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Ghilead-web n° 8

           Le fotografie le trovate postate negli album della pagina FOTOSPORT

                                       Gli articoli non firmati sono miei

 

8 - 1 copertina8 - 1 sommario

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

8 - testona 1

Testona   13 – 10 – 2013

8 - testona 2Ieri mattina bello, questa mattina, ovviamente... così così. Con l'aggiunta di un paio di mollette da sirenetta spesso appollaiate sul naso per via di una epistassi che da un paio di settimane mi segue come un'ombra. C'è sempre una prima volta, evidentemente, perchè solitamente quando stoppo il salasso questo non si ripresenta per più mesi. Ed anche anni. Ma questa volta, in prima assoluta, direi, è la narice destra a scombussolarmi le idee. Probabilmente incoraggiata da un lieve raffreddore che mi porta a provocarla un cicinin, e dal solito super-stress che mi fa alzare la pressione. Dovrei magari far cauterizzare i capillari capricciosi, ma dato che ancora nessun arnese ha mai violato la mia persona, vorrei conservare il PP, eheheh. Vedremo.

8 - testona 3Mollette al seguito, dunque (Ieri, sabato, due interventi personali di pronto soccorso. Dovessi avere una epistassi mentre guido la cosa mi disturberebbe assai), ma per fortuna al mio fianco è oggi seduto Paracqua con la borsa piena di gag. Il percorso è breve, ma ne godo a dozzine ugualmente.

8 - testona 4Soliti scatti pre-gara, ma presto mi allontano dagli amici nel timore di offrire penoso spettacolo di mala sanità (fatico a mettere l'aggeggetto al naso...). Le mollette le ho ancora nel taschino della camicia, e penso di usarle in occasione della gara. Dovesse sanguinare nel momento clou dei passaggi perderei moltissimi scatti. Cosa che però non faccio, come precauzionalmente pensato. Respirare con la bocca è cosa eccessivamente pizzosa così che la tolgo ben presto, prima del VIA, preferendo rischiare (La fortuna aiuta gli audaci; sarò fortunato).

8 - testona 5Anche questa è gara cui non so più dove piazzarmi per non ripetere i soliti fondali. Amo il verde ed i percorsi sinuosi ove è possibile evidenziare il serpentone colorato, ansimante e sudato degli atleti, ma per sfruttare detti punti occorre venire qui in MB. Con Gomme Grosse, la bellissima creatura posteggiata sull'armadione da anni, appunto. Ma non basta metterla a terra, cosa presto fatta, bensì per sicurezza sostituirne copertoni e camere d'aria. Si vedrà anche questo, perchè come Speci ha saputo donarmi momenti esaltanti, indimenticabili di vita. Poi, con il prezzo della benzina che continuamente sale...

8 - testona 6Paracqua ha il passo di una tartaruga monca di una gamba anteriore ed una posteriore, così ben presto lo lascio al suo destino. Conosco il percorso perchè questa gara l'ho corsa, per cui decido di fermarmi prima di entrare nella piccola frazione di Testona: Testina. Oltre questo punto qualche curva ancora, un rettilineo in lieve salita, poi salita sino al punto di svolta secca a destra. Luogo questo che il prossimo anno, se Testona e GG saranno e la luna non mi sarà caduta sui piedi, mi apposterò per il primo punto click (spero proprio sia CLICK e non più cliiick!!! Piuttosto chiudo Podoandando e mi sparo...).

Alcuni scatti di prova agli amici che sin qui giungono nella fase del riscaldamento, e dopo una breve attesa ECCOLI.

8 - testona 7Il cielo non è limpido ed il sole va e viene, un sole discreto così come è giusto ad inizio di autunno. In questa prima parte di gara si trova ancora sotto le coperte, ma nulla vi è ad oscurare gli atleti così che impostati i 200 ISO ottengo un buon tempo di scatto.

Nel muovere le favolose Adrenalina GTS 10 sui passi del ritorno onde cercare la seconda postazione cliiick, vengo raggiunto da due atleti (uno almeno lo è certamente: Pedro, detto pure Giuanin Pedrini, che lamenta dolori alle gambe motrici che il punto esatto ora scordato ho), atleti mestamente incamminati verso casa. Meglio subito che non stoicamente continuare per poi trovarsi magari costretti ad uno stop di due mesi, vero? Il ritiro in molti casi non è segno di debolezza, bensì di saggezza.

8 - testona 9Un punto discreto direi di averlo trovato, per cui mi fermo lì. Non vi è eccessiva luce – posizionata pure lateralmente, quasi un controluce – però oltre è peggio. Peccato che il sole decida un bel momento di scendere dal letto ed affacciarsi alla finestra rovinando così il mio ragionato disegno. Non fosse che ormai ho ben compreso esservi al mondo problemi ben più seri mi sarei incazzato come una bestia.

8 - testona 10Buon successo di Nicola Grieco, che pare andare a nozze con i percorsi collinari, con Salvatore Ciantia a 29” e Rudy Albano (chi è?) a 1':17”. Foto pessime in questa seconda parte di gara, in particolare le primissime, da schiarire e contrastare. Quando il sole ritorna a letto un po' “più meglio è”. Questo è quanto mi racconta AlanDrake scorrendo le immagini dell'album per rilevare i tempi. Ovviamente riguardanti il punto cliiick, che all'arrivo non so. Finirà anche questa “maledizione reflex” un giorno o l'altro (sarebbe già finita solo sapessi accontentarmi, ma purtroppo sono malato di “precisismo”... che ancora non è perfezionismo ma un poco ci somiglia).

8 - testona 13Nelle fanciulle nuovo successo di Scricciolo, che parrebbe essersi migliorata (ma nei “parrebbe” sono una frana tanto sbaglio). Non vi era nel cast qualche prima donna (così come nei maschietti qualche primo uomo), ma è indubbio che lei ce la mette sempre tutta. Oggi mi ha stupito con gli effetti speciali: l'ho vista correre per la prima volta con i capelli semi-sciolti (persa nella foga una spilla?), con gli occhi aperti e persino volti verso Mersì (mi pare. Che anche nei “mi pare” non ci azzecco quasi mai!). Il sorriso no, ma con le donne occorre tanta pazienza...

Dietro di lei, ad 1' esatto, Grazia, la Regina, determinata come sempre. Regina ci sta tutta, ma pure “Come-fermare-il-tempo”, direi. Chissà mai se usa qualche pozione magica oppure è unicamente dono del DNA. Terza Mirella Cabodi a 2':41”. Sempre tempi rilevati alla postazione cliiick, ovviamente. La tabellina sotto le immagini ha unicamente lo scopo di segnare il momento esatto del passaggio.

L'epistassi mi ha regalato una mattinata di sereno spasso non venendomi a trovare, e se questo è merito della vitamina C che ho iniziato a prendere da qualche giorno oppure della Marianna che va in campagna, non so. Per ora mi basta avere accanto Paracqua con le sue gag e pensare che troverò ad attendermi il risultato che Marc Marquez o Dani Pedrosa o Jorge Lorenzo ha vinto nella moto GP (mi piacciono tutti e tre!...), mentre Raikkonen ha trionfato nel GP del Giappone.

Alla Coniglietta-Modella-Velina-Badante ci penserò quando l'Eletta sarà nelle mie mani! Il tempo è dalla mia parte...

 

 

Francigena?... Chi più di un pellegrino pratica il... PODOandando?!

francigena 2013 020a     Nel numero scorso del GhileadWeb, il n° 7, vi raccontavo dell'inizio di un pellegrinaggio sulla via francigena che i nuovi amici Jorge e Veronica iniziavano proprio da Torino: 800 km. da gustare nel mese di agosto non sono uno scherzo per nessuno, ma è mese questo, per chi lavora, normalmente deputato alle vacanze. Non sempre la scelta è possibile, occorre accontentarsi di quanto passa il convento...

Ora Veronica ci ha beneficiati di uno scritto “stretto stretto, limato limato” (si scrivono libri su di un cammino tanti sono i fatti e le emozioni che s'inglobano in esso) ove sintetizza le sue emozioni.

A differenza dei vari cammini che conducono a Santiago de Compostela, questo ha per noi un pregio grandissimo: non ci costa nulla di viaggio, se non il treno per il ritorno. Vi pare cosa da poco risparmiare un'andata-ritorno lungo e costoso? Di questi tempi, poi, questo cammino francigeno Torino-Roma è una vera cuccagna! In aggiunta non abbiamo problemi di lingua e... di piatti! La pastasciutta sarà pastasciutta, il caffè caffè. Direi che come cammino di “assaggio” sia veramente ottimo e abbondante!

