla testa, ma chissà quanti anni dovranno ancora trascorrere prima che mi sia possibile trovarne una…

 

 

 

54 ciricross 009Ciriè Cross   06 – 02 – 2011   

Una giornata stupenda, da incorniciare! No, cosa dite? Perché Paracqua é in montagna? Queste sono malignità che non accetto; Paracqua mi è indispensabile “compagno di merende”, e senza la sua presenza mi sento come privo di una gamba… no, di un braccio… forse di una mano… di un dito… Ma vedi tu dove mi sto cacciando; Paracqua è importante e basta, e mentre mi trovo su questi prati concimati – per fortuna non di fresco… – e accarezzati dal sole, lui è certamente impegnato a raccogliere, tagliare e accatastare legna, a inseguire nipotini, salire e scendere scale trascinando pesanti fardelli, fare la spesa in paese, raccogliere turisti, portare a spasso pecore e cinghiali di allevamento, cercare tartufi, more e mirtilli per confezionare marmellate… Insomma, a fare l’unica cosa che ancora gli procura soddisfazioni: lavorare!

54 ciricross 378Come scrivevo poc’anzi la giornata è bellissima, serena e tiepida, primaverile al punto giusto, giornata che mi spinge a far rotolar i bulbi oculari a terra, a frugare nel terreno alla ricerca di teneri girasoli e timide, vergini primule. Non penso di trovare violette solo perché sarebbe come cercare funghi porcini: non è terreno per loro questo.

54 ciricross 201Prima di scendere in campo, chiaramente, bla bla con Tizio e con Caio, poi un buon caffè in compagnia di CiapaMusche. Per i nuovi e chi non sa, Mimmo Di Nunzio. E per chi ancora non sa, l’organizzatore della Folle del Ruffini.

54 ciricross 356Il programma gare promette di essere lungo assai, perché gli organizzatori hanno pensato bene di mettere, a separar le gare dei Parinot (non tutti, ovviamente: solo molti, eheheh) e quelle delle femminucce e dei fustacci (non tutti, ovviamente…), le gare degli infanti e dei ragazzini. Un mare! Quello che mi pareva un handicap, però, si rivela alla fin fine un Jolly; durante le loro gare ho tempo per andare da Poppolina e ivi deporre quel “Giumbotto” che sta soffocandomi lentamente, e di sedermi al bar per un mega trancio di buonissima pizza Margherita ed un novello caffèttino.

Già, mi è mancato l’Amaro Lucano…

54 ciricross 573Oggi ho tremato come solito sbirciando il display di Mersì. Non di rado ho persino inforcato gli “occhiali pendenti” (dal collo) per veder meglio, ma di visioni incoraggianti ne ho avute ben poche. Eppure oggi ho avuto torto. Non che si sia redenta (foto più scure e più chiare sono ormai il suo segno distintivo), ma non vi sono apparsi eccessi, così che il successivo lavoro di tacconaggio è stato meno traumatico di quanto normalmente è.

Nella pausa “Giumbotto-pizza”, ho avvicinato una impegnata e responsabilizzata Teresa Dalla Valle che, sistemata all’ingresso del campo sportivo, attende Podistichini per consegnar loro i pettorali. “Podistichini?… 14!”. Poffarbacco, tanti così non l’avrei detto. Sto perdendo quota…

Dando un’occhiatina alle foto direi di contare 5 facce nuove, ma con un numero così elevato di Podistichini potrei ormai scambiare per nuovo pure il Piccolo Lord… Con uno dei essi ho persino scambiato due parole, e ci sono rimasto male quando dalla faccia sorpresa ho capito che ancora non conosceva Somadaj...

 

 

54 favriacross 011

Favria Cross   13 – 02 – 2011   

E’ la prima volta per noi questo Cross della Cascina Rolanda, Cross che si disputa sotto il vessillo della UISP e giunto oggi alla sua seconda edizione.

Passiamo, io e Paracqua a bordo della Arzilla Amiat 4x4, da Rivarolo, e decidiamo di fermarci a Favria per un buon caffè. In realtà, infatti, durante la trasmissione di Bocchino che pubblicizzava detta gara, si diceva di una cascina a 3,5 km. da Favria. Meglio, perciò, tonificare per tempo stomaco e papille gustative, che poi trovare là un caffè…

54 favriacross 033Visto così il paesino pare povera cosa, uno dei soliti paesini di campagna con villette recenti e parecchie cascine e rustici rimessi a nuovo, invece pochi passi verso il centro ed una intrigante piazzetta stile Vecchia Napoli si apre ai nostri occhi: piazza Martiri della Libertà. Come entriamo ci troviamo, sulla sinistra, un castello che direi “taroccato” vista la facciata che lo pare inglobare (ora villa IN, dice la fiorista che tiene bottega in un angolo della piazza), ed a lato di questo una chiesetta assai malconcia che tanto mi ricorda quelle che si trovano soffocate nei paesini “made nel tacco”. “San Michele, sconsacrata ed  usata un po’ per tutte le occasioni. Come salone multifunzionale…”. Basse, “vecchie” e colorate costruzioni ne fanno contorno-dentiera, con mini-fontanella che spruzza al cielo collocata al centro della piazzetta. Un classico.

54 favriacross 053Appena appena pochi passi oltre la stessa si erge una monumentale chiesa dalla faccia arcigna. Direi che somiglia più a fortezza che a luogo di culto.

“Dentro vi sono molti ponteggi, non si può vedere gran che…”, dice Paracqua che è andato a metterci naso. “Chi se ne frega, sono un mangia preti io” dico ridendo, beccandomi sul muso lo sguardo infuocato di una anziana di nero vestita proprio ad essa indirizzata. Beh, è risaputo quanto io sia un classico per le battute fuori luogo, ahi ahi ahi…

54 favriacross 079Il giro è purtroppo veloce e limitato perché l’ora non troppo vicina all’alba ci consiglia di alzare le suole. Peccato. Non ci resta che il tempo per sorseggiare un caffè, e via di corsa verso la Cascina Rolanda.

“Posteggio a iosa”, assicurava uno degli organizzatori nel presentare la gara da Bocchino, ed infatti è proprio così; di prati dove posteggiare la Metallica ve ne sono molti. Ma dovesse piovere vorrei vedere come uscirne se non si possiede Poppolina od una Arzilla Amiat 4x4!

54 favriacross 364La cosa che pare caratterizzare queste campestri (il Cross direi essere altra cosa) organizzate dalla UISP è l’ordine di partenza “capovolto”. Da millenni (da quando cioè ci correvo anch’io) i Parinot sono costretti a levatacce boia, a correre con muscoli freddi su steppe bitorzolute e ghiacciate, a respirare il gelo non ancora sciolto della notte, a battere e preparare la pista per giovani atleti e fanciulle in fiore (beh, non tutte, vero…). Qui, sia lode a detti organizzatori, i Parinot corrono ad ore decenti, stimolati per di più dalle sculettanti femminucce.

54 favriacross 331La giornata non è delle migliori, ma neppure brutta, direi; non fa freddo, niente sole, e un cielo grigio che tenta inutilmente di distendere un sottile velo di appannamento e malinconia. Malinconia non esiste nel MondoPodismo, così colore e risa non mancano neppure oggi.

Soliti campi pieni di buse, bitorzoluti ma morbidi, ancora senza girasoli…

Non sono moltissimi gli atleti (poco più di 400), e di Podistichini neppure l’ombra, Paracqua a parte. E questo direi essere peccato, perché anche oggi è godibilissima giornata di festa.

Un nuovo luogo agreste, Agrituristico, da aggiungere al carnet delle cose da conservare. In detto Agriturismo oggi è previsto un ruspante “pranzo del Podista”, ma è impossibile convincere Paracqua; il compagno di, oggi,  mezzemerende, tiene famiglia, e non ama lasciare troppo sola Marina Berlingo, la dolce metà che teme di essere rapita dagli extraterresti.

Così, posto fine ai cliiick!, si conclude la mattinata con lo scontato perdersi fra agresti stradine di campagna, con un divertente girovagare fra cascinali profumati di letame alla ricerca di emozioni anni 60.

Lentamente, tortuosamente, serenamente, alla volta di una città che sento parecchio lontana. 

 

 

 

Ops!…   19 – 02 – 2011  

Eppure… Possibile?… Già, perso come sono dietro le 1000 problematiche che assillano il Nuovo Podoandando, ho scordato la più elementare delle norme di “sicurezza Ghilead”. Cioè quella di dedicare qualche minuto almeno alla raccolta di brevi note da riprendere in seguito, passata la buriana delle fotografie su Podoandando..

