Ghilead
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Ghilead n°49 ns

                 Gli scritti eventualmente mancanti potrebbero essere postati

                                    su altre pagine di Podoandando

           Giornalino passatempo che esce quando può per chi ritiene di aver qualcosa da dare

 

ghilead n 49somm 49

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ghilead & PODOandando

Flessione, un accenno di appannamento di qui, ed una crescita di là. Tutto ovvio, ma una realtà che lascia in me quasi un velo di malinconia.

Dal suo nascere nel gennaio 1992 la crescita del giornalino è stata una costante; pochi smanettavano sul computer, meno ancora si servivano di internet. Oggi le cose sono cambiate e le fotografie in bianconero del Ghilead fanno quasi sorridere considerando l’abbondanza di esse (a colori) rintracciabili sul web. La mano si direbbe passata a Podoandando: quasi una forma di “omicidio in famiglia”.

Il tempo a disposizione per comporre il giornalino con gli aumentati impegni si è ridotto, ma soprattutto due altri fattori intervengono pesantemente a turbarne l’esistenza: una squadra formata da 100 atleti e Somadaj che per ragioni di “lavoro” è lontano da essa. Questo significa uno scollamento, significa “relazioni” quanto mai astratte, con un personaggio unico - pur se fantastico - a passeggiare su esse (forse due quest’anno se Severocchia si aggiungerà a noi nei viaggi…).

Poco senso ha scorrere un giornalino del genere, un “diario” che non tratta della squadra, degli amici che domenicalmente faticano e si sfidano su strade e sterrati alla ricerca di benessere, aggregazione, gioventù.

Il Ghilead senza contatti umani rischia agonia e morte.

Il sapore della carta stampata è unico, e mai sarà pienamente soppiantato da un sistema pur fantastico come internet, “magia” che possiede la chiave per aprire mille universi. Sedersi sul divano con in mano un libro, una rivista, un giornale, è gesto che ha profumo di pace, di serenità, di sicurezza.

Detto questo pare ovvio che, oggi più che mai, il Ghilead ha per sopravvivere necessità di tutti voi. Se non posso mescolarmi nel gruppo per un tempo sufficiente a conoscervi, dovrete in prima persona descrivere le imprese che vi vedono protagonisti, le sensazioni vissute nella tal gara, il piacere di una nuova amicizia, la descrizione di un percorso ostico oppure fantastico, eccetera, allargando l’orizzonte discettando di gite, viaggi, o momenti di vita “artistica”: la visita ad una mostra, l’assistere ad un concerto, eccetera. E disegnare, poetare, novellare, fotografare…

Il sottotitolo dice: “giornalino che esce quando può per chi ha qualcosa da dare”.

E questo vostro “DARE” è l’unica cosa che lo può far continuare a vivere.

P. S.  Il numero massimo di copie disponibili è 60, di cui 48 a disposizione della squadra. Copia certa per i collaboratori e gli “sponsor Copertina Colore” - che non posso stampare io. In seguito vi dirò), poi a chi prenota la copia.

In assenza di precise richieste il Ghilead verrà distribuito ai primi Podistichini che si presentano a ritirare il pettorale. Sino a esaurimento copie.

A differenza di un Ghilead con il fiato corto, un Podoandando che sorride alla vita. Ancora le fotografie non si direbbe abbiano stancato gli amici. Non solo nessuno si lamenta, ma il numero dei fruitori direi che aumenta di mese in mese.

Con Mersì si è fatto un notevole passo in avanti riguardo la qualità ottenibile nelle giornate grigie, ma ancora mi mancano i video…

 

 

     49 - 878

 

 

Orbassano     1 – 11 – 2009

La giornata non è delle migliori e Paracqua è in montagna. Come farò a liberarmi della sottile malinconia che all’uscita di casa trovo ad attendermi vicino a Poppolina? Fingo di non vederla, apro il box-cantina e sveglio il Chiodo. Se la giornata dovesse mai riprendersi potrò così cercare una postazione in favore di luce evitando nello stesso tempo i luoghi già sfruttati. Basterà il pedalare a sciogliere il grigio mentale?

Non sono proprio granché in forma. Una serie di piccole insoddisfazioni si rincorrono nella mente sbattendo violentemente contro contrattempi e pensieri che riflettono delicate decisioni da prendere. Come normalmente accade ogni tassello troverà certamente la giusta collocazione, ma l’acuto ronzare di zanzare in libertà mi infastidisce non poco.

E Kim non si fa ancora vedere…

Chissà se qualche Podistichino sarà oggi presente. Certamente questo è “lavoro”, e Podistichino si o Podistichino no io debbo andare, però qualche amico Aranciones mi tirerebbe su il morale. Stranamente, invece, me lo tira su Maurizio “Chi Spinge”, big del GSPTtorino che si ferma a chiacchierare con me.

Podistichini? Tre: Piccolo Lord Peperoncin Pullano, Ost’Enzino e Maglietta Nera.

E mentre chiacchiero con il Piccolo Lord vengo avvicinato dal Presidente della Orbassano Runners che mi ringrazia della partecipazione e mi da le dritte sul nuovo percorso, percorso modificato per via della giornata con la ricorrenza dei defunti. Questo “riconoscimento” mi mette un po’ di apprensione sulla pelle in quanto ora mi sento responsabilizzato per il servizio. Che temo pessimo  (e così sarà!…) per le condizioni di luce. A620 è oggi “ciucca” di suo, ed io aggravo la situazione aggiungendo un errore di valutazione. Cento ISO oppure duecento? Per timore della “grana” scelgo erroneamente 100. Ed è così che il servizio diventa a pieno titolo il… Festival del Sedano Mosso!!!

Puntuale il VIA, ed ottimo pare il servizio stradale disposto dall’organizzazione. Direi proprio che apparentemente i progressi fatti in questa seconda edizione siano parecchi.

Chiaramente nulla so di premi e premiazioni, e neppure mi sono interessato di conoscere qualcosina di più in un secondo momento.

Ho portato il Chiodo e con esso mi muovo, però oggi mi serve a poco. Perdendo tempo a chiacchierare per strada, quando risalgo verso la testa della corsa la incoccio in una posizione per nulla decente. Ma la giornata è questa: stortina anzichenò, così mi adatto.

Degli amici impegnati nella prova non ho impressione alcuna, (se non che Peperoncin Pullano pare abbia trovato ragione per una qualche rimostranza…) in quanto appena scattata l’ultima foto salgo di fretta su Poppolina e me la svigno quatto quatto: parenti e amici mi attendono a tavola!

 

 

StraBruino    22 – 11 – 2009

Giornata non al top (per A620), ma che non sembra nascondere pioggia. Di Paracqua nulla so, ma oggi è con me Severocchia Pesando, che questa mattina dovrebbe compilarmi il modulo di iscrizione alla Podistica. La forte atleta del Cus Torino pare sia stata fatta nostra dalla garanzia offertale dal Presidente: partecipazione certa all’Asola dei Focosi, concorso internazionale di cucito per atlete della terza età di carattere caliente.

Severocchia, come già accennato in altre occasioni, non è assolutamente seconda a Paracqua come verve ciarliera così che giunto a Bruino debbo ricorrere alla solita mezza Aspirina. Ma, come a farsi perdonare, carpita una biro al Piccolo Lord mi compila da subito il modulo di iscrizione accompagnandolo dai 70 euro. Che brucerò la sera stessa in pizzeria con un paio di amici.

Ad occhio sono parecchi i partecipanti ma, come già da infante ciclopodista, non mi curo assolutamente di numero iscritti e classifiche. L’ammucchiata multicolore che si snoda davanti l’obbiettivo di A620 è corposetta, e tanto basta a farmi ritenere riuscita la manifestazione.

