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Ghilead-web n° 24

            Le fotografie le trovate postate negli album della pagina FOTOSPORT

                                      Gli articoli non firmati sono miei

 

24 - 1 copertina24 - 1 sommario-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

        Risveglio?...

   Non saprei proprio, di certo è ancora presto per pronunciarsi in quanto sino a metà ottobre non ho certezze alcune. Di certo potrei dire che questi due mesi, luglio-agosto, sono stati utili per disintossicarmi un po'. Ho scordato pressoché completamente il computer e totalmente la macchina fotografica, il che non è affatto poco. Ho ridotto a metà lo stress, pur se quanto rimane è comunque ancora molto.

Il non uscire che sporadicamente ha fatto si che la bruciatura al piede si sia ben ben ben ridimensionata, cosa che mi ha permesso di riprendere a fine agosto a cavalcare il Chiodo. E spero presto di calzare le Adrenaline onde non scordare il piacere del cammincorricchiare!

No, non mi sono annoiato affatto. Mi sono goduto un bel po' di ciclismo, ed in seguito sprazzi delle Olimpiadi. Volendo c'era anche parecchio calcio da vedere, ma di questo sport ho nel cuore unicamente il Vecchio Torino.

La calura di luglio ed inizio agosto, poi, ha contribuito a smorzare l'appetito, così che ho felicemente perso alcuni chiletti. Buona cosa se riuscirò a tener sotto controllo le mandibole quando la temperatura sarà un po' meno aggressiva. Sperare costa nulla...

Siamo ormai entrati in settembre, mese non solo “unico” per aver visto l'entrata sulla scena mondiale di Somadaj, ma pure per l'inizio della seconda parte della stagione podistica.

Che inizio su questo Ghilead-web-blog con un pepato commento di Sebastiano Scuderi in merito alle Olimpiadi di Rio, “Caporetto per l'Atletica Leggera italiana”, e con il presentare l'avventura editoriale del Piccolo Lord Pullano.

 

 

Movimento 5 stAlle

seb 2-Come previsto purtroppo Rio de Janeiro è stata una Caporetto per l'Atletica Leggera italiana; era dal 1956, SESSANTA anni, che l’Italia non portava a casa nemmeno una medaglia dalle Olimpiadi, 28^ nella classifica finale a punteggio.

C’è la foglia di fico di Tamberi, ma è tutto da dimostrare, che sarebbe riuscito a portare a casa una medaglia, va anche detto che troppi atleti si “rompono”, Howe, Bencosme, Ojiaku, Fassinotti, Trost, Meucci ? tanto per citarne alcuni. Abbiamo portato un bel gruppo di Master commoventi per l’impegno, ma purtroppo destinati a fare da comparsa, questo per dire che, come sempre, il difetto sta nel manico, non c’è una visione strategica dell’Atletica, ma solo una passiva rassegnazione.

E’ la conferma impietosa di tutto quanto ho scritto nei miei precedenti “sfoghi”, ma la critica come sempre non deve essere sterile, bensì propositiva ed ecco allora il Movimento Cinque stAlle.

Tutto parte da uno scambio di idee con Lucio Danza su face book, lui sosteneva che la situazione è cristallizzata perché i settantenni non mollano la poltrona, io sostengo che non esiste vittima incolpevole, se è vero che il meccanismo elettorale favorisce i “vecchi”, sono anche i giovani a non volersi impegnare e lasciano ad altri le decisioni, che li riguardano, come avviene in politica, dove va votare un italiano su due, e, quindi, la “maggioranza” resta silenziosa e basta un quarto di tutti i votanti per imporre le proprie decisioni.

Ho quindi esaminato i dati delle ultime elezioni FIDAL in Piemonte, 8160 voti a disposizione, di questi 4620 fanno capo a sole 21 società di PISTA, le altre 190 dispongono di 3540, stando così le cose sembrerebbe impossibile “vincere”, ma non è così, la lista Damilano ottenne 4079 voti pari al 54,3 %, la lista Molinaris 3435, 45,7 %

Questo perché molte società “podistiche” danno la delega alle Società che contano, se invece si formasse una lista “podistica”, anche considerando 4700 voti a disposizione per le società che svolgono attività solo su pista, le due liste otterrebbero 2552 e 2148 voti, le società “podistiche” avrebbero a disposizione ben 3460 voti.

Il problema a questo punto è allora trovare CHI possa portare al successo il Movimento Cinque StAlle (chi esercita il potere pensa che il popolo è BUE, occorre quindi sfondare le stalle col movimento unitario), ho in mente alcuni nomi, ma preferisco che sia il “popolo” ad esprimersi, dal canto mio traccio un mio identikit
DEVE essere GIOVANE (dai 35 ai 50 anni), avere un passato di discreto atleta (deve conoscere ed amare anche la pista) e un buon presente da Master, essere un valido organizzatore, e, soprattutto, aver voglia e tempo di impegnarsi. Naturalmente a lui si deve poter affiancare un valido gruppo di collaboratori che non vadano in Consiglio regionale solo per fare gli interessi della propria società, insomma una squadra di persone serie che diano una ventata di freschezza al Piemonte, se la “rivoluzione” passerà potrà essere d’esempio anche per le altre Regioni, basta con la rassegnazione e il fatalismo, anche a livello nazionale sarebbe possibile rovesciare le sette sorelle con le stellette applicando gli stessi criteri, basta crederci.

              JANO

 

 

Un Pullansapiens a Torino

   Dalle terre del sud giovani dallo spirito pionieristico si sono nel tempo, seguendo ardite vie, spostati nei più lontani angoli del mondo costringendo fior fior di scrittori a descrivere le loro imprese. Sappiamo così di chi fa fortuna nella ristorazione, nell'imprenditoria edile oppure manifatturiera, sappiamo di operosi personaggi che dal nulla hanno creato imperi, così come di altri che hanno preferito dedicarsi al crimine.

24 - cop mimmoGià, ma chi tanto lontano non è andato ed è finito magari nell'oblio in quanto nessuno l'ha scoperto scrivendo in seguito delle sue gesta? Chi dalla terra di pipe è finito in quella della bagna càuda e non ha santi in paradiso che si interessino a lui, che deve fare per passare alla storia? Semplice: scrivere di se e stampare milioni di copie del libro da distribuire a chiunque sia in grado di respirare.

E questo è quello che ha pensato e fatto il Piccolo Lord di Taverna, il Pullansapiens salito qui a Torino una sessantina di anni fa.