Così, di già maledettamente in ritardo per tutto quanto riguarda il giornalino, ho avuto l’amara sorpresa di scoprire oggi l’assoluta assenza di qualsivoglia riga riguardante ben 4 gare: Pellerina 7-14-21 (maratonina e le varie frazioni), Scarmagno Cross, Rivarolo Cross, ed ancora Pellerina, il Cross del 23 gennaio 2011.

54 pelleBasterà prendere visione delle fotografie scattate per risvegliare la memoria? Almeno in minima parte? Oppure è meglio sorvolare e mettere delle barzellette?…

     Pellerina 7-14-21… 19-12-2010

Sembra che mi ci sia recato cavalcando ilChiodo… che la giornata sia limpida ma glaciale… che gli amici siano in discreto numero… Si, è esattamente così. E come solito nelle gare dove trovo di tutto e di più il caos regna sovrano. Chi è il primo della 7 km.? Della 14 e della 21? Si, forse li distinguo i primi, ma per il resto… notte! Sono ammucchiate che gradisco poco quelle che vedono contemporaneamente impegnati atleti che si cimentano su lunghezze di percorso diverse (vedi pure Volpiano). Se non ricordo male, poi, mi ci sono recato in condizioni fisiche poco buone, tanto da restar balordo assai nei giorni successivi.

Sempre per via di quel “senso del dovere” che non poche volte mi frega, ahi ahi ahi…

54 scarmagno2     Scarmagno Cross… 9-1-2011

La prima campestre di questo 2011. Su tutto ricordo la scomparsa del libretto della Arzilla Amiat 4x4, ma è ricordo che segue detta gara in quanto solo successivamente Paracqua si è reso conto dell’inghippo. Telefonate agli organizzatori, denuncia alla Polizia, annuncio su laStampa, partecipazione a “chi l’ha visto”… per poi scoprire che era scivolato sotto il sedile della “vettura”…  Irripetibile Paracqua!

Dalle foto risulta che una discreta nebbia stagna sulla zona, che il terreno è in buone condizioni, che molti sono i partecipanti. Risulta pure che la prima partenza ha visto parecchie fotografie buttate. Freddo e giornate come questa influiscono non poco sul funzionamento di già precario di Mersì, per cui immagino in seguito un lavoro boia di tacconaggio… Eletta, dove sei? datti una mossa!

Da un controllo sommario, 5 direi essere i Podistichini questa mattina presenti. Con uno nuovo nuovo. Ma non chiedetemi i nomi: dovrei andare sulla sezione “atleti” del wwwpodisticatorino e fare una ricerca…

54 rivarolo     Rivarolo Cross… 16 – 01 – 2011

Ancora nebbiolina, è ben chiaro dalle fotografie. Mattinata umida, uggiosa, ma gara tutta nuova per noi, perciò godibile. Ancora Paracqua non ha trovato quel libretto della Arzilla Amiat 4x4 che riposa serenamente sotto il sedile, per cui, malgrado si sia “dalla mia parte”, siamo con Poppolina. Resterà senza Metallica ancora per qualche settimana, sino a che, nel raccogliere le verdure che crescono razzolanti sul pianale, solleverà il sedile per far suoi pure gli champignon…

Antico maniero ”di Malgrà” ad occhieggiare su colorati personaggi in mutande che corricchiano tutt’intorno. Volto severo, sulle sue, poco incline alle confidenze. Una storia condita di battaglie, fra Guelfi che difendono e Ghibellini che assaltano, di sangue azzurro e pure no versato sulle sue mura e nei pressi. Ora è mio… ora mio… no tu no… Ora è del Comune, e così sia.

Il parco che lo attornia è, direi, un “parchetto” fatto per lo più di prati, ma nel suo retro nasconde un boschetto ed un sentiero nervoso (incluso nel percorso gara) che dalla statale X.1.2 risale sui suoi fianchi sino a lambire il piazzalino d’ingresso del medesimo. Un ponte levatoio come a ricordare che qui si fa sul serio (ponte che direi oggi “fasullo”), ma non mi interesso più di tanto: il castello è chiuso.

Ancora una volta il nostro baldo Podistichino Paracqua si trova solo a rappresentare la squadra. Stranamente pare se ne faccia un cruccio, però queste sono gare UISP, per cui, data la tenzone UISP-FIDAL, molti preferiscono lasciar perdere. In realtà a me piacciono molto perché l’ambiente è meno affollato, più intimo e familiare.

Non vi è ragione di prolungare la permanenza in loco a gare concluse: Paracqua non è nei premiati, mentre io ho la seggiola posta davanti ad AlanDrake che mi attende…

54 pellecross     Pellerina Cross… 23 – 01 – 2011

Ahi ahi ahi, questa è recente… come è possibile averla di già scordata?… Ah, vero, Podoandando… Parrebbe banale scusa, ma purtroppo non lo è, ohimè.

Ora che di Podistichini presenti ve ne sono diversi, il volto di Paracqua direi riprendere colore! Pare persino cresciuto di una spanna (dalle fotografie traspare evidente la metamorfosi, fateci caso). Certo che correre evidenziando il fatto che si fa parte di uno squadrone è cosa IN, trasforma la solitudine provata nelle precedenti – e future… – campestri in gioia piena. Dalle foto non risulta, ma ricordo benissimo di averlo sentito cantare a squarciagola “Forza Toro son tornati i tempi d’oro…”.

Per il resto ricordo di aver trascurato moltissimo la gara. Da una prima occhiata al display, Mersì mi presenta foto dai volti quasi bruciati (bellissima giornata di sole), giallognole con sfumature di color mattone. Se mai amore vi è stato fra noi, ora è trasformato in evidente, conclamato disprezzo. Già dalle prime foto scattate Mersì aveva dimostrato palese spirito ribelle: a Trana, foto della squadra rossicce, ed altre, “sparate” qua e là, dai colori bluastri, freddi. “Sono le prime, non la conosco, avrò sbagliato qualcosa…”. Ma mi illudevo: è macchina dallo spirito sessantottino.

 

 

 

54 casellecross 430Caselle Cross    20 – 02 – 2011   (1)  Se piove e mi trovo con le scarpette ai piedi sono fritto. Perciò, pedule. Non fa freddo sui campi “imbusati” per bene (sono tutti così in questa stagione), ma di tanto in tanto pioviggina, per cui oltre le pedule ecco l’ombrellino made in Cina che occhieggia dallo zainetto…

Cielo coperto, gocce a scendere che vanno e vengono, terreno morbido e bitorzoluto, lievissima foschia. Una breve passeggiata sul terreno di gara per prendergli le misure (quelle solite…), un paio di cliiick!, poi entro nel bar per un caffè.

Qualche saluto, qualche bla bla convenzionale, poi riprendo la via dei campi.

54 casellecross 470Da tempo vivo coccolato dallo stress, così che la solitudine aiuta a riflettere, a meditare su perché che in parte sfuggono ad una pur attenta indagine. Taglio i prati a casaccio, e con un moto di sorpresa scopro fossati di cui non tenevo memoria malgrado qui anni fa vi abbia corso. Si, percorso forse non identico perché l’arrivo era posto al di fuori del pratone, a ridosso dei fabbricati, del campo sportivo, però… Mah, ricordarsi… era il 1897.

54 casellecross 268Paracqua ha deciso che la partenza ad ora così tarda gli permette di dormire di più, per cui niente mezza Aspirina. Forse dovrà prenderla lui perché è venuto in bicicletta, e quando sono risuonati i rintocchi per il ritorno il cielo lacrimava. Pur se lacrime a corrente alternata, ve ne sono a sufficienza per ritrovarsi a casa discretamente annacquati. E quello è il rischio minore. Francamente amo moltissimo camminare e pedalare sotto di essa, ma considerando che con dette condizioni alcuni automobilisti perdono buona parte della vista… meglio la Metallica.

54 casellecross 095Prima gara della stagione per la Podistica, per cui le magliette arancione che si rincorrono sul percorso sono più di quelle viste alla Pellerina. Volti ormai noti (pur se i nomi …), ed altri sconosciuti. Quanti sono? Da dietro il mirino di Mersì non riesco a quantificare, ma le magliette mi paiono parecchie. Certo è che se l’obiettivo fine 2011 è di raggiungere i 200, e magari nel 2012 i 250-300… Mah… E il mio pensiero corre a Lady Lory.