Questa è vera avventura perchè il percorso, lo leggerete da Veronica, non è proprio da pulcini e cucciolotti bensì per anime toste. Ed un podista tosto lo è certamente.

So, perchè ne ho parlato con alcuni di voi, che pochi non sono quelli che gradirebbero saggiare se stessi su di un cammino. Ora questa possibilità è a portata di mano, testata dai coraggiosi apripista Jorge e Nicoletta. Perchè no, allora?... Ovviamente chi lo intraprende per fede gode di un surplus emozionale, ma anche senza di essa si possono vivere emozioni da sballo. E nel dialogare con se stessi magari scoprire punti interrogativi mai postisi prima. Come quelli di Fabian, tanto per dire.

Veronica, origini argentine, parla e scrive (bene) correttamente l'italiano, mentre Jorge... no: solamente lo spagnolo. Per lui chissà: più tempo certamente per raccogliere e tradurre pensieri...

 

 

francigena 2013 572a     La Via Francigena

Ciao a tutti,

sono una “pellegrina” che da qualche anno percorre a piedi le vie di antichi pellegrinaggi. Tutto è iniziato per colpa di “Giacomino” o “Giacometo” in dialetto vicentino (Santiago). Lo chiamo confidenzialmente così data la nostra amicizia ormai assodata. Più volte sono giunta a Compostela per “tirargli le orecchie”. Era ora di girare i tacchi e “tirarghe le cotole” (in dialetto vicentino: tirare la punta della gonna per farsi notare) a qualcun altro.

Il compare Ernesto, incuriosito del nostro mondo, mi chiede un racconto della nostra avventura. Dico “nostra” perché ho percorso le vie che portano a Roma insieme ad un pellegrino spagnolo che ho conosciuto nel 2010 lungo il Cammino Primitivo che conduce a Compostela. Jorge. Posso però parlare solo della mia esperienza perché ogni Cammino, seppur fatto con altre persone, è un'esperienza personale. Tutti calpestiamo le stessissime antiche vie romane - l'Emilia, l'Aurelia, la Cassia – ma l'esperienza vissuta resta personale, singolare.

Ho letto l'articolo semi-serio che ha redatto Ernesto in seguito al nostro incontro a Torino. Sono rimasta scioccata e ho pensato: “E beh, che ci facciamo noi due trogloditi in mezzo a cotante sculture marmoree?!”. Corpi atletici così ben scolpiti e graziosamente sinuosi. Che ci fanno in mezzo a loro due foche ben pasciute?! E per giunta con due protesi di ferro che le aiutano a sorreggersi in piedi? (vedi i bastoncini di trekking: interpretazione in chiave moderna dell'antico ieratico bordone del pellegrino). Sì, ad occhio nudo si può immediatamente cogliere che i nostri mondi (maratoneti vs camminanti) sono molto diversi...

     Il ritmo: tutto scorre così lentamente per noi... E che fretta c'è? La vita stessa ti impone ritmi sostenuti che non permettono di osservare con il cuore le cose. No, non c'è fretta per noi. La meta è lontana. 800 km. Sembra un miraggio. Eppure siamo consapevoli che un Cammino, un'esperienza piena qual'è il Cammino lo costruisci lentamente e pazientemente a partire dal primo passo. Ora che ci penso abbiamo incrociato a Siena un maratoneta-pellegrino. Ci saluta di corsa e dopo aver appena intravisto il viso sorridente vedo il suo zaino saltellare sulle sue spalle a ritmo delle gambe. Ma di quel incontro non porto a casa niente: non so chi è, il suo nome, da dove viene, dove è diretto, qualche aneddoto che noi pellegrini siamo avvezzi a raccontarci. Presenza-assenza fugace. Mah... non lo si può chiamare nemmeno incontro. Non è il tipico modo di essere del pellegrino: ghiotto di relazioni, di incontri per assaporare l'essenza delle persone. E talvolta si riceve in dono l'incontro di persone ricche nel cuore. Sì, due mondi completamente diversi!

francigena 2013 022aIo resto col ritmo lento! Che ti permette di ridere fino a piegarti in due per la soluzione “saudita” al problema del sole infernale. Che ti permette di sorridere nonostante la fatica quotidiana: il “forno celeste” era surriscaldato per l'arco di tutti i 26 giorni di Cammino. Quanto ho desiderato la pioggia che ti inzuppa per dritto e per rovescio! Ma niente. Il cielo è stato stitico! Ritmo lento che ti permette di pensare perfino su come agghindare a festa con i girasoli il “compagno fedele”: lo zaino.

francigena 2013 551a

 

 

 

 

 

 

E piano, piano si attraversa l'infinita palude della risaia (che non fa ridere a nessuno per l'impari battaglia contro le sanguinarie zanzare di elefantesca memoria) e la pesante umidità con effetto sauna, anche non non hai pagato un centesimo per averla. E il desiderio di attraversare sto infinito fiume Po per vedere altri paesaggi più sinuosi e variegati e concludere vittoriosamente la batttaglia chimica contro le zzzz...zanzare (pubblicità occulta: fornirsi di Autan tropical)

Il desiderio di paesaggi che non abbiano lo stesso effetto ipnotico e soporifero! Talvolta si camminava interminabili rettilinei con gli occhi chiusi dato che in quei posti le curve devono essere ancora inventate! E le motoseghe ingoiano anche il più coraggioso virgulto di albero che voglia nascere in quelle pianeggianti lande.

     Oltre il Po, Piacenza. Finalmente gli Appennini con piccole ed eleganti città, gioielli incastonati sulle colline. Paesi noti e meno noti ma di uguale bellezza per il raffinato gusto dell'antico. Lucca, Siena, San Miniato e San Gimignano, Sutri e Viterbo. Ma anche piccoli borghi dove la gente vive con l'essenziale: “A che cosa ti servono quelle ramaglie?” chiedo ad un signore anziano di Ponzano Superiore, verso Sarzana. “Lo vuoi sapere a che cosa servono? Per farmi una scopa. Me le faccio ancora io con questi rami dopo averli puliti per bene”.

     Gente di borghi che ancora si prende il tempo per sedere sugli scalini di casa e conversare coi vicini o pensare.

 

 

francigena 2013 208a

 

 

francigena 2013 593a 

 

 francigena 2013 204a

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 francigena 2013 408a

 

 

 

     E l'attraversamento degli Appennini non passa senza aver lasciato lievi carezze che riscaldano l'anima: paesaggi incantevoli, castelli taluni diroccati altri, più coriacei, resistono al tempo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 francigena 2013 167a

 

 

 

 

 

     Linee verdeggianti che si muovono delicatamente sull'orizzonte,

borghi arroccati in alto, superbi, fari guardiani delle terre sottostanti...

 

 

 

 

 

 

francigena 2013 409a

 

 

e cascine misteriosamente isolate quasi eremi..

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

francigena 2013 339a

 

.

 

 

 

   Strade sterrate ancora non sfiorate dalla civiltà.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma anche incontri con i nostri amici pellegrini. E qui nessuna foto potrà trasmettere la bellezza dell'anima di alcune di queste persone incontrate. Dono inestimabile.

Fabien, il "ragazzo" francese (45 anni compiuti il giorno del nostro incontro a San Miniato). Personificazione della mitezza, della bontà, della semplicità. Ha messo in stand-by la sua carriera lavorativa per due anni per cercare la sua essenza, la sua via, il suo perché essere in questo mondo. Probabilmente sta ancora oggi camminando. Lo ricordo con affetto. Fabien ci invita a riflettere: ci si può sentire pienamente realizzati inseguendo un "bel" e ben remunerato lavoro?Poi c'è il settantunenne olandese Bert di profonda e perspicace ironia. Portamento signorile, distinto ma nascosto dall'aspetto semplice che forzosamente ogni pellegrino ha: bermuda, sandali e maglietta andante, semi-sporca perché non vede mai la lavatrice o il ferro da stiro. E questo ci rende tutti uguali: dal dottore al cameriere. Lui ha percorso tutta la via francigena intera. Da Canterbury a Roma. 2000 km. E ripeto l'età: 71 anni! Vorrei arrivare così a quell'età! E' questo proprio il bello del cammino: unisce tutti. E' adatto a tutte le età, a tutte le professioni, a tutti. Poi la prof di filosofia Chiara, il prof tedesco, il cameriere italiano... C'è anche Andrea, coraggioso diciassettenne che da solo ha intrapreso questo cammino, il suo primo cammino. E posso garantire che iniziare a fare esperienza con un Cammino come la Francigena non è da tutti. Qui è tutto molto più complicato rispetto al cammino di Santiago. Ho letto: "Questo è un cammino per pellegrini adulti". Non s'intende d'età ma adulti perché si deve aver già fatto l'esperienza di un cammino. Difficoltà nel trovare ospitalità (forse perché puzziamo come capre?). Alcuni ostelli per pellegrini chiudono a luglio e/o agosto!