Vieni da me entro il 15 luglio, che poi scendo a Taverna e non ritorno che a metà settembre; a te, Capo Redattore, ho riservato una copia del libro”. Detto e fatto, così eccomi presto con in mano “La vita di Mimmo Pullano, il calzolaio maratoneta”, pregevole stampato di 212 pagine di cui accanto scorgete l'immagine di copertina. Che ritrae Taverna.

24 - mimmoPiccolo inciso: ora il Piccolo Lord ancora non lo sa, e nulla ho detto per non rovinargli le vacanze, ma... il libro è da ristampare!!! L'ho compreso molto presto, appena iniziata la lettura della Premessa:pagina 9, sesta riga: “... il capo redattore si chiama Ernesto CERAVOLO...”. Diavolo di un Pullansapiens, che desideri raggiungere prima del tempo i suoi antenati? CERAULO si scrive, CERAULO! Nobile casata di discendenza spagnola, mi raccontava il babbo, mica famigliola mau mau.

Ovviamente non vi posso illustrare dei contenuti in quanto questo vi toglierebbe il piacere della lettura, vi posso unicamente assicurare che i fans del Mimmo non resteranno delusi. Non è testo contenente nozioni tecniche riguardanti il correre sino a 100 e più anni, ma un piccolo, importante segreto i più attenti lo potranno far proprio scorrendone le righe. Anche di questo, ovviamente, non ne posso parlare: sarebbe come svelarvi che l'assassino è il maggiordomo.

Una lacuna in cotanto memoriale, in tutta sincerità, l'ho trovata: mancano note riguardanti la nascita, l'esperienza scioccante che si vive nel travaglio di venire al mondo, nel passare da un ambiente “nautico” e protettivo ad uno nemico che ti offre pochi istanti per decidere se imparare a respirare o meno (sempre che la mamma non abbia maturato l'idea di ucciderti prima del tempo onde non essere costretta a limitare la propria libertà...).

Chissà, però, dal momento che sarà costretto ad una doverosa ristampa, che questa deplorevole lacuna non venga dal fiero Pullansapiens di Taverna giustamente colmata. I suoi innumerevoli fans in fondo in fondo direi che lo meritano.

 

 

 

La mia sera

seb 2-

 

     SABATO 21 settembre

Finalmente vedevo le case arrampicate sulle colline di Genova allontanarsi, una macchia nocciola incrostata di salsedine sempre più indistinta alle prime ombre della sera. Finalmente tornavo a casa….guardavo la lunga scia che ancora teneva legata la terra ferma e mi sovveniva un’altra scia…

Mentre vedevo allontanarsi la chiesetta di San Gavino, ultimo saluto della Sardegna “Mamma, perché dobbiamo andare via ?”

Mia madre, una donna minuta, ma dallo sguardo deciso, con quel vestito scuro, ravvivato da un colletto bianco e sulle spalle due volpi argentate, mi guardò seriamente “Tuo padre è dirigente e deve obbedire. Se la sua azienda lo trasferisce non può rifiutarsi. E poi il trasferimento vuol dire avanzamento di carriera e quindi più soddisfazioni per lui e più soldi per te e i tuoi fratelli”

Ma i miei amici, i miei compagni di scuola, la mia maestra Ottavia…”

Le scuole ci sono anche a Brescia, sei ancora piccolo, ti farai nuovi amici, nuovi compagni e presto ti scorderai di tutto”.

Tacqui poco convinto, io non dimenticherò e tornerò per rivedere tutti, pensavo.

Così erano passati cinquantadue anni, prima la scuola, poi il lavoro, la famiglia, i mille motivi, che ogni volta ritardavano il ritorno, ma ora era giunto il momento tanto atteso, mi ero iscritto al Giro della Sardegna a tappe e tornavo a casa.

 

     DOMENICA 22

Mi sono alzato presto, non vedo l’ora di arrivare, e finalmente scorgo sulla destra la sagoma dell’Asinara, manca poco al porto civettuolo di Porto Torres, che emozione rivedere la chiesetta di San Gavino ! mi sembra più piccola.

Lunga attesa per sbarcare la macchina, poi scendo a terra e vado subito alla Basilica dove sono sepolti i Santi Patroni: Gavino, Proto e Gianuario.

24 - jano 1Prendo la strada che porta ad Alghero attraverso la Nurra, 36 chilometri bruciati dal sole con un paio di nuraghe e arrivo all’antica colonia catalana; mi sistemo in albergo, all’inizio del Lido da cui si vede la splendida rada fino a Capo Caccia.

Il pomeriggio prima tappa di 11 chilometri con partenza dai Bastioni, che sovrastano il porto con la loro massiccia imponenza, chiusi dalla Torre dello Sperone, ricordo della dominazione spagnola del 1354; si va verso Bosa in leggera salita costeggiando lo splendido lungomare, un magnifico albergo a picco sul mare, Villa Las Tronas… ma quello era il palazzo del Marchese di Suni !

Quando Re Umberto II dovette lasciare l’Italia – mi raccontava mia madre – volle fermarsi nella terra che più amava e il cui inno è Conservet Deus su Re. Qui ad Alghero nel palazzo del Marchese di Suni si svolse l’ultimo ricevimento con tutte le personalità dell’Isola. Il Re volle conferire le ultime onorificenze, ma tuo padre la rifiutò e il Re se ne ebbe a male, pensando che lo considerasse ormai decaduto, invece era solo timidezza e modestia”

24 - jano 3La sera mi immergo nelle stradine del centro storico e riassaporo i profumi della mia fanciullezza, quando si passava un mese al mare. Mia madre andava per tempo a scegliere la casa da affittare e così all’inizio di agosto si caricava la “giardinetta” di mille cianfrusaglie, dalla casseruola al bidet portatile; papà ci scaricava nella nuova dimora e tornava a Sassari a lavorare. La mattina mamma ci portava al carrettino col tendone, che mio padre chiamava “sciarabballe”, trainato da un vecchio e ossuto ronzino e si andava al Lido dove si passava praticamente l’intera giornata.

Mi siedo al tavolino di un bar da cui posso abbracciare con lo sguardo l’intero porto “ Vorrei una birra” – dico al cameriere.

Vuole una continentale o la nostra Ichnusa ?”

Mamma, che nome è Ichnusa? “

Vuol dire a forma di piede, è il primo nome della Sardegna. Una leggenda narra che Dio alla fine della Creazione rimase con solo alcuni grossi sassi nella sua cesta, li rovesciò nel mare e li calcò col suo piede, che calzava un sandalo di fuoco. Portò via poi dalle altre terre quello che riteneva più bello e lo depose nell’isola che ebbe un po’ di tutte le meraviglie del mondo.”