Oggi non è possibile se non approssimativamente farsi una idea di come si muovono in pista i nuovi, ma nelle gare su strada ogni cosa verrà resa evidente. Qualche gara di rodaggio, poi non vi saranno più scuse. I Competitivi questo lo sanno.

Gli insulti da camionista che questa mattina si è beccata Mersì hanno provocato non poco timore negli atleti che in quegli attimi si trovavano a meno di 500 metri da noi.

54 casellecross 610Le campestri, e assai meglio i veri cross, si prestano a fotografie cariche di vitalità, di gesti atletici spettacolari; salti di fossati, di tronchi malignamente posizionati, di dossi, ponticelli ed altro. Però… però occorre rapidità di azione nel click!. Cioè, occorrono click! e non i cliiick! “telefonati” di Mersì. Di già mi aspetto, a 800 ISO, scatti senza incisività, pieni di rumore, per cui aggiungerci foto mosse se scattate da troppo vicino, foto da buttare se scattate troppo da lontano, occasioni perse perché non mi da il via libera al cliiick!, eccetera, mi rende furibondo. Ma la storia è per ora questa, per cui; o evitare le gare invernali e quelle con condizioni meteo pessime, oppure portare pazienza. Portiamo pazienza...

L’impressione che non molti siano in fin dei conti i partecipanti trova conferma martedì sera; la trasmissione di Bocchino, pur politicamente corretta, ne rimarca il relativo insuccesso. Un quasi flop perché molte sono le società che non si sono presentate, sento dire. Gara ben organizzata, percorso ottimo - si continua - logisticamente quasi perfetta, eppure come di già lo scorso anno…  tombola. E si che vi erano in palio i titoli di Campione Regionale Master di Cross…

Non è facile organizzare, e sempre più si direbbe diventare cosa difficile. Un calendario che pare in continua ebollizione, gare annullate, qualcuna spostata, ammucchiate, lotta UISP-FIDAL…  Se allargo lo sguardo includendo le problematiche politiche nostrane e, ben più serie, le fiamme che si levano dall’altra sponda del Mediterraneo, direi proprio che questo 2011 non promette nell’insieme nulla di buono.

Già, dimenticavo; 21 dicembre 2012, fine di questo sistema di cose!

Armaghedon dietro la porta?

 

 

54 saltocross 014

3° cross saltese – Cuorgnè       27 – 02 – 2011  

Una domenica, questa, ricca di gare: al Parco Ruffini, a Bra, a Borgaretto… Perché io e Paracqua al Cross di Salto? Perché il percorso è bellissimo, e Lady Lory direbbe che è una corsa “umana”, eheheh. Ambiente famigliare e amici sorridenti non bastano? Si, amici, ormai, ne trovo ovunque (potenza di Podoandando), ma ora che vivo problematiche pesanti preferisco un ambiente più intimo, raccolto. Meno chiasso, insomma, meno bla bla.

54 saltocross 274Paracqua doveva andare in montagna questa domenica, ma il nipotino Pietro ha la varicella per cui (lui non l’ha fatta) meglio evitare rischi. Egoisticamente ne sono lieto perché malgrado lo “torturi”con battute a volte pesanti, resta oggi l’amico più vicino. Lassù qualcuno mi ama, è assodato: per aiutare un amico ho trovato inaspettatamente una “valvola di sicurezza” con Podoandando (il Ghilead, con il dilatarsi di internet, esiste ormai unicamente per pochi amici, ed ha un destino segnato; senza scritti di esterni che cavolo di Diario di Classe è?), e poi ho trovato lui, il più anziano ombrellaio di Torino. Conosciuto da una vita, si, ma prima frequentato saltuariamente.

Non sono stato lasciato solo, si direbbe in sintesi.

54 saltocross 040Il meteo prevede cielo coperto con possibili rischi di goccioline sparse, così ecco lo zainetto con ombrellino made in Cina al seguito. Ed invece è sole. Evviva gli angioletti che hanno tolto la coperta!

Scesi dalla Metallica (oggi la Pandina 4x4 della figlia di Paracqua, che per un incomprensibile giro di passaggi di mano è stata questa mattina assegnata a lui), ci facciamo un caffè al bar prima di scendere sui campi gara. Niente giro del paese per le 4 foto illustrative, già fatte l’anno scorso. Meglio gli scheletrici alberi che mi attendono lungo la bella pista disegnata sui pratoni, caratterizzata da pochi zig-zag e qualche brevissima salitella.

54 saltocross 139Niente fossi da saltare questa mattina, così Paracqua non rischia di cadere come successo nella gara di Caselle, eheheh.

Mentre Paracqua corre ad iscriversi, faccio un giro del percorso alla ricerca di postazioni cliiick! possibilmente diverse da quelle sfruttate lo scorso anno. Ma il problemino è, assai evidente nelle giornate come questa, il controluce. Qui bello ma no… qui bello ma no… qui… Boh, forzo la mano qua e là per rendermi conto, una volta scaricate le foto su AlanDrake, che le posizioni migliori restano quelle scelte lo scorso anno.

54 saltocross 435Il peggio, però, sarà domenica a Trana. Dove potrò mettermi che ancora non sia stato? Dovrei far restaurare il Gilerino Sport che tengo nel box-cantina, così da poter saltare qua e là durante la gara. La motocicletta è l’unico mezzo. La bici va bene quando si segue un amico, ma è troppo lenta quando la coda si allunga e se ne seguono 600…

In fin dei conti, però, mica le vendo io le foto!…

54 saltocross 181La premiazione pare un po’ strana. Una parte qui, al ritrovo, una seconda su, nel retro della chiesa. Sento qualche brontolio…

Nessuno di noi due è premiato, eheheh, perciò la sosta del fine gara è breve: fettine di crostata con marmellata, blocchetti di Pandoro, Nutella spalmata su fette biscottate, tè, acqua ed eccetera. Ci aggiungo due parole con la graziosa distributrice del tè, ma ancora una volta niente Amaro Lucano…

54 saltocross 353Paracqua ha l’amata Marina Berlingo in montagna, per cui non ha fretta. Potrebbe persino fermarsi a mangiar fuori, in una trattoria di paese, ma purtroppo oggi sono io ad aver fretta. Oltre alle foto da sistemare e caricare su Podoandando, debbo assolutamente concludere in settimana questo numero del Ghilead, per cui si torna.

Senza prima, però, passare da un paesino agreste dove un amico suo tiene la casa di campagna. “facciamo una fotografia, così sarà contento”.

54 saltocross 533Non ricordo il nome di questa frazione agricola, ma ricordo lo stringimento di cuore provato. La si raggiunge attraversando il greto di un torrente, superando un guado. Oggi asciutto ma, dice Paracqua, nei giorni di piena il paese resta a volte isolato…

Vecchie case incollate una all’altra, dalle mura segnate dal tempo, grigie e tristi pure in una giornata di sole, stradine sterrate strettissime, che proseguono a zig-zag incuneandosi attraverso cortili come violentando l’altrui intimità, per poi proseguire fra i campi trasformandosi in viottoli, tratturi.

Non è ora tarda, siamo attorno a mezzogiorno, ma non vedo anima viva pur attraversando cortili. Un silenzio di tomba tutt’intorno che la Metallica prende a martellate.

Non un umano, non, che so, una gallina, un coniglio, un gatto… Neppure si vede, e pazienza, ma neppure si ode il bau bau di un cane; pare un paese abbandonato da 200 anni, lasciato all’incuria del tempo, non ancora scoperto e colonizzato dagli extracomunitari.

Dopo mille giravolte Paracqua ferma la Metallica nell’ennesimo cortile. Davanti a noi, però, questa volta prati. “Ecco, questa è la casa del mio amico. Devi fotografarne solamente una parte: questa. Il resto non è di sua proprietà…”.

Qui, miracolosamente, l’apparizione di un gatto riconcilia con la vita…

 

 

 

54 meb 031Mangia & Balla    04 - 12 - 2010  

“Innanzitutto vi saluto tutti quanti. Mi ha fatto molto piacere che avete aderito come sempre al mio invito. Vi ringrazio veramente di cuore perché è una serata in cui io ci tengo. Vent’anni che l’organizzo. La organizzavo con il GSPT, la organizzo anche con la Podistica Torino. Anzi, è un modo in più per aumentare anche un po’ i podisti e gli amici e i parenti… Come sapete, con questa serata forse la nostra società chiude in bellezza perché abbiamo fatto una bellissima festa 15 giorni fa e sicuramente è stata una cosa alla grande, perché la Podistica Torino quest’anno veramente si è fatta rispettare.