Difficoltà nel trovare il sentiero talvolta ricoperto da erbacce perché a nessuno interessa tener curata una via per pochi sparuti camminanti o talvolta il sentiero è ingoiato dai contadini che lì hanno preferito ampliare la risaia. E ti trovi a dover scegliere tra rovi o palude...E in quei casi ci si sente Indiana Jones o apripiste. Questo avviene soprattutto nella prima parte, cioè prima dell'attraversamento del Po che lo sipuò fare con Danilo & soci (il figlioletto): il traghettatore “ufficiale” della Francigena.

francigena 2013 118a

 

francigena 2013 426a

     Dalla Toscana in poi seguire il sentiero è più semplice perché più curato.

francigena 2013 511aDifficoltà nella segnaletica. Non perché non esista ma perché ve n'è troppa! Tanti tracciati che hanno alla fonte teorie diverse ed opposte. La via tracciata dal ministero vuole “proteggere” a tutti i costi il pellegrino dalle strade asfaltate (anche se poco trafficate). Questo comporta un enorme dispendio di energie: allunga il percorso giornaliero di qualche km e conseguentemente anche il percorso complessivo risulta molto più lungo. Ad esempio, seguendo il loro tracciato ci si trova alle 14.00 con un sole che spacca gli occhi e la testa a dover salire e scendere per gli Appennini non sempre generosi di boschi. Un giorno avevamo deciso di seguire quel tipo di percorso. Dopo qualche saliscendi e vedendo che l'arrivo alla meta del giorno sarebbe stato procastinato di molto ho detto: “Jorge, io ti seguo, non ho problemi di resistenza fisica. Ma questa è un'asinata!”. Siamo convenuti di tornare sulla strada asfaltata. Meno idilliaca ma più rispettosa nella distribuzione delle forze fisiche.

francigena 2013 558aAltra teoria è sottesa al percorso tracciato da Monica D'Atti e Franco Cinti proposto in “Guida alla via Francigena” (edito da Terre di Mezzo): tenendo in considerazione che lo zaino del pellegrino non è leggero e che si troverà a dover affrontare la stessa fatica per tanti giorni, se evitare una strada asfaltata, trafficata o anche molto trafficata comporta allungare di kilometri il percorso allora la scelta ricade sul percorso più breve e quindi generalmente sulla strada asfalta (trafficata o meno che sia).

francigena 2013 559aSe invece i due percorsi non si differenziano di molto nella quantità dei kilometri allora si predilige il percorso non asfaltato. Ad ognuno la scelta. Ecco perché è un pellegrinaggio per “adulti”: non si tratta di seguire una freccia che, come avviene sul cammino di Santiago, conduce univocamente alla meta finale. Qui ci vuole maggiore consapevolezza. E' opportuno documentarsi prima di partire. E s'impone una scelta che esclude le altre. In realtà talvolta si faceva un percorso misto perché si voleva scendere ad un buon compromesso. Per questo è opportuno portare oltre ad una guida cartacea le mappe della Francigena (sempre edite da Terre di Mezzo): aiutano a scegliere il percorso da fare, ad optare per una variante o meno.

Dopo questa breve e sommaria digressione tecnica i nostri pellegrini temerari s'avvicinano col cuore intrepido alla meta tanto sognata: Roma. Gli ultimi passi incespicano su una trafficatissima ed anonima periferia di città. Ma non c'importa ormai di nulla. Abbiamo già superato ben altre prove: interminabili ed infernali ma necessarie zone industriali, statali tanto trafficate che ti sembra d'essere foglia in balia al vento, camminate in mezzo ai campi tenendo solo come riferimento il sole ed il punto cardinale sud-est augurandosi di spuntare da qualche parte... I numeri civici delle case della via Trionfale degradando ci fanno la conta alla rovescia...7 km...5 km...2 km... e dal Mons Gaudi (monte della gioia) di parco di Monte Mario s'avvista er Cupolone: che gioia!!!

Presto, presto... inizia a piovere!... ma nemmeno questo c'importa! Si tratta della voglia di arrivare!

 

           Arrivati!! 

francigena 2013 639a

o meglio... dopo qualche istante d'euforia il pensiero del pellegrino si tramuta in: Arrivati? Di già? Tutto finisce qua? Così presto? Ci si rende conto che l'arrivo così tanto desiderato porta inspiegabilmente con sé un sorriso felicemente languido... Questa ricca esperienza si è conclusa... E ti rendi conto che forse la cosa più importante non è arrivare ma il Cammino in sé...

E cominci a sognare verso un nuovo Cammino.

Buon Cammino a tutti!

francigena 2013 656a

 

francigena 2013 650a

 

(Jorge imitando le guide turistiche a Roma)

Grazie Jorge,

grazie ad ogni pellegrino incontrato.

 

 

 

   Veronica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Orbassano    20 – 10 – 2013

8 - or 6Figuriamoci! Giovedì sono uscito a fare due passi con il Chiodo ed era primavera, così come lo è stata la giornata successiva, venerdì. Oggi, però...

Non mi agiterei più di tanto se di già avessi fra le mani la sospiratissima Eletta, ma con Mersì non mi diverto proprio più. “Ne uccide più Mersì che la spada”, oserei quasi dire vista la ciliegina di stress che a quello cronico si aggiunge quando scodello le sue immagini sul monito di AlanDrake. Certo, finirà finirà, ma quanto è lunga l'attesa...

Se non ricordo male l'anno scorso questa gara del “sedano rosso” non ha avuto svolgimento, e forse la motivazione l'ho scoperta seguendo la trasmissione di Genio Bocchino: Armando Trevisani non è più il presidente della podistica TO021 (ora lo è Vito Urgo) ed oggi, medesima giornata medesimo orario, partecipa all'organizzazione (a.s.d. doratletica) in quel di Bruino di una apparente manifestazione “contro”; una corsa-camminata. Con la partecipazione, ha sostenuto da Bocchino, di qualche vero big... Il mondo di oggi non finisce di stupirmi con i suoi effetti speciali!

8 - or 5E dopo questo “spetteguless” veniamo a noi.

Non piove quando scendo di casa, ma non mi fido per nulla data la scura coperta che sovrasta la mia testa, di seguire la gara con il Chiodo come in un primo tempo pensato. Sordo alle sue suppliche, gli racconto la balla che sta piovendo e che di certo lo porterò con me ad Avigliana, giornata che il bollettino meteo (e Sir Renzo) mi hanno assicurato ottima e abbondante. Ora che si è ripreso un po nel fisico non ne vuole più sapere di restar chiuso nel box-cantina.

8 - or 1La giornata si presenta pessima, ma per fortuna Paracqua Supin-Supeta c'è! Niente montagna e niente nipotini: domenica mattina si fa festa, si tifa per gli amici. E questa mattina è veramente incontenibile nella foga di raccontare del suo ottantesimo compleanno: giovedì 17 ottobre, e da via Sesia, sede della Bottega, alti si alzano sulla città i multi-colorati fiori dei fuochi. E festa popolare sarà sino a questa domenica sera, che tra gli invitati vedrà Sofia Loren, la bersagliera Lollobrigida, Tina Pica (lei in formato filmato del1883), il sindaco e l'allenatore del Toro Radice.

8 - or 3Nell'accalorato e “gesticoloso” raccontare, apre la borsa che si è portato appresso, estrae da essa alcuni razzi e, abbassato il finestrino di Poppolina...... Ancora non ho capito come ho fatto a bloccargli la mano che reggeva l'acceso fiammifero, come nello stesso tempo risucchiarlo all'interno della vettura afferrandogli una caviglia, indi togliergli il razzo, prendere la borsa e buttarla sui sedili posteriori, rimettergli la cintura di sicurezza e tirare un sospiro di sollievo... Questo mentre mi districavo nelle vie cittadine avendo deciso che tangenziale sarà per il solo ritorno.