Non è possibile cliccare con meno di 200 ISO, condizione veramente “borderline”. Ma di rischiare i 400, massima possibilità per l’ormai “vecchia ciabatta”, proprio non me la sento. Così, cliiick! cliiick! cliiick!, ed il lavoro a seguire sarà come solito snervante ed il risultato deludente, come è giusto che sia.

I Podistichini intervenuti si possono contare su… un dito!: Piccolo Lord Peperoncin Pullano. Gli altri 3 o 4 non ancora in letargo pare si trovino a Strambino.

Certamente anche del Piccolo Lord potrei descrivere gustose boutade e tremebonde uscite di senno, ma preferisco da ciò astenermi: perderei certamente la posizione di riguardo di cui ora mi gratifica…

 

 

StraNone          29 – 11 – 2009

Quando le giornate si presentano come questa la prima tentazione è quella di ritornare a letto. Poi mi dico che qualche amico forse mi attende dato l’annuncio su Podoandando, e un pochettino teso immaginando il risultato del servizio fotografico, faccio su gli stracci e mi avvio.

Accanto a me neppure Severocchia, che preferisce un allenamento costruttivo alla Pellerina in prospettiva della nuova avventura Podistichina, mentre di Paracqua se ne sono ormai perse le tracce. Sarà certamente alle prese con una miriade di nipotini, sarà chino su cataste di legna da spezzettare a colpi di ascia, sarà sceso a Oulx a prendere del pane, sarà intento a pulire marmitte e pentolame vario, sarà per i boschi a cercare foglie per la scuola del paese, sarà… sarà certamente a lavorare, perché senza lavoro è decisamente un vecchio ombrellaio morto.

Quella di None non è la classica che si corre a fine aprile; pare cosetta così, fatta per raggranellare un po’ di soldini. I km. sono circa 7, e si gira e rigira attorno e nel paesino. Per A620 è come essere ad una campestre, con atleti che passano e ripassano davanti a lei, ed il risultato non può che essere quello di una campestre: chi si ritrova in 2-3 fotografie e chi in nessuna…

Quest’anno, ad aprile, si corse sotto l’acqua e per la “vecchia ciabatta” (se qualcuno dice ad A620 che ora la chiamo così mi molla prima del tempo!) fu un disastro annunciato targato ISO 400, ed ora… idem!!!

Il cielo non promette nulla di buono, e nell’andare sui vetri di Poppolina si sono spiaccicate tante gocce da costringere al movimento il tergicristallo. Ora non piove (un pochettino di pioviggine, poca cosa), ma il tempo è grigio grigio e la luce poca. Così, vai con i 400, e non allungare – se non di pochissimo – lo zoom, pena veder subito il rosso della spia balbettare! Forse se restavo a dormire facevo un affare…

Podistichini oggi? Tre! Il solito Lord Pullano, che trascina per le orecchie in queste umide lande la povera Teresa, e Maglietta Nera, che appare pochi minuti prima del via e scompare subito dopo l’arrivo… Gli altri ancora ad occhi aperti? Il Presidente alla maratona di Firenze, e Big-MauroFon, che a Trino si diletta con profitto nella 7 km. (2° assoluto). Mariarosa, Denis e “l’uomo dei grissini” non fanno testo: solamente fra un mese saranno VERI Podistichini, eheheh.

Domenica pomeriggio-sera e lunedì mattina il solito snervante lavoro di tacconamento esposizione-riduzionepixel-riquadramento. Con un po’ di magone quando mi pare di scorgere Kim (i biondi, lunghi e sciolti capelli al vento mi fanno impazzire), ma l’ingrandimento della preziosa immagine mi presenta una indecente non-nitidezza e una marea di efelidi (rumore!). A volte mi chiedo se è giusto agonizzare così quando la G11 potrei di già farla mia recandomi da Media Wold. Gennaio, gennaio, ancora gennaio. Sono proprio una testa da “genio”, con tutte le originalità (chiamiamole così) del caso.

 

 

Vai col Chiodo…         6 – 12 – 2009

Si, c’ero anch’io, anche se non era nei programmi. Una passeggiata in bicicletta per distendere le solite tensioni, le fotografie fermando fortunosamente Renata, mentre dei Podistichini faccio miei Giulio Bruno, Donato Bruno, Teresa e Trig Lorenzo. E lontano lontano, scoperto poi, pure Elisa e Alessandro, Podistichini 2010. Tutto lì, miseramente, mentre il totale degli aranciones di oggi e domani impegnati è di ben 17 atleti.

In piazza San Carlo vagabondo per qualche decina di minuti alla ricerca di volti conosciuti, ma incontro solamente Denis. Paracqua mi dirà poi che anche lui c’era, ma fortunatamente non l’ho incontrato: non avevo con me la solita mezza Aspirina…

Mezz’ora prima del VIA faccio le valigie e mi avvio tranquillamente alla volta di Stupinigi fermandomi all’altezza dello svincolo autostradale. Raccomandandomi silenziosamente alla Vecchia Ciabatta...

 

 

Pellerina     20 - 12 - 2009

Freddo freddo questa mattina... Questo mi costringe a salire su Poppolina, mentre avrei desiderato prendere il Chiodo così da spostarmi qua e là con rapidità. E fare quel movimento quanto mai utile per limitare a 2 chili settimanali l’aumento di peso… I timori sono pure legati ad A620, in quanto a temperature sotto lo zero le sue prestazioni peggiorano ulteriormente. Quasi ve ne fosse necessità…

Malgrado il gelo sono numerosi gli atleti che si impegnano su questa storica pista di allenamento; il ricavato delle iscrizioni viene devoluto in beneficenza, e si sa che a fine anno tutti sono molto più buoni. Per me la gara, invece, presenta l’inconveniente che potendo i giri essere a scelta uno, due o tre, vado in barca come durante le campestri: “Questo l’ho già “preso”?... E quella?… E questi?… E le foto saranno riuscite oppure no?…”.

Ed allora cliiick!, cliiick!, cliiick!!! Alla fine ne mancano un paio per arrivare a 500, pur avendo perso 10 minuti per sostituire le batterie (mani gelate…).

Questa mattina è penultima gara per Severocchia con la vecchia divisa del Cus Torino. L’ultima sarà alla stra-Avigliana domenica prossima, poi la forte campionessa italiana di cucito (di ricamo, rivendica lei) sarà Podistichina a tutti gli effetti.

A sfidare il freddo vi sono pure diversi Aranciones: le femminucce Barbarella e Sabrina, e dei maschietti il solito Piccolo Lord Peperoncin Pullano, il Presidente GianRoatta@coda-da-2-euro, Tommy, Flavio, Fabio, Anguilla D’Aloia, Maglietta Nera Cuda, Bardinella, ed i Podistichini 2010 Valeriu, Mosca e Minichetti. Chissà se anche oggi topperò…

 

 

Avigliana - Santo Stefano    27 – 12 – 2009

No, non fa freddo come domenica scorsa, per fortuna. Poco dopo le 8 passo a prendere Severocchia, e con calma, chiacchierando come vecchie comari, scendiamo su Avigliana.

La giornata è molto bella, ed in lontananza le montagne imbiancate sono un vero spettacolo. Non vi è neve invece sul Musinè, che pare sonnecchiosamente stirarsi sotto i primi raggi di sole.

Direi essere parecchi i partecipanti a questa edizione. L’anno scorso avevo posteggiato tranquillamente sul piazzale prospiciente gli impianti sportivi, mentre ora è strapieno di vetture. Severocchia prende la sacca e la via del vicino raduno per l’iscrizione, mentre per contro inizio a chiacchierare con Steu, vecchio amico pre-Patatrac. Facciamo un giro del percorso - che pensavo diverso dallo scorso anno - tanto per sgranchire le gambe e rendermi conto che è poco più di un giro di pista da stadio di atletica. Non mi piace corto così (mi pare sia meno dei 2 km. annunciati), e sarà nuovamente “campestre” con un caos della madonna. Per fare fotografie in favore di luce, poi, occorre mettersi vicini all’arrivo, dove non mi troverei certamente da solo, per cui mi accontento del “sole laterale già 2008”.