Vediamo stasera di chiudere in bellezza, speriamo di divertirci tutti quanti eeeee… una cosa la volevo dire… Io devo ringraziare innanzitutto Alessandro e la moglie che hanno fatto un serviziooo… e lo ringrazio a nome di tutti i maratoneti perché veramente… Mi avete commosso con quel servizio che avete fatto; veramente bello, complimenti.. E poi un’altra cosa la posso dire: stasera abbiamo due belle ragazze che fanno il loro onomastico, e noi facciamo un bell’applauso: Barbara Casetta e Barbara Pinto! Approfitto per, visto che siamo in clima natalizio, vi faccio gli auguri di buone feste, che ci sia un anno migliore di questo, ma più che altro vi auguro tanta salute, che è la cosa migliore che c’è. Così possiamo correre e…

Auguri di buone feste, buon natale e buona serata a tutti quanti”.

54 meb 008Beh, quanto sopra è l’unica cosa che conservo nitida e intatta del Mangia & Balla: le parole di saluto e gli auguri del Piccolo Lord, grazie alla sia pur capricciosa segretaria digitale.

Mi trovo oggi a combattere con una serie di problematiche riguardanti il Nuovo Podoandando (ancora incompiuto, se pur nascostamente in rete), problematiche diventate ormai l’unica cosa ossessivamente presente nella mia mente.

Andrea ha tardato nel mettersi in moto sottovalutando l’impegno richiesto da una impresa che lo vedeva per la prima volta impegnato, ritardo a cui si sono sommate le resistenze di una piattaforma, Joomla, restia ad accettare soluzioni che non siano quelle da lei proposte.

Da aggiungere altri non pochi eccetera eccetera in funzione di ciliegine sulla torta.

Una disinteressata offerta di aiuto, la sua, che però si è per me (e per lui pure) trasformata in incubo. E quintali di stress.

Alla luce di questo andare ogni cosa è diventata lontanissima preistoria, per cui mi scuso delle lacune nello scritto, composto su AlanDrake sabato 15 gennaio 2011.

54 meb 021Nel timore del traffico parto presto da casa, e presto giungo alla soglia dell’Holiday Planet. Mi metto comodo abbassando leggermente lo schienale del sedile, e lascio libera la mente di vagare dove meglio le pare. Non di rado in questi ultimi mesi dell’anno provo il desiderio di uscire dallo stress riprendendo a disegnare, e magari svolazzare sulle ali di qualche vergine melodia. Così inizio a tambureggiare sul cruscotto cercando un ritmo, e piano piano mi ci immergo sempre più tanto da sprofondare in un sonno profondo… destato presto – mi pare – da un batter sui vetri che mi fa fare un salto sul sedile; è Vietcong Farese, con la dolce metà ed una coppia di amici ad accompagnarli. Due passi nel supermercato cinese posto lì accanto, l’acquisto di qualche aggeggio tipo “pila-da-tenere-in-macchina”, poi si entra nel ristorante-pizzeria.

54 meb 025Il Piccolo Lord questa sera ne ha studiata una divertente assai: l’assegnazione dei posti a tavola! B come Barbanera, che si trova alla destra di A come Apollonia, ed alla sinistra di C come Costantino. Poi E come Ermete che alla destra trova F come Fredegondo ed alla sinistra D come Dagoberto. Ancora H come Herbalife, che si trova sistemato tra G come Gesualdo e I come Ignazia. E via così andando, con i più giovani a partire dalla R di Rosmunda alla Z di Zeiss. Siamo poco più di una trentina, così ai giovani restanti assegna dei numeri…

54 meb 022Il gioco divertente consiste nello sparigliare le coppie. Ad esempio portare la H di Herbalife vicino alla L di Lucrezia, la E di Ermete accanto alla I di Ignazia e così via. E’ un andar di sedie da far paura! L’ultima sedia vagante trova infine riposo proprio davanti a me; sono circa le 22,30 quando Adriano Bosticco detto Adriano Bosticco vi si siede.

E’ l’ultimo arrivo (noi siamo ormai al caffè…) ma è pur vero che non da Asti arriva questa sera, bensì da città lontane (Milano forse?). Onore al suo desiderio di dividere con noi questa serata di festa. E sarà uno spettacolo vederlo più tardi piroettare nelle danze come e meglio di un professionista! Una bomba di energia.

Sono miracolosamente riuscito, con il vitale sostegno di Vietcong e Lisa, a bloccare la mia seggiola a pochi minuti dall’arrivo prima portata. Cena salva per un pelo.

Alla mia sinistra Vietcong, alla destra la dottoressa Vadatranquillo, con al fianco la figlioletta 16-18enne. Di fronte, come detto, Adriano Bosticco detto Adriano Bosticco.

54 meb 042Poco sulla sinistra Lisa Vietcong, poco sulla destra Herbalife. Ed è uno scoppiettare di fuochi artificiali! Qui chiedo perdono a Lisa e Roberto, ma l’accoppiata Herbalife-Vadatranquillo è una di quelle che ti assorbe del tutto, che non ti lascia dormire. No, non si parla di autopsie fatte su cadaveri ancora viventi, di persone fatte a pezzi con la motosega da medici senza scrupoli, e neppure di prodotti tiramisù e derivati. Beh, vi è pure di questo, vai, ma non solo e non di più. Si tratta di un mitragliare di gag esilaranti, di un ritorcere e capovolgere leggi consolidate come quelle della gravità, di trasformare un giorno qualunque in una notte trascorsa con Shakira. Insomma, per farla breve: non ricordo di essermi mai divertito tanto!

54 meb 047Dovrei a questo punto approfondire, indi allargare l’orizzonte, spingere lo sguardo oltre i volti vicini, ma… il non ricordo dilaga, si espande a dismisura! Si, mi sono alzato per le quattro foto a fermare il “momento”, questo me lo ricorda Mersì, ma sinceramente di altro non ho che vaghe e tremolanti ombre a dirmi che quella sera ero lì presente.

Figure che si dimenano sulla “pista”, un “karaoke” messo in moto da chissà chi e qualche voce da far accapponare la pelle… Un caffè. Poi saluto, raccolgo le macerie e mi avvio verso l’uscita: domattina mi attende la Pellerina.

Ricordo ancora di essere uscito sotto lo sguardo severo e indagatore del, presumo, titolare della bottega: avrà compreso che la bottiglia d’acqua che timidamente tenevo per mano conteneva in realtà un ottimo frizzantino?…

E per parlare di foto: mi ci sono avvicinato per tagliarle e tradurle in bianco-nero così da inserirle nello scritto, ma… orrore! A colori sono schifezza, ma tolto quello risalta da morire il rumore. Ogni viso diventa maschera, così, tolte le uniche non scattate al tavolo, ho lasciato quella del Piccolo Lord, l’organizzatore, a testimonianza di quanto sostengo.

Lord Pullano è un vecchio amico, e sono certo che non se l’avrà a male; un esempio dovevo pur metterlo, eheheh.

 

 

 

54 prem5195Pranzo-premiazione    21 – 11 – 2010

Eccoci qui giunti dopo un lungo e periglioso cammino. Con la gara di san Paolo Solbrito si sono chiusi i giochi, ed oggi vengono assegnati i sudatissimi premi.

La giornata non è al top, condita com’è da una leggera pioggerella che – ormai pare un classico di questi giorni – va e viene. Ma non è gara, per cui all’interno dell’ampio locale posteggio la carcassa molto serenamente.

54 prem5205Ora dovrei scrivere di questo e di quello, della bella atmosfera che si respira, dei campioni premiati, dei sorrisi che illuminano ogni angolo, delle chiacchierate con Lady Lory e con pochi altri, ma che senso avrebbe? Non ho percepito il momento come vissuto accanto la società, sono rimasto appartato come un qualsiasi invitato esterno, un amico di un amico qui invitato dall’amico. Con il presidente che mi saluta con un “buongiorno”.

54 prem5206No, potrei scivolare nella polemica di basso profilo. Ormai la “gerarchia” l’ho sbianchettata come hanno fatto loro con Podoandando ed il sottoscritto, anche se nell’occasione – era presente Alex accompagnato da un politico che successivamente ha premiato i primi tre – coda-da-un’euro (ora da… due euro) si è sbilanciato in un generico ringraziamento a Podoandando per l’ospitalità da esso offerta sino a metà settembre. Senza pronunciare nomi, come bastasse ignorarmi per cancellare quello che ho dato.

