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Ghilead n° 47 ns

                    Gli scritti eventualmente mancanti potrebbero essere postati

                                      su altre pagine di Podoandando

           Giornalino passatempo che esce quando può per chi ritiene di aver qualcosa da dare

 

ghilead n 47somm 47                      

Ricordate Federico?…  

Era la domenica del 7 settembre 2008 quando ebbi la ventura di scattargli la sua ultima fotografia. E fu fotografia che lo ritraeva in corsa, come certamente avrebbe desiderato essere ricordato. Il giorno dopo, l’8 settembre, Federico ci lasciava. 

Per puro caso lì mi trovavo, in quanto l’intenzione di andare con Stefano alla 5 laghi, gara che ho vissuto in prima persona tre volte, e che ritengo fantastica, era stata bruciata da un infortunio dell’amico. Così optai per la gara dell’Avis, e “fermai” fortunosamente per l’ultima volta l’amico.

Chi era Federico? Ho avuto occasione di conoscerlo personalmente tardi, nel 2007, quando trovai il “coraggio” di avvicinarlo per chiedergli di poterlo fotografare. Per me rappresentava una “Bandiera”, l’immagine di chi non si da per vinto mai e che davanti al male rivela le sue doti di coraggio e determinazione. Affrontare l’Alieno, così lo chiamava Oriana Fallaci, altra indomabile combattente, continuando giorno dopo giorno a convivere con lui senza mai abbandonarsi allo sconforto – anche se tali momenti saranno umanamente apparsi – strappando con le unghie ed i denti giorni di vita alla sua distruttiva sete di morte. 

47 federicoNon è sempre facile avvicinare chi reca segni di sventura, di lotta e sofferenza. Perché si teme di non saper trovare in noi le parole ritenute giuste, perché quasi ci si vergogna dello stare bene, perché il mondo che ci ospita pare non più essere il loro. Ed è tutto un madornale errore il nostro! Una delle gioie più grandi vissute è proprio rappresentata dal mio primo contatto con lui. La persona che vedevo cocciutamente lottare in ogni gara, che silenziosamente appariva e rapidamente scompariva, si aprì davanti ai miei occhi come a porgermi il cuore. Era felice di aver trovato un nuovo amico, uno sconosciuto che sino a ieri si era limitato ad un timido “forza Pugno”, e che oggi gli si faceva vicino. La fotografia è stata probabilmente un appiglio per stabilire un contatto, perché il desiderio di avvicinare i “diversi” è sempre stato presente in me. Dalle loro sofferenze maturano frutti inimmaginabili, sanno donare momenti di gioia cristallina come ben difficilmente un “normale” saprà fare mai, preso come sarà dalle mille distrazioni che questo mondo offre. Ricordare, riflettere su essi non è mai tempo perso. 

Renzo Fallarini ha dedicato questa sua gara anche all’amico Federico, così che essa è oggi il primo memorial Federico Pugno. 

Il sorriso degli occhi di Federico lo custodisco oggi con il medesimo affetto di ieri, e con queste righe desidero ricordare l’amico a chi lo ha conosciuto, ed a coloro che sfortunatamente non ne hanno avuto la possibilità.

 

 

Candiolo   14 – 06 – 2009

Mah, due-tre settimane di vuoto qua e là nel mese temo siano negative alla salute della squadra. Non si vive di solo correre, vero, però temo si possa raffreddare l’ambiente. 

Almeno questo è quello che sta succedendo a me, che domenicalmente lontano dagli amici vedo le loro immagini pian piano sbiadire. Anche le gare serali spezzano quello che ritengo un giusto ritmo, e se questo è studiato in funzione della libertà domenicale, beh, direi essere ciò utile solo ai parin che hanno interessi diversi. Si potevano comodamente disputare 18 gare invece delle 16 poi stabilite.

Bene, eheheh, ho detto la mia, ma unicamente perché ho nostalgia dei Podistichini e non vorrei dimenticare le loro figure troppo rapidamente. 

Giornata bella, calda, e con parecchi partecipanti, anche se la sparata dei “900” a me pare solamente una iperbole buttata lì a caso. I Podistichini presenti sono i soliti 4 gatti capitanati da un Piccolo Lord Pullano che non vuol perdere occasione alcuna per rafforzare il ruolo di big che si sta ritagliando. Poi vedo il Presidente, LadyLory, D’Aloia, Simone Dingraudo, Paracqua e Maglietta Nera. Ma questa è un lampo scorso da dietro A620, in quanto probabilmente qui giunto a partenza data e fuggito verso casa senza neppure fermare il correre. Quando Barbara, Isacco e Gabriele chiamano… eheheh. Positiva in ogni caso la sua presenza; per gli amici Podistichini qui impegnati, ed utile pure in funzione dei ritmi. Sono sinceramente un po’ deluso delle assenze degli Aranciones, anche se ben presto mi consolo con l’abbraccio dei tanti amici che domenica dopo domenica si inseguono nel tentativo di conservare i vent’anni. 

GianRoatta sospira: “Non capisco perché Barbara vada ad allenarsi in collina quando in gara…”. Non conosco chi l’allena, ma se somigliasse a Richard Gere potrei dare al Gian una risposta, eheheh… 

LadyLory si presenta – e corre – indossando un civettuolo e grazioso due pezzi targato ATP. Bello, ma l’arancione lo è di più… (Anche se lei sta bene con qualsiasi cosa...).

Non so quanti di voi apprezzino il Ghilead (lo saprò solo più avanti), ma un “esterno” che, lettone un paio, addirittura mi chiede se posso dargli dei numeri arretrati da portarsi in vacanza, beh, non mi era ancora mai successo. Inutile dire che, alla pari del Piccolo Lord alla luce dei successi, sono cresciuto di un paio di centimetri!… 

Un’ondata di silenzio ha sommerso questa gara. Poche visite su Podoandando, nessun commento sulla Home e sulle foto. Ed oggi è di già mercoledì. Tutti in ferie? Chissà. 

Annoto il punto perché pure la casella della posta è desolatamente vergine in questi giorni. Spero non stiano nascendo “clan” Podistichini… 

Dov’è Gilles Favilles? E Flavio? E Barbarella? (ah, già. Lei si allena sulla panoramica) E il Vicepresidente? E Punt&Mes Enzino? E… Basta-là: tutti scomparsi!

No, proprio non mi piace codesto programma gare 2009: per troppe domeniche si resta lontani, mi pare si stenti a fare gruppo. 

Questa sera si corre a Grugliasco, e chissà; forse vedrò più arancione attorno a me… 

Ultimissima: probabilmente il prossimo 2010 vedrà correre con noi la forte Seve Pesando, atleta 85enne più volte Campionessa Italiana di cucito. Fisico da top e forte personalità, attaccherà volentieri bottone con tutti. Attenti a non pestarle la coda, però, eheheh.

La sua immagine a fianco, con i Podistichini targati 2009. 

 

 

Caselle    21 – 06 – 2009 

Mah, dal momento che direi essere non di poco positiva la sgambettata domenicale, non mi riesco a spiegare questa assenza Podistichina. Solamente il Presidente, LadyLory e D’Aloia (a volte pure Sabino e Pullano e Paracqua…) sono presenti; i soliti quattro gatti, in sintesi. La garetta oltre a velocizzare, a “fare i ritmi” abituando così le gambe e la respirazione al variare dello sforzo, è un momento di aggregazione che non sottovaluterei affatto. Infatti mi sono già lamentato dei buchi presenti nel calendario su queste medesime pagine Ghileadiane. Non si tratta di essere competitivi o “fanatici”, si tratta, fra le tante cose, pure di “tenere calda” quella splendida atmosfera che fa di ogni gara una festa. 

A trarre i maggiori vantaggi da questi “extra” sono di certo i giovani, che così maturano non di poco nel gioco della mente, delle strategie. 

Solamente la competizione – svolta con il giusto spirito, il giusto senso della misura – permette di raffinare equilibrio e consapevolezza dei mezzi a nostra disposizione, concede di gestire al meglio il nostro potenziale atletico e di rafforzare quella determinazione che utile può esserci nella quotidianità della vita.

I Parinot possono restare accanto i nipotini; le loro battaglie le hanno già vinte. O perse... chissà.

Mi pare necessario ripetere più volte il concetto perché quella che si va realizzando è una bellissima realtà, e sarebbe un vero peccato vederla solamente galleggiare anziché correre.

Perciò non restate a dormire per troppe domeniche, tenete desti i contatti così da frequentare con gli amici anche qualche gara non di calendario. 