Il prossimo anno, anche perché non saprei proprio dove mettermi che di già non sia stato, mi piacerebbe farla calzando le vesti di portoghese-non-competitivo.

Ma penso sempre così quando mi trovo immerso in una giornata tanto bella ed il sangue frizza frizza, ma nella realtà non mi preparo mai per godere di una tale eventuale occasione. Sono uno Svampi senza speranza di “resurrezione”…

Ormai di magliette arancione ve ne è una vera inflazione. E’ un colore che si evidenzia e dona luminosità, ma non sono solamente le jum jum a esibirne preziosa corona. Oggi pure i maschietti fanno la coda nelle boutique più prestigiose per farsene vanto, e per me la vita si fa dura. Fortunatamente il logo della Podistica è ben evidente, così i due Podistichini2010 che di già la indossano (Elisa ed Alessandro) non sfuggono all’affannoso cliiick! di A620. Anche Severocchia non resiste alla tentazione di testare la maglietta, ma a differenza degli altri tenta in tutti i modi di non farsi beccare. Solo una civetteria del tutto personale.

Oggi vi sono pure Maglietta Nera e il Piccolo Lord (ti pareva!…), buoni primi di categoria, nonché Minichetti2010 che però svolazza con una anonima maglietta così che solo per caso la Vecchia Ciabatta riesce a immortalarlo fra i tanti. Purtroppo non riuscirò a stabilire un contatto con i nuovi perché intento a blablarizzare con uno o con l’altro. La popolarità è anche questo, ed ancora non sono assillato dai fans in cerca di autografi. Quando sarò inseguito dalla folla adorante (!) dovrò mimetizzarmi… tagliandomi barba e capelli!!!

 

 

49 scarmagno 0119ScarmagnoCross          10 – 1 – 2010

Sinceramente non sarei andato a Scarmagno viste le giornate piovose, nevicose freddolose e tempestose che caratterizzano il periodo, però ho scritto su Podoandando che lì mi sarei trovato, e così… pronti e via. Sulla vettura… beh, sulla Amiat 4x4 di Paracqua che malgrado non corra non vuole assolutamente perdere la prima del 2010. In realtà un paio di km. mi dirà in seguito di averli tentati, ma a rate…

Due parole qua e là, due passi per il paesino, poi a visionare il percorso gara. Che, ritagliato su di un piatto pratone, nella parte conclusiva presenta un lieve movimento a ridosso del costone della piccola collinetta dove accoccolato è Scarmagno. Il fondo pare perfetto: morbido e ben drenato, a parte un leggero avvallamento dove l’acqua di questi giorni non è del tutto assorbita.

49 scarmagno 0120Il cielo è completamente coperto, con una parte molto scura sopra la morenica a tener desti i timori.  Verso le nove, però, fra essa e la parte meno cupa posta sulle nostre teste si crea una faglia che sempre più va allargandosi. E il velo steso su noi va lentamente sbrindellandosi, sino a lasciar passare il sole. La mattinata che si temeva pioggiosa-nevicosa ci offre infine quasi un sorriso da velina!

49 scarmagno 0182Oggi è giornata speciale per me, che fra le mani reggo la piccola Mersì. Piccola perché le sue dimensioni sono di poco superiori a quelle di A620, tanto che – non avendo trovato la custodia sua – la ospito nella vecchia borsetta. Ci entra strettina, ma ci entra, ed il portarla a spasso non infastidisce per nulla.

49 scarmagno 0582Mersì è una compatta che tenta, sulla carta, di non far troppo rimpiangere al fotografo evoluto la forzosa rinuncia alla reflex quando per qualche eccezionale occasione se ne deve separare. Ha molte funzioni esterne che non richiedono il pizzoso rivolgersi al display, spesso poco leggibile per via della luce. Però… però faccio presto a rendermi conto dei guai che questa rapidità di azione può evidenziare se posta nelle mani di un fotografo imbranato come me. Da spenta non penso di causare guai, ma quando, accesa, la ballonzolo fra le mani, schiaccio più e più volte tasti e induco a scorrere una rotella dalle funzioni ancora sconosciute.

49 scarmagno 0447Nell’aprire il display per dare una occhiata alle foto che scatto, poi, trovo di tutto: quadrettini al centro, a destra, a sinistra, quadrettini sovrapposti, istogramma, parole singole che fatico a tradurre, strisce di bla bla che ancora non comprendo, un menu che non mi presenta più la solita faccia, eccetera. A volte basta spegnere e riaccendere e tutto pare tornare normale, a volte nulla cambia.

49 scarmagno 0596A tutto questo aggiungo i personali pasticci. Desidero testare la macchina a 400, 800, 1600 ISO, e poi scordo di riportarla ai valori utili – dispongo il bilanciamento del bianco su “nubi”, e pure questo dimentico, eccetera. Quando provo il video sulla gara degli allievi, poi, mi succede l’incredibile: il primo è veramente bello, il secondo… bianco-nero ma non troppo!!! Perché il prato è grigio-verde, e così il verde degli atleti che lo portano sulla maglia…  Mi occorreranno due anni, temo, prima di essere padrone di Mersì…

Di Podistichini presenti, pochi. Diciamo che l’unico giovane è Maglietta Nera, seguito a ruota da Denis, che ancora si difende bene. Poi il solito Lord Peperoncin Parinot Pullano (che, diciamocelo, ultimamente pare aver terminato la scorta dei peperoncini), ed i nuovi Paolo Fenu e Adriano Bosticco. Una lode al loro coraggio ed alla loro simpatia.

Come si vede sono i meno giovanissimi ad essere tostamente irriducibili.

La mattina si conclude sul tardi, e Paracqua, che per qualche misteriosa (!) ragione non sa usare il telefonino, comincia a pestare sulla ancora arzilla Amiat 4x4 per evitare che Marina Berlingo si rivolga al 118, al 112, alla Protezione Civile e a chissà chi altro.

“Vedi?, siamo ai 135!…”. Così, smanetta smanetta, toppando l’uscita per riaccompagnarmi a casa si deve gustare un’extra di una ventina di minuti!

Paracqua è fatto così; ormai non gli resta che Lourdes…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CirièCross     24 – 1 – 2010

Ahahah, sono proprio uno stronzetto. E’ il caso di fare “esperimenti” quando si è in attesa della partenza di una batteria? Si, se si tratta di me, certamente; per uccidere l’attesa…  Così sposto questo e faccio un cliiick! Mah… Sposto quello e faccio un cliiick. Boh… Proviamo a spostare la piccola ghiera che regola la compensazione della esposizione?… Cliiick… Beh… “Sparo” all’erba, al muretto, a mezzo muretto-mezzo cielo-mezzo pratone… Non sembrano molto scure sul display, anzi direi che appaiono persino intriganti. E comincio a fotografare la batteria dei parinot.

Cielo, quando il pomeriggio scarico le foto sul computer mi trovo davanti ad una gara in notturna!!! Fortuna vuole che l’esperimento non lo conservo a vita, ma dopo l’inizio della seconda batteria ritorno alle consuete regolazioni. L’unico dato che forzosamente conservo è l’esposizione ISO postata sugli 800, e che funziona discretamente (A620 non andava oltre i 400, ed era un macello).

Sempre meno “imparato”, dunque, il povero Somadaj (lavoraccio in seguito per riprenderle un cicinin), e pensare che sino lì tutto era andato per il meglio: Paracqua che passa a prendermi con l’arzilla Amiat 4x4 – quella dei 135 che salta le uscite autostradali –, il rosicchiare un paio di carotine fresche fresche appena raccolte sul pianale coltivato della… ehmmm… vettura, l’ansioso chiedere del più anziano ombrellaio d’Italia se ricordo dove mai ha posteggiato la vettura (questo mentre è appoggiato ad essa), e la serie infinita di aerei sproliloqui che mi fanno scompisciare dal ridere.