 

     LUNEDI’ 23

Tappa a Stintino, 10 chilometri.

Una volta c’era la tonnara, oggi, al posto del piccolo porto di pescatori, trovo un centro turistico; vado fino alla Pelosa, la spiaggia selvaggia da cui si vede l’Asinara e il mare ha sette gradazioni di colore.

Tra i bassi cespugli mediterranei ci stendevamo a prendere il sole, mentre la porchetta rosolava sullo spiedo sotto la sapiente cura di Baingio Sulis, tutto nervi e muscoli, il viso olivastro squadrato con l’accetta, che aveva insegnato a mio padre i segreti della caccia, dalla pernice al cinghiale. Poi si mangiava in allegria al suono della chitarra di mio padre e della fisarmonica di Baingio.

 

24 - jano 2     MARTEDI’ 24

Terza tappa impegnativa, si va a Capo Caccia, 16 chilometri.

La baia di Porto Conte, il Golfo delle Ninfe, di una bellezza incantevole; passiamo da Tramariglio, dove c’era la Colonia Penale. “ E’ così un bel posto che i detenuti, quando manca poco al rilascio, tentano la fuga per avere un prolungamento della pena” mi raccontava mio padre.

Ed ecco il promontorio di Capo Caccia a picco sul mare, un salto di 170 metri da togliere il fiato. La Escala del Cabirol… ricordo ancora quei 700 gradini scesi con timore stringendo la mano di mio padre, guardando il mare di cobalto leggermente increspato e poi l’ingresso nella Grotta di Nettuno coi suoi laghetti e cunicoli; credevo di veder spuntare le fate e gli gnomi da un momento all’altro. Poi il rientro in barca ad Alghero con un paesaggio da togliere il respiro: l’isola Foradada, la grotta dell’Altare, la grotta dei Ricami…”Papà cos’è il Paradiso ?” “Non lo so, ma penso che gli somigli molto !”

 

     MERCOLEDI’ 25

Si va a Castelsardo, 10 chilometri. Rivedo venirmi incontro il paese abbarbicato su di un poggio con le sue antiche e ripide viuzze, che salgono all'antica fortezza di cui resta la Rocca. Entro nell’antica Cattedrale a picco sul mare e riscopro la dolce Madonna col Bambino e gli Angeli dell’ignoto “maestro di Castelsardo”.

 

     GIOVEDI’ 26

Giornata di riposo, mi tuffo nella pineta, che porta al mare e poi vado a Fertilia….

Come mai è abbandonato questo paese, papà ?”

Qui una volta c’era lo stagno di Calich, regno della malaria. Il Fascismo decise di bonificarlo e di far venire dei contadini dal Continente. Costruirono le case, fecero tutte le opere necessarie, poi scoppiò la guerra e non se ne fece nulla. Ora so che stanno arrivando gli esuli dall’Istria e faranno vivere Fertilia”.

 

     VENERDI’ 2724 - jano 6

Oggi è la giornata più importante, si va a Sassari, 10 chilometri, ma quello che conta è tornare a casa. Mi siedo in Piazza d’Italia sotto il monumento di Vittorio Emanuele II, guardo verso i Portici, ecco l’appartamento del dottor Martinez.

S’omine valente s’idet a caddu, il vero uomo si vede a cavallo – mi dice – e oggi, giorno dell’Ascensione, vedrai i Sardi. Gli Americani definirono la Cavalcata Sarda il più bello spettacolo del Mondo”.

Vedevo arrivare uomini a cavallo da tutte le parti, con la donna seduta dietro tra un tripudio di colori, di ori, di merletti, di pizzi. Vedevo gli scialli di lana nera con ricami in oro e argento. “Sono le donne di Oliena”, quelle di seta viola “Sono le donne di Bitti”, quelli damascati di Aggius e Pattada e le “cabitte” azzurre di Ploaghe e di Osilo, il manto bianco-celeste di Iglesias, le cuffiette di Desulo, insomma tutta la storia e la vita dell’Isola davanti ai miei occhi.

Dovunque andrai ricordati della tua gente, fiera e valorosa, ricordati dei suoi forti principii, l’onore e la laboriosità avanti a tutto” mi disse Martinez.

Ma io non sono sardo, sono nato qui, ma mio padre è siciliano e mia madre è veneta”

Anche la mia famiglia viene da lontano, come dice il mio cognome, Martinez, ma è la terra che dà il nutrimento e tu sei un seme piantato nella terra di Sardegna, da essa hai avuto la linfa vitale e di essa fai parte, tu sei Sardo, non dimenticarlo mai!”

 

24 - jano 4     SABATO 28

Si riparte, si torna alla vita di tutti i giorni. Passeggio nervosamente sul ponte della nave, mentre la mia Isola si allontana sempre di più. Tutto era cambiato, solo i miei ricordi erano tornati prepotentemente a galla con la loro struggente nostalgia di un Paradiso perduto.

Mi appoggio al parapetto e guardo il mare che si perde a vista d’occhio “Il giorno fu pieno di lampi, ma ora verranno le stelle, le tacite stelle”… Chissà perché mi torna in mente la poesia che la maestra Ottavia amava così tanto, La mia Sera. Allora mi aveva colpito solo la frase “Vi è un greve gre gre di ranelle”, ora, mentre mi allontano dal mio sogno, ripenso al significato profondo del finale “non resta che un breve singulto nell’ultima sera” e comprendo che la mia vita è stata una corsa senza senso verso quello che pensavo mi mancasse, mentre trascuravo le piccole gioie di ogni giorno, nell’attesa di un ritorno tanto romantico, quanto impossibile.

                                      Sebastiano Scuderi 

 

 

Trofeo Arnaldo Colombo   04 – 09 – 2016                Diario della Domenica

24 - 39 trofeo arnaldo colombo 4Garetta nuova per l'inizio di questa seconda parte 2016, penso appena apro la porta Deplians sul sito dell'Atletica Val Pellice e scorgo la gara di Ceretta di San Maurizio, scelta che ritengo quanto mai azzeccata data la nausea che ormai provo per le “classiche”, gare che rendono arduo lo scoprire novelle postazioni click e costringono a duemila scatti almeno.