Bene, chiusa la parentesi lamentatoria, posso anche chiudere il servizio, mettere al seguito un paio di foto ed andare a riposare. 

Parlare del Presidente e di LadyLory non interessa ormai nessuno; li conoscono tutti persin troppo bene. Potrei parlare di D’Aloia detto Michele (Anguilla per gli amici Podistichini vista la riservatezza che lo caratterizza). Appena riuscirò a farlo mio, prima di metterlo in carpione gli farò alcune domande…

 

 

 

47 grrugliasco 4809

Grugliasco    17 – 06 – 2009  

47 grugliasco 4789Seconda e ultima notturna del campionato di società. Buona per chi corre, lontano dalla calura della tarda mattinata, ma invisa al sottoscritto che in qualità di fotografo apprendista si trova ad affrontare troppe difficoltà operative.

Nel primo pomeriggio telefonata di Paracqua: “Roatta dice che questa sera posso far correre Noemi, che ha 5 anni, ed anche Pietro, che ne ha solo 3 ma che vuole correre anche lui…”.Perbacco: questa sera Paracquetta e Paracquino in pista. Spero solo che il nonno, ora, non tenti di riciclarsi come “preparatore atletico”!… 

Niente Paracqua al mio fianco questa sera, perciò, ma mi rifaccio con Severocchia che in quanto a lingua non è certamente seconda a nessuno.

47 grugliasco 4795Che qualcosa dica dentro me che sarebbe bene prendersi un po’ di vacanze (almeno mentali) lo testimonia il fatto che almeno due volte mi sia detto: “Fotografiamo Pietro e Noemi…”, e poi non abbia fatto assolutamente nulla. Piuttosto sull’apatico, sullo spento, con il desiderio vago di qualche passeggiata in montagna. Da solo, anche, cercando nel silenzio e nella magicità dei luoghi quella carica interiore che pare altalenante. 

Avrei un mare di cose da fare, cose che si sono man mano accumulate lì, e là, e qua… (non ultimo liberare parte del box-cantina onde ospitarvi la piccola Dyanett Lenticchia, che abbandonata come un mucchio di ferraglia sulla strada si sta deprimendo oltre ogni dire), ma non trovo in me sufficienti motivazioni. Kim è sempre più lontana, tanto ormai da non riuscire a scorgerla neppure usando il telescopio spaziale Hubble… 

47 grugliasco 4844Garruli Podistichini svolazzano attorno a me ciacolando come vecchie comari, e dal momento che non moltissimi si direbbero i concorrenti l’arancione pare essere ovunque. Ma negli Aranciones qualcuno ha toppato… Si, amici, ancora lei, la TOP per eccellenza: LadyLory, questa sera in un due pezzi pittato azzurro e nero. Le scuse sono quelle classiche, solo che al mal di testa che le impedisce di ben connettere, calcando la mano sostiene di avere un febbrone a 39-40. “Per amore della squadra sono venuta ugualmente… Tonsillite molto forte… Ha scordato la divisa nella fretta e nel dolore… Dovresti apprezzare… bla bla bla bla bla…”. 

47 grugliasco 4856L’atto più melenso e “pietoso” lo evidenzia tagliando il traguardo mano nella mano con il più anziano ombrellaio di Torino, Paracqua Bartali Fiorino. Come crocerossini di già abbiamo Gilles Favilles, Punt&Mes Enzino ed i fratelli Cocoricò, Cesare e Ignazio Crispolti. Di questo passo per il 2010 potremmo metter su una podistica tipo “La Misericordia”, eheheh.

La scusa più incredibile che mi sia mai successo di ascoltare nella mia lunga carriera ciclopodistica me la racconta proprio lei al termine della prova: “Paracqua andava velocissimo (!) e per tutto il primo giro non sono riuscita a raggiungerlo……”

Beh, LadyLory, un po’ di decenza nel raccontarle, via. 

47 grugliasco 4852Anche questa sera sono con noi Pippo & Poppi (come già scritto, Gabriele e Isacco sono in realtà soprannomi), sempre più belli e simpatici. Isacco più sorridente (sganasciate di risa quando LadyLory gli sbatacchia su e giù le gambette), serioso e meditativo Gabriele (se non ho confuso le parti, eheheh). “E’ tutto il babbo, lui”, sostiene Barbara. Sono comunque due qualità, il sorriso e la meditazione, molto positive e che nel tempo i gemellini sapranno certamente “insegnarsi” a vicenda. 

47 grugliasco 4832Il nostro BigSautissè d’Cucunà ancora deve imparare a correre. Parte velocissimo, ma quando passa alla postazione cliiick! del primo giro di già ha il fiato cortissimo e la espressione del classico “Cotto e Mangiato” stampata sul viso. Ancora poco, ed i volponi Maurizio ChiSpinge? e Vicario Ciliegina se lo pappano in un boccone!

47 grugliasco 4904Severocchia Pesando, nel ritorno verso casa, mi racconta di aver corso godendo di una notevole sensazione di benessere. “Pensa – mi dice – ho persino battuto Pullano, cosa che di solito non mi riesce di fare…”. Che sia ciò, piuttosto, un atto di cavalleria messo in atto dal Piccolo Lord a conoscenza che a fine anno – se non ci cade il cielo sulla testa – Severocchia diventerà Podistichina?

A fine serata qualcuno mangia una pizza qui a Grugliasco, mentre il Lord e qualche altro la mangiano a Torino. Io invece mi debbo accontentare di una insalatina con lattina di tonno consumata nella solitudine della cucina. Non è il top, ma se con ciò fossi calato di 20 grammi?… Chissà se un giorno troverò il coraggio di risalire sulla bilancia!… 

Unica coraggiosa scelta è quella di andare (se ci andrò) ad eventuali altre gare serali lasciando A620 a casa E’ inutile, le foto scattate sono poco nitide, piene di grana dovute alla massima sensibilità cui la debbo impostare, e come aggravante mi colmano di stress appena le scorgo sul monitor di AlanDrake. 

Da buon “sindacalista” attuo da ora contro di esse un vero e proprio “sciopero reportage”!

Le foto presenti sono le uniche risultate “decenti” (LadyLory e Paracqua esclusa). Non ho proprio più voglia di lavorare tanto di “tacconaggio”!!!...

 

 

Gara sociale a Grugliasco di Loredana Semeraro

Vorrei raccontarvi della gara sociale di Grugliasco avvenuta il 17 giugno alle 20,15. ma vorrei raccontarvela da un punto di vista diverso dal solito, cioè come “ultima assoluta” al traguardo. Perché ciò che si vive nelle retrovie non sempre si conosce, è una esperienza indimenticabile e (visti gli acciacchi che mi perseguitano) non è detto che sia l’unica. 

Innanzitutto (ma non sono senza giustificative) mi sono presentata all’appuntamento con un vistoso ematoma alla coscia (dovuto ad una lesione muscolare, e febbre 38° da tre giorni. Quindi, amici miei, se dico che sto male sto male davvero!! Non come certi che se stanno male vanno a 4’05” invece che a 4’ al km. (un semplice esempio senza riferimenti specifici).

Mi sono sistemata al fondo e mi sono spaventata: eravamo pochissimi rispetto al solito, quindi non avrei potuto mimetizzare la mia performance scadente. Avevo detto che avrei fatto compagnia a Fiorino Paracqua ma, birba di un nonnetto, fino al 3° km. non c’è stato verso di acchiapparlo. Poi, finalmente agguantatolo, non l’ho mollato più. Così si è chiacchierato, camminato, riso (e pianto per il dolore alla mia gamba che sembrava una quercia centenaria). I nonnetti, cari miei, anche ottuagenari corrono, mica camminano, e se non tenevo il loro ritmo lento ma regolare, mi perdevo nei meandri delle vie di Grugliasco.

Siccome i giri erano due ad un certo punto, prima di essere doppiati dai e dalle top runners, sembrava di essere prima cosicché dai balconi ricevevo un tifo che mai in vita mia ho ricevuto (anche quando ero 3^, 4^, o 5^ assoluta per davvero). La cosa che più mi ha maldisposta, invece, è stata l’assoluta mancanza di vigilanza a un certo punto della gara, cosicché gli ultimi potevano anche essere investiti da una macchina (perché tutta in mezzo la strada si svolge la gara) e nessuno se ne sarebbe accorto. Ma è sempre così??? Se è così, cari slow runners, ma sempre emeriti runners, potevate scrivere al Gabibbo, meglio striscia la notizia che “Chi l’ha visto?”. 