Scesi in campo, o per meglio dire nei campi, ricordo unicamente il freddo che mi attanaglia le mani che, utilizzate per i cliiick forzosamente nude dati i minuscoli tasti tutto fare sparpagliati su Mersì, gridano continuamente che vogliono i guanti (il grido viene raccolto da Severocchia Severocchia, che con cristiana sollecitudine insiste nel donarmi un paio di bianche calzature per mani. Quelli che ho nelle tasche del giubbotto ringraziano, e con i nuovi arrivati si giocano una partita a briscola…).

Il freddo questa mattina è pungente, ed il terreno è duro e bitorzoluto da paura. I soliti parinot rischiano seriamente ammortizzatori e telaio, e se i chiodini della chiodate non sono cortissimi è un traballare da polvere urticante sparsa a mò di borotalco nelle mutandine. Inutile dire che Paracqua si distende a respirar profumo di terra 3 volte! (poi dirà che gli pareva di aver visto monete d’oro. Forse quelle seminate da qualche odierno Pinocchietto, eheheh).

Audaci Podistichini da dietro il mirino ottico di Mersì intravedo sgambettare sul gelido tracciato agreste. Nella “notturna” – Paracqua a parte – Lord Peperoncin Pullano si difende gagliardamente dagli attacchi che senza un minimo di rispetto gli portano agguerriti avversari. Al traguardo chiederà ansiosamente di Lady Lory, e purtroppo qualcuno gli rende notizia che pure questa volta lei non verrà. I pochi capelli che gli restano subiscono così una nuova mattanza…

Nella categoria successiva – 45/50 – l’unico Podistichino presente è Bruno Donato che corre, lo leggo nei suoi occhi e nel sorriso che rischiara la campagna, con nel cuore gli allenamenti estivi alla scuola di Pizzolato.

Molto concentrato – molto… concentrato, diciamo – Fratel Pennino (che alcuni si ostinano chiamare con il soprannome Flavio), autore di una volitiva prova, e nella medesima categoria il “gemello” di Bruno Donato: Bruno Giulio. Stesso sorriso illuminante a giorno i gelati campi “ciriecesi”.

Nella categoria Donzellette una rientrante Sabrina evidenzia tutta la gioia che un positivo rientro sa donare. E’ un vero piacere vederla svolazzare – no, non è caduta… – con grazia su di un terreno oggi assai difficile. Un BENTORNATA di tutto cuore.

Le movenze di danza che Severocchia Severocchia evidenzia nel suo correre appartengono alla tattica Confondi-Mente-Avversarie, tipo smorfia-sono-cotto (e poi ti frego…).

E’ tosta e combattiva quanto basta, ed il suo secondo posto di oggi non tragga in inganno: chi l’ha battuta è di un’altra categoria ed ha ben 11 anni di meno, che a quella “bella età” contano eccome.

Divertente il siparietto allestito da Paracqua – sempre lui, scusate – alla vista di una tonica e sorridente Sabrina. Dopo avermi sbavato nelle orecchie sperticati complimenti rivolti alle grazie della fanciulla (beh, è chiaro che per mille volte mi chiede chi è…), quando essa si avvicina accompagnata da Fratel Pennino comincia a balbettare ed a sostenere non essere vero un suo tentativo di Tacchinaggio. Purtroppo di questo fa fede l’offrirle ripetutamente frutti e fiori dell’orticello su Amiat 4x4. E l’invito a visitarlo (avrebbe pure a casa, dice, una raccolta di farfalle, ma teme le giuste reazioni di Marina Berlingo).

Quando i due colombi ci lasciano, lasciano pure il più anziano ombrellaio d’Italia nel marasma totale: chi è ora la regina del suo cuore? Sabrina o Lady Lory? L’amica novantenne dalle “bellissima gambe” pare al momento scordata…

 

 

TrofarelloCross         31 – 1 – 2010

Domenica sette… Ecco, senza la solita gara mattutina e lavoro a seguire mi sento come nudo. No, non mi manca il lavoro.

Ad esempio questo: ad oggi non ho scritto una sola riga riguardo il cross di domenica scorsa. Ok, allora, vediamo se ricordo ancora qualcosina…

Inutile parlare del freddo; è normalità della stagione. Inutile parlare di Paracqua; è in montagna a spupazzare nipotini, raccogliere e spaccare legna, lavare marmitte da caserma e chi ne ha più ne metta. E’ inutile parlare di Severanda Severocchia, seduta al mio fianco su Poppolina, al cui bla bla ancora non sono uso (non essendo quello consueto da Porta Pila…). Insomma, come inizio direi che non ho proprio nulla da dire, il che non promette bene.

Come fermo la rude giapponesina, poi, la donzelletta si carica il borsone sulle spalle, saluta e scompare nella bruma mattutina. Non mi scompongo più di tanto; estraggo Mersì dalla fondina ed inizio un cauto giro d’ispezione. Cliiick qui, cliiick là, e sono a posto: inizio e conclusione del servizio sono quasi del tutto completati.

Direi che potrei anche andarmene. Pensate che qualcuno si accorgerebbe dell’inghippo se usassi le foto scattate l’anno scorso? Ecco, se mi fate quella faccia il dubbio mi assale più ferocemente di un crampo. Capito, mi fermo. Lasciando correre – riscaldamento – i globi oculari qua e là nel presupposto di scorgere audaci Podistichini (e procaci jum jum). Non so se e quanti potrebbero essersi dati qui appuntamento, né quanti sarebbero in grado di rintracciare il luogo del raduno, ma il Presidente mi ragguaglia da par suo: “Non so, forse… Ma chissà… Sai, sono cross…”. Lo scuso perché, malgrado sia vestito sino ai denti, trema come un biscottino alla vista di una tazza di caffèlatte. Il ticchettio delle ossa che battono tra loro ha un che di macabro, ma si sa di quale fisico amino circondarsi i maratoneti: 1,80 di altezza per un peso lordo di 32 chilogrammi! (le eccezioni ci sono, vero: Piccolo Lord Peperoncin Pullano: 1,20 x 32, peso standard, eheheh).

Fuori la prima batteria; i soliti MM 55>100 usati come rulli chiodati a spezzar zolle gelate, a preparar terreno per i giovani virgulti che seguiranno. Chiaro, nelle ore “tiepide”.

Oggi non è presente il Lord, ma qualche Podistichino che non rinuncia alla sua sgambatina quotidiana vi è ugualmente, ed è piacevole per me gridare un “Forza Adriano!”.

Il Presidente quasi non lo scorgo, ma continuo a sentir per aeree vie il suo batter d’ossa, mentre Aldo De Trovato è per me un fantasma… che troverò fermato casualmente da Mersì (niente maglietta arancione in evidenza, solo un paio di maniche in detta tinta che forano un anonimo completino).

Fuori la seconda, 45-50, ed ecco per la prima volta in assoluto in maglietta aranciones Burzio Carlo, dopo anni di relax e passeggiate alpine nuovamente in pista, preceduto da un quanto mai tonico – ma non da “prima volta” – Denis Regis.

Nella terza batteria si esibiscono i giovani e giovanissimi, e per i colori della Podistica si trovano impegnati Alessandro Viola e Alberto Santomauro. E’ una ammucchiata di categorie – JM-PM-SM-TM-MM35 – che pare uno scioglilingua. Per tutti e due è la prima ufficiale. Benvenuti, vi sarà tempo per conoscerci meglio.