La cosa che mi intriga maggiormente di questa gara è il titolo di presentazione: “Su e giù per la Stura”, titolo che fa presagire spazi verdi e sentieri sterrati simili a quelli del trail di Baudenasca. Direi gara perfetta per iniziare in quanto oltre ad essere per me nuova e interessante, di certo non mi presenterà davanti all'obiettivo 400 e più partecipanti. Alla Pellerina, FIDAL Trofeo Arnaldo Colombo, sono appunto circa tanti gli iscritti, mentre alla 5 laghi di Ivrea, UISP, i competitivi iscritti sono oltre 600. Se ci aggiungiamo i Non Competitivi che ad essi si mescolano, buonanotte e sogni d'oro: avrei da soffrire come ad un derby che dura quattro giorni! Dalla serenità del nulla di due mesi ad una bolgia infernale lunga un'eternità. Ceretta rappresenta intrigante novità e salvezza.

24 - 39 trofeo arnaldo colombo 2Un punto interrogativo però non manca: è gara UISP, ma nell'elenco gare 2016 del sito regionale, di Ceretta e San Maurizio non esiste traccia. È cosa strana, per cui prendo carta e penna e mando una mail all'organizzatore (le iscrizioni si possono effettuare inviando una mail), per cui ritengo che la ricezione sia per forza di cose velocissima. Ritengo...

Chiedo se la gara esiste realmente, se avrà almeno 100-150 competitivi, e rivelo che vorrei realizzare un servizio fotografico presentando Podoandando. Tutto questo venerdì mattina alle 11,30, dopodiché fiduciosamente attendo.

24 - 39 trofeo arnaldo colombo 3Riaccendo Ex AlanDrake sabato sera alle 22,30, ed è ancora il silenzio ad accogliermi. Digito allora su Google: “Ceretta di san Maurizio gara podistica su e giù per la Stura”. Mossa azzeccata; tra le varie pagine che mi offre Google una è targata UISP. E trovo, nascosta nascosta, la lista delle preiscrizioni: 17 partecipanti, che sono rappresentati dalla società organizzatrice e pochissimo più. Disgraziatamente i sogni si dissolvono con la rapidità di un Mon Chéri caduto preda delle mie fauci! (ripetendo giorni dopo la ricerca nel tentativo di trovare almeno la classifica, sarà ancora buca. Cliccando su preiscrizioni si evidenzia solo il volantino).

24 - 39 trofeo arnaldo colombo 13Triste e scornato Somadaj questa mattina, ma felicità del Chiodo che cigola allegramente mentre lo spingo alla volta del Parco. La giornata si presenta velata, afosa e “torbida”, ma sento discreta l'energia che mi conduce a spingere sui pedali. Non ne sono certo, è test da ripetere, ma potrebbe trattarsi di 3 quadretti di cioccolata nera nera (al 99 %) ed un pacchettino di cracker. Ci spero tanto in quanto ho dovuto sospendere l'amatissimo miele di Acacia...

24 - 39 trofeo arnaldo colombo 6Più ciarlieri del solito i concorrenti in attesa del VIA; vi è un mare di notiziole da condividere, di esperienze marine o montane, di qualche allenamento o garetta corsa in terre lontane. Nuove conoscenze maturate al sole oppure in discoteca, qualche “amore” consumato in sordina, qualche avventura gastronomica di troppo.

Che fortuna ho avuto nel restare chiuso in casa! Mi sarei trovato vergognosamente a sbavare con il naso incollato al vetro di una pasticceria!!!

24 - 39 trofeo arnaldo colombo 7Anche oggi, ovviamente più magonato dal momento che il ritorno in pista mi rischiaffa in faccia il fatto che sono fuori dai giochi, il clichè è quello solitamente adottato la domenica mattina: qualche scatto qua e là per l'apertura dell'album, poi la fuga a cercar Soledad. Il gioco lo inizio, forse per reazione, durante gli scatti in gara. Allora incoraggio, invito ad un sorriso, sprono oppure sfotto lasciando aperta la porta, se pur non sempre, al bambino che è in me.

24 - 39 trofeo arnaldo colombo 8Una gara come questa la temevo assai in quanto somiglia molto ad una campestre. Offre, cioè, l'opportunità allo spettatore di assistere a più passaggi dei concorrenti, e ad un fotografo di scattare immagini a volontà. E qui matura per me la maledizione K-3, evidenziata in tutta la sua violenza allo scaricar delle immagini. Di questo non ne desidero più parlare, però, almeno sino a quando non avrò superato, o meno, il test che mi toglie il sonno.

24 - 39 trofeo arnaldo colombo 9Per farvi comprendere che non è una “fissa”, una esasperata ricerca della perfezione, un piagnisteo infantile, allego a conclusione dello scritto qualche immagine “documentaristica”.

24 - 39 trofeo arnaldo colombo 10Trecentotrentadue i partecipanti giunti sul traguardo, numero di molto inferiore alle edizioni “fuori Pellerina”, mi dice un amico quasi costernato. Meno male per me, anche se come inizio dopo ul letargo 332 mi paiono troppi.

Pochissimi i Podistichini presenti, impegnati come squadra alla 5 laghi di Ivrea e non pochi ancora in vacanza, ma la sorpresa è quella di rivedere Nicoletta, da molto assente. “Un male bruttissimo, maligno e invadente, ma ne sono da poco uscita”. Benedetta ragazza, e vieni a correre?... “Passavo di qui ed ho visto della gara. Vado tranquilla, non la farò tutta”. Smagrita si, ma del giusto direi da buon intenditore.

24 - 39 trofeo arnaldo colombo 11Incontro pure Michele ( http://www.scandurramichele.com/ ), qui accompagnato da Federica. Ancora riposino per loro, è qui unicamente per scattare qualche foto ad un amico.

Paracqua non si è ancora fatto sentire, ma pensavo di trovarlo qui in sella alla becana. Sarà di certo ancora in montagna perchè l'appassionato che è in lui non ne perderebbe nessuna. A mia differenza, che se non fosse per le foto me ne starei a dormire...

24 - 39 trofeo arnaldo colombo 12Nei maschietti Rudy Albano primeggia con buon margine sul secondo (al punto click, terzo, a 1';52”), Walid Boussad (da tener d'occhio, se già non lo è. Mi è parso correre in scioltezza, niente affatto concentrato), terzo Andrea Battaglia.

Nelle femminucce, parimenti, buon successo di Flavia Boglione, che lascia Laurella (solito punto click, dove transita terza) a 2';31”. Per la felicità di babbo BigBig Rao, presente all'arrivo. Terza Renata Vegelj

                                     CLASSIFICA

24 - come uccidere lamore per la fotografia-

 

 

 

 

     GRAZIE SIGNORE

seb 3Notte scura sui monti d’Appenino.