8 - or 10Ditemi voi come sia possibile festeggiare con così tanta verve il tesserino dei raggiunti ottant'anni. Capirei unicamente se, raggiuntolo, iniziasse una manovra di inversione. Cioè: 17 ottobre 2014 tesserino anni 79;17 ottobre 2015 tesserino anni 78, e via così a scalare. Io che di anni ne ho 43 e qualche mese (anche se molti, nel dialogare, spesso mi chiedono: “Ma quanti anni hai? Due?...”), tento sempre di sbolognare un: “25 non ben portati...”. Vallo a capire Paracqua...

8 - or 7Una marea di podisti sorprendentemente mi attende al raduno. Sono tutti qui, capperi? Eppure si corre a Moncalieri, al Ruffini (Decathlon), a Bruino, per fermarmi a quelle più vicine a casa. Certo, sono non competitive...

Questa è gara, ricordo bene, da “sedano mosso”, nel senso che per non inserire inguardabili ISO ho spesso ondeggiato più sul mosso che altro. Oggi è giornata “cattiva”, scura ed a volte con qualche goccia d'acqua a scendere, per cui parto da subito inserendo i 400 (risulteranno, ovviamente, sgranate, con alti e bassi nella esposizione – solite foto scure-giuste-chiare – grigie e senza vita da far paura. Momenti, si, ma di...).

8 - or 11Il percorso, mi dicono, è pressoché questo: si parte per di lì, si svolta per di là, si scende per di qua, si raggiunge il traguardo per di Qui Quo Qua. Sono a posto; ho di già mal di testa!

Il vero guaio è che sarà come una campestre: una serie di cliiick alla partenza, una seconda con il primo passaggio ed una terza con quello conclusivo. Chiudo la sezione con 1370 pessime immagini! (che mi godrò dalla domenica pomeriggio, che a visionarle dal display di Mersì paiono discrete). Non ho mai desiderato tanto spendere 3000-3300 euro!...

Ovviamente non ho nulla da scrivere riguardo i vari passaggi e i vari cliick. È sempre la solita musica: qualcuno saluta a gesti, qualcuno ti chiama per nome, altri s'improvvisano clown, qualche donzelletta indirizza persino baci (lo so, lo so: sperano che Mersì le gratifichi di un bel cliiick), altri sorridono. Sono gesti che galvanizzano la Vecchia Ciabatta 2, la quale segue pedantemente i soggetti quasi fosse bacchetta da rabdomante. Posso togliere il dito dal “grilletto”; in dette occasioni provvede a scattare da sola.

8 - or 4Poi ci sono coloro che cercano di evitarti e gli indifferenti (quelli incapaci persino di sorridere, che se non gli dedichi un click gli fai pure un piacere), ci sono i timidi che ti sfilano accanto volgendo gli occhi verso il cielo e quelli che affrontano la tenzone con i denti tanto serrati da offrire l'impressione che in essa si stiano giocando la vita. Taluni evidenziano polmoni da 3000 litri (diresti che non respirino affatto), mentre altri pisellini di seconda scelta che li conducono a boccheggiare come pesci insabbiati nel bagnasciuga.

I non competitivi puri si riconoscono dal continuo ciacolare tra di loro e dalle borse di plastica che tengono strette nelle mani (si sa mai: se qualche contadino incontrato lungo il percorso offrisse uova e verdura a prezzi stracciati...), e non danno origine a problema alcuno (non fosse per i volontari agli incroci e gli organizzatori sul traguardo, che alla domenica pranzano alle 17), a differenza dei competitivi puri (che non sono necessariamente quelli che lottano per la vittoria) per i quali è di già ottima cosa se non t'incartano sotto le scarpette. Chiaramente anche questi ultimi hanno modi diversi di esprimere la loro competitività; c'è chi corre ad occhi chiusi e chi invece aperti (ma chissà se ci vede), chi pur nella concentrazione ti scorge e chi invece pare anni luce lontano da te.

8 - or 8Poi esistono i “tacchinatori” (sport praticato per anni dal sottoscritto onde vedere arrossire, tanti i complimenti con cui le incensavo, fanciulle e fanciulline), tacchinatori in gara e tacchinatori “da riscaldamento o scarico”. Forse Bodyguards, eheheh.

Si, effettivamente si scoprono molte cose guardando attraverso il mirino di una macchina fotografica. Anche perchè occorre porgere attenzione ai soggetti che si prendono di mira.

8 - or 9Seguo con gli occhi i primi due atleti che mi raggiungono, Paolo Gallo e Francesco Bianco. Un bel buco (38”) li separa dal secondo, Gabriele Beltrami (chi è?). Li seguo, e che ti fa Francesco? 20 metri dopo avermi superato molla di botto! Sono a circa 500 metri dall'arrivo, ed immagino che il resistere alla ruota del forte atleta della Orecchiella Garfagnana abbia richiesto notevole impegno al “Palzolino”. Vederlo mollare così mi ha in ogni caso sorpreso un po', anche perchè dal viso nulla pareva annunciare uno stop così fulmineo. Si sarà stufato di spingere a tavoletta visto che non riusciva a superare il giovane galletto? (che dall'inizio gara ha imposto l'andatura).

La prova delle fanciulle mi ha quasi riproposto la visione della maratonina di Volpiano 2012, quando davanti a me si è inaspettatamente materializzata, 2^ assoluta a poco più di 4' da Laaouina, Valeria Straneo. Oggi lei è Catherine Bertone, che transita alla postazione cliiick a soli 2”16” da Paolo e Francesco, undicesima assoluta. Molto brava, a dispetto di un fisico minuto che direi non lasciarti immaginare tali qualità.

Per vedere la seconda femminuccia, Patrizia Signorino, debbo attendere 2':53”, mentre Scricciolo passa accanto a me con un ritardo dalla prima di 3':03”.

Nel ritorno a Torino novello tentativo di Paracqua per accendere i fuochi, ma questa volta l'ho prevenuto versandogli del tè sui fiammiferi (e sui calzoni). Ha pianto come un bambino sino a casa...

 

 

 

Avigliana      27 – 10 – 2013

8 - avigliana 10Ora solare da questa domenica mattina, e si dorme un'oretta di più. Questa è buona cosa, quella che invece non lo è troppo è che scendo dal letto di già nervosetto perchè i bollettini meteo scorsi sabato non sono entusiasmanti. No pioggia, sostengono, ma cieli coperti, il che con Mersì nelle mani equivale a dire momenti di stress (fortunatamente vi sarà persino il sole. Non vi sono più i Bernacca di una volta... I calli, a volte, funzionano meglio).

Un po' di timore nel passare a prendere Paracqua: si sarà ricordato di spostare la sveglia oppure no? Ahahah, lui ha avuto di me il medesimo timore. Questa mattina siamo due svampi fortunati, puntualissimi.

8 - avigliana 3Quando raggiungiamo il piccolo piazzale prospiciente il campo sportivo (piazzale Grande Torino) vi è ancora tanto spazio libero da farmi temere, per Sir Renzo di Avigliana, un flop. È vero però che sono solamente le otto, tanto da ricevere una tiratina d'orecchi da parte del compagno di merende: “Te lo avevo detto che era presto partire alle sette e un quarto. Se non sbagliavamo stradaeravamo qui alle sette!”. Già, distrarsi dalla guida è sempre un rischio; nella migliore delle ipotesi è come innestare il pilota automatico, un pilota che ti conduce fatalmente a seguire le vie percorse con maggior frequenza. Il tocco dell'artista ce lo aggiunge il solito amico assiso al mio fianco che con un “Per di là: ci sono già passato” detto “a sparo” davanti ad un bivio, mi conduce ai piedi di Valdellatorre...

Direi che con tutti i bla bla e le sghignazzate che ci scambiamo in macchina è di già fortuna se non ci siamo ritrovati questa mattina alla gara di Asti!

8 - avigliana 5Breve tappa al raduno per illustrare con qualche cliiick le funzioni di punzonatura, poi raccolgo Paracqua Supin-Supeta e lo trascino alla ricerca del primo “punto ristoro della vanità”, come spiritosamente battezzato da Maria Sofia, del San Michele, il punto cliiick.