Nelle fanciulle la novella Podistichina Severanda Severocchia colleziona l’ennesimo successo di categoria. Sotto una scorza che a volte non risparmia salate battute pulsa un cuore da ventenne proiettato nel futuro. Certamente a me piacerebbe accompagnare su Poppolina ventenni vere, ma penso che quest’anno, con lei e Paracqua, avrò modo di divertirmi ugualmente un sacco e una sporta, eheheh.

 

 

BorgarettoCross            14 - 2 - 2010   (1)

Sono emozionato come un ragazzino al primo appuntamento amoroso. E’ il rendez-vous 2010 numero uno, ed i Podistichini che non conosco sono molti. Presumo non saremo moltissimi perché si sa, i cross non piacciono a tanti, però molti si perché è pur sempre di campionato. Non avrò purtroppo modo di conoscerli sparpagliato come sarò lungo il percorso a fare cliiick, e questa è, ahimè, la “maledizione” di Podoandando.

Un viaggetto su Poppolina allegro quanto mai con Severina Severocchia e Paracqua Umbrelun Bartali Fiorino. Già il salire in auto è da manuale (Paracquese): da perfetto cavaliere il nostro si siede dietro, per cui mentre io dall’interno lo tiro per un braccio, dal di fuori Severocchia spinge. Lo scendere, poi, è addirittura epico perché al termine della gara Paracqua ha pure le “gambe dure”: io, tenendolo dal solito braccio, lo freno, mentre Severocchia lo abbranca per il sedere guidandone la discesa. Il tutto, questa volta, condito da gemiti e sospiri…

Paracqua che questa mattina – non fa mai mancare la ciliegina, eheheh – ha deciso di portare un ampio telo ove appoggiare le borse. Non fosse che al solito ha commesso un errore: anziché essere un telo “ampio”, si è trattato di due “strisciette” minute minute!!!

Fantastico, unico, immenso Paracqua!

Il cielo grigio che ci fa da cappello non promette granché. Temo inizialmente la pioggia, invece ci dona una magnifica nevicata! A volte impalpabile, altre piacevolmente illustrata da bellissime, soffici farfalline. Sempre umide, però, per cui avendo il… paracqua in auto (lontana) sono costretto a cercare protezione sotto ad un pino. Niente inquadrature “ritmate”, perciò: un cliché che a parte l’inizio della gara Parinot presenta monotonamente il medesimo fondale. Pasiensa…

Mersì questa volta (sarà il freddo oppure è una “caratteristica” Canon?) mi ripete il classico scherzo di A620: filotto di foto fuori fuoco. Me ne accorgo ovviamente solo quando scarico il tutto su AlanDrake e prendo visione dei cliiick.

Quelle non troppo “fuori” decido di lasciarle in quanto conservano almeno agli amici il ricordo di una gara sotto la neve.

Quante entusiasmanti magliette aranciones mi sfilano sotto il naso! Purtroppo qualcuna di esse anziché - come sempre consigliato - fermarsi, mettersi in posa e sorridere senza respirare, continua a correre. Peccato, così qualcuna mi sfugge e qualche altra risulterà fuori fuoco o mossa…

Chiaramente dentro le magliette aranciones vi sono questa mattina moltissimi atleti che non conosco affatto, e questo è cruccio vero. Purtroppo l’impegno “di lavoro” mi tiene in pista per moltissimo tempo così che mi sarà difficile conoscere qualcuno prima del 2030....

In ogni caso ho di già mentalmente una sfumata idea di chi ha propensione per essere C oppure C. Certamente è una prima impressione assolutamente personale, e se si vuole priva di qualsiasi base logica in quanto c’è chi ha magari corso per la prima volta e chi invece è quasi “professionista”, in ogni caso mi piace così giocare.

La categoria C è quella che, permettetemelo, gode delle mie maggiori simpatie, e… Come, non conoscete ancora la differenza fra C e C? Scusatemi, è vero.

La prima C sta per Competitivi, la seconda per Contemplativi. OK, ora?

Alla prima appartengono quelli che al colpo di pistola scattano come gazzelle inseguite da una leonessa e, testa fra le spalle, braccia roteanti e sguardo vitreo, si fiondano sulla pista incuranti di ogni cosa che non abbia l’immagine del traguardo, la seconda, invece, corre distesa, serena, con il sorriso del giusto stampato sul volto. Ecco, pur non sminuendo il valore di chi tira alla morte onde conoscere i propri limiti e tenta continuamente di migliorarsi, questa seconda categoria mi piace un sacco. Non solo si gode pienamente la sensazione di sballo che il gesto della corsa procura, ma quando i praticanti mi passano vicini sorridono e salutano. Gli esagerati rallentano, si pettinano prima di offrirsi all’obbiettivo di Mersì, si assicurano del risultato cliiick, e prima di lasciarmi – se la fotografia è risultata ottima – mi danno una pacca sulle spalle.

A fronte di queste due esiste pure una categoria intermedia. Non sono moltissimi, ma esistono. Compensano i due estremi con il giusto equilibrio, ma è dote che solo con gli anni emerge e si raffina. E’ la categoria degli “eletti”.

La danza di Severocchia è competitiva, ma non mi stupirei affatto se nella gara di Trana raggiungesse il traguardo stringendo fra le mani primule e violette. O rametti di ciliegio in fiore. E concentrata, si, ma senza esagerazione. Lo stesso Paracqua (scusatemi ancora…) sgambetta manifestando spirito competitivo e nel contempo contemplativo. Molte sono le gare che lo vedono disteso al suolo a baciare la terra, per non scordare il cross di Trofarello dove anni fa tentò di fare sesso con il tronco messo come ostacolo sul percorso. A620 fu impietosa nel fissarne il tentativo.

Gustatevi ora la copertina di questo Ghilead: 878 rraggiato, soprannominato Francesco Famà, è competitivo quanto basta, ma assolutamente padrone del gioco della corsa.

Felicità pura è correre così!

Come giustamente doveva essere, al ritorno pochissimi sono ancora i Podistichini accanto al telo del raduno. Un saluto ai presenti, ancora un paio di fotografie ai miniPodistichini Francesco e Alberto impegnati nelle giovanili; BRAVISSIMI! poi la via di casa dove mi attende il lavoro “fotografico”.

P. S. – Nella prima gara “vera” mi pare giusto elencare i premi da me… vinti: raffinata confezione porta biscotti contenente 2 etti e mezzo di caffè (scordata a bella posta da Severina Severocchia su Poppolina – Grazie), ed un pacco dei fantastici grissini della premiata panetteria “le delizie del grano” di Gassino (Grazie anche a te, “Grissì” Roberto).

P. S. 2 – Oggi Salvatore Servidio è stato “battezzato”: YOGHI !

 

 

49 volpiano 2897

VolpianoCross            21 –02—2010

Si tratta del Campionato Italiano Cross per Società, può non essere presente Podoandando? Direi proprio di no, così, anche se da due giorni vado avanti ad Aspirina per una inaspettata ripresa del raffreddore (ho mollato troppo presto le massicce dosi d’aglio?), eccomi di buon’ora in pista. E subito mi allarmo: solo gli autorizzati forniti di Pass possono entrare nel parco dove è tracciato il percorso. Tutti fuori, e… non si fuma!!!

49 volpiano 3132Beh, il non si fuma suona perfetto alle mie orecchie, ma che Podoandando sia chiuso fuori… Così vado dai giudici ed al loro “Devi cercare di ottenere il pass…” parto alla caccia di Favaretto. Salvo venire stoppato a metà strada: “E’ troppo impegnato. L’incaricata è Miriam…”. Così eccomi spacciare Somadaj per un qualificato inviato di una famosa testata, così eccomi con verde canotta di plastica e svolazzante cartellino varcare il sorvegliato cancelletto. Sul pass è scritto “FOTOGRAFI”, e nessuno mi chiede del cannone che altri inviati ben evidenziano appoggiato sulla trippa.