Sono lontani Piazza Signoria,

la salita del colle fiesolano,

San Lorenzo ai piedi delle Croci,

la dura e fredda cima della Colla.

Tutto è silente, sospeso, ovattato.

Nella discesa lesta su Marradi,

alla tremula luce delle stelle,

il mio cuore si perde nel pensiero.

Lontano è il mondo con le sue miserie,

vola l’anima alfine riscattata;

in questa notte magica di maggio

la Tua presenza sento mio Signore.

   28/5/88 – 16° Passatore – 344° - 12h50’

 

          LA VITA

     Le lunghe ombre del vespero

     Inghiotte la notte assassina,

     è tempo di fare il bagaglio,

     è tempo di chiudere il conto.

     Che resta degli anni ruggenti,

     dei frutti sognati e mai colti,

     progetti invano creati,

     fallaci speranze dissolte ?

     Il bruto mugghiare dell’onde

     si franse sui lividi scogli,

     la pigra risacca raccoglie

     i flutti impetuosi disciolti.

     La vita è solo illusione,

     una breve farsa beffarda,

     un brutto copione mal scritto;

     la vivi, ma non t’appartiene.

                               13/08/2016

                               JANO

 

 

 

24 - san francesco al campo 1

San Francesco al Campo  11 – 09 – 2016      Diario della Domenica

24 - san francesco al campo 2Qui ci ho corso parecchi anni fa, e mi ci sono recato pure una domenica segnata dalle alluvioni... Gara sospesa (crollo di ponti ed altri eccetera), così mi sono fatto un allenamento fantastico, con acqua a volontà sulla testa ed altra a livello delle caviglie (sulla strada, riconoscibile unicamente per via dei filari di alberi), e nel vagabondare giungere sino a lambire terre militari. Un allenamento in perfetta solitudine stampato a fuoco nel cuore. Una esperienza incredibile, a tu per tu con una natura, quanto mai umida, che pareva stringermi in un abbraccio materno. E se non ricordo male ho persino, trascinato dalla felicità del momento, cantat... gracidato, ahahah.

Dopo tanti anni, dunque, un ritorno in terre battute “da vivo”, cercando inutilmente qua e là tracce del tempo perduto.

24 - san francesco al campo 3Il cielo che mi accompagna è sereno, amico, mentre sento vibrare la trippa dal timore dei click che mi attendono. Sono infatti ben 515 gli iscritti alla gara, poi vi saranno i ritardatari ed i non competitivi. Forse era... anzi, certamente era meglio Trana con i suoi 332 partecipanti. Ma quello che è scritto è scritto, vedrò di trattenere la bramosia dello scatto, e se troppi tutto malgrado saranno, lavorerò di forbici.

24 - san francesco al campo 4Oggi tenterò di applicare la regola di Michele (sovraesporre di 1/3), questo almeno per evitare fotogrammi troppo scuri. È un test che vale quel che vale, di già tentato ad una Vivicittà con esito così così, non amando personalmente foto sbiadite, test che purtroppo non porrà pezza riguardo la cattiva, altalenante esposizione.

24 - san francesco al campo 5Giungendo sul presto all'appuntamento, seguendo i cartelli posteggio Poppolina a pochi metri dal traguardo. Pochissimi avranno questa possibilità in quanto presto il passaggio alla piazzetta verrà sorvegliato da un incorruttibile volontario: si posteggia nel campo preparato alla bisogna poco più avanti, oppure per le vie del paese.

Mario Rossi “Cafasse” non appariva nell'elenco della preiscrizione, ma mi ci imbatto poco prima di iniziare il percorso esplorativo del tracciato. “Si parte di qua, si gira di là, di svolta e si entra nello sterrato laggiù, ci si allarga attraversando lì-lu-la, si ritorna per qua, si passa sopra questa piazzetta e si svolta a sinistra, poi a destra, a destra ancora, e con un destra-sinistra stretto si raggiunge il traguardo. Poco meno di 10 km...”. Tento di mascherare la confusione scatenatasi nella mente chiedendo alla signora Mario-Rossi “Cafasse” (CORRINELLAFOTO) se finalmente si è procurata una più performante fotocamera. “Sai, Mario non ci sente da quell'orecchio, ed in fondo in fondo non me ne preoccupo molto. La fotocamera che uso mi offre quell'ampia possibilità di giustificazioni che una macchina come la tua mi negherebbe...” (Sbagliato, ahahah).

24 - san francesco al campo 7Inizio alla cieca la parte conclusiva del percorso nella convinzione che così facendo avrò pure la possibilità di trovare agganci che mi facciano viaggiare nel tempo, che mi conducano a click illustranti il nocciolo antico del luogo. Mi allargo, non trovando al suolo segni indicanti la direzione gara, sin nella periferia, porto qua e la i passi verso l'interno ma nulla di nulla viene in soccorso della mente. Villette, villette, centinaia e centinaia di insapori, anonime villette e nulla più. Ogni traccia del Giurassico è scomparsa ed Emme dondola inutilmente appesa al collo.

24 - san francesco al campo 8Ritorno alla piazzetta, ed inizio il percorso gara dai primi passi. Ma i primi km sono tutti in controluce, ahimè, e lo spingermi troppo oltre mi porterebbe certamente a perdere la fase dell'arrivo. Qualche tentativo, dato il tempo a disposizione (si parte tardi, alle 10,15), lo faccio, ma più che altro per fare una passeggiata. Poi ritorno e pongo la postazione uno a lato del prato-posteggio.

Si parte ancor oltre le 10,15, ed i commenti dei podisti in merito all'ora sono univoci: eccessivamente tardi dato il calore estivo che ancora opprime. Ma gli organizzatori come potevano mai immaginare un settembre così caldo? L'anno scorso, se ben ho compreso, si è corso sotto la pioggia.

24 - san francesco al campo 9Conclusa la prima parte, mi porto sulla strada che sarà percorsa per raggiungere il traguardo. Immagino un giretto per le vie del paese, invece il giro è breve ed in meno di 500 metri conduce all'arrivo. Rinuncio, perciò, e m'incammino incontro ai concorrenti nella speranza di evitare Lady Mario-Rossi “Cafasse” ed il fotografo ufficiale che so aggirarsi nei dintorni.