Gara questa con uno o due giri del percorso, a scegliere. Sarà un polpettone, una insalata russa, una bella babele; in definitiva una di quelle gare che sempre tento di evitare. Negli album amo rispettare una forma di classifica ad immagini, anche se con la lentezza di Mersì questo non mi riesce mai perfettamente. Ma avevo detto al Sir che se la luna non mi fosse caduta sui piedi da lui sarei venuto, per cui eccomi qui ad onorare impegno.

8 - avigliana 7Ho desiderio di camminare, di visionare almeno la prima parte del percorso per trovare un punto cliiick che non sia chiuso, soffocato dalle case dei fortunati residenti. E neppure sia il solito. Nella cartina-percorso registrata nella mente ho fisso un luogo nel quale trovare una postazione in possibile favore di luce, postazione da raggiungere attraverso due scorciatoie agresti che dal lago tagliano dritto verso l'obiettivo. Ma Pierino, amico di lunga data e braccio destro di Sir Renzo, mi dice di no, che quegli sterrati non conducono ove passa a gara, che nel seguirli potrei perdermi. Tento un 300 metri sullo sterrato che esce nei pressi della sede dei Guardiaparco ricordando della gara di Santo Stefano, ma ben presto desisto; non vedo traccia del percorso diretto fatto mio esaminando la cartina, e se mi piantassi nel bosco a raccattar funghi (mi piacciono troppo, ed anche di più) sarebbe un bel guaio.

8 - avigliana 8Tenerezza Supin-Supeta: pare trascinare la gamba destra, ciondola come un metronomo postato su melodie wagneriane fermandosi più che di tanto in tanto, spesso. Visto così mi sembra un vecchio, e se non fosse che la moglie Marina Berlingo gli ha pronosticato per certo una residenza tra le nuvole non prima dei 94 anni (che in verità mi paiono pochini...) direi che si stia allenando per un prematuro ritiro casa e pantofole.

Vai pure. Io faccio un pezzetto di salita, vedo passare i corridori e poi ritorno alla macchina”: Così decido, per non correre rischi, di seguire il percorso gara. Per male che vada mi raggiungeranno in un punto cliiick schifezza.

8 - avigliana 11Molto bella la prima parte che con qualche breve strappetto conduce su di una sinuosa statale che mi accompagna sino al km. 4. Percorso bello ma in controluce, sospiro. Qui, al quarto km, si svolta seccamente a destra e ci si infila in un breve sterrato. Il primo tratto non ha alberi a crear fastidio, per cui vi stabilisco il “punto ristoro vanità”.

Ed a sorpresa di lì a poco mi sommerge una carica di bufali che pare senza fine, uno scorrere impetuoso (almeno all'inizio...) di magliette colorate che mi procura vertigini, un caleidoscopio in continuo mutar d'immagini (risulteranno al traguardo 400 i concorrenti della 10 km. e 369 quelli della maratonina). Reggo all'urto come meglio posso, preoccupato moltissimo di quanto mi scodellerà Mersì sul monitor di AlanDrake questo pomeriggio.

8 - avigliana 13Appena il rumore degli zoccoli si perde in lontananza inizio a riflettere sul da farsi: se torno sui miei passi sono 4 km, ma tutti controluce per cui avrò immagini nere, silhouette, ma se vado avanti non so cosa mi aspetta. Come condizioni di luce, si, ma pure... di piedi! Già, perchè sto “allenando” piedi e scarpe ai trail che vorrei fare il prossimo anno (spero sempre sia così, poi...), per cui calzo molto spesso, come questa mattina, appunto, le Cascadia. Proprio quelle toste, che non mollano – giustamente dato l'impegno a cui vengono sottoposte nelle gare di montagna – neppure di un millimetro. Di già le odo rumoreggiare con le estremità inferiori che dalla nascita mi appartengono, e più di qualche timore mi si affaccia nella mente. Non posso però metter qui radici, per cui decido infine di proseguire lungo il percorso fidando in un possibile accordo fra i belligeranti. È come tentare di mettere d'accordo PD e PDL: mi faranno vedere i sorci verdi! Cascadia, dal sesto km, modello inquisizione, ahahah.

Anche Mersì, purtroppo, va in crisi. Quasi che lo scattare in ripetizione tante immagini la portassero ad un surriscaldamento della tripperia, un bollire interiore di frattaglie elettroniche. Lo sento sotto le dita: tarda ancor più nel mettere a fuoco, nel darmi il bit dell'ok, ad accendere il verde led. Forse aggravata dal fatto che a seconda della situazione che mi si presenta spazio dai 100 ai 200 ISO, dal mettere e togliere un cicinin di compensazione, pare veramente bloccata. Foto che si riveleranno bruciate, fuori fuoco, pallide oppure scure oltre il lecito. Da stress. Così sarà per parecchio, sino a quando riprenderà (si è raffreddata?) come niente fosse a funzionare regolarmente. A sfornare, cioè, immagini di normale schifezza.

8 - avigliana 1A parte piedi e Mersì che mi hanno quasi condotto ad una crisi di nervi (mi scuso con gli amici che passandomi accanto mi hanno udito chiamarla Merda invece di Mersì, ma l'avrei scaraventata a terra e poi pestata e pestata sino a ridurla polpetta. Se non l'ho fatto è perchè i piedi dolevano...), a parte questo, dicevo, il concludere il giro mi è parsa cosa molto bella, gratificante, da ripetere con altre gare similmente organizzate. Ovviamente con quelle pantofole ai piedi che si chiamano Adrenaline GTS 10!

8 - avigliana 2Nella 21 km. un tonico Gabriele Abate la spunta su di un altrettanto tonico Laaouina e su Slimani Benazzouz. I secondi che separano il primo dal secondo e dal terzo sono di circa 30-35 e 60-70, e scrivo circa perchè di un poco mi sono mosso, mentre la classifica (per una volta vi sono i tempi) mi racconta di un 3” sul secondo e un 2',5” sul terzo. Più che di un cedimento del big nazionale si direbbe un ottimo finale in crescendo di Laaouina, mentre il terzo accresce invece dalla rilevazione Mersì il ritardo da Gabriele.

Nelle femminucce ottima Romina Cavallera, 12^ assoluta in 1:21:03, seconda Riva Stella a 17',23” e terza Kuzminska Katarzyna a 18',13”. Direi distacchi notevoli. Ovviamente, muovendomi, nessun riferimento al punto cliiick è possibile.

Raggiungo l'arrivo a mezzogiorno incontrando un Paracqua in procinto di allertare Carabinieri e Croce Rossa. Preoccupato per me, certo, ma soprattutto della reazione di Marina Berlingo, signora pepatina che certe levate di testa non le permette. A sera la sua telefonata non mi coglie di sorpresa affatto: “Sai, domenica non posso venire...”.

Nel pomeriggio mi accorgerò di aver scordato di sintonizzare Mersì con l'ora solare e di aver scritto avifliana nelle fotografie. Anche i più migliori qualche volta errano, eheheh.

 

 

 

 8 - borgaro 1

straBorgaro    03 – 11 – 2013

8 - borgaro 2Nuvole, cielo minaccioso e notizie meteo che descrivono un prosieguo di graduali aperture a sfumare in un sereno pomeriggio. Sarà così? Dalla finestra scorgo oltre le nere nubi l'asfalto bagnato, segno che nella notte è piovuto. Mi rimetto a letto? Non sarebbe la prima volta che non ci azzeccano. Salgo sul Chiodo e rinfresco mente e membra?... Borgaro non è lontano da casa e lo sgranchire un po' le gambe è cosa piacevole assai, tanto più ora che il Veccho Rottame pare ritornato a nuova vita. L'energia sta lentamente tornando in me per cui sento forte il desiderio di camminare, correre, pedalare. Pedalare... si. Così oggi, alla faccia della scura coperta che incombe su me, scendo, accolto da una lieve brezza, a svegliare il Chiodo.

8 - borgaro 4Gialla e visibile mantellina, zainetto Ghilead ed ombrello made in Cina al seguito; fantastico il pedalare nel profumo della pioggia, amica fraterna amata da sempre. Nei ricordi più belli il correre con lei che mi scorre sulla pelle, linfa vitale a rigenerare spirito e carne. Non fosse oggi per le novelle vesti indossate (quelle di “fotografo”) e la “maledizione Mersì”, pregherei per domeniche da trascorrere con i piedi a mollo.

8 - borgaro 8Alle 8,45 sono sul luogo del raduno. È la prima edizione della straBorgaro, ed in concomitanza si corre la folle del Ruffini, per cui non ho precisa idea sul numero dei partecipanti pur se essa, essendo principalmente gara UISP, lascia presagire un discreto numero di partecipanti.