Però che bello godersi il panorama, chiacchierare col vicino, raccontarsi barzellette, sorridere e salutare un passante sono tutte emozioni che in prima linea non si vivono. Certo si vive l’emozione della vittoria, ma anche l’ansia da prestazione, lo stress dell’agonismo con se stessi e con gli altri e questo forse è solo “sport”, non “sano sport”.

Al traguardo sono arrivata per manina con Fiorino, ma a lui ho ceduto il posto davanti a me in classifica. D’altra parte grazie a lui ho vissuto di luce riflessa nel senso che avendo dimenticato la divisa sociale, in versione anonima Somadaj non mi avrebbe fotografata. Anzi ha promesso che mi avrebbe “sgridato” sul Ghilead: non è una scusa ma i 39° di febbre mi avevano fuso il cervello dimenticando che Grugliasco era gara sociale!

Ho tagliato il traguardo con le lacrime gli occhi (stavolta per la commozione), grandi applausi e la consapevolezza di avercela fatta anche per questa volta. In vita mia non mi sono mai ritirata ad una gara, anche con lo strappo, anche zoppicando, anche su una zampa sola se necessario. E poi la fortuna mi ha premiato: ho vinto gli integratori Herbalife di valore pari al buono vinto dal secondo uomo assoluto. Che lato B indescrivibile!!!

                                                                                                                        Lady Lory

 

Rivoli    28 – 06 – 2009 

47 rivoli 5641Questa collina morenica ha per me un valore particolare avendone battuto nel corso degli anni ogni sentiero in compagnia di La Sfinge, La Smorfia e Lupo Ezechiele in particolare. Allenamenti indimenticabili al fianco di amici indimenticabili. 

Sino a due anni fa a questa gara ho partecipato correndo, proprio in ragione di una parte di me qui rimasta. Ho “corso” quando, nel pieno del primo Patatrac, non sentivo le gambe e procedevo piegato in due, raccolto in un grumo di dolore, ed ho continuato a correre quando causa l’ereditata aritmia il cuore raggiungeva in scioltezza i 235-240 battiti. Ho corso da solo (partenza 15 minuti prima del via ufficiale, così da trovarmi poi nel mucchio degli amici), ed ho pianto come un bambino quando per la prima volta ho sentito proprio qui le gambe iniziare a rispondere ai comandi. Ancora i medici chiamavano “extrasistole” quei battiti irregolari che solamente di tanto in tanto mi prendevano, allarmandomi, ed in me era presente la certezza di essere uscito dal tunnel. 

47 rivoli 5364Il primo buco è stato l’anno scorso, quando per tutta la pioggia caduta ho preferito andare alla Chieri Antica, e questa volta, dove pur desiderando riprovare mi sono sentito in dovere di non far mancare agli amici le fotografie. Ma ci tornerò, sicuro. 

47 rivoli 5584Oggi il ritrovo non è più sulla piazza del Castello, bensì su di un piazzale che si eleva sulla sinistra 200 metri oltre. Non è cambiata la partenza, ma l’arrivo si: niente più discesa, ma un serpentino che termina in stretta salita sul piazzale stesso. La gara è breve, ma duretta con tutto quell’andare altalenante serpeggiante nella boscaglia. Occorre a volte controllare l’impeto perché il fondo presenta qua e là sassi e buche, mentre ricordo pure nella prima parte qualche tratto non particolarmente ampio. La cosa è un po’ rognosetta, se si vuole, perché ciò è a inizio gara, quando ancora il grosso non si è dipanato. Si dovrebbe tentare di organizzare percorrendo il circuito in senso inverso, così da trovare inizialmente spazi vitali più ampi. Pure il servizio di sorveglianza stradale se ne troverebbe probabilmente avvantaggiato, in quanto a 300 metri dall’arrivo vi è un incrocio che richiede un lungo controllo.

47 rivoli 5447Certamente il cuore canta se si ha l’accortezza di lasciare libero lo sguardo di andare per i fatti suoi, se si accantona il demone dell’agonismo esasperato prestando un minimo di attenzione all’ambiente. Lo sgambettare nei boschi mi porta alla mente che il 6 settembre si corre a Biella la 5 laghi, una gara tanto dura quanto bella (ne ho postata relazione su SCRITTI: “Testa in paradiso, ma gambe e piedi…”. Si corre su stradine asfaltate secondarie, fra villette e vecchi borghi, si entra a vagabondare nei boschi dove gnomi e fatine ci attendono. Si corre il 6 settembre (“quasi” data – il 7 – del compleanno che per fortuna non festeggio, eheheh), e mi piacerebbe tanto… Chissà. 

47 rivoli 5575Non ho l’impressione di vedere un pienone di partecipanti, ma come solito non sono per nulla documentato. Altre gare vicine? Molti già in vacanza? Squadre che hanno chiuso la prima parte di gare-campionato? (so solamente del GSPT e del Michelin). Va bene comunque: pronti via, e tutti a correre! 

47 rivoli 5626Conosciuto Denis, il babbo di Francesco, marmocchietto che sempremi avvicina per chiedere se ho fotografato la sua mamma. Fra le tante cose, Denis sa pure di fotografia così abbiamo chiacchierato un bel po’.

LadyLory si presenta alla premiazione con un giallino abito “da sera”, il che scatena una marea di podisti-guardoni. La “nostra” Top è tra le Top più Top del mondo podismo piemontese, ed una nota di merito al proposito mi sia concesso dedicarla a chi la condusse nel GSPT: GeoGiuanin Scaranello. Il resto, per traslocare nella nostra nuova splendida realtà, ce lo mise lei ed il marito Francesco.

Chi non resiste nei propri panni a cotanta jum jum è il Piccolo Lord Peperoncin Pullano, che assolutamente desidera rimarcare agli di lei ammiratori che solamente lui – grazie alle “gite sociali” – ha priorità di attenzioni. Divertente il suo tentativo di scalata con bacetto pre-confezionato, eheheh.

Un giorno, chissà, riprenderò a portare con me la segretaria digitale.Con tutto il vuoto che caratterizza ormai la mia capoccia l’unica cosa che ricordo ancora con chiarezza è che Paracqua non mi era accanto. Niente mal di testa, ma un po’ di appiattimento nello spirito.Certamente una Coniglietta potrebbe, oltre a tenermi l’ombrello ed aiutarmi nella distribuzione del Ghilead, sostenermi alla grande ricordandomi i fatti avvenuti nella mattinata. Magari davanti ad un’ottima pizza ed una altrettanto ottima birra... 

 

 

47 castiglione 5646

Castiglione      05 – 07– 2009

Con discreta velocità si sta raggiungendo il giro di boa che avrà il suo culmine nel mese di agosto. A settembre inizia di già la discesa verso l’inverno… Beh, ovviamente se nel mirino avessi un mese di vacanza in montagna (o mare tipo Liguria, con tanti monti attorno da battere palmo palmo) a questo non penserei affatto, ma dal momento che resto a casa un pensiero sui mesi che si presentano alla porta mi assale con disinvolta prepotenza. Così eccomi, a conclusione di questa gara, quasi “vedovo” della Podistica Torino fino a settembre. “Quasi” perché domenica che viene siamo ancora in diversi a recarci a Corio: gara e pranzetto onde godere il più possibile della comune aggregazione. 

Poi sarò “vedovo” davvero.

47 castiglione 5660La giornata si presenta serena, calda il giusto, senza esagerazioni, e con una leggerissima “corrente d’aria” a rinfrescar le ascelle. Le previsioni meteo ascoltate ieri recitavano concordi di tempo instabile e di rovesci nella nostra regione, ed è con vera goduria che ne constato il fallimento pieno. Erano più affidabili quelle basate su calli dolenti e giunture frignanti di ieri che non quelle ipertecnologiche di oggi, non vi pare?

In queste gare che scivolano verso agosto la partecipazione mi pare scemi a vista d’occhio, così che oggi immagino impegnati non più di 350 atleti. Bene per quanto riguarda il risparmio del rullino-digitale e lavoro a seguire su AlanDrake, ma anche una velatissima vena di malinconia che ritorna in punta di piedi a presentar fattura. Ci si abitua con facilità ai sorridenti visi Podistichini, alle battute, ai giochi ed alle squillanti risate che spingono verso l’alto il cuore. Flavio Pennino chiama Gilles “Fratello Gilles”, e con la stessa intensità sono certo chiami “Fratello Gian”, o “Fratello Ernesto”, o “Sorella Barbarella”. Quando l’ambiente è sereno e partecipativo come il nostro il sentire fratello che ci sta accanto è cosa quasi scontata. Simile al camminare in montagna o sui sentieri per Santiago, quando sconosciuti che con te dividono la fatica dell’andare e la gioia dello sballo dell’anima ti paiono amici da sempre.