24 - san francesco al campo 6Non cammino molto in quanto i primi non dovrebbero ormai essere lontani, ed il luogo dove sistemo il secondo punto click è discreto. Due pali, ovviamente leggermente storti come da copione, infastidiscono un po', ma proprio tra di essi, in curva, è sistemato un fotografo donzella che presumo essere Monica (ma che in seguito scoprirò essere la signora Regis – QUI – www.drengis.com)

24 - san francesco al campo 10Alle11 abbandono la postazione e ritorno a mò di gambero verso il traguardo (che non raggiungo) sparando sui ritardatari le ultime cartucce di Emme; oggi alle 14 vi è la motoGP, e vorrei dare un'occhiata agli scatti prima di sedermi davanti alla TV.

Dei tre maschietti primi arrivati nulla conosco, ma questa non è certamente una novità. Non frequento assiduamente la UISP, per cui nessun mistero in questo. I maschietti li ho conosciuti unicamente quando correvo, anche se competitivo vero non sono mai stato.

24 - san francesco al campo 11Le fanciulline, invece, m'intrigano molto di più, e continuano ad intrigarmi pure se le scarpette da corsa sono ormai appese al chiodo. Pure nella UISP mi paiono tutte belle e brave, anche se di queste conosco unicamente Laurella, oggi ancora una volta sullo scalino più alto del podio. A Laurella, pur essendo fisicamente dotata per cui in grado di dare di più, probabilmente è sempre mancata la giusta carica agonistica, la “cattiveria” dell'atleta competitivo; ama correre per il piacere che la corsa offre senza pretendere di più. Corre esattamente come il babbo, BigBig Rao, non dimenticato atleta di ieri (in possesso di una Pozione Magica – che non ha mai voluto svelarmi – atta a conservare una capigliatura nera, nera come il carbon. Guardarlo per credere!).

24 - san francesco al campo 12E veniamo ai big del podio odierno.

   Maschietti:

Antonio Giardiello la spunta in volata (2 secondi a dividerli) su Julien Baudin, seguiti a 48” da Paolo Boggio

   Fanciulline:

Laurella Rao, in scioltezza, a 2 minuti Emanuela Eulalio, ed Elisa Picardi a 2 minuti e 10”

24 - san francesco al campo 14Scoperto oggi che Giovanni Giletta ha un “gemello” che gli da le pastine. Medesima canotta societaria, ma non pochi minuti a dividerli. Occhiali da sole da fighetto per il primo di loro sul traguardo, sobri e meno pretestuosi quelli del Presidente.

Quattro parole con Big Genio Bocchino, che un po' si lamenta per non riuscire più ad ottenere le prestazioni di vent'anni fa. Soprattutto molto più lento il recupero fisico quando s'incappa in qualche infortunio. Aggiunge che qualcuno pare aver sbagliato il percorso, ma non ne è certo al 100%. Sarà possibile scoprire l'inghippo esaminando la “classifica fotografica” di Podoandando. Un vero agonista non si smentisce mai.

24 - san francesco al campo 15Ottimo test personale riguardante il dito ferito del piede. A obiettare è ora la pianta la quale, “sagomatasi” per mesi sulla soletta delle ciabatte, manifesta difficoltà ad adattarsi a quella delle Adrenaline. Poca cosa, fortunatamente.

Michele ha ragione. A questa conclusione sono giunto scaricato che ho le fotografie su AlanDrake. Troppo pallide per me, ma più soddisfacente il ritocco nello scurirle di un po'. Il lavoro, purtroppo ma lo sapevo, è pressoché il medesimo di sempre data l'instabilità della esposizione; anche qui quelle scure si evidenziano per tali ed occorre “sbianchettarle” un cicinin.

No 515 partecipanti, fortunatamente a concludere la gara sono in 357. Dei 150 scomparsi non saprei.

24 - san francesco al campo 13In conclusione aggiungerei un complimento alla UISP riguardante le classifiche: fantastiche, c'è di tutto e di più, addirittura cliccando sul nome dell'atleta appare la “cartella clinica” contenente i risultati dell'anno. E poi le fotografie, che spero presto veder completate, e la differenziazione dei colori a demarcare il sesso. Queste da sempre.

Certamente (e ti pareva!...) ci aggiungerei, nella parte contenente il numero dei partecipanti per squadra, il nominativo degli stessi. Come un tempo faceva la FIDAL. Per non farmi mancar nulla...

             CLASSIFICA     (da AtleticaValPellice)

 

 

 

 

24 - robassomero 1

 

Robassomero     18 – 09 – 2016                                 Diario della Domenica

24 - robassomero 2No bombe ma pioggerellina leggera promettono i meteo per questa domenica mattina. C'è necessità di pioggerellina, lo riconosco, ma fotografare reggendo l'ombrellino non è precisamente il top della vita.

Esco di casa giustamente preoccupato, notando con soddisfazione che non piove. Alla mia sinistra scorgo il cielo sopra la basilica di Superga squarciarsi qua e là, scorgo brandelli di azzurro, scorgo la mano del sole che cerca di allontanare le lattiginose nubi onde dare una sbirciatina a questo vecchio mondo. Ma sulla destra, proprio là dove mi debbo recare, il cielo è quanto mai scuro, incacchiato. Ha il viso di chi, suonato che è il citofono, sente la voce della suocera biforchiare un: “Apri la porta, sveglia, che vengo a passare da voi 15 giorni. La mia bambina a bisogno di me!...”.

24 - robassomero 3Sino a Venaria tutto ok, ma superato che ho l'entrata dei tre cancelli, all'inizio della breve, morbida salitella, qualche goccia si spiaccica sul parabrezza di Poppolina. Inizio il lungo rettilineo che costeggiando inizialmente il muro della Mandria conduce a Lanzo, quando alzando gli occhi al cielo in una silenziosa preghiera scorgo sulla mia testa un bellissimo arcobaleno. Poffarbacco, uno scatto! È una buona introduzione al servizio che scatterò.

24 - robassomero 4Già, uno scatto... Non è da oggi che, ritirata Emme nello zainetto, perdo delle ottime occasioni, tanto che per queste di già ho pensato di riprendere con me Mersì. Non fosse che il suo peso, con aggiunti telefonino, seconda batteria fotocamera e vitale coltellino svedese, fa sì che dopo pochi passi mi senta calare le braghe! È vero; ho di pure pensato di rinforzare la tenuta della classica cintura con un buon paio di bretelle, ma ancora (svogliatezza, pigrizia), pur avendo delle splendide bretelle nel cassetto – fan parte dell'attrezzatura per andare in montagna – ancora non ho fatto nulla. Ci riuscirò mai?...