Qualche scatto, una breve chiacchierata con Johnny Rossi, il braccio destro di Genio Bocchino (oggi al Ruffini), un caffè offerto da Luciano (questo pare ormai un classico della domenica mattina quando l'amico è presente), poi spingo il Chiodo alla ricerca del punto cliiick dato che il rettilineo della partenza è posizionato in luce no. Mentre poco più avanti, svolta di 90 gradi a destra e ampio curvone, la luce è ok. Luce che è poca, ma che di tanto in tanto si rischiara come se il cielo si stesse effettivamente aprendo. Poi qualche timidissimo raggio di sole appare e scompare, cosa che in ogni caso ben predispone il cuore.

8 - borgaro 9Soliti cliiick ai competitivi, scomparsi i quali appare il fiume dei partecipanti alla non competitiva che intende ricordare la prematura scomparsa del giovane Vincenzo De Santo, di cui la straBorgaro è parimenti memorial. Una partecipazione decisamente sentita dati i numerosissimi giovani visti sfilare sotto l'obiettivo di Mersì, tanto che ad un bel momento ho dato un taglio a tutto per il timore di perdere l'arrivo dei primi.

8 - borgaro 5Secondo punto cliiick postato al nono km, scelto per avere qualche po' di verde presente senza dover uscire dal “paese”, ove per di più insieme ad esso avrei trovato il mezzo-controluce. Nello sfondo della postazione scelta è purtroppo presente una vera “foresta metallica” tanti sono i pali presenti, cosa che richiede adattamento negli scatti nel tentativo di eliminarne il maggior numero possibile. Tenendo presente che il mirino di Mersì non mi rappresenta la realtà ma un 75/80 % circa di essa.

8 - borgaro 6Ora il sole è maggiormente presente, pur se ancora di tanto in tanto tira su un lenzuolino a coprirsi il viso. Qui, purtroppo, noto tutti i buchi presenti nell'organizzazione. Pur riconoscendo che è una prima, i punti controllati non paiono molti e le auto corrono pericolosamente fra gli atleti impegnati. Pure permettere la sfilata della non competitiva negli ultimi 2 km. non mi è parsa buona idea. Il volume (e la lentezza) dei partecipanti è tale che i primi debbono slalomare tra di essi. Per il resto non so, che di premi ed organizzazione mai mi occupo. Nota positiva è stata, come detto, l'ampia partecipazione giovanile, l'alto numero delle jum jum a turbare il povero Aritmic. Dovrei dedicarmi di più alle non competitive...

Primi 3 maschietti del tutto sconosciuti al sottoscritto: Lanzo Agostino sul gradino più alto del podio, a 24” Bozza Vezio ed a 46” Sapinet Davide.

Nelle femminucce primeggia Federica Scidà, a 33” Laura Fornelli e terza a 1',40” Katarzyna Kuzminska (non dovrebbero lasciarla correre una dal nome così; troppo facile sbagliare nello scriverlo e pronunciarlo).

Con Paracqua in castigo è venuto meno il supporto distensivo, colmato in parte, ma solo in parte, dal Chiodo. Che altro non fa che ripetere: “Dove mi porti domani?...”.

 

 

 

 8 - volvera 9

Corri Volvera        10 – 11 – 2013

8 - volvera 4Volvera? Gara nuova nuova, gara UISP... Come mai dal momento che a Torino si corre sulla storica pista del Lingotto?, che a Rivoli parimenti si corre così come pure a Volpiano? E il trail di san Michele non è intrigante abbastanza?

Ad essere sincero ho deciso d'emblée, da subito, d'istinto, domenica scorsa a Borgaro. Non ho legami di sorta, per cui seguo il momento; e questo ha deciso per Volvera. Ora toccherò con mano se ci ho o meno azzeccato.

La mattinata mi presenta il volto minaccioso e incacchiato di chi ha trascorso una notte insonne pensando alle infinite sigle con cui gli eletti confezionano democratiche pallottole da conficcargli nel cranio; cielo cupo e goccioline che si spiaccicano sul parabrezza di Poppolina. Fortunatamente c'è lui, Paracqua, il compagno di merende che, scontata la punizione, è ora nuovamente accanto a me. Cosa non di poco conto dal momento che continuo a veleggiare in acque paludose. Forse basterebbe costringere Aritmick a volare più basso, ad accontentarsi di quello che ha senza spingere nel tentativo di farmi raggiungere, podoandando, la luna... Forse. Ma quanto è difficile stoppare i sogni di un bambino!...

8 - volvera 3Volvera la raggiungiamo più velocemente di quanto previsto, per cui ci facciamo un giretto alla ricerca della parte vecchia nella speranza di scoprirne scorci intriganti. Che non paiono esistere malgrado un cartello indicatore ne vanti la presenza. Vetuste costruzioni abitative, piccoli cascinali inglobati dalla cittadina, ma ogni cosa è restaurata, adattata, tirata a lucido. Una infinità di villette e nuove costruzioni. Unica alternativa restano le chiese, sempre affascinanti nelle loro ricerca del mistico e grandioso, con gli svettanti campanili a puntare il cielo nella speranza che un dio senza nome li degni di potere e fertilità.

8 - volvera 5Delusione, comunque abbiamo fatto quattro passi, cosa che non allunga la vita ma che di certo la rende migl... Diavolo di un'Eugenio! Ora la sua frase di chiusura mi è diventata tormentone, ahahah.

Un buon caffè al Familia-bar offerto da Paracqua, che frega sul tempo un distratto Luciano: “Già preso? Un altro, evvia, un altro che non fa male...” . Il sospetto, ora, è che l'amico miri ad entrare nel libro dei guinness dei primati!

8 - volvera 6La ricerca per avere una idea del percorso è impresa quasi disperata. Uno non sa nulla, l'altro neppure, e Giuseppe, organizzatore nonché presidente dell'Athletics Piossasco, pare un tarantolato. Quando ritengo di averlo bloccato placcandolo al muro, lui se ne esce con una mossa degna di un'anguilla DOC. Niente da fare; non riesco a cavare il ragno dal buco. E comincio a salire di giri, tanto da rimpiangere la scelta sognando il trail di san Michele.

L'unica indicazione me la offre un volontario scovato in un crocevia del percorso posto poco dietro il traguardo: “Due giri, uno piccolo ed uno grande. Quello piccolo svolta presto sulla destra, passa attraverso il paese e giunge qui da me. Ritorno al traguardo, dritto, poi svolta a sinistra per il giro grande. Qui passano unicamente nel giro piccolo. Ritornano dal lato opposto alla partenza. Percorso abbreviato di un km. e mezzo...”. Così mi metto in moto fissando il punto cliiick, tanto per non sbagliare, a circa 400 metri dal traguardo. Resterà quello pure per l'arrivo.

8 - volvera 1Il PAM della partenza crea un foro nella grigia coperta così che inizia a piovigginare. Traggo dallo zainetto Ghilead l'ombrellino, mi apposto in quella che ritengo adatta posizione ed inizio a pigiare sul grilletto di Mersì. ISO 400 e tanta (giustificata) paura: risulteranno immagini da infarto, ma fortunatamente non aggravate dalla possibile loro cattiva inclinazione. Brandeggiare la macchina tenendo con la sinistra l'ombrello a proteggerla è cosa rischiosa, ma per fortuna Mersì è leggera. Con la reflex non sarà più così. Debbo studiare una imbracatura da piazzare sullo zainetto così da bloccarvi l'ombrellino.

8 - volvera 2La pioggia continua leggera, sfogandosi un cicinin unicamente all'arrivo dei primi. Gli ultimi troveranno ad attenderli un sole pallido ed emaciato, ma pur sempre sole.

Primo maschietto oggi, del tutto al sottoscritto sconosciuto, Martina Ezio, secondo ad un respiro De Vincenzo Giancarlo e terzo a 50” Martina Mario (sarà fratello del primo?...).

Nelle femminucce Laura Fornelli, che mi sfila sotto il naso apparentemente meno impegnata di quando fa shopping, conquista la prima piazza, seconda a 1',05” Katarzyna Kuzminska e terza a 1',07” Laurella Rao (2” da KK... Non ha mai saputo esser “cattiva” la Piccola Rao).