54 prem5209Bravi finché vuoi nel condurre la squadra, non ci piove, ma… ma pure eccessivamente ripieni di se e non poco rancorosi verso chi non ha accettato di assecondare il loro desiderio: gestire Podoandando.

Lo scorrere delle ore è lieve. Consegno qualche Ghilead, ma soprattutto chiacchiero con Lady Lory. Il punto principale del bla bla verte intorno alla sua fuga dalla Podistica.

Dopo quella di Gilles Favilles, pure lui co-fondatore della società, pure lui nel direttivo ed il primo a comprendere l’essenza incompiuta di tante parole altisonanti, ora se va bene, si fa per dire, pure lei mi lascia solo. Malgrado le apparenze disincantate mi affeziono spesso alle persone che mi sono accanto, per cui gli addii mi turbano. Ma pare quasi irremovibile, e quel “quasi” sta a significare che pure lei è dispiaciuta e forse in cuor suo non vorrebbe essersi sbilanciata tanto. A volte mi pare di averla convinta a non lasciare, ma qualche minuto dopo mi devo ricredere. Pazienza. A bocce ferme (ora che scrivo è il 28 gennaio), so che ben ben ben difficilmente andrà nel GSPTtorino, società che sopravvive grazie al fatto, così mi ha detto un amico che in detta squadra milita, che gli atleti per farla restare in pista si sono autotassati.

Non prendo nota dell’ora in cui alzo il sedere dalla seggiola per deporlo sul sedile di Poppolina. Per una somma di cause sono preda della malinconia, e la giornata che volge al termine non mi aiuta affatto.

L’unico lampo di luce che conservo negli occhi è l’occasionale visione della figlia di B & B…

Ora servono un po’ di barzellette da mettere in terza pagina, così da iniziare sorridendo questo n° 54 ns del Ghilead…

 

 

 

Assemblea Podistica Torino   12 – 01 – 2011   

Curioso sono curioso, così con il fido Paracqua scendo in via Moretta sul presto. Prima tappa, non ho cenato, alla pizzeria Alba per una doppia porzione di farinata, poi 4 passi digestivi nella zona. Quando ci fermiamo al 55 già sono presenti Vito Catozzo, Ex Kerosene e Alberghina X, che accompagna un ragazzino, Davide, novello Podistichino.

Pochi minuti di attesa e giungono GianCarlo, Alì BlaBla e Gianfranco Vivirito con un carico di scatoloni e pacchetti dall’evidente contenuto “pastificico”. Questa sera si mangia e si beve, come è giusto che sia in una società d’elite.

Il presidente evidenzia chiari segni di nervosismo quando, appena entrati e visto un salone spoglio, dico ridendo: “Questa sera tutti in piedi!…”. La risposta, di cui memorizzo essenzialmente il tono all’aceto-di-vino, è del tipo: “Non si cominci con il rompimento di balle”. Chiaramente frase esposta in modo politicamente corretto, che lui non è della mia pasta, ma il senso è questo.

Le seggiole ci sono, ma sono chiuse in una camera (con ampi vetri a evidenziarle) ricavata dal salone medesimo. Il Gian si trova in difficoltà con la chiave, e chiaramente, vista la palese agitazione che pare assalirlo quando gli sono vicino, penso bene di non risparmiargli una nuova battuta: “Spacchiamo un vetro!…”. Si, lo so, sono non poco rognoso quando mi ci metto, eheheh. Lui si vendicherà più tardi dicendomi che non posso votare perché non sono nessuno, e se sono lì è perché loro sono democratici e lasciano entrare – tradotto dal politichese – cani e porci…

Chiaramente i risultati conseguiti nell’anno e che il Gian va sciorinando sono molto positivi, questo soprattutto per merito – dare a Cesare... – dello stesso e di Mauro. Di sudore, non solo su strada, ne hanno profuso parecchio.

Trenta-trentacinque i nuovi iscritti, e la concreta possibilità che entro fine anno la Podistica possa arrivare a 200. Uno squadrone, il che comporta inviti a pioggia da parte di organizzatori e, si spera, condizioni di favore. Quelle che, sottolinea il Gian con tono di malcelata indignazione, non hanno riservato alla Podistica gli organizzatori della “san Matteo” a Nichelino, che si sono rifiutati di dare una borsa premio di partecipazione in più.

Ovviamente questo 2011 vedrà la Podistica negarsi a detta gara… (Non lo ha detto, ma uno dei miei 473 sensi, quello designato a leggere nel futuro, ben difficilmente sbaglia).

Due le richieste per entrare a far parte del direttivo: Mariarosa Vaccarino, moglie di Denis Regis, già nello stesso, e Teresa Dalla Valle. E qui, pur essendo stato castrato del voto, ritorno ad obiettare riguardo gruppi di famigliari stretti operanti nel direttivo (obiezione di già sollevata l’anno scorso nel caso di Barbarella ed il babbo Ex Kerosene).

“Dovremo magari prendere in esame la questione”, dice il Gian.

“Caso mai modifichiamo lo Statuto facendo in modo che possano essere chiaramente eletti anche interi gruppi famigliari…”suggerisce sorridendo Maurofon. Una idea non nuova, direi, messa felicemente in pratica da sempre in paesi ben conosciuti.

In ogni caso si vota, e la scelta dei Podistichini presenti premia saggiamente Teresa Dalla Valle. Meno male, dico fra me e me asciugando rivoli di sudore che colano lungo il viso, così non sono costretto a polemizzare…

Il programma per il 2011 è assai impegnativo e non scevro, ritengo, di mine vaganti. Una su tutte: il gazebo. Noi nel GSPTtorino questa esperienza l’abbiamo vissuta; la struttura era messa a disposizione da Venturino, ma risultava principalmente utile nelle campestri, quando cattivo tempo e freddo la fanno da padroni. Ciò malgrado era una vera pizza portarla e piazzarla. Fare questo sotto la pioggia (quando, cioè, avrebbe un motivo in più per rendersi utile), poi, è un disastro. Senza scordare che, cresci cresci, ora occorre qualcuno disposto – restando al gazebo, sponsorizzato pure per tenere raccolte le borse – a rinunciar di seguire la gara assumendo invece la funzione di “guardiano”.

E si richiede, cresci, cresci ancora, almeno un paio di babysitter a curare i ragazzini, che il solo Bordin pare insufficiente (impegno di responsabilità non lieve), qualcun altro a dare i numeri, che giustamente chi gareggia deve dedicarsi al riscaldamento, un cronometrista, che giustamente Michele ha ben altre problematiche per la testa, purtroppo.

Mah, di questo passo occorrerà vedere se il mercato offre l’opportunità di coinvolgere qualche cooperativa di extracomunitari a poco costo…

Verso le 22,30 viene dato il rompi le righe, e si da inizio al rinfresco.

Con Paracqua faccio fagotto e mi avvio verso l’uscita, quando Mariarosa mi ferma:

”Debbo chiederti un favore grosso grosso…”. Penso a tutto e di più ancora, ma nessuna possibile ragione mi viene in mente. Mi scuso per l’obiezione, ma faccio presente che già l’avevo espressa l’anno scorso, per cui mi pareva più che giusto sostenerla pure ora.

No, non si tratta di questo, è… che non vorrei più essere fotografata!”. Tutto qui? Perbacco, e che problema c’è? L’unico esistente è che io me ne ricordi, eheheh.

L’aria fresca della notte gratifica i polmoni cacciando in un colpo solo il sottile senso di disagio che in questa breve serata si è assiso sulle mie spalle. Per quanto io sia uno che si scuote la polvere dai calzari con estrema facilità, trovo pur sempre malinconicamente triste riscontrare in chi si è sorretto fraternamente tanta acredine e ingratitudine.

Già, mai attendersi troppo dalla vita, specie quando si è “bravi” e di spirito libero. Debbo crescere e farmene una ragione.

Sento al mio fianco Paracqua borbottare: “E’ perché le hai dato contro…”. Chi, Mariarosa? Figuriamoci bastasse così poco. Ma Paracqua pare ormai lanciato lancia in resta; se io avevo qualcosa sulle spalle, lui pare avere qualcosa sullo stomaco:

“Hai sentito come ti hanno trattato? Domani debbo andare da Mauro a portare gli euro per l’iscrizione, e gli dico quello che penso…”.