24 - robassomero 12Le goccioline presto si trasformano in gocciolone ed è un vero acquazzone quello che per qualche km mi accompagna. Poi cessa, poi riprende gocciolinando, ancora cessa. Ovviamente per riprendere con un certo vigore appena, raggiunto l'obiettivo Robassomero, scendo dall'auto.

Primi scatti con pioggia si pioggia no, poi gli angeli dell'acquedotto celeste (li sento ridacchiare) chiudono il rubinetto. Da allora sarà sole no, sole si, sole ni, etcetera etcetera.

24 - robassomero 5Passeggiatina qua e là per il paesino per la solita ricerca di scorci illustrativi. Qui c'è anche del vecchio, ma niente degno di nota così che io, mangiapreti dalla fanciullezza, cerco chiese da fotografare.

24 - robassomero 6Poi la ricerca si sposta sul percorso gara, sui primi km della partenza e su quelli del ritorno. E sbatto la testa, non è la prima volta, con un mare di “non so”. Così, dopo aver persino bloccato Emiliano Nasini, è una vigilessa che al mio: “Voltano a destra, a sinistra oppure vanno diritti?...”, pacatamente risponde che la gara non passa assolutamente di là, e che lei avvisa semplicemente gli automobilisti che di lì non si può entrare in paese.

24 - robassomero 11Il VIA è volto all'indirizzo dell'interno del paesino, a quello che vedo decisamente come un collo di bottiglia. Comunque va bene pure così, in quanto non amo troppo restare vicino al traguardo. Il primo punto click lo stabilisco su di un ampio stradone a circa 7-800 metri dalla partenza.

Per il secondo mi viene in aiuto il volontario in motocicletta che precede la gara che mi parla di una zona del percorso... in verde. Si tratta esattamente di quello che vado cercando!

24 - robassomero 7Nel verde, purtroppo, non mi ci posso addentrare più di tanto in quanto la strada svolta presto sulla sinistra presentandomi un controluce decisamente diretto. Le nubi coprono e scoprono continuamente il sole, la luce è variabile ma il controluce è sempre controluce. Anche quando non pare troppo evidente in quanto velato.

Dove mi trovo la luce è laterale, non proprio al top, dunque, ma bisogna accontentarsi di quanto passa il convento.

24 - robassomero 8Click click click, ed il tempo rapidamente scorre sino a quando giunge il momento di ritirare la mercanzia, fare i bagagli e ritornare alla maison. Una mattinata che, cancellati i timori della pioggia, si rivela serena e disintossicante, in sintonia con quell'arcobaleno che non sono riuscito a fare mio.

Accanto a Poppolina, un paio di macchine prima, incontro Denis Regis ed il figliolo Alberto. Due parole sul suo sito (www.drengis.com, già presentato nello scritto precedente – Nella sezione fotografie quelle scattate nell'occasione pdierna dalla moglie MariaRosa), costruito sul modello Pullansapiens (ma è proprio così che lo desidera: un inno alle proprie imprese sportive). Ama lo sport individuale in generale, dal podismo agonistico al ciclismo ed alla montagna vissuti in odo amatoriale, si diletta con la lettura, l'informatica e la fotografia.

24 - robassomero 9Riguardo la quale insiste nel ritenere “normali” foto sotto o sovraesposte. E il nostro, sul tema, è discorso tra sordi, eheheh. Piacevole bla bla bla con una poliedrica personalità.

Eterno Luca, che nei maschietti sale sul secondo scalino del podio maschile, a seguire Antonio Giardiello ed a precedere Claudio Cabodi. Podio praticamente deciso in volata, lunga o corta non so: a dividere i concorrenti 2 soli secondi).

Nelle femminucce successo per Elisa Rullo, che se non erro clicco per la prima volta (diversamente me ne ricorderei...). A seguire Rosita Ferrara (a 1':07”) e Alessandra Bresciani a 1':16”.

24 - robassomero 10Negativo il comportamento di Emme, con non pochi fuori fuoco, pur se il diaframma non era eccessivamente aperto (in genere 5,6). Non solo fatica a seguire il moto di avanzamento dei corridori, ma fuori fuoco a volte apparentemente Front Focus. Per i prossimi scatti scalerò di un punto la microregolazione (da +6 a +5), e ridurrò il campo di azione “auto” da 26 a 9 punti.

Nella speranza che il tentar non nuocia... troppo!

       CLASSIFICA    (da AtleticavalPellice)

 

 

 

 

 

24 - moncrivello 1

Moncrivello    25 – 09 – 2016                                                Diario della Domenica

24 - moncrivello 2Paracqua c'è, ed è quel suo esserci che mi spinge a Moncrivello. La serie continua di microsfiga mi conduce a ritirarmi sempre più, a colmarmi di punti interrogativi cui temo dare risposte e questo, lo so benissimo, fa di me il classico balengo. Perchè è uscendo dal bunker, mettendo la punta del naso in realtà nuove che i polmoni riprendono a pompare aria ed il cervello a riossigenarsi

La giornata, per di più, rientra in quelle rallegrate dal sole e Paracqua, sapendo della mia depressione, ne studia una delle sue per farmi fare due risate.

24 - moncrivello 3Sette e 15, non più tardi, mi sono raccomandato ieri sera. Il luogo è nuovo per cui occorre tempo per informarmi sul percorso e fotografare il paesino. Scende da me in bicicletta, per cui comincio a preoccuparmi quando alle 7,35 ancora non lo vedo arrivare.

Per arrivare, infine, arriva, e mentre metto la becana nel box-cantina mi racconta a giustificazione che, uscito di casa da pochi minuti, tanto dorme ancora che incoccia un marciapiede e si stende sulla strada. Una sbucciatura al ginocchio destro, ma il telaio ancora non soffre di osteoporosi e si conserva intatto.

24 - moncrivello 4Il problema è che non riesce ad alzarsi da terra per cui comincia a smoccolare come uno scaricatore di porto al punto che il ciclista che si ferma a soccorrerlo si accerta prima delle sue intenzioni: “L'aiuto ad alzarsi se lei promette di non mordermi...”, sono infatti le sue prime parole. Non è l'arcobaleno di domenica scorsa a Robassomero, ma certamente ben mi predispone per la mattinata. E meno male perchè in seguito avrò abbondanti motivi per sentirmi bollire il cervello.

24 - moncrivello 6Comincio a comprendere: belle le gare novelle, ma a differenza delle classiche di cui ormai conosco il numero esatto di pali e tombini, in queste è un miracolo se non aggiungo 800 chili di stress. Perchè nessuno sa dirmi del percorso, no i volontari agli incroci e neppure gli stessi podisti. Che pur l'hanno corsa più volte. E chi “si ricorda” mi spedisce a studiare angolazioni e luci giusto giusto dove si corre in senso inverso a quello indicatomi.