E con questo ecco a voi come, nei momenti di pre-solitudine, una “torturatore di anime candide” si orina addosso vittima del nefasto – per certi versi – sentimentalismo, eheheh. 

47 castiglione 5818Sempre più spesso rivesto disinvoltamente i panni di Svampi Somadaj, così che nulla o quasi ricordo di quanto successo nella mattinata. Certo, queste righe vengono buttate giù anche 10 e più giorni dopo l’avvenimento, però non è ciò buona scusa per negare agli amici qualche gustosa “news”. Uno Svampi, purtroppo, rimane pur sempre uno Svampi… 

47 castiglione 867Ricordo di aver piacevolmente chiacchierato con Fabio per alcuni minuti scoprendo che è professore di “ginnastica” e fa l’istruttore in una palestra (“scoperta” da prendere con le dovute cautele data la testa che ho), e di aver scorto una Sabrina giocherellona che, scortata da una decina di Podistichini indossanti vesti di body-guard, si presenta davanti A620 prima del previsto. La Pellerina pare agire positivamente anche su di lei.

Ancora la “scommessa” di Vito Catozzo Granato, che entro fine anno si prefigge di raggiungere e battere il Piccolo Lord Peperoncin Pullano. Che oggi lo ha lasciato indietro di… 20 minuti. Sono certo che con un serio e costante allenamento Vito abbia sulla carta possibilità di successo (entro il 2010, però), ma conoscendone “la testa” temo gli manchi soprattutto la costanza, la volontà del soffrire. Ha un fisico bestiale, che appena appena alleggerito di un paio di chili lo potrebbe portare di corsa sin sulla luna, ma… Buona cosa è l’essersi comunque prefisso un obiettivo. Seguirò il goliardico tentativo… 

47 castiglione 5708A620 blocca, a 500 metri circa dall’arrivo, il duello spalla spalla di Maglietta Nera e l’Sautissè d’Cucunà. Mi stupisco un po’ in quanto questa è gara-tipo per il Vicepresidente, il quale avrebbe dovuto qui transitare con almeno 200 metri di vantaggio sull’amico Cuda. Stupisco meno quando apprendo che Maglietta Nera è primo – dei due – sul traguardo. Ancora MauroFon deve imparare a correre (già scritto, vero?) in quanto troppo spesso sopravvaluta le proprie odierne condizioni tanto da tentare una spasmodica volata partendo con parecchio anticipo. Il risultato è stato che l’intensità dello sforzo gli ha provocato conati di vomito che lo hanno bloccato. Ahi ahi ahi, Sautissè d’Cucunà, che tu sia forte non ci piove, ma se non impari ad usare bene la zucca sei panato! 

47 castiglione 5699Ed ora scusatemi se dedico questa parte conclusiva al solito Paracqua, che pur di apparire su queste prestigiose pagine una ne pensa e cento ne fa.

La gara è certamente lunghetta e duretta per un nonnetto di 76 anni che vive di lavoro e nipotini, non certamente di qualche indispensabile allenamento. Ma tant’è: alla testa di Paracqua non si comanda, è un istintivo. Così al termine della passeggiata – quando di già il buon Gian si prefigge di allertare Vigili del Fuoco e Guardia Medica Nazionale – si presenta sul traguardo. “Vadu a seteme an’macchina perché sun an po’ sbafumà…”, mi sussurra nell’attimo che gli scatto l’ultima foto della giornata. E mentre tranquillo come solo lo sono i giusti continuo a sfarfallare qua e là non raccogliendo un tubo di niente, lui si rimangia la seduta in auto e tenta l’approccio con una graziosa podista bionda. Le si siede a fianco e lascia “distrattamente” cadere ai suoi piedi le chiavi della 4x4 Amiat (raccolte in uno sfavillante portachiavi Ferrari…). 

47 castiglione 5892Le sono cadute le chiavi dell’auto”, cinguetta sorridendo la biondina raccogliendole da terra e facendo su esse scorrere più volte gli splendidi occhi di blu mare dipinti. 

Il più vecchio ombrellaio di Torino è ben presto consapevole che l’unico argomento di conversazione ancora in suo possesso tratta di nipotini, ombrelli, ombrelloni e pancali, così tenta la mossa azzardata dello svenimento. Sperando nel bocca a bocca che nella sua mente poco lucida (in quel momento, eheheh) certamente la jum jum con lui adotterà. Invece questa la usa per gridare allertando gli infermieri dell’ambulanza. Tombola: il bocca a bocca gli viene praticato, malgrado il suo agitarsi, da un omone modello Hulk! 

Ecco, questo è ciò che limpidamente è registrato nella mente del sottoscritto, senza sbavature nei ricordi, senza inesattezze nella cronaca dei succitati fatti. Un Paracqua che tenta di volgere a suo favore un situazione di svantaggio, un tentativo di sfacciato tacchinaggio giocato sull’audacia e, forse, pure infarinato di bambinesca innocenza.

Come sono certo che questa sia l’esatta realtà? Semplice: con la scusa di una quanto mai indispensabile relazione dei fatti sul Ghilead, a sera ho condotto a cena la fanciulla…

 

 

47 corio 5908Corio Canavese     12 – 07 – 2009 

E’ per me sempre piacevole momento il salire in questo paesino che vide scorrere parte della mia infanzia. Giochi, corse, lunghe camminate per boschi e radure, oppure lo scendere al fiume Malone a pescare “barb” e torturare piccole sanguisughe. In compagnia del cuginetto Sergiulin, che delle lunghe camminate in montagna fece in seguito motivo di vita sportiva, mentre io salivo invece in sella alla bicicletta.

Come solito arrivo presto, così da godere di brevi safari fotografici a cercar “cartoline” onde illustrare luoghi anche a chi presente non è. Nella mia mattiniera passeggiatina, però, mi par di scorgere qua e là segni di quasi abbandono. Certamente mi riferisco alla parte vecchia del paese, che tutto intorno splendide villette sonnacchiose (seconde-terze case?) fanno corona. 

Qualche cagnolino a fare timido bau bau, nessuna mucca a fare muh muh.

47 corio 5917Più tardi, nel salire la strada che sale da Corio verso i Vietti per poi scendere a Lanzo alla ricerca della postazione cliiick!, scorgo un recinto con oche, faraone, galli e galline, caprette e “coniglioni”, ma anche queste creature paiono piuttosto riservate. Forse intimorite e incuriosite dallo straniero che punta su loro quello strano oggetto che fa cliiick!… 

47 corio 5948Ora che mi sono assiso alla tastiera di AlanDrake è ormai trascorsa una settimana, e di già nulla ricordo delle condizioni meteo. Pioggere non ha pioggiuto, ma il cielo era completamente sereno oppure no? Mentre che scrivo e frullo mentalmente mi sovviene però di un sole che spesso scompariva (ragione per la quale ho impostato i 200 ISO su A620), per cui direi ottime le condizioni per correre.

47 corio 5981Da segnalare questa mattina i cartelli VENDESI esposti, proprio qui, su Poppolina.

L’ho fatto con dispiacere in quanto la creatura è fantastica, però uso abitualmente il Chiodo per muovermi, e due vetture in attesa sotto casa sono sinceramente troppe. In ogni caso di già nella mente vaga la creatura che la potrebbe sostituire: “INQUIETUDINE”, il Westfalia T3, mini-camperino che potrebbe portarmi sulla luna. Beh, Somadaj è così: per sopravvivere ha necessità di crearsi un obiettivo e di sognare… 

47 corio 6091Della gara, al solito, ho assai poco da dire in quanto solamente le prestazioni “eccezionali” possono attirare la mia attenzione. BigSautissè d’Cucunà si è prodotto in una più che ottima prestazione (ma lo debbo vedere impegnato con ben altri metri. Vedi ChiSpinge? Ciliegina e Rocky Leader), così come pure Sabino, “vittima” però di una partenza razzo che ne ha bruciato parte delle possibilità. Cresce Fratel Pennino, ottima la sua gara, ma questa mattina ho soprattutto notato la prestazione di “Aletta” Margherita. La gara è dura assai, e sinceramente non mi attendevo di scorgerla alla ruota di Lord Peperoncin Pullano. Bravissima davvero.