Ecco, ora mi tocca fare pure il pompiere: “Paracqua, lasa perde; non lo vogliamo gridare forte e chiaro un bel ma-chi-se-ne-frega?!!!, ahahah”.

 

 

54 noire001

Noire revival   08 – 12 – 2010  

La telefonata di Paolo mi coglie di sorpresa: “Ho pensato di organizzare una “gara” sul vecchio percorso di quella sociale, conto sulla tua presenza…”. Una gara? Mi venga un colpo; un revival! Già, peccato che… “No, farai delle foto, poi tutti a pranzo. Ci saranno Remo, Battuello, Di Donna, Pino Carello ed altri della vecchia guarda. Anche Renato De Palmas. Poi ci sarà mio figlio Andrea, che viene su da Milano con alcuni della sua squadra. Loro faranno un giro di allenamento, e se qualcuno di noi vorrà fare qualche km…Poi tutti a pranzo”.

Ancora un pranzo… Ormai potrei benissimo farmi chiamare Obelix Somadaj.

54 noire005Guardo sconsolato giacche e calzoni, le “mude da festa” anni 60. Ce ne fosse una che ancora mi vada quasi bene! Delle giacche neppure riesco ad accostare sul davanti l’abbottonatura: manca una spanna, e sui calzoni è meglio stendere un velo pietoso di silenzio.

Le tengo più che altro per dare decoro all’armadio: le buttassi resterebbe nudo.

54 noire016Per tali abbuffate mi appoggio ormai unicamente alla “tuta di Tuciu”, la mia povera sorellina mancata una decina di anni fa. La uso domenicalmente nella stagione fredda per i servizi su Podoandando, ed è come avere la sorellina ancora con me. Me la sento OK, è carica di ricordi belli, ricordi che si sommano al fatto che i calzoni hanno l’elastico…

54 noire018Ritrovo fissato poco prima delle 10 sulla piazzetta che si trova dopo circa un km. e mezzo dall’inizio panoramica. Verso Superga. Paracqua ieri ha telefonato mostrandosi indeciso; non ha mai corso per Noire e teme di trovarsi a disagio. Tenerezza.

Quasi quasi, aggiunge ai miei: “fate furb!”, verrebbe su in bicicletta. Poi la notte porta consiglio ed il più anziano ombrellaio di Torino sale in vetta cavalcando l’Arzilla Amiat 4x4. Peccato rifiuti l’invito di Paolo ad aggregarsi per l’abbuffata. Poi, trascinandomi da parte, mi confida che “Due giorni fa sono stati scorti degli UFO sostare sopra via Sesia, capisci? Temo per le sorti di Marina Berlingo…”. Già, come se lui fosse Mazinga! Speriamo sia un falso allarme, che non si cacci nei guai con persone sconosciute…

54 noire025Mentre Andrea e compagni di squadra, Bruno, Pino e qualche donzelletta sgambettano, e l’ammiraglia con fotografo a bordo li segue, con Paracqua e due baldi giovanotti anni 50, Gianfranco Gribaudo e Renato Paglialonga, ci facciamo una distensiva passeggiata sino al pennone. Si chiacchiera di sport, e così faccio la scoperta dell’“hockey subacqueo”. Cose da pazzi; dare legnate ad un disco di 20 chili che scivola sul fondo della piscina!

Ed a sentire Gianfranco pare gioco divertentissimo. Sarà, ma pure privo di un sano e pungolante tifo. Al che ho proposto una versione “esterna”: scarpe galleggianti e palla al centro. Almeno si può godere dalle tribune della piscina di una certamente spassosa partita (e non vi è la necessità di trovarne una profonda 2 metri e dal fondo piatto… ).

Sono pazzi questi PodoHockeysti subacquei...

54 noire035Dopo l’allenamento e la passeggiata assisto, poco prima di scendere in trattoria, ad una trasformazione dell’ammiraglia: su il portellone e voilà! il bar! Coca Cola, aranciata, acqua minerale, tè. Ed a me, che sono uomo vero, frizzantino. E vado subito in bambola!

Si comincia, sorso dopo sorso, con il sentirsi leggeri, quasi svolazzanti, tanto che ti devi concentrare per evitare di prendere decisamente il volo. In coscienza ti rendi conto che il solo volo possibile sarebbe quello che ti conduce fra le tese braccia dell’asfalto, per cui stringi i denti e tenti di assumere un minimo di apparente normalità. Rallenti per quanto umanamente possibile il “sorseggiamento” (buttarlo mai. Mi parrebbe offesa non da poco all’amico che tanto si è prodigato per organizzare questa bellissima rimpatriata. E poi, diciamolo, non mi dispiace affatto).

A stomaco completamente vuoto (riuscissi a fare un minimo di colazione…) è come mandar già mezzo litro di vodka: una martellata in testa!

54 noire038Gli amici si avviano alla spicciolata lungo la via che conduce alla trattoria, mentre Paolo il barista sistema ordinatamente quanto sopravvissuto nell’ampio baule dell’ammiraglia-bar. Siamo gli ultimi, così, con la scusa che non conosco il prefissato luogo della pappa, lo prego di andar piano sì da non perderlo di vista. Francamente abbasserei ora il sedile di Poppolina e aspetterei con calma di smaltire i fumi, ma… sono un uomo, che diamine!

E poi anche oggi non ho al mio fianco una briciola che sia briciola di Coniglietta-Velina-Badante, che ci starei a fare qui da solo?

Comunque il sedere è dalla mia anche oggi perché nessun vigile mi ferma per la prova palloncino. Mi avrebbero portato a smaltire i fumi al “fresco”, altro che ritiro patente e confisca di Poppolina, ahahah.

Veleggio sino alla Unione Familiare Reaglie in un mare di bambagia, con la rude Poppolina che pare diventata ora un Hovercraft. Scivola via liscia come l’olio, fantastico.

L’entrata al posteggio è discesa ripida assai, e nell’ampio piazzale situato in basso ogni più piccolo spazio è occupato. Vi è ancora, però, un buco e mezzo in una stretta piazzola a metà strada, e mi ci infilo. Perfetto. Ora mi basterà riempire la pancia così da assorbire del tutto il frizzantino…

54 noire039Eh, magari… Sorseggio acqua, mangio a più non posso, ma quella leggera condizione di testa vuota (non fate gli spiritosi) non mi abbandona. Mi sento persin troppo bene, così mangio e sfarfallo qua e là a scattar foto. L’amico podista-fotografo di Andrea è chiuso contro il muro, impossibilitato a muoversi, così, visto il mio brandare, mi porge la reflex per fotografare la sua tavolata. Non ho guardato marca e modello, però che gran vedere dal mirino! Impossibile sbagliare. Rapidissima no, ma chiaramente la separa un abisso da Mersì. Ora non vedo l’ora di possederne una anch’io!

Le ore si restringono come i miei calzoni anni 60 riducendosi a dimensioni-minuto che squagliano nel mare dei bla bla, bla bla il cui brusio rimbalza sulle pareti del salone acquistando dinamica forza. E più che ad una risacca nei suoi momenti, viene tradotto ed interpretato dalle mie orecchie come quello fantastico delle formula 1 a pochi secondi dal via.

E’ un brusio del tutto smarmittato, armonia di bocche-cilindri che cantano all’unisono melodie sportive, tracciano note e crome ad illustrare traguardi di ieri e di oggi.

54 noire054E’ pure un revival che mi conduce malinconicamente ad almeno 25 chilogrammi fa, quando gli allenamenti erano forzatamente discontinui, segnati crudemente dagli impegni del lavoro autonomo.

Nessun orario mai, nessuna possibilità di “combinare” con amici, tanti giorni “senza”. Eppure ciò malgrado le gambe spingevano oltre le “Colonne della Creazione”, conducevano a sensazioni di gioia indescrivibile, elevavano spirito e mente sino a condurmi nelle vicinanze di Dio.

Ora – prima parte esclusa… – queste sensazioni le vivo unicamente nelle passeggiate in montagna, pur con tutte le limitazioni cui devo oggi forzatamente sottostare.

Andrea Noire e gli amici di Milano sono i primi ad alzare le chiappe dalle seggiole, ma presto li seguono anche gli amici di Torino. Il pomeriggio sta ormai entrando nelle ore che precedono la sera.