49 volpiano 3196Mersì è discreta, ma… anche oggi si esibisce in filotti di fotografie fuori fuoco!!! Così, tra l’altro, mi fumo la terza, quarta e quinta delle jum jum! Ancora, come A620, tende ad una leggera - qua e là - sottoesposizione ed a colori sul rossiccio. Se desideravo provare sulla pelle la differenza fra una compatta (sia pure Super) ed una reflex, sono servito.

Però è così estremamente pratica, e “speciale” con il suo display orientabile...

L’atmosfera che vivo è entusiasmante; vedere tanta bella gioventù partecipare a questo eccitante gioco mi carica di gioia e - ma forse è perché sto invecchiando? - emozione.

49 volpiano 3306Non torno a ieri con la mente, ma mi piacerebbe da morire infilarmi nel gruppo per giocarmi la penultima posizione con il parin di turno, eheheh.

La mattinata è serena, ma sul tardi si alza un venticello fresco fresco che presumo non essere eccessivamente in tono con il mio odierno stato di salute. Se a questo aggiungo oltre otto ore con i piedi stretti nelle pedule da montagna (messe nelle campestri per “fare” le scarpe in previsione di novelle passeggiate montane) non mi devo troppo stupire se raggiungo una lontana Poppolina con gli occhi “baricci” e l’andatura modello Frankenstein.

La gradevolezza della mattinata trascorsa mi parrà orribil cosa se paragonata alla gioia del togliere le pedule e far prendere respiro alle radici pedestri.

Questa mattina, comunque, ho battuto ogni record: 855 le foto scattate!

 

 

2° SalteseCross  (Cuorgnè)     28 – 02 – 2010

Bellissima mattinata malgrado il tempo uggioso e la leggera pioggia a coronare la premiazione. Bellissima per molti versi, il primo dei quali dovuto a Paracqua che telefona sabato per dirmi: “passo a prenderti”. Così una gita che presumevo solinga-solinga, si trasforma con il più anziano ombrellaio d’Italia in gita “collettiva”.

Il secondo verso, e poi avanti, è dovuto agli amici qui presenti, non dispersi come di solito accade nelle gare-fiume tipo Borgaretto, ma piacevolmente presenti e vivaci.

La partecipazione, pur non scarsa, è famigliare. Poi la novità del luogo ed il tracciato che, praticamente piano, ho trovato gradevole, con un’ampia parte disegnata su di un prato “condito a letame”. Fortunatamente Paracqua è qui riuscito a mantenere miracolosamente l’equilibrio, eheheh.

Fantastico, ineguagliabile Paracqua, che nella passeggiata per Salto alla ricerca di scorci da portarci via, scoperta una “valle” colma di tronchi tagliati e accatastati, ha cominciato a folleggiare fra gli stessi come colto da orticaria bollente. A fatica sono riuscito a trascinarlo via, senza con ciò aver potuto impedire che come a Trofarello08 facesse impudicamente suo un enorme tronco di sequoia. Per il nonno di via Sesia è impossibile resistere al fascino sottile ed al profumo della legna, viva, moribonda o morta che sia.

Malgrado il rapporto estremo vissuto con Sequoia, certamente non poco impegnativo, eccitato come un bambino l’uomo di punta della Podistica – nonché Campione Provinciale 2009 – ha continuato nell’andare con l’orticaria bollente, e, indossata maglietta e calzoncini, si è messo in gioco con gli amici UISPpittini.

Il vero spettacolo è lui, credetemi, non Valentino.

Il solito lavoro con Mersì, ed ancora una serie di velati timori durante gli scatti. Oggi il cielo è coperto e la luce è scarsa, perciò gli ISO sono 400… con rischi allegati. Infatti, così deciso, resta un tempo di scatto lento che oscilla dagli 80 ai 125 centesimi di secondo. Avrò dei mossi sicuro, ma con 800 ISO le immagini risultano eccessivamente prive di incisività. Faranno mai una “reflex” con la portabilità di Mersì?…

 

 

Maratonina di Torino e km. 7,560        Ruffini, 7 – 3 – 2010

49 maratonina 4245Cielo sereno e bellissima giornata di sole è quella che mi accoglie quando scendo a svegliare Poppolina per andare alla maratonina di…… Ops, questo era ieri, perbacco.

A forza di andare con Paracqua sto diventando come lui!

Della neve annunciata ieri ancora non vi è traccia quando esco di casa, però il cielo è carico assai. Sono un pochino preoccupato per Mersì, ma con l’ombrello forse… Mah…

Chi è preoccupato al top è… indovinato, proprio lui, che questa mattina ha scordato la maglia di lana, la pancera, la sciarpa, il giaccone da montagna. Il ticchettio del suo batter di denti lentamente si affievolisce al calore prodotto dal riscaldamento della vettura alzato al massimo, così che quando posteggio al Ruffini si è sgelato un po’… mentre io sono sudato da capo a piedi! Come si scende, ovviamente, riprende il ticchettio da macchina da scrivere anni venti ed il suo balbettante rosario di “ho scordato…”.

Un buon caffè caldo pare bastare a rimetterlo in forma, mentre io sono invece costretto a ritornare al bar un’ora dopo per un toast ed un nuovo caffèuccio. Farò tardi, mi dico…

49 maratonina 557Si è al coperto qui al Ruffini, e probabilmente vi sono pure docce e spogliatoi a disposizione degli atleti. Da quando atleta più non sono queste cose mi appaiono lontane, così proprio non potrei giurare ed a Paracqua non ho chiesto. Il “coperto” ed i servizi sono oggi più che importanti, indispensabili. Infatti ha iniziato a nevicare ed a tirare un venticello dispettoso. Tempo gatto! Ieri era una giornata splendidamente primaverile, mentre oggi pare Natale. Natale classico, intendo, quello raffigurato nelle cartoline.

49 maratonina 4704Non resto molto al riparo; il tempo per vedere da lontano il Presidente, da vicino Barbarella e pochi altri “vecchi”. Due nuovi - presumo - li vedo fianco a fianco sostare spaesati nell’area Podistichina, ma non li avvicino: nella mente ho la pausa toast e la partenza, per cui non molto tempo a disposizione per stabilire un contatto. Domenica a Trana consegnerò questo numero del Ghilead, per cui avrò probabilmente meno possibilità ancora.

E’ la consueta “maledizione” di Podoandando!

49 maratonina 4753Partenza! Infilo il manico dell’ombrello nel giaccone con la segreta speranza non si agiti troppo ed inizio a lavorare. Cliiick!… Cliiick!… Cliiick! Mersì possiede l’utilissima funzione “mitraglia”, per cui basta tenere il grilletto pigiato e come un Kalashnikov la piccola spara a raffica. Fortissima!

Data la luce decido di impostare una correzione alla esposizione, ma nel timore la imposto tanto lieve che non servirà nulla: smanetterò approssimativo tacconaggio su Alandrake per più di due giorni!!!

49 maratonina 4515Sfilati tutti i concorrenti mi avvio tranquillamente alla Postazione Paracqua per fotografare gli atleti all’arrivo. “Postazione Paracqua” perché si tratta della classica cantonata… Infatti prendo posizione sul percorso dell’anno scorso… ignorando che il tutto è stato ridisegnato! Vi sono i nastri a delimitare il percorso, vero, ma è per indirizzare i non competitivi della “papput mammut e figliut” (o giù di lì) per la giusta via. Solo verso mezzogiorno mi nascono dei dubbi… Sto iniziando a soffrire in maniera sempre più evidente della Sindrome Paracqua, ohimè.

49 maratonina 4716Raccontarvi dei cliiick! non ha senso, penso. Si tratta alla fin fine di una lotta di nervi che mi conduce mentalmente a presentarmi davanti all’entrata del vecchio manicomio di Collegno prima che i matti fossero riaffidati alle famiglie.