Facciamo presto fagotto, come solito. Oggi si corre la gara conclusiva del campionato mondiale moto GP, ed è duello vero sino all'ultima curva tra il giovanissimo scavezzacollo Marc ed il tosto e irriducibile Jorge. Vorrei vederli sullo scalino più alto del podio tutti e due, ma questo, lo so, è desiderio simile al podoandare sulla luna...

L'ultima battuta di Paracqua prima di lasciarmi: “Non perdere lunedì sera la farfallagranata, Gigi Meroni, mi raccomando”. Immagino un documentario sullo sfortunato giocatore, ed invece è un fotoromanzo-fiction. Evviva le foto monnezza di Mersì che mi offrono ragione per essere “diversamente occupato”!

 

 

8 - vallere cross 2Vallere cross    24 – 11 – 2013

Corri con il cuore”, questo il sottotitolo del cross delle Vallere. L'introito (tolte le spese se non vado errando) è a favore dell'UGI, Unione Genitori Italiani. Data la motivazione, e ritenendo (in base alle gare di san Mauro e Candiolo) una discreta partecipazione, ho sconfitto il punto interrogativo che mi frullava nella mente e mi ci sono recato. Ho preso la decisione anche pensando di testare ancora una volta Asp525 (esclusa la nuova “fondina”, che altrimenti sarebbe Asp551...). Chissà se riesco ad usarla almeno nelle campestri così da arrivare ai primi mesi del 2014, mi sono detto.

Paracqua è con me, e questo è di già garanzia di mattinata serena.

8 - vallere cross 4Una visita al locale iscrizioni e ristoro, poi facciamo il giro esterno della ristrutturata cascina alla ricerca del punto partenza-arrivo (che saranno, cogliendomi di sorpresa, diversi). Non lo troviamo, così che si rientra seguendo il programma “un buon caffè rimette in piedi uno zombie”. Fatto con una macchinetta casalinga, ma veramente buono. Grazie, Paracqua.

8 - vallere cross 3La giornata è giustamente, ormai, sul frescolino, mentre la coperta celeste viene parzialmente aperta e chiusa in continuazione. Il sole la tira di qua, il cielo di là, così che si strappa sfilacciandosi malamente. Comunque non piove, cosa ottima per una campestre del giorno d'oggi; non l'hanno rinviata...

8 - vallere cross 1Il terreno è una moquette, vi è unicamente da salire e discendere (più volte) un breve rialzo terroso. Il resto del percorso è composto da un'ubriacante zig zag, tanto stretto da permettere di realizzare su di una superficie di 15 metri quadri lo sviluppo di 2 km. Sarà per questo che lo hanno chiamato cross e non invece campestre? È l'unica difficoltà presente, direi. Parecchio lavoro per il medico di turno, preso di sorpresa dalla pressante richiesta di pillole contro il mal di mare.

Tre giri per i maschietti, due per le fanciulle.

E qui ora metto un punto fermo allo scritto. Non mi pare onesto sparare sulla Croce Rossa, come si usa dire. Mi ero illuso che il cuore dei podisti fosse sensibile alle competizioni volte a raccogliere fondi per i meno fortunati, ed invece... tombola.

Il test di Asp525 dite? Lasuma perde... Forse è meglio che invece di fotografarle, le gare, io le disegni!...

 

 

Pellerina – Corsa dei rottami    01 -12 – 2013

8 - rottami 1Una non competitiva? Come mai dal momento che oggi come oggi non amo frequentarle? Già; oggi come oggi...

Perchè non ho ancora la reflex e le foto che scatto non mi piacciono per nulla, ecco. Se la reflex mi concederà scatti che giudico almeno passabili (e soprattutto sicuri) alle non competitive potrei pure recarmici. A patto che gli organizzatori accettino di pubblicizzare il fatto che Podoandando sarà presente e che al tavolino iscrizioni io possa mettere dei biglietti “pubblicitari”. Questo perchè in esse pochissimi sanno dove possono GRATUITAMENTE raccogliere le immagini che mi vedono scattare. Vedrò, reflex in mano e test positivi, come meglio operare.

8 - rottami 3Comunque sono qui per simpatia nei riguardi dei giudici e perchè la quota iscrizioni raggiunta viene totalmente versata all'Unicef. TUTTA, non “tolte le spese”. E anche perchè desidero testare su Mersì (Asp525 l'ho portata, dopo il test bleeeak! delle Vallere, alla Nikon per un controllo. Debbo pure sapere dove sbaglio io e dove sbaglia lei), desidero testare, dicevo, la memoria “Super” regalatami dall'amico Nikon dell'Avis-ValPellice. Non risulta tra quelle menzionate per Asp525 e per Mersì, ma Nikon sostiene che velocizzerà di molto lo scatto e la “digestione file”.

8 - rottami 2Come di già alle Vallere, ohimè, riguardo questa gara dalla mente non estraggo nulla. Non vedo, tanto per ripetermi, l'assalto alle iscrizioni allo scopo di sostenere un'opera di bene, così da malinconicamente rassegnarmi all'ormai classico ritornello: “Sai, la crisi...”. Non è da oggi (basta guardare i miei disegni) che ritengo il cuore dell'uomo assai poco propenso all'Empatia, ad immedesimarsi cioè nell'Altro. E di questa indifferenza ritengo non siano purtroppo immuni da colpe alcune delle associazioni che raccolgono fondi o dati, statistiche volte a sostenere e indirizzare aiuti a chi si trova in difficoltà. Senza generalizzare, ma a volte carrozzoni più a beneficio dei “ricercatori-soccorritori” che dei bisognosi. Immagino fiumi che raggiungono il mare ridotti a torrentelli... “A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina”, diceva un notissimo politico nostrano...

8 - rottami 4Becana vita sana, per cui... pedalare. La giornata è limpida, ma Poppolina e Dyanett Lenticchia sono coperte da un velo di ghiaccio quando scendo a svegliare il Chiodo. Dovessi aver necessità di loro, si metterebbero in moto? Va bè, Dyanett no: è ferma da oltre 4 anni e le ho tolto pure la batteria, ma Poppolina? Ecco, l'inverno in questo non mi piace poi troppo. Domenica prossima sarà ancora il Chiodo a condurmi sul percorso della Royal Half Marathon, ma a Scarmagno per onorare il primo cross della stagione 2014?...

8 - rottami 5L'arietta è discretamente tagliente, ma quando giungo alla Pellerina i pochi brividi sono scomparsi. Tanto scomparsi che da subito faccio scorrere la cerniera del giaccone per sbollentarmi un cicinin (cosa necessaria, il giaccone aperto, se desidero raggiungere la fondina dove è riposta Mersì, eheheh).

8 - rottami 6Il percorso l'ho tracciato io!”, sstiene orgogliosamente Bordin (c'è ancora che lo chiama Riccomagno...): “Giri a sinistra prima del ponte, poi ancora a sinistra e passando accanto alla piscina ritorni qui voltando ancora a sinistra. Ora volti a destra, poi a sinistra, ancora sinistra poi destra sfilando accanto alla Cascina Chiabrera. Poi... “. Sono sfinito quando Bordin conclude con l'illustrarmi la sua creatura. Podisticamente “tengo” i natali su questo terreno, ma che in esso convivessero sì tante curve non lo avrei mai immaginato!

8 - rottami 7Tra gli incontri quello con Genio Bocchino, che sorpreso in settimana casualmente alla Colletta mi aveva confidato che difficilmente sarebbe stato qui a filmare la gara. “Sai, John non c'è...”. Invece eccolo qui, pure lui sulla becana. Altra becana scoperta poco prima della partenza è quella di Paracqua: “Sai, non ti ho telefonato perchè pensavo che tu andassi al mare ed io in montagna...”. Il Chiodo è legato ad un palo proprio sotto il nostro naso e lui guardandolo mi chiede: “Sei venuto in macchina?...”.Va bè, che posso dire: Paracqua è pur sempre Paracqua. Ed alla sua età gli si perdona tutto (sarà certamente felice se pubblicizzerò che ha ormai ottant'anni compiuti, eheheh).

Oh... guarda te: ho scritto di tutto meno che della gara... Di essa posso dire che solamente i primi tre-quattro mi sono parsi correre evidenziando qualche dispendio di energia; i più si godevano la bella giornata chiacchierando di calcio e delle vicine vacanze natalizie. I maschietti, che le femminucce oltre alle vacanze natalizie si dilettavano con dei lavoretti a maglia!...

Ovviamente nell'album pubblicato sulla pagina FotoSport2013 sono presenti centinaia di oscuri frequentatori del parco; gli iscritti non avevano neppure un cartoncino-ricordo da appendere al collo. E pure ovviamente la memoria Super dell'amico Nikon non è risultata Super per niente!...