Un saluto agli amici, un grazie di cuore a Paolo e Marisa per quanto ci hanno offerto, e la richiesta di fare diventare il Revival appuntamento annuale fisso. Ovviamente studiando la formula del “ognuno paga la sua parte” onde evitare la chiusura fallimentare delle Arti Grafiche Noire, eheheh.

54 noire040Ancora grazie, Paolo, grazie Marisa per le bellissime ore che mi avete regalato.

54 noire045L’aria fresca che trovo all’esterno del locale non pare influire più di tanto sull’ancora vaga sensazione di testa vuota. Sono francamente un po’ stupito e disorientato; oltre quel bicchiere di frizzantino, di vino non ne ho bevuto più. Pressione troppo bassa? Troppo alta, forse? Sto per caso invecchiando? Sinceramente, avessi fiducia nei medici mi farei guardare; si sa mai. In ogni caso mi spiace non avere con me il comodissimo “ciapapresiun” da polso; mi sarei tolto un pensiero. O forse avrei fatto il pieno di altri?… In ogni caso è sensazione che mi coglie impreparato.

E la scena a seguire è il colpo di grazia.

Forse potrei voltare Poppolina, ma il “piazzalino” è stretto e vi sono altre vetture.

Remo Perotti “Podistino” pilota la mia retromarcia. “Vieni pure più in qua… Allarga… Stringi… FRENA!!!…”. Blocco il sedere di Poppolina a meno di un millimetro dalla ringhiera che separa la discesa dal basso piazzale-posteggio!

Ora ho la Metallica messa di sbilenco sulla ripida pendenza ed un paio di problemini: ringhiera dietro e muretto davanti. Non posso retrocedere di un millimetro, ma debbo avanzare piano perché non so se passo senza strusciare. Ed allora cosa faccio? Frizione e freno schiacciati a fondo… indi in una frazione di secondo mollo il freno, do il gas rilasciando lentamente la frizione (il punta-tacco non lo ricordo più…). OK, solo che con gas a tutta e frizione parzialmente staccata il risultato è scontato: avanzo piano, si, non urto cosa alcuna, si, ma avanzo tra una nube di fumo e puzza di frizione bruciata!

Vedo la faccia stupita di Remo, odo ancora il suo: “Attento, dietro hai Renato!”, poi mi ritrovo con il naso rivolto verso casa…

Non mi resta che seguirlo prestando la massima attenzione.

 

 

54 queyras 5868

Queyras: il lato “B” del Monviso

Il Monviso “il Re di pietra” abbiamo avuto l’opportunità di osservarlo sia dalla pianura che, più d’appresso, dal Piano del Re dove giunge la strada di fondo della Valle del Po, dal rifugio Giacoletti ai piedi del Visolotto, da quello stupendo belvedere che è il Viso Mozzo, e poi dal rifugio Quintino Sella da dove partono gli scalatori per salire la via normale del nostro monte ed infine dal rifugio Vallanta da dove è evidente, sul fianco quasi sulla vetta del Viso, il “dado di Vallanta” curiosa cubica formazione rocciosa.

Vetta importante che risalta, nei giorni di buona visibilità, sulla pianura piemontese ed in particolare per le vie alpinistiche realizzate sulle sue pareti ed, infine, rilevante per i frequentatori della montagna la salita di tre notabili piemontesi che, sulla vetta, ebbero l’idea di creare il Club Alpino Italiano a copia del già esistente britannico Alpin Club.

54 queyras 5898E il suo “lato B”?  Ecco l’occasione di ammirarlo durante una breve vacanza nel francese Parco Naturale Regionale del Queyras.

È dalla Valle del Guil, facilmente raggiungibile da Torino via Colle del Monginevro, Briançon e il Colle dell’Izoard e poi fino a Ristolad, sede delle nostre vacanze, e fino al fondo valle in auto.

Di qui abbiamo proseguito fino al termine di una lunga strada sterrata, chiusa al traffico e generalmente servita da una navetta che per un’interruzione della strada stessa era al momento indisponibile, continuando poi su facile sentiero fino al refuge du Viso.

54 queyras 053La giornata non è molto propizia; tra nuvole e nebbie ecco emergere le caratteristiche sagome del Viso e del Visolotto. Avendo più tempo a disposizione, dal rifugio si può raggiungere il noto tunnel “buco del Viso” scavato e utilizzato in tempi antichi per il trasporto del sale dal mare all’Italia evitando così il difficoltoso ed esposto, soprattutto in periodo invernale, passo delle Traversette.

54 queyras 5866La descrizione di questa interessante escursione mi dà modo di accennare alle bellezze naturali raccolte nei suoi solchi vallivi del parco del Queyras, verso Saint Veran, Ceillac e Guillestre da cui si dipartono numerose valli laterali che risalendole raggiungono il confinante spartiacque con le valli piemontesi del Thuras, del Germanasca, del Pellice, del Po e del Varaita e con la valle dell’Ubaye in territorio francese.

54 queyras 5906Le valli sono per la maggior parte ricoperte da estese praterie e da boschi di latifoglie e di pini, abeti e larici che nel periodo della nostra visita, agosto avanzato, erano ancora verdissimi e rigogliosi.

Interessanti sono alcune località storiche come il Chateau Queyras e il Mont Douphin.

54 queyras 042L’area presenta la possibilità di numerose escursioni e anche salite di carattere alpinistico. Oltre al Monviso e i suoi satelliti, presso il colle del’Izoard, svetta l’ardita cima del Pic de Rochebrune o verso Saint Veran la scura vetta della Téte de Tuilles sul confine piemontese che da quel lato prende il nome di Roc della Niera.

Alcuni “3000” sono facilmente raggiungibili dal Colle dell’Agnello sulla strada che collega il parco con la Val Varaita. Non numerosissimi i rifugi alpini, tre dei quali abbiamo visitato in altrettante gite.

54 queyras 5882Tra le escursioni è interessante scavalcare i colli con le valli nostrane e facilmente realizzare dei “tour” o trekking di più giorni appoggiandosi ai rifugi di là esistenti. Tra l’altro il refuge du Viso fa parte dei rifugi base del percorso del giro del Viso. Anche il parco possiede un lungo percorso indicato come “Tour del Queyras” che ne percorre l’intero perimetro.

L’area è attrezzata anche per gli sport invernali con alcuni impianti sciistici. Le estese praterie permettono sicuramente di effettuare percorsi scialpinistici o camminate con le “ciaspole”.

Durante la vacanza, i rari giorni di riposo li abbiamo dedicati alle interessanti visite dello storico Chateau Queyras e del caratteristico paese di Saint Veran con le sue numerose meridiane dipinte sulle tipiche abitazioni di alta montagna.

È opportuno, a questo punto, esprimere le nostre sensazioni sul luogo, le nostre impressioni sull’ambiente raccolte durante i pochi giorni di soggiorno. Di certo non si tratta di località per chi cerca divertimenti diversi dal godere del verde, dei monti e della compagnia. Tranquillità soprattutto è una delle caratteristiche in particolare della piccolo paese dove eravamo alloggiati. Pochissime auto ed una navetta che ci accompagnava al paese più grande dove si poteva fare compere.

È risultato un distacco netto, un isolamento dalla vita cittadina tale da ristabilire un contatto diretto con la natura ancora sufficientemente intatta tale da trarne un beneficio da protrarsi anche oltre il periodo li trascorso.

                                                                                             GeoSergiulin Carletta

 

 

 

54 marco 1www.capurromrc.it  Un sito da visitare

 

      Figlioli

MAH!

Capelli...!

Una cascata di capelli....

scuri e folti come una grossa anaconda olivastra, e sotto un corpo flessuoso e pieno come quello di una ninfa delle piante, mentre sguazza, nuda come la prima volta che l'ho vista, nell'acqua sciabordante della nostra vasca triangolare.

Due occhi pieni di luce di un colore incredibile che mi guardano, attenti e sospettosi, mentre siedo sul gabinetto.

Capisco che ha sempre un po' paura.

Ha paura che stia male, che muoia, che non sia più dietro le sue spalle.

Beh, sono malato e con quel ca..o di terapia ogni tanto mi mancano le forze.

Credo di capirne le ragioni più pratiche....., ma non so perché Lei e l'Orsetto riescano a farmi sentire così stupidamente amato.

L'Ursus spelei della mia vita.

Un gigante dagli occhi di pietra, che sembra vivere in un mondo diverso, pieno di suoni e di luci oltre la gamma del visibile e dell'udibile.

Ma vicino, così vicino da averlo sotto pelle.