Non esiste una posizione favorevole da scegliere, bisogna accontentarsi di quella che offre il vento. Di qui no perché ti spinge la neve su Mersì, di là neppure perché ha cambiato direzione. E attento all’ombrello! Ora lo sbatacchia a destra, ora a sinistra, ora me lo spinge sulla testa impedendomi ogni visione… Ed il cappellino mi cade sugli occhi, e la goccia al naso chiede di essere raccolta, ed i piedi, ormai bagnati, battono i denti come Paracqua mentre le dita delle mani paiono dipinte di viola (con Mersì non è possibile usare guanti di sorta).

49 maratonina 5150Il freddo lo reggo bene, adoro la pioggia (le gare, gli allenamenti più belli li ho fatti con lei), e la neve mi rallegra. Solo il vento mi infastidisce, ma se ho da lavorare non sopporto nessuno di loro. Quando finalmente avrò una Coniglietta al fianco (quando?…) a reggermi l’ombrello le sensazioni saranno certamente di molto migliori assai, eheheh.

P. S. - Mi scuso con i Podistichini lasciati da soli. Per una serie di disguidi neppure conoscevo il numero di quanti di voi erano impegnati. Figurarsi i nomi. Ancora non vi ho personalmente conosciuti, e neppure ho potuto ad oggi farmi un’idea della posizione in gara eventualmente occupata. Somadaj non trascura nessuno, tanto meno quelli della sua squadra. Se a volte questo succede non è mai per mancanza di buona volontà.

Comunque da ora resterò più attento.

Perdonato?

 

 

 

 

 

49 claudiaCross

Quando frequentavo la scuola elementare la festa di fine anno prevedeva la corsa campestre, una prova di abilità, agilità e velocità. Il vincitore era colui che per primo riusciva a terminare il percorso nel minor tempo possibile.

Il termine delle lezioni scolastiche è ed è sempre stato nel mese di giugno. Solitamente è un mese gradevolmente caldo e poco piovoso con alberi rigogliosi e piante in fiore.

Ormai ho terminato la scuola elementare da molti anni, ma mi è parso di rivivere le corse campestri di quel periodo quando mi sono imbattuta come spettatore in un cross... a GENNAIO!!!!!

Tutta la poesia della corsa campestre dei miei ricordi di bambina è crollata!

Partiamo dall'inizio:

     -  domenica mattina ore 8.30 ritrovo per tutti i partecipanti;

     -  temperatura esterna compresa tra -3°C e +0,5°C;

     -   il più delle volte c 'è tanta nebbia che rende difficile anche solo vederli gli altri partecipanti.

Quando finalmente il podista ha trovato un gruppo che potrebbe essere quello dei corridori, cerca di identificare qualcuno che conosce, ma è un 'impresa non facile prima di tutto perché nessuno sta fermo per più di 3-4 secondi per evitare congelamenti e poi perché sono tutti imbacuccati che pare di essersi avvicinati ad una banda di rapinatori pronti a compiere una rapina in banca.

Finalmente si sente lo sparo di inizio e via, si parte (nella giusta direzione?).

Intanto la nebbia un po, si alza e lungo il percorso il podista è distratto dal paesaggio fantastico che lo circonda perché gelo e nebbia danno origine al fenomeno della galaverna rendendo il percorso di gara fiabesco con gli alberi ricamati dai cristalli di ghiaccio che paiono degli origami.

Il momento di estasi dura un attimo perché il cross non concede al podista grossi voli di fantasia, infatti, come se non bastassero il freddo di gennaio, la nebbia e il fango a volte sul percorso ci sono degli ostacoli!!!

Tronchi da superare, come quelli che mettono nelle gabbie degli orsi nello zoo, e buche per verificare se gli organizzatori della gara sanno fare i conti.

I conti di cosa?

Di tutte le persone che si slogano o fratturano qualcosa per cercare di evitare/saltare le buche!

Pare addirittura che per le prossime gare vogliano mettere la ruota come quella che usano i criceti per mantenerli in forma anche se in gabbia (non è vero, è solo per esagerare un tantino!)

Dopo tanta fatica e freddo al traguardo non giungono concorrenti, ma statue di fango!

Quando arrivano a casa è consigliabile, prima di farli entrare, scrostarli come si fa con il branzino in crosta di sale: un punteruolo, un leggero colpo sul punteruolo e viene via tutto in un'unica volta, lasciando il calco sul pavimento del pianerottolo.

Ma non essendoci limite al peggio queste gare sono disputate anche se ha nevicato da poco e quindi oltre agli scivoloni acrobatici in sede di gara, i corridori portano a casa non il fango rappreso, ma una poltiglia melmosa fradicia e grigiastra che gocciola e cola ovunque.

In questo caso bisogna tassativamente vietare al podista l'ingresso in casa, ma dotarlo di apposita bacinella da tenere in garage dove riporre gli indumenti. Bisogna inoltre corredare il tutto con un accappatoio usa e getta da indossare sulle scale/ascensore per consentirgli l'ingresso in casa in modo dignitoso, al più rischia di essere scambiato per un maniaco con bacinella al seguito.

Arrivato in casa il podista ha l'esigenza fisica di una doccia bollente che gli faccia riprendere la circolazione del sangue in ogni parte del corpo e gli tolga ancora quel chilo di fango che gli è rimasto attaccato, passerà il resto della giornata a crogiolarsi fra il letto e il divano avvolto nel plaid a sorseggiare tè caldo... insomma una larva!

Ovviamente l'abbigliamento utilizzato in una di queste giornate deve essere passato in lavatrice almeno per 3 volte affinché riprenda il suo aspetto originale.

Per una azienda specializzata nella produzione di detersivi per lavatrice potrebbe essere un'idea creare un detergente specifico che tolga le macchie, rispetti i colori, non rovini i capi, rispetti l'ambiente e non sia troppo costoso, per l'abbigliamento tecnico di tutti quegli atleti che praticano gli sport più sporchevoli, e poi sponsorizzare queste squadre. Sai che pubblicità!

                                                                                                                                                               Claudia Motetti

 

 

42milapassi in Val Susa

la mia 26/^ maratona, e la 1/^ di Abramo...

Dopo la maratona di Torino dell'aprile 2009, avevo già pensato di correre la maratona della val di Susa del 25 ottobre. Il tempo per recuperare e preparare una seconda maratona ci stava tutto anche perché ci sono le vacanze di agosto per potermi allenare

49 abramo42kmLe cose sono andate bene fino al rientro delle vacanze, dopodiché a metà settembre ho avuto qualche problema in famiglia come tanti di voi sanno, e purtroppo le cose sono molto cambiate. Mi mancava l'entusiasmo e la voglia di correre, ma avevo fatto una promessa al mio carissimo amico Abramo, che mi aveva espresso il desiderio di correre la sua prima maratona accanto a me. A questo punto non me la sentivo di dirgli di no, anche perché mi aveva dimostrato di avere molta fiducia in me.

Dopo avergli confermato che avrei corso la maratona con lui, decidiamo di fare un lungo insieme al parco della Mandria, almeno un 30 km. su di un percorso che conosco a memoria. Tutto molto bene, e per giunta avevamo la compagnia di Marzia che al nostro fianco si fa 20 km.

Si avvicina il giorno della maratona, penso sempre di più ad Abramo ed alle ansie ed emozioni che lo agitano, cose normali per tutti noi maratoneti. Ma lui è molto determinato, con un carattere da vero maratoneta.

Finalmente arriva il giorno dalla maratona. Raggiungiamo insieme Avigliana con una accompagnatrice DOC: Marzia, compagna di Abramo, che non ci fa mancare veramente nulla, sia alla partenza che all'arrivo.

Giornata molto bella e temperatura ideale per correre. La maratona ha un percorso molto bello, ma altrettanto duro; noi lo corriamo con molta determinazione rispettando quelle che sono le regole principali.