47 corio 6131La piccola Prezzemolina Federica ha vinto nella sua categoria, e sapendo che pochissimo si allena e che il percorso non ha metri di piano, bravissima certamente è pure lei. Pensate che quella-questa domenica mattina si è svegliata con una forte emicrania e qualche linea di febbre (43 gradi dice mamma Claudia), che ha patito moltissimo l’auto, che nella fase del riscaldamento ha violentemente incocciato il ginocchio destro contro un paracarro cadendo di rimbalzo dentro un profondo fosso di cemento e così incrinandosi due costole, che poco prima del VIA ha avuto una violenta crisi di nausea seguita da una attacco di singhiozzo galoppante, ed avrete un quadro realistico delle condizioni in cui la piccola Roatta ha dovuto affrontare la sua prova. 

47 corio 6139Il pranzo… Non so proprio come procedere per illustrare il più importante rito della giornata. Temo di lasciarmi trascinare dalla penna così da scrivere un romanzo modello Stamebin (che ora ha concluso il suo secondo: “Come spie degli dei”); cioè dalle 600 alle 800 pagine… 

Il locale è bello, le porzioni non sono rustiche modello camionista, bensì sofisticate, varie, leggere, ed il personale cortese e sollecito pur senza scivolare nel “bersaglieresco”. Parallelamente alla nostra si sviluppa, chilometricamente più incisiva, la tavolata dell’atletica Venturoli, quella dell’amico Andrea Uomochecorre. 

47 corio 6149Nel timore di una eventuale Prova Palloncino, pur non essendo astemio concentro le attenzioni sulla San Bernardo Frizzante del ’98, ottima annata. Fortunatamente Claudia, mia dirimpettaia, non mi induce in tentazione abbandonandosi fra le braccia della Bonarda, ed anche Prezzemolina fa gruppo annegandosi a sua volta nella minerale frizzante.

Il primo ad abbandonare la tavola è il Piccolo Lord Peperoncin Pullano (i bene informati riferiscono di un allenamento in altura. Chiaramente, per in noti motivi, gli è impossibile restare fermo per più di 4’35”. Non tutto è oro ciò che luccica…), mentre con i più ci salutiamo alla conclusione caffè del pranzo. 

Resto così con il Gian, Claudia e Prezzemolina, con Abramo e Marzia, con Pagni Herbalibe e Signora. Per un’oretta ancora, passeggiando e ciacolando come stantie comari, dove il ricordo più forte che mi rimane è quello di Herbalibe che sente le gambe friggere e vorrebbe riprendere il gioco della corsa. Beh, quando l’ambiente è come quello della Podistica Torino, come restare immuni dalla tentazione del correre?

 

 

San Giorio – Città    26 – 07 – 2009 

Mah, di certo mi ripeterò, ma in questi giorni ho veramente mollato. Tutto il Ghilead (tutto no; quella parte che ho iniziato a comporre, che non è affatto “tutto”) è abbandonato dentro AlanDrake nel caos più assoluto, e neppure il computer accendo più se non per qualche mezz’oretta al giorno.

Oggi è giovedì 30, sono le 15 del pomeriggio e solo da pochissimo ho acceso. Già, la relazione di domenica scorsa… ma proprio non ho nella capa nulla che frulli. E sì che è stata una bellissima giornata, con quella passeggiata solitaria (si fa per dire, che questo sentiero è domenicalmente più frequentato di via Roma) al rifugio Amprimo che mi ha fatto toccare il cielo con un dito. Perché, malgrado la lunghissima pausa intercorsa dall’ultima gita, il fisico ha risposto alla grande, tanto da farmi tentare – in salita – qualche accenno alla corsa.

Certo la passeggiata è breve, anche se, partendo da Città, prima di imboccare il sentiero mi sono fatto almeno un km. di strada carrozzabile, ma andare e tornare saltellando sulle gambe mi ha colmato di allegria. Ne sanno qualcosa le famiglie impegnate nella passeggiata con al seguito vispi marmocchietti: ho sconvolto in pochi minuti equilibri conquistati con anni di duro sacrificio, eheheh.

Due passi e quattro fotografie a San Giorio, un saluto ad amici e Podistichini qui atterrati per l’iscrizione (il Gian, poi al’Sautissè d’Cucunà con signora, e Barbarella e Rosario Viserta. L’intera squadra della Podistica Torino, insomma, con il Presidente presente unicamente in qualità di Chioccia).

Poi salgo a Città: quattro foto pure lì, quattro ciance con i locali ed i primi cliiick! sparati ai ciclisti. 

Alle 11,15 si è in attesa delle premiazioni. Pranzo verso l’una, al che alzo le suole (già mi ero detto: se si mangia presto mi fermo, se presumo lunghe attese vado su. Nello zainetto “Ghilead” un plaid – è “antica” abitudine: si sa mai… – l’insalata di riso ed una bottiglietta della pozione “erbe svedesi”). 

Perciò salgo al rifugio, seduto su di un sasso mangio – ancora una volta senza troppo appetito. Mistero, perché mi sento tonico quanto mai – scolo a garganella la Pozione, prendo un caffè al rifugio e torno.

Le campane della chiesa suonano le 14 quando entro in Città. Pochi minuti ancora e sono al tavolo con gli 

amici, giunti al dolce. 

Mangia, mangia una fettina di torta…”

Ma dentro il mio silos per alimenti non c’è più posto per nulla…

 

 

Chialamberto    di Loredana Semeraro

Quando dici pochi ma buoni… alla gita sociale a Chialamberto eravamo 8 e ½ (il mezzo è rappresentato da mia figlia Rosazzurra), ma non sono comunque mancati il divertimento, il relax, il cameratismo e la buona tavola. Persino il tempo meteorologico non poteva essere migliore e la scelta del posto nelle valli di Lanzo è stata quanto mai azzeccata (ancor più di Luserna per quanto mi concerne). Il Piccolo Lord non poteva rinunciare alla sua sgambettata in altura e sebbene in solitaria si è sbobbato quasi due ore di corsa… Lui si sveglia presto, parte presto e arriva presto con il vantaggio che accaparra i tavoli dell’area pic-nic per tutti. Eh già, perché la sottoscritta (con famiglia) è arrivata a mezzodì giusto in tempo per il pranzo, ma la domenica la creatura piccola si concede un riposino più lungo trascinando in quest’immane sacrificio anche la creatura grande del papà (mentre mamma, ovvero io, prepara per il pic-nic previa corsetta nel boschetto di Nichelino).

Gnam, gnam e slurp slurp quante prelibatezze: benché se ne dica (come nelle feste di matrimonio), ciò che conta è che se magna??? E allora vai con l’insalata di fagiolini e pomodori di Nonna Marina (Signora Paracqua), le immancabili zucchine alla griglia di Lady Casetta, il prelibato insaccato calabro di Lord Pullano (ma che era:capocollo, laezino o soppressata boh!) la mia scamorza affumicata (puoi capire lo sforzo culinario, bè però ho cucinato la pasta col tonno!), il doping sempre naturale del Piccolo Lord, al peperoncino puro, le crostate rigorosamente confezionate (Barbarella, mi è mancata la tua torta aglutinata!) e il vino di Montepulciano portato da mio marito Francesco che sul Piccolo Lord ha sortito una strano effetto di cui voglio raccontarvi. 

Si decide per la solita passeggiata post-prandiale, a cui solo un pigro patologico come mio marito non si unisce (quello non cammina manco se gli dici che al bar del paese c’è Angelina Jolie ad aspettarlo!). Giunti nella piazza principale il Piccolo Lord crede di vedere la fontana della chiesa spostata di parecchi metri. E dice che lui è andato lì in vacanza per 18 anni. Il prossimo anno se continua così vedrà spostarsi anche la chiesa! Non contento offre caffè e gelato a tutti (ma devo dire che queste carinerie le ha anche nei momenti di lucidità).

Rientriamo alla base giusto per intraprendere una breve scalata alle cascate Giuseppina (Lord Pullano, Bruno Casetta e io) a cui mai arriveremo ma ci addentriamo in un discorso che, nel campo podistico e non solo, è terreno minato: il doping. Così che se ne vedono di prestazioni al limite del credibile: vecchietti che “viaggiano” come trentenni, signore attempate che fan risultati uguali se non meglio a 20 anni addietro (ma non è scientificamente provato che la capacità aerobica con l’età diminuisce?), super-runners sulla cresta dell’onda da oltre 30 anni e più che non accusa mai un acciacco, un segno di cedimento, un bu-bu che ne so un’unghia incarnita; che arriva come una meteora, vince tutto e come una meteora scompare, chi (testimoni sotto mano) senza mai eseguire lavori specifici o ripetute fa exploit in gara da gridare al miracolo. Lo so, è un argomento scomodo, ma scrivete amici del Ghilead: cosa ne pensate voi? La mia opinione già la sapete e vi dirò di più: mi è stato contestatol’uso dell’Ipod in gara perché considerato doping. Vi voglio rispondere come faceva un grande comico partenopeo: “Ma mi faccia il piacere…”.