Un figlio mio, altro da me ma di cui sono un pezzo, una parte, forse una proiezione.

Nella mia vita ho sbagliato quasi tutto, eppure continuo a guardarmi negli occhi tutte le mattine e non riesco a sentire vergogna o disagio.

54 marco 2Vedo riflesso un imbecille di quasi cinquant'anni, capellone, con due occhi limpidi e beffardi, intelligente abbastanza da capire che imperfezione e dolore fanno parte della vita, testardo a sufficienza da credere che con la buona volontà e la pazienza a molti problemi si può dare soluzione, ma troppo stupido per farsi soltanto i fatti propri e per evitare di commuoversi per la generosità o per il sacrificio degli altri.

I miei due figli sono belli, intelligenti e profondamente umani.

So di esserne scioccamente orgoglioso.

So che hanno dei difetti, delle debolezze.

Li vedo soffrire ed urlo spesso (nella mia mente) contro la mia incapacità di dare Loro sollievo.

Solo...... non so perché mi amino.

Si dice spesso "per lui/lei mi butterei nel fuoco".

E' un modo di dire; una frase fatta che significa la propria disponibilità a sacrificare se stessi a pro' di un'altra persona.

Di certo se volessero il mio denaro o le mie proprietà non avrebbero bisogno di eliminarmi per ereditare.

Ne discuterei un poco per comprendere le Loro ragioni e per farLe comprendere a Loro e poi trasferirei i Loro "desiderata" nelle Loro mani.

Ma Loro non vogliono nulla di mio.

Vogliono me.

E questa è la cosa più straordinaria della mia vita.

 

      Di sera

Alle undici di sera, mentre sto sonnecchiando davanti alla TV, Lui si presenta con due o trecento volumi di merceologia e/o tecnica bancaria e mi guarda con indicibile odio ed implacabile disprezzo.

Un senso di angoscia mi pervade da sotto le palpebre, che continuo disperatamente a tenere chiuse fingendo di dormire.

54 marco 3NO...!?!

L'alta e possente figura mi sovrasta e devo cedere alla metafisica violenza.

Mi tirò su e, guardandolo con affettuoso e consapevole sospetto, Gli dico cordialmente : "Che c'è, Gabriele ?".

Il Mostro in circa tre secondi mi espone un migliaio di operazioni commerciali diverse, mi fa visionare cinquecento rilevazioni contabili e mi rende partecipe di alcune Sue terribili problematiche legate alla Prof. di Francese.

Mi viene da vomitare!

L'affetto mi guida e, senza aver capito assolutamente un ca..o, Gli recito alcune formule consolatorie.

La gigantesca Belva sembra quietarsi e, pur ringhiando oscure minacce relative alla Sua presenza a scuola l'indomani, si allontana.

Chissa?

Forse mi riaddormento.

gennaio '91

      Succubo?!

"MARCO. . .!!!"

Sobbalzo e ml rizzo seduto, scaraventando via le coperte.

La testa mi urla e non ci vedo un ca..o.

Poi mi accorgo che sono le tre del mattino.

E' notte fonda ed io sono a letto.

Soltanto un incubo, perbacco!

54 marco 4Mi ricopro cautamente con le coperte e cerco di riassopirmi.

"MAARCOOO...???!!!"

Dio mio! non è un incubo.

Cado dal letto e striscio verso la voce.

Nell'arrivare sulla porta del Suo bagno cerco di tirarmi su e, barcollando, Le chiedo: "Che c'è Anto?".

"STO' MALE!....MALISSIMO!!?!!...

portami dell'acqua.

Come puoi dormire mentre sto male, STRONZO!

dammi una sigaretta,

Perché sei così indifferente, FALLITO!

La carta igienica per favore.

Ora vattene CRETINO, che ca..o stai a guardarmi sulla porta."

Con gli occhi sbarrati ed ormai completamente insonne penso con orrore che mancano solo quattro ore per andare a lavorare, quattro mesi all'estate, quattro anni alla Fine e mi chiedo perché sono così stupidamente agnostico.

Se almeno fossi credente potrei chiederGli di anticipare la Fine.

 

      Marco, un amico incontrato anni fa girovagando su internet alla ricerca di raccontini da pubblicare. No, non l’ho mai contattato, ho semplicemente vissuto il suo lottare, il dare libero sfogo al dolore che ne violentava il cuore, il grido di chi non voleva lasciare il suo bene più grande, la famiglia, ma che si sapeva condannato.

Di tanto in tanto passavo a trovarlo sul sito, un sito con molte, interessanti porte aperte su temi diversi.

Uno scrivere disincantato, ironico, lucido, arricchito dei suoi fantasiosi, umoristici pur se “tragici”, disegnini.

Come una ricerca di motivazioni, la sua, un volersi allontanare da quel mostro che ne aveva intaccate le carni e ne minacciava lo spirito. Quella volontà, per me manifesta, di voler lasciare una traccia di se, un ricordo per i suoi cari e gli amici, un volersi negare al nulla che incombeva.

Mi chiedevo, scorrendo le pagine alla luce dell’ultimo raccontino pubblicato, del suo o meno sopravvivere alla lotta. Con la solita leggerezza passavo oltre, sino a che, ritornandoci qualche mese fa, ho approfondito digitando su Google il suo nome: Marco Capurro. Era deceduto nell’agosto del 2008, poco più di quattro mesi dopo questa sua. Così, come per salutare un amico, ho pensato di farvelo conoscere pubblicando i suoi primi 3 raccontini - come una presentazione, legati alla famiglia - e, ora, l’ultimo.

Così, come i suoi hanno deciso di continuarne il ricordo conservando il suo lavoro su internet.

 

     Sono un pò stanco  

Ma che belle notizie!
ho recidivato di nuovo ed è stato un gran casino. 
Non contento della broncopolmonite bilaterale che mi ha stroncato definitivamente il cuore; dell'inserimento di un complicato ed enorme pace-maker, la cui utilità è assai prossima allo zero; di infezioni, intestinali e non, di varia natura che mi hanno lasciato in condizioni fisiche non diverse da quelle di una vescica anoressica, ho recidivato.

Il malefico linfoma è ritornato, arzillo come non mai.

Nessuno sembrava intenzionato a fare un ca..o e, forse, avevano anche ragione.

Persino il rituximab comporta ulteriori danni al cuore. Poi hanno deciso: quattro infusioni in quattro settimane, sotto stretto controllo dell'UTIC di Sestri. Le ho fatte, e mi sono fatto anche una settimana ricoverato al Micone per cercare di supportare un cuore oramai spompato. Il tutto pesando come un piombo su quelli che amo e con l'incubo di tasse ed ammende arretrate per oltre 80.000 euro, nel rischio di lasciare senza casa moglie e figli. 
Dopo qualche giorno di disperazione, mitigata dall'amore e dalla forza della Strega e dell'Anaconda, e la quasi certezza che la "Famiglia" aveva altri ca..i a cui pensare, a parte qualche telefonata di cordoglio per la mia trasformazione in straccione, qualcuno (sia benedetta Lei e Sua figlia, la migliore amica dell'Anaconda, che per me è stata un'altra figlia) ci ha prestato i soldi, ed ora la Strega venderà con calma l'appartamento sul mare che le ho donato per restituire il denaro.

E non so ancora se la terapia sia servita. 
Questo non è nemmeno un raccontino; è una merdata, piena di dolore, di manchevolezze, anzi, di pochezze di un fesso che definire fallito è eufemistico. Se fossi morto nel '95, sarebbe stato meglio. Senza debiti, grande dolore, forse, ma tutti avrebbero potuto rifarsi una vita e non dovrebbero assistere un disgraziato di chilogrammi 55 (ne pesavo 75 in piena forma) che non respira e sembra uscito da Gusen.
In più, noioso e rompiscatole, sempre addormentato di qua e di la, con una pressione 80/50 e 110 di polso. La continua tosse cardiaca, gli edemi agli arti, la spaventevole debolezza e l'impossibilità, credo, di interventi diretti (cambiare una valvola? cambiare il cuore no, impossibile per uno come me).

Mah!?
Sono stanco e vorrei che finisse tutto, ma sembra che non possa nemmeno darci un taglio. La Strega dice che se muoio si butta dalla finestra e l'Anaconda mi fa quasi più paura.
L'Orso sopravviverà. Lui, almeno, forse è riuscito a farsi un'altra vita.

     Genova, 25 marzo 2008

 
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