 

 

 

Royal Half Marathon    08 – 12 – 2013

8 - rhm 1Penso a questa gara come l'ultima della stagione 2013. Come già scritto, sino a che la reflex non sarà nelle mie mani così da concedermi foto discrete e sicure (spero...), di non competitive o manifestazioni poco prossime a Torino (uguale il risultato: chi conosce Podoandando così da venire a raccatar immagini?) non ne farò più. Vi sarebbe ancora la san Silvestro di Sir Renzo di Avigliana, ma quest'anno ne sono mentalmente lontano. Per una polemica considerazione: in essa, così come nella maratonina e similar eccetera, pur avendo a disposizione un sito di riferimento a cui i partecipanti alla non competitiva (o esterni) vedendo scattare foto giustamente ritengo rivolgersi, non esiste traccia che rimandi a Podoandando, allo specifico album almeno. Se questo non mi tocca da chi considero “lontano”, meno comprendo chi ritengo invece prossimo.

Non vendo le fotografie e neppure ho interessi particolari (pubblicità, ad esempio) a vedere il numero dei visitatori raddoppiare o triplicare (anche se questo, come i commenti, è vitamina, è gratificazione); il sapere che chi corre può se lo desidera avere il gratuito ricordo di un momento di vita è uno degli obiettivi che vorrei raggiungere, così come questo mio servizio lo rivolgo parimenti a sostegno di chi organizza.

8 - rhm 2Detto questo veniamo alla gara.

Giornata dal sole splendente e “preoccupante”. Ancora non ho ben compreso sul come scattare in condizioni di luce “bassa”, invernale. I volti mi vengono bruciati e, se come alla Pellerina sottoespongo (arrivo), lo sfondo mi viene leggermente scuro. Sono proprio un “fotografo dal pentu”, direbbe la mia mamma, eheheh.

8 - rhm 3Questa mattina si corre pure a Ciriè, gara “infida” per me, che certamente distrarrà molti da questa maratonina, e a piazza Vittorio, novello luogo designato per la partenza e l'arrivo, la folla degli appassionati sgambettatori mi pare infatti non al Top. Molti di essi si misureranno unicamente con la non competitiva di 6 km, e la tentazione di soffermarmi per scattare qualche cliiick alle sole jum jum è forte. Ne vedo alcune, ma debbo stringere i denti: non è ancora tempo di reflex e di fanciulle... Mi trovo così a lottare con tutte le energie contro Aritmick il Ribelle, che sordo ad ogni illuminato consiglio si agita come un dannato. Ohibò, la maledizione del cuore che non invecchia pesa ormai più del Monte dei Cappuccini che scorgo giusto giusto alle mie spalle.

8 - rhm 4L'entrata a cavallo del Chiodo sulla piazza è a dir poco eccezionale. Il sellino è posizionato al posto giusto: al massimo della estensione la gamba non deve essere tesa, e le ginocchia nello “stantufare” non debbono battere sul mento, così che agli stop si appoggia unicamente al suolo la punta del piede. Arrivo piazza-stop-piede a terra e... e a terra mi ci allungo come un sacco di patate! Il giaccone (“da montagna”, lungo e corposo: al mattino presto in bicicletta il freddo ora si sente) si è agganciato sotto la sella così che mi sollevo e trascino il Chiodo appresso. Nessuno si è messo a ridere, ma nessuno neppure mi ha avvicinato per chiedere se mi ero fatto male. Va beh, tanto spettacolo per nulla; neppure un battimano.

8 - rhm 5Non sono certo che il percorso sia il medesimo dell'anno scorso, anzi: deve recuperare almeno un paio di km. direi, dal momento che più non si parte da piazza Castello, per cui immagino qualche modifica. Molti organizzatori ancora non hanno ben compreso l'utilità della cartina-guida (senso di marcia compreso). Per chi scatta fotografie è essenziale, e dato che solitamente vale la regola “gara fotografata gara fortunata” (Ovviamente foto decenti e... gratuite, eheheh) sarebbe bene che gli organizzatori ci pensassero.

8 - rhm 6Riesco comunque a strappare a un Mister51 che si agita su di un rimorchio-radio-premio-postazione, un: “Corso Cairoli, poi i Murazzi...”. Molto benissimo. Sintetico ma sufficiente. Mi allontano per i soliti quattro scatti con la tentazione di salire ai Cappuccini, poi ci rinuncio. Di lassù senza reflex con “cannone” lo spettacolo della piazza sarebbe ridicolo, visto che ai miei occhi appare pressoché vuota. Mi dispiace che molti atleti abbiano scelto Ciriè perchè questa è gara veramente bellissima, tutta corsa com'è lungo le sponde del Po. Forse 21 km spaventano ancora molti. Questo penso, salvo ricredermi il lunedì quando vado a cercare le classifiche: 167 a Ciriè [+ 14 “Serie Unica” (?); direi un flop], contro i 495 partecipanti alla 21 che mi riporta la classifica della RHM! Sono contento perchè la gara di Mister51 merita tanto ed anche di più. Se ad essi aggiungiamo i non competitivi che corricchiano nella 6 km, quasi si può dar credito agli “oltre 1500 partecipanti” riportati sul sito GIROITALIARUN.IT.

8 - rhm 7Molto probabilmente mi sono allontanato troppo presto dalla piazza, e neppure ho considerato tutti coloro che di già, sparsi ovunque, stanno “tacchinando” o scaldando muscoli e polmoni.

Nella piazza oggi vi è pure Fulvio De Asmundis, il fotografo-di-jumjum conosciuto sul web. Poteva essere l'occasione buona per conoscerci di persona, ma purtroppo il mio essere “fotografo di movimento” si è sommato alla ignoranza del fatto così da perdere l'occasione. Il caso vuole poi che io mi posizioni per i primi cliiick all'inizio della discesa ai Murazzi sul lato di corso Vittorio Emanuele II, mentre lui attende gli atleti sul lato opposto, quello che sbuca ai piedi della piazza stessa... Sarà buona certamente la prossima.

8 - rhm 11Il secondo e conclusivo punto cliiick lo sistemo poco otre il cimitero di Sassi, accanto alla rete che delimita gli spazi militari della “fu” cavalleria. La luce è ok, ed il cuore fiducioso: ho inserito (le sto tentando tutte!) su Mersì una memoria “di marca”:; una SanDisk ExtremeIII, e mi auguro che se non la velocità almeno i colori...

Primi scatti, che il display di Mersì mi presenta come ottimi, e l'incontro con Paracqua nelle vesti di Bartali, cioè sulla becana. “Non ti ho telefonato perchè pensavo che tu andassi al mare ed io in montagna...”. Già, tanto per non ripetersi, ahahah. Così l'amico mi da man forte nell'urlare “Forza Podistica!” ogni volta che una maglietta arancione si presenta all'orizzonte. Alziamo le tende poco prima dell'una, lasciando alle spalle qualche irriducibile... costretto a proseguire per raggiungere almeno l'auto. E casa.

8 - rhm 9Delusione profonda quando scarico nel primo pomeriggio le immagini su AlanDrake ed inizio a formare le cartelle. Quelle scattate al Meisino, con gli atleti diretti al traguardo, si presentano con vesti completamente diverse da quelle che scorgo sul piccolo display di Mersi. Le guardo più volte: qui appaiono ok, sul computer si presentano di un giallo-marrone-rossastro-opaco da far paura!... Giuste quelle o giuste queste? Dilemma amletico, ma lasciarle così come si presentano “in grande” mi farebbe troppo soffrire. So bene che i grafici di professione fanno spesso tarare i loro monitor così come so che tanti monitor = tante lievi o pesanti differenze di colore e nitidezza, però i colori delle immagini di Fulvio, tanto per fare un esempio, non mi appaiono marroni ma dai colori perfetti. Per cui, come solito alla bersagliera, le correggo tutte usando la funzione CorrezioneAutomaticaColori di Photoshop. AlanDrake ha il monitor certamente non perfetto, ma riconoscere in lui il colpevole oltre che a condurmi nel panico mi costringerebbe almeno, dopo aver ovviato al difetto, a riprendere tutti gli album creati sino ad ora.

Meglio bere 100 camomille super concentrate, taroccare le foto e non pensarci più.

 

 

                Le barzellette della Settimana Enigmistica   

8 - ahahah

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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