24 - moncrivello 7Le ultime mi raccontano di un giro piccolo ed uno di poco più grande (cosa negativa, modello scatti campestri), con uscita del secondo giro dalle vigne non lontano dal luogo della partenza. Vado, controllo, scatto, regolo Emme: ok. Posso fotografare la partenza, e con calma prepararmi per l'arrivo.

24 - moncrivello 8A terra molte freccette bianche a segnare il percorso che in me creano però confusione e perplessità, per cui chiedo ancora lumi ad un personaggio che vedo correre su e giù freneticamente quasi fosse l'organizzatore. Ed è una botta! “No, quello che lei mi descrive non è l'arrivo, è il giro piccolo. L'arrivo giunge da dietro e sale al Castello”. Tombola! Giusto l'inverso delle indicazioni sin ora fatte mie, con l'aggravante che dell'arrivo conosco unicamente i 500 metri finali, quelli che salgono al Castello, appunto.

24 - moncrivello 10Correre con lo zainetto che sbatacchia sulla schiena come un pendolo non è il top, così come reggere, proteggendola e tenendola “carica”, Emme con la mano destra. Quando arrivo al punto indicatomi il motociclista apripista è appena passato, per cui prendo posizione alla w il parroco e comincio a cliccare. Senza poter adattare Emme alla nuova situazione, senza poter sbirciare il display onde avere coscienza, se pur minima, dei click scattati in controluce.

24 - moncrivello 11Non avendo idea dell'ampiezza e della eventuale difficoltà del giro ultimo da percorrere, si affaccia presto nella mente il punto interrogativo sulla o meno attesa degli ultimi presidiando codesta disgraziata seconda postazione click. Se attendo, come sempre faccio, il passaggio degli ultimi, farò in tempo per i primi oppure li perderò? E se l'ultima postazione si rivelerà peggiore di questa? Uno più uno meno, che vuoi che sia: lasciatemi appoggiare il capo sul seno di Belen...

Così attendo, tanto ho ormai perso ogni speranza nel realizzare un servizio minimamente decente. Quel che verrà verrà, e buonanotte al secchio.

24 - moncrivello 12Nei pressi del traguardo è sempre una rogna prendere posizione. Vi è gente, movimento, fotografi veri e occasionali. Vi è chi fotografa unicamente i compagni di squadra, chi l'amico o l'amica o chi, incaricato dall'organizzazione, scatta per la creazione di una storia. Oggi, malauguratamente, ci sono pure io.

24 - moncrivello 13Il luogo che mi pare privo di “concorrenza” ritengo che sia il peggiore; si e no 200 metri dall'arrivo, salita, il che presuppone atleti alla frusta (cosa buona) ma è nelle condizioni di click peggiori: una parete chiara illuminata in pieno dal sole sulla sinistra, una parte oscurata da un'alta siepe sulla destra. Qualsiasi fotocamera si trova con l'esposimetro giustamente nel pallone, vuoi Emme che a ciò aggiunge lentezza e messa a fuoco quanto mai tentennante? Non ho comunque il tempo necessario per cercare di meglio in quanto i primi sono vicini, e tanto sono ormai incavolato che neppure controllo i dati di scatto.

24 - moncrivello 14Click click click sino a quando un fatto non calcolato mi degna dell'ultima mazzata: il traffico! Atleti e contorno debbono tornare alle macchine per cui si mescolano a quelli che ancora sono in arrivo. Come fotografare una gara tra i banchi di PortaPalazzo nella mattinata di un sabato!

Spengo Emme, raccolgo Paracqua ed alzo malinconicamente i tacchi alla volta di casa.

24 - moncrivello 15Il paese è bello, adagiato su di una collinetta che ne rende dilettevole il camminare e rende certamente tosta la gara podistica organizzata, oggi alla 6^ edizione. Organizzatori “d'assalto” l'avrebbero probabilmente presentata come Trail leggero, alla portata di tutti. Ma Trail, che fa molto IN.

Paracqua è tanto conquistato del luogo che si prefigge di ritornarci con la dolce metà, Marina Berlingo”, per dividerne con lei le bellezze e, perchè no, la cucina.

Se la luna non mi cade sui piedi l'anno prossimo ritornerò; ora ne conosco le fondamenta, e su di essa ho ancora moltissimo da scoprire.

24 - moncrivello 16Si correva questa mattina a Vinovo ed a Caselle, per fermarmi alla gara organizzata dalla “mia” Podistica ed a quelle vicino casa, ma se la maratonina di Vinovo, grazie alla capacità organizzativa della Podistica è stata un successo, legnata sulla testa ha ricevuto invece Bitetto (132 classificati) con il suo 36° Gran Premio Casellese. Nell'intervista di Genio Bocchino, Piero lamenta di essere rimasto solo, di non essere supportato come merita dalla FIDAL in quanto vecchio organizzatore di ben tre gare (2 su strada, una campestre), ma il problema è sicuro sia unicamente quello? Sono certo che se imparasse a sorridere qualcosa potrebbe forse cambiare.

24 - moncrivello 18Ricordando inoltre il “problema” FIDAL, che a mio parere non poco incide. Così che, andando oltre, vorrei rimarcare come nel mondo amatoriale la UISP voli mentre la FIDAL arranchi. Nella prima scorgo dinamismo, nella seconda un carrozzone ingessato manifestante, sempre opinioni personali, “puzza sotto il naso”. Disponibilità e sorrisi possono cambiare il mondo, succhiare il sangue al podismo per sostenere un paio di atleti veri sposterà sempre più chi corre verso la UISP e le non competitive. In attesa che “Vai-sereno-Letta” non inventi una delle sue geniali trovate istituendo una tassa sull'aria (se ancora non c'è...) od una accisa sulla benzina da devolvere alla FIDAL

Sperando nel miracolo che l'amata bicicletta sfugga ancora al Grande Fratello!...

Alla Moncrivello... Trail, 319 sul traguardo, e questo malgrado i chilometri da percorrere per raggiungerla.

Primo dei maschietti a tagliare il traguardo Paolo Boggio, in 28':26”, secondo Emanuele Ladetto (28':41”), terzo Simone Lupi (28':55”).

Nelle femminucce passeggiata per Maria Fornelli (33':35”), a seguire Claudia Guiotto (34':53”) e Silvia Borgesio (36':23”).

       CLASSIFICA   (da AtleticaValPellice)

 
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