La nostra giornata giunge al termine, la piccola Rosazzurra libera dai controlli materni (il padre non fa testo: dorme sulla panca) è letteralmente gocciolante di acqua montana dell’area pic-nic e si decide per un veloce rientro. Non vorremmo poi assistere ad una bagarre familiare dove Lord Pullano insiste per restare a cena e Lady Pullano per tornare a casa… Chi l’avrà vinta? (si dice che a portare i pantaloni son gli uomini ma chi comanda ………. (!)). Ci aspettano almeno 45 minuti di coda a Venaria per i rientri in massa e memori delle parole di Lord Pullano (ma si, restate tanto oggi per le strade non c’è nessuno perché è festa solo a Torino) c’è da auguragli che l’abbia spuntata lui si sua moglie.

                                                                                               Lady Lory

 

 

      ...IL PONENTE LIGURE
47 luyponente 2L'idea era quella di recarci a Finale e di lì muoverci nella parte alta della costa ligure sui sentieri da trek fino a Varigotti. Solo che appena usciti di casa l'acqua veniva giù come una cateratta e le pozzanghere erano già di per se
dei piccoli marliguri. Ma il gruppo era deciso a partire, e partimmo!
Devo dire che man mano che ci allontanavamo da Torino il tempo sembrava migliorare sia pur in modo infinitesimo. E, malgrado le premesse, abbiamo poi avuto fortuna: per capirci, si trattava di quella domenica di aprile in cui a Torino si correva la Maratona con contorno di terremotino...
Giunti a Finalpia il cielo era scuro, gravato di nubi, ma il mare blu e perfettamente calmo. Una brezza leggera alitava da ovest e di tanto in tanto scendeva anche una finissima micropioggia sbarazzina, la visibilità restava perfetta, e perfetto il clima: nessun trekkista, ch'io sappia, si è mai lamentato di scarpinare in un piacevole e rilassante freschino.
Con alla destra la vista allettante di quel mare fermo e senz'onda abbiamo incominciato ad inerpicarci fino a Verzi, piccolo centro risalente ad epoca romana, da cui ci si inoltra nella Vai Ponci (contraffazione di VaI Pontium): il nostro percorso era tracciato sopra una strada che ai tempi di Augusto partiva da Vado, tagliava i difficili promontori di Bergeggi e Noli, e passava nell'entroterra delle Manie. Questa Via Iulia Augusta era un percorso ulteriore, in aggiunta alla Via Aurelia litoranea, percorribile da merci e carriaggi per raggiungere la Provenza e la Spagna; e, si direbbe, per nulla secondario, visto che ancor oggi esibisce le rovine di cinque bellissimi ponti a un'arcata, tra cui quello quasi intatto detto "delle Fate".
La suggestiva e solitaria valletta che risale il piccolo Rio Ponci raggiunge Cà du Puncin a mt 270. Un po' prima, in località Rocca, è da segnalare il "Ciappo del Sale", una formazione rocciosa con interessanti incisioni rupestri del paleolitico-neandertaliano, di cui il finalese è ricco. Il percorso è sempre ombroso, il panorama riserva scorci imprevisti, la salita accettabile: il carattere impervio ed appartato della zona è tale da aver certo favorito la conservazione totale o parziale dei cinque ponti e della strada stessa. Il punto più alto lo si raggiunge a Bric dei Monti, a 420 mt, dopo di che (e meno male, dato che nell'ultima ora l'ascesa era stata duretta!) si discende agevolmente verso Bric dei Crovi a 330 mt. Da qui in poi si torna ad avere il mare davanti e la china fino
ad Arma delle Manie è dolcemente allettante.
Anche il percorso più facile e più "marino" che da Finale porta a Varigotti e che si avvale di sentieri alti mediamente sugli 80-120 mt non perdendo mai di vista il litorale, riserva sorprese piacevoli, specie dal punto di vista della ricca flora mediterranea.
Quando infine si giunge a Varigotti, si è letteralmente trasognati per la bellezza dei bochetti e dei sentieri, incantati dal panorama, abbacinati dall'argento frusciante degli ulivi, storditi dai profumi di zagare e di ginepri. Ed è stato bello proseguire fin oltre il paese, alla Chiesa di San Lorenzo affacciata in luogo alto direttamente sulla macchia
blu scuro del mare, dove la nostra fatica è stata premiata dall'uscita di un magnifico sole!
La caratteristica più specifica di Varigotti - e chiunque sia passato di lì una volta non può non ricordarla - è il suo promontorio, la Punta Crena, dotata di una splendida area naturale con alberi d'ogni tipo e genere. Dopo di. aver sostato sul sagrato di San Lorenzo (superate le cinque ore di camminata, lì non ci è mancata la piacevolezza di un
sostanzioso spuntino) abbiamo ancora trovato la forza sufficiente per inerpicarci sulla Punta Crena, fino alla Torre, ultimo residuo delle fortificazioni del secoli XII-XIII. Di lì la visione sulla baia dei saraceni è davvero spettacolare.
Che stanchezza, "dopo"! Ma stanchezza sana e quasi piacevole.
Bisogna percorrerli, anche a caso, questi sentieri del Ponente Ligure, percorrerli e scoprirli! Non si sarà mai delusi.ù
     ...ED IL LEVANTE
47 luyponente 1Uscita tutta ringalluzzita dalla prova di Finale, ho pensato: visto che ho scarpinato a ovest,
perché non farlo ad est? Detto e fatto: a metà maggio eccomi decisa a "conquistare" anche gli ardui percorsi sopra sestri Levante fino a raggiungere Moneglia.
Abbiamo incominciato un po' sul tardi, a causa di un disguido, ma poi il gruppo si è lanciato in bell'impeto ed ordine sul Monte Castello, il promontorio scenografico che si erge alle spalle di Sestri e da cui, salendo, Sestri non è mai troppo lontana: tutta questa zona ha un contenuto botanico prezioso. Non solo si cammina fra ulivi, salici e cipressi, ma anche in mezzo ad altissime conifere, a querce e a lecci a non finire. Il tutto fittamente incastonato sul bordo di un mare che è fra i più belli e più puliti d'Italia. Un camminare, si direbbe, quasi sospesi fra cielo e mare.
Giunti all'estremo del promontorio, la Punta Manara, dove tra l'altro sono stati ritrovati pregiati manufatti litici in diaspro del paleolitico medio (è incredibile come questi Uomini di Neanderthal scegliessero, per vivere, i posti migliori!); giunti a Punta Manara, dicevo, la discesa lenta e graduale verso Riva Trigoso dà fiato ai nostri polmoni,
anche perché il panorama continua ad essere, dall'alto, fra i più belli a vedersi. Il guaio comincia dopo, con la seconda parte dell'itinerario. Scesi a mt 0, torniamo a inerpicarci. E dove? Per un sentierucolo che sembra uscito da un incubo, intendo dire attraverso un enorme e ricco bosco mediterraneo... ora del tutto bruciato! Avevano un bel dirmi che "qui, prima dell'incendio, c'era uno splendido sughereto", "qui, prima dell'incendio, c'erano lecci e terebinti!"... "qui, prima dell'incendio, c'era il più bell'esempio di bosco mediterraneo...", purtroppo ciò che si vedeva da ogni lato, salendo (e si saliva, eccome! oltre 200 mt in un batter di ciglio), altro non era che una squallida landa su cui ricrescevano stenti, dopo l'incendio di alcuni anni fa, gli arbusti della macchia mediterranea, non più alti di 40 cm, mentre qua e là svettavano come spettri orribili gli alti tronchi bruciati e fitti al suolo, pali neri che stringevano il cuore solo a guardarli. Non tutti reagiamo allo stesso modo di fronte ad identici stimoli: io, devo confessarlo, non ho mai potuto sopportare la vista di alberi bruciati senza provare vera e acuta sofferenza.
Eppure, quale che fosse l'effetto su di me o su di noi, l'organizzatore dell'itinerario aveva pensato di portarci a godere i fasti della "fu sugheraia" forse senza accorgersi che la sugheraia non c'era più!
Allo sbigottimento del trascorrere del tempo, che non portava variazioni nel panorama, del salire continuo ed arrancante su sentieri pietrosi, dell'assoluta inesistenza di qualsiasi cespuglio abbastanza alto sotto cui potersi riparare, si aggiungeva il tormento di un sole accanito e impietoso. Nel continuo allontanarci dal bordo del mare, da cui era spirato bene o male qualche refolo d'aria, ci addentravamo nel cuore terrestre della "fu sugheraia" e il caldo si faceva soffocante, il calore si sprigionava da terra simile a un forno, il sole dell'una e mezza cuoceva le meningi. Come io sia riuscita ad arrivare alla Torre di Punta Baffe dove tutto il gruppo si disputava pochi centimetri di ombra, è un vero mistero. Del resto si poteva solo andare avanti, giacche il nostro pullman ci aspet-
tava a Moneglia.
Dopo di avere a fatica ingurgitato mezza banana, mi sono accorta con orrore di avere finito tutta l'acqua! Nessuno era in grado di darmene perché, come nel deserto, ciascuno cercava di tenersi stretto il proprio otre per non morire di disidratazione. Infatti la strada era ancora lunghissima e tutta in salita, fino alle pendici del monte Comunaglia (mt 360); e quando poi si cominciò a scendere, la discesa era così inclinata e la stanchezza così tanta, che a volte andavo a sbattere contro uno di quei pali neri, un tempo alberi, che frenavano il mio rotolare a valle. Non c'era ombra, non c'era aria, non c'era riparo! Pensavo a cose come al deserto del Kalahari o di Atacama (che dicono
siano i peggiori sul pianeta); e tuttavia in quei deserti ci sono a volte delle oasi con una pozza d'acqua: lì, nulla! Quando, dopo l'ennesimo scavalcamento di colle e la ennesima discesa, ho visto sotto di me Moneglia, la cara, la amata, la civile Moneglia, mi è sembrato un vero miraggio.
Arrivata giù ho bevuto aranciate, birre, thè, acque brillanti, a garganella, per qualcosa come 4 litri. Ma ciò che desideravo ancor più dell'acqua era l'ombra, e di quella, negli stretti carrugi, ne ho trovato una infinità!
                                                                                                                                                  Luisella Stamebin

