Poesie Poesie 3 Francesco Famà "878 rraggiato"
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3 Francesco Famà "878 rraggiato"
Scritto da Francesco Famà   
Domenica 26 Maggio 2019 17:42

 

 

   Candiolo, l’altra gara
                                                                          Candiolo     (14 – 06 – 2009) Bisogna usar lo shampoo, ormai non c'è più scampo,
tenere profumata la capa o la pelata.
Se grilli hai per la testa, sappi che poco costa
buttarsi nella vasca e aprire l'acqua fresca.
Se sei uno spilungone e fuori esce il testone;
non metterlo in saccoccia fatti meglio la doccia.
E sciacqua i tuoi capelli sono veri gioielli,
risciacqua amico mio non posso farlo io.
Rallenta un poco e spera venga discesa ora,
anche se viene sera non finirà la gara.
Arriva sol chi rischia, buttati nella mischia. 
Tutto è pronto, si parte ... Dai gioca le tue carte.
 
 
 
   U cannavazzu
                                                             Messina     (21 - 06 - 2009) 
                 
Cu cannavazzu non mi strapazzu
u pubbirazzu levu c’un brazzu.
     Chi cumpagnia, mancia cu mia
     poi pulizia cu maistria.
E m’ha aiutatu sciuttu e bagnatu
l’haiu ntò catu, dà è mucciatu.
     Matri natura, pregu mi dura
     e dill’usura mi staci a cura.
Ntò gabinettu no, non o mettu
ma pi rispettu vicinu o lettu.
     Quannu mi iazzu, iò longu u brazzu
     e m’uncarizzu com’un figghiozzu.   Oh,  u cannavazzu! …
 
 
                                                      IL CANOVACCIO (traduzione)
Col canovaccio non mi strapazzo
tolgo la polvere con un sol  braccio.
     Che compagnia, mangia con me
     poi ripulisce con gran maestria
E mi ha aiutato, bagnato o asciutto 
lo tengo in secchio, là sta nascosto.
     Madre natura prego che duri
     e lo preservi dall’usura
 Nel gabinetto no, non lo metto
 ma per rispetto vicino al letto.
     Quando mi alzo, allungo il braccio
     e l’accarezzo come un figlioccio.   Oh, Il canovaccio !....
 
 
 
   Cavallucci e vino
                                                                   Rivoli     (28 – 06 – 2009)
Oh che bel castello c’è su Rivoli ad ombrello.
Oh che bel castello ma quant’altro oltre quello.
   La collina coi cavalli, vino fresco coi taralli,
   che va bene anche col caldo per la gara del Murialdo.
Poi ovunque come insetto vedi il critico Strenghetto,
sponsorizza i primi tre per il resto c’è il caffè.
   Non appena Lillo spara prende il largo Santachiara,
   solo al banco dei grissini lo rivede Rabottini.
Sfugge a tutte la Casetta, sembra proprio una saetta,
c’è per lei bottino pieno com’è stato ad Andezeno.
   Corre in casa Mario Demo e più d’uno resta scemo:
   gli avversari li fa gialli va più forte dei cavalli.
Si disperdono nel branco Mimmo Lembo e Giammanco,
uno ha in testa ancor le Marche, l’altro il mare e le barche.
   Non voleva fare terzo ed ha corso un po’ per scherzo,
   ma ciò è lecito, non losco: il caffè vuol Magnabosco.
Come al miglio a San Giovanni e a discapito degli anni
sopra il palco fa cin cin anche Nerio Soncin.
   Ora cavallina storna cerca ancora chi non torna,
   passa pure in sala gessi e riporta Lillo Alessi.
E’ invitato ad Avigliana questo fine settimana,
ed è lì che il presidente vuole lui e tanta gente.
   Renzo vuole fare cento e con lui mi complimento,
   100 ha fatto Valentino non son tarallucci e vino
   … trattasi di un Cavallino!
 
 
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