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Sacra di San Michele
Scritto da Somadaj   
Sabato 01 Giugno 2019 11:11

 

 

 

Sacra di San Michele

                                                                                          4 – 12 – 2007

 

img_1842sacra2     La giornata è molto bella, bella e ventilata. “E’ il Phon”, dice la “guida” Geo Sergiulin che oggi ha preparato una passeggiata di tutto riposo. “E’ importante l’allenamento… I primi giorni della prossima settimana faremo la tagliafuoco del Musinè, quella alta”.
Il Monte Pirchiriano è a due passi da casa e la passeggiata di allenamento prevede la sosta pranzo alla Sacra. Così le ruote della “Vitarona” Suzuki di GianCarlo cominciano a rotolare alla sua volta solamente alle 9 e pochi minuti.
     Dietro la chiesa di Sant’Ambrogio, sul lato destro, inizia il bellissimo acciottolato – Antica Mulattiera – che con una nutrita serie di zig-zag ci condurrà alla Sacra. La temperatura è “al punto giusto”, il venticello pure, così che grazie a loro non c’è da sudare-come-una-bestia. Sono le 10,10 quando muoviamo le pedule sulla strada di questa avventura, avventura che proprio nuova non è in quanto di già vissuta secoli fa in ben altre condizioni fisiche. 
     Il sentiero è, come fondo, veramente perfetto: non vi sono sassi fuori posto, non vi sono sassi che a metterci sopra il piede si comportano come un gatto cui sia stata pestata la coda; solo verso la cima il sentiero è coperto da foglie secche, ma essendo il fondo stabile tutto si presenta ugualmente privo di pericolo storte o cadute. Lo zaino è pesante (lo carico sempre come per fare un raid), ma su questo acciottolato avrei voglia di correre (buonissima pista di allenamento duro, veramente). Sale sempre, ma per lo più uniformemente, senza strappi.
img_1849sacra1     E’, quella che percorriamo, una Via Crucis composta da 14 grandi croci di cemento che si conclude sulla statale, ai piedi di una frazioncina (anche qui, come spesso sui sentieri di montagna “veri”, esiste una Porta; all’altezza della 13^ croce, “Porta di San Pietro”) Gli ultimi 600-700 metri, quelli che di lì ci condurranno in cima, sono senza croci. Per gli antichi viandanti, i pellegrini (ma ci possiamo bere pure noi, eheheh) lungo il percorso si trova una antica fontanella sorgiva. Una caratteristica di questo percorso paiono essere i massi erratici, che di volta in volta Geo Sergiulin mi “presenta”.     
     Panoramicamente dice nulla, chiuso com’è nella vegetazione; solo alla Sacra il panorama si apre, ma le montagne vere appaiono lontane. Mi piacerebbe, con un po’ di allenamento in più nelle gambe e nel fiato, rifare il percorso a primavera indossando solamente canottiera, calzoncini e… scarpette da corsa! 
     L’ingresso alla Sacra vede la chiusura pomeridiana dalle 12,30 alle 14,30, così ci limitiamo a girarci attorno scattando alcune foto, poi ci accomodiamo su una delle panche sistemate ai suoi piedi e, al tepore di un brillante sole e al riparo dal vento, banchettiamo (A testimonianza che non ho fatto per nulla fatica “divoro” due panini con prosciutto crudo e formaggio, poi alcuni Marron Glacé, bomba energetica di già gustata dopo soli 15 minuti di salita…).
     Un buon caffè sorseggiato nel vicino “rifugio”, ed alle 13,24 si ritorna alla Vitarona, che raggiungiamo dopo 1h e 15’ di tranquillissima discesa.
                                                                              Ernesto Ceraulo "Somadaj" 
 
 
 
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