 

 

TEMPO di VACANZE
47 claudiaUn periodo di due-tre settimane all'anno tanto attese per fare ciò che si vuole e preferisce: chi si riposa, chi fa un viaggio, chi una crociera, chi si chiude in casa e non vuole vedere nessuno, chi si reca nei luoghi più esclusivi, chi vuole solo divertirsi"" insomma c'è l'imbarazzo della scelta.
Tra le mete più tradizionali si trovano:
Località marine.
Che si tratti di Borghetto Santo Spirito, Tunisia, Maldive, Caraibi o Polinesia gli italiani difficilmente si inoltrano nella distesa d'acqua oltre la vita, A 30 metri dalla riva non si incontra anima viva! I vacanzieri di questo tipo solitamente iniziano a programmare la vacanza estiva a gennaio, Sfogliano cataloghi di posti esotici e guardano l'offerta di attività sportive anche le più estreme con occhio esperto, valutano con cura e dispensano consigli su quali posti siano più adatti per praticare wind-surf,piuttosto che snorkeling o pesca d'altura, Sono i migliori clienti di negozi di attrezzature sportive perche solitamente acquistano tutto il necessario e tutte le novità di qualunque attività sportiva si pratichi nel villaggio prescelto,
A conclusione della vacanza se dovessero fare un resoconto del materiale utilizzato, al primo posto risulta il salvagente-paperetta e per i più arditi il materassino, Tutto il resto torna a casa imballato come quando è uscito dal negozio.

Località montane.
La valigia di chi fa le vacanza in montagna è organizzata nel modo seguente:
     -   costumi e magliette per quando fa caldo o si va in piscina;
     -   bermuda e t-shirt per le passeggiate sui sentieri di montagna;
     -   felpe e pantaloni lunghi per le giornate fresche e con tempo brutto;
     -   k-way e ombrello per le giornate piovose;
     -   maglie in pile e giacca a vento per le giornate fredde;
     -   scarpe infradito, da ginnastica, da trekking e da struscio da sfoggiare nella via centrale del paese,
In un attimo il bagaglio sfiora i 20 kg, di peso,' se il villeggiante volesse impegnarsi in una qualche pratica sportiva, si aggiungono altre borse e borsoni, Quasi un trasloco!
Tirate le somme della villeggiatura, sono veramente pochi i vacanzieri di montagna che si spingono oltre la pasticceria più vicina, I più ardimentosi organizzano le grigliate nei prati e cucinano carne per il doppio delle persone che ne prendono parte; a fine giornata implorano le persone con cui condividono il prato di assaggiare una bistecchina o una costina perché vogliono evitare di portarsele a casa e macinarle per sfamare cani e gatti del paese per una settimana.

Città straniere.
Occhiali scuri e fascianti effetto mosca, maglietta con scritta a caratteri cubitali dello stilista che la firma, jeans sdruciti a regola d'arte, cellulare in tasca e sneakers ai piedi: è un italiano. Se avete ancora delle perplessità basta soffermarsi ad osservarlo per qualche minuto e poi la mimica del viso e la gestualità delle mani non lasceranno più spazio ad alcun dubbio. Difficile che facciate questo incontro in un museo, è molto più probabile incontrarlo dove si esibiscono gli artisti di strada, seduto sulle scalinata di una qualche chiesa, nella via centrale impegnato a fare shopping, seduto in un bar a dissetarsi o seduto in un ristorante per mangiare.
Il turista italiano fa sempre e comunque una capatina nei luoghi più famosi per poter scattare una fotografia ricordo da portarsi a casa, insieme agli immancabili souvenirs, rigorosamente fabbricati in Cina, ma strapagati come se fosse stato l'artigiano più esperto e rinomato del luogo a produrli.
Attrezzatura prevista per il turista della città straniera: trolley per il viaggio aereo contenente un borsone per il ritorno dove stipare i souvenirs acquistati, almendue paia di comode sneakers per avere il cambio per eventuali vesciche ai piedi, innumerevoli magliette vistosamente firmate, alka-seltzer perché "all'estero si mangia male", e immancabile... "qualcosa di più elegante" per la sera (all'estero si vestono sempre male, giorno e notte, che bisogno c' è di appesantirsi con un abito elegante che nessuno noterà o che ti farà sentire a disagio?). Già so che mentre avete letto "qualcosa di elegante" avete sorriso in modo beffardo e pensato di essere superiori non inserendolo nel vostro bagaglio, ma con un piccolo sforzo di memoria sicuramente ricorderete che almeno una volta anche a voi è
capitato di infilarlo in valigia.

E i podisti dove vanno in vacanza?
Per questa categoria di persone il discorso è un po ' diverso, escono da ogni schema del tradizionale italiano in vacanza. Non prediligono una meta in particolare per praticare la corsa perché riescono a correre dappertutto. Indipendentemente dal tipo di vacanza scelto il podista non si preoccupa di bagaglio o attrezzatura per rendere più gradevoli questi giorni di riposo. Fedeli alloro sport, l'unico equipaggiamento che portano sono le inseparabili scarpe ed una rivista specializzata nel settore per poter adescare qualche altro podista pronto a misurarsi con altri atleti. L' approccio è rapido perché il podista vuole subito vantare le proprie gare, ed i propri tempi, snocciolare racconti di imprese effettuate in prima persona o da amici corridori.
E poi via, verso la scoperta di nuovi percorsi e la conoscenza di nuovi podisti che magari chissà, un giorno o l'altro si incontreranno in una qualche maratona in giro per il mondo.
                                                                                                                        Claudia Motetti

 

 


Ma tu, da quanto tempo corri?... Corro… si io corro … da quanto corri? … ecco questa è la domanda che di regola mi viene posta alla quale più difficilmente so dare risposta… Perché bisogna intendersi su cosa voglia dire “da quanto tempo corri…”  
47 sabrinaLa mia mente, affannata, prova a scandagliare i ricordi e risalgo a…. la felice età dell’adolescenza, ahimè ben 20 aa orsono!!! E’ stato allora che ho mosso i miei primi passi da atleta o pseudo tale. E allora come oggi il parco, che mi vedeva perennemente in debito di ossigeno, era quello della Pellerina! A quel tempo vivevo con i genitori in Lucento e ricordo i pomeriggi ad aspettare il pullman 2 “che fa tutto corso Potenza” che portava, me e la mia amica Lorena (che alla corsa mi aveva iniziata), al parco. Quanti di voi hanno corso in quegli anni forse ricorderanno la società nella quale entrai a far parte: l”Atletica Centorame” dai colori bianco-rossi! Allora eravamo un gruppetto di ragazzini tutti più o meno della stessa età con al seguito l’allenatore, Gianni, che ci seguiva come un padre amorevole, ma severo, in bicicletta.
Non so sei i miei ricordi sono viziati dal fatto che fossi piccola e come sempre i piccoli ricordano tutto più grande, più immenso, ma alle gare ricordo tanta gente… vero è che le società organizzavano i pullman che trasportavano gli atleti in giro per il Piemonte alle gare… e i premi, che oggi variano dal prosciutto al riso che non scuoce, erano in coppe e medaglie di varia grandezza e peso (d’oro e d’argento) a seconda, naturalmente, della posizione in cui ti eri classificato….   A me che sono sempre stata un po’ scarsina, toccavano sempre le medagliette quelle un po’ sfigate, sottili sottili e leggere leggere, che dovevi stare attento che se le toccavi si piegavano anche un po’… Insomma molto meglio un culatello dei nostri giorni che almeno evito di fare la spesa!   
Dopo pochi anni tuttavia, smisi di correre con la società: il passaggio dalle scuole medie inferiori alle superiori è stato impietoso, e io che sono sempre stata secchiona, ho mollato l’atletica per Socrate e Manzoni.
Ma torniamo alla domanda che mi affanna…. Quindi tu corri da vent’anni? Sì, cioè no, più o meno… in che senso “corro”, scusa? E fino ad oggi? Che hai fatto se sono solo due mesi che corri con la Podistica? Allora sono due mesi che corro? Aiuto!!!! 
Allora provo a mettere un po’ d’ordine! In questi vent’anni (sig) il mio piacere per la fatica sulle lunghe distanze non si è mai sopito… ma da attività principale è diventata il sottofondo, costante e mai abbandonato, di altre passioni. In primo luogo della montagna! Quale mezzo migliore in settimana di fare fiato per scalare una cima, se non una corsa regolare e costante?
Ma non solo! Io nella corsa mi sono rifugiata quando avevo bisogno di scaricare le tensioni, o di stare sola con me stessa e percepire il mio corpo e la fatica. Da sola o in compagnia, in città come al mare e ovunque mi trovassi, io “andavo a correre”.
Oggi, da circa due mesi “corro” con la Podistica Torino e per me è stato, appunto, fare un tuffo nel passato… Non nego che all’inizio la cosa mi convincesse poco poco ma alla fine l’entusiasmo travolgente di quanti ho conosciuto in questi mesi, ha contagiato anche me ed oggi eccomi qui a far parte della società.           
Forse allora posso dire che per me correre o andare a correre è la stessa cosa: può cambiare l’intensità e la costanza degli allenamenti ma la mia motivazione negli aspetti primordiali rimane la stessa. Per me il significato della corsa è il mezzo più immediato per fare fiato e gambe, tenermi in forma, scaricare le tensioni della giornata, percepire la mia fatica e perché no…… un mezzo di convivialità!   
Da quanto tempo corro? Ma da tutta la vita!!!!!!!!! 
                                                                                                                                                  Sabrina Palaia

 

       47 - 878

 

Il mare    diNino Sicari

Come ogni anno, dopo le feste pasquali arriva la bella stagione e con essa il caldo. Molti di noi pensano di rinfrescarsi al mare o in montagna. Io sono uno dei tanti che fanno qualche escursione in montagna, e per le ferie vado al mare.

Il mare… elemento liquido primordiale che ricorda le nostre ataviche origini, il nostro grembo materno iniziale.

Il mare, elemento di vita che dà equilibrio e chiede attenzione e rispetto.

L’uomo, durante il suo vivere quotidiano, e in città e nei luoghi di villeggiatura si comporta spesso male. Quante volte si vedono persone che buttano oggetti di ogni genere per terra o a bordo spiaggia con “cestino” a pochi passi?? 

A chi non è capitato di frequentare le spiagge libere e alla sera vedere piccole “zone” dove prima c’erano ombrelloni e stuoie per sdraiarsi piene di spazzatura?

Cosa curiosa è che queste persone il giorno dopo ci ritornano e si lamentano per la sporcizia. Probabilmente anche la loro memoria è in vacanza

Il mare riceve dall’uomo enormi quantità di oggetti di ogni tipo, e l’uomo non si interroga sul danno che il suo agire procura al mare. 

Periodicamente, quando il mare è in burrasca, “a me piace pensare che è perché è arrabbiato con l’uomo”. Restituisce lasciando sulla spiaggia tutto quello che l’uomo aveva buttato in mare.

Poi arriva l’uomo, trova quegli oggetti conosciuti sulla spiaggia e si lamenta dicendo: “il mare ha sporcato la spiaggia”.

Noi dimentichiamo che: “Il battito d’ali di una farfalla in Brasile può scatenare una tempesta in Texas” (Così il redattore di una rivista divulgativa presentò il lavoro di Edward Norton Lorenz, meteorologo padre della teoria del caos - Nota di Somadaj). Può sembrare un paradosso, ma è motivo di riflessione.

P. S. – La sporcizia nell’ambiente non è solo quella che si vede, ma soprattutto quella formata da inquinanti scaricati nei fiumi da industrie, acidi scaricati dalle cartiere, sostanze scaricate dalle industrie tessili, eccetera eccetera.

Quindi… attenzione e riflessione.

 

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  NEWS

pagine della PODISTICA TORINO

 

SI RICOMINCIA !

Dopo la simpatica, affollata e, direi, ben riuscita serata del “GELATO PER TUTTI” del 25 giugno e le due gare di campionato piuttosto impegnative, per il caldo e le salite, a Rivoli e Castiglione, è scattato quello che in gergo militare si chiama “rompete le righe” ………… 

Un infinito grazie ancora una volta, a nome di tutti, ad Enzo per la disponibilità sua e del Caminito Cafè.

Ancora volti nuovi nella squadra…. dopo il doppio esordio serale a Grugliasco di Donato Bruno e Claudio Fantasia, a Rivoli ha fatto la prima gara con i nostri colori Fabio Rombolà e a Castiglione è stata la volta di Andrea Zerilli. Posso già preannunciare l’esordio di almeno altri due podisti alla gara di Trana del 13 settembre, Pietro Bufalo reduce da un lungo infortunio e la neo-iscritta Teresa Dalla Valle. Abbiamo superato di slancio i 50 iscritti e c’è già una lunga lista di attesa di podisti di altri team che hanno già richiesto di passare tra le nostre fila nel 2010. Un segno inequivocabile che la Società e tutti gli iscritti stanno lavorando molto bene. 

Un gruppo di instancabili ed irriducibili PODISTICHINI è riuscito ancora ad organizzare la gara + pranzo di Corio Canavese del 12 luglio, ma poi è davvero arrivato il momento di staccare la spina. E’ giunto il tempo di riposare un poco, sistemare infortuni ed acciacchi e godersi le meritate vacanze.

La Società invece approfitta della pausa estiva per lavorare sul sito www.podoandando.net.

Due nuove firme femminili, Claudia Motetti e Sabrina Palaia, hanno fatto il loro esordio nella Sezione SCRITTI con articoli davvero spiritosi ed interessanti. 

Mauro Fontana ha lavorato alla grande ed è riuscito a caricare il 1° video sul sito (Campionato Italiano di Borgaretto). Sono già pronti per la pubblicazione il video di Castiglione e uno stralcio della puntata televisiva della trasmissione “Piemonte in corsa” di Gennaio 2009 su G.R.P. con Barbara Casetta ed il sottoscritto ospiti di Eugenio Bocchino per la presentazione della Società.

Alex e Ernesto sono riusciti a ritagliare il tempo necessario per numerosi interventi e migliorie, in particolare per quanto riguarda la Sezione PODISTICA TORINO che, adesso, si è fatta davvero ricca di contenuti ! Le due nuove sezioni GLI ATLETI e LE FOTO DELLA SQUADRA sono un gradito omaggio, si spera …., per tutti gli iscritti, sponsor ed amici.

Sono in cantiere (e spero già disponibili per l’uscita di questo numero del GHILEAD) la Sezione “AMICI DELLA PODISTICA TORINO e la sezione VIDEO.

Come sempre sono benvenuti suggerimenti, critiche e dati per rendere ancora più “appetitose” le nuove rubriche. Obiettivo (ambizioso e faticoso…) è di mantenere le schede e gli album fotografici “vivi” e costantemente aggiornati. 

Auguro a tutti ottimi piazzamenti e risultati per le gare di settembre ed ottobre.

 

Non dimenticate per nessun motivo…… 

Domenica 15 novembre 2009

 

PREMIAZIONE CAMPIONATO 2009

PRANZO SOCIALE - LOTTERIA 

                                                                                                                Gian Carlo Roatta  

 

 

 

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