Tutto per il meglio, e negli ultimi 100 metri godiamo degli applausi della gente mentre dagli altoparlanti sentiamo pronunciare i nostri nomi ed il tempo: 4h e 17'. Tanta la gioia mia, ma soprattutto di Abramo che ha vissuto la sua prima impresa senza particolari problemi, e che al traguardo ha la soddisfazione di vedersi al collo la sua prima medaglia da maratoneta.

Tutti i miei complimenti personali per quello che è riuscito a fare.

A me l'ulteriore soddisfazione di aver vinto nella mia categoria MM 70 e di essere così CAMPIONE REGIONALE DI MARATONA 2009.

Saluti a tutti e arrivederci alla prossima

                                                                     Lord Mimmo Pullano

 

 

49 emilius 2Monte Emilius    di Carlo Burzio (10 - 11 agosto 2009)

La gita al monte Emilus (3559 mt.) - che si trova sopra Aosta ed è un bellissimo belvedere su Aosta e tutte le montagne attorno dal monte Bianco, al Cervino e Gran Paradiso - parte da Pila, o se si preferisce da Aosta in funivia fino a Pila.

Nel mio caso sono partito da Pila. Da Pila insieme ad un amico abbiamo preso la seggiovia al pomeriggio che ci ha portati fino a Chamolè, da li siamo partiti a piedi.

In 10 minuti si arriva al bellissimo lago Chamolè su comodo sentiero, da dove si comincia a salire per il colle Chamolè per poi ridiscendere al rifugio Arbolle (2500 mt.), un'ora e mezza dalla seggiovia; prima tappa della nostra gita.

Il secondo giorno ci aspettano 1000 mt. di dislivello in salita fino alla punta. Noi siamo partiti alle 7 del. mattino per arrivare in cima alle 11,30; dal rifugio fino al lago gelato che si vede nella foto su sentiero, poi si prosegue tra rocce fino al colle dei Tre Capuccini (3200 mt.) da cui si ha una bella vista sul versante di Laures con i sui laghi. Da qui si hanno due possibilità: o di stare più al centro su rocce fino in punta, oppure seguire i segni rossi su tracce di sentiero ma più esposto. Noi ci siamo tenuti al centro a salire e sulle tracce di sentiero a scendere. Arrivati in cima abbiamo mangiato e fatto le foto di rito con una bellissima giornata, poi siamo ridiscesi fino alla funivia giusti per le 17 prima che chiudessero gli impianti per scendere a Pila.

 

 

Mangia & Balla     19 – 12 – 2009

Cosa dire: l’inizio è quasi travolgente, con il Piccolo Lord Peperoncin Pullano che non desiderando essere secondo a nessuno con il suo Mangia & Balla addirittura contatta il Billionaire di Briatore. Per in seguito sganciarsi date logistiche motivazioni.

Ma non è questo che ne impedisce l’agire, così che, con l’aiuto di Ost’Enzino, trova ben presto rifugio e pace all’Holiday Placet di Orbassano, dove un posto a tavola non lo si nega a nessuno.

Fatico non poco a controllarne la verve quando alle tre di notte mi telefona:

“La cosa si fa grande – sono le prime parole che pronuncia – e vorrei riproporre il gioco di 3 anni fa. Che ne pensi?…”. Sono troppo assonnato e teso (temevo un’invasione marziana… anche se a ben pensarci siamo lì…) per rispondere di netto. Prendo fiato. Penso, mentre al di là del filo il Lord preme.

Già, ricordo: ”Ognuno si unisca strettamente alla sua compagna con questa cintura, gli orchestrali diano fiato alle trombe e si dia inizio allo Speciale Mangia & Balla 2007”.

Che come avete ben compreso consiste nel mangiare danzando, tenuti stretti stretti alla vita da questa fascia alta quattro dita che elastica è, ma mica poi troppo”.

E mentre tento di rendermi conto della situazione bislacca in cui mi trovo a quest’ora di notte, il Piccolo Lord Peperoncin Pullano continua: “Come ben ricorderai bisogna venire accoppiati, ma la modella che ti portai allora è rimasta incinta e si è sposata pochi mesi fa. Porti la signora che abita con te?…”.

Quasi soffoco: “Chi, la vecchia babbiona che da decenni vorrei sostituire con Kim?”.

“Se vuoi – continua il Lord per nulla spiazzato – ho sottomano una niente male vedovella di 53 anni…”.

Sono tentato lì per lì di strozzarlo, ma un amico è sacro anche alle 3 di notte: “53 anni!!!… Vuoi scherzare? Lo sai che Kim di anni ne ha 35-39? Certo, si, potrei fare uno strappo se, tanto per fare un nome che tutti i podisti conoscono, si trattasse di MariaGrazia Cammalleri…”.

“Tu sei fuso. Ma ti sei mai guardato allo specchio?”.

Ora il Lord passa agli insulti pesanti, direi, e mentre un sentimento che nulla ha a che vedere con l’amicizia mi afferra le mani, stacco un moccolo da Isola dei Famosi e sibilo un: “Se proprio lo vuoi sapere, calzolaio dei miei stivali, da un paio di anni l’età di Kim è scesa a 25-30 anni… e in questi giorni anche a 18-20!!!”.

Ora mi pare di sentirlo ansimare, così con un “Buona notte, Parin!” stacco il contatto che, alle 3,30 di notte, ancora mi legava al Matusa di Taverna.

Cosa mi costa mai – tanto per fare un altro nome che tutti conoscono: Belen – sognare di salvarla da un feroce leone sfuggito allo zoo afferrandolo per la coda e sbattendolo più e più volte al suolo come fosse un tappeto? Cosa mi costa mai, penso sorridendo fra me e me, salvare Monica Bellucci dalle fauci di un feroce coccodrillo oppure Illary Blasi da un furibondo incendio? E vederle ai miei piedi implorando notti d’amore rovente? (in fondo ho salvato loro la vita). Ditemi, che mi costa mai?

Io una fanciulla da portare alla festa Podistichina “ancora” non ce l’ho, e pazienza. Mica posso per questo rinunciare al servizio su Podoandando e sul Ghilead, vi pare? Mica posso rinunciare pure al lavoro…

Mi pare di essere Calimero (con la differenza che il lavaggio non mi muta di una virgola) quando mi accosto all’entrata dell’Holiday Placet di Orbassano. Sono sempre impacciato nelle occasioni IN perché la mia indole vera è pur sempre quella del Barbone puro e le troppe luci mi spaventano. Ma l’entrata è discreta, pur se come solito vengo assalito dal desiderio di trasferirmi velocemente in un rifugio alpino con davanti una bella polenta!

E pazienza se anche lì metterei su mezzo chilo: avrei pur sempre tempo per smaltirne 2 etti sulla via del ritorno a valle…

Sono le 19,47 e probabilmente sono uno dei primi. Penso, ma non è proprio così perché ritenevo l’appuntamento alle 20,30 e l’inizio cena alle 21… (ed ho scritto il volantino, ahi ahi ahi). Ormai gli amici sono quasi tutti presenti. Ancora qualcuno, ma il VIA ufficiale viene dato solamente alle 23,15, quando anche la famiglia Sardo-Semeraro ci raggiungerà… Moltissimi sono nel frattempo già arrivati al 35° pacco di grissini!

Approfitto di questa pausa per fare una “carrellata cliiick!”. In queste occasioni solitamente passeggio verso la conclusione della cena, quando le difese sono allentate e le lingue sciolte, ma il rischio è di trovare seggiole vuote e… di non esser personalmente più al 100% dell’efficienza!

Cominciamo con il dire che come in tutti i Mangia & Balla organizzati dal Piccolo Lord Peperoncin Pullano il piatto che viene servito da subito è quello del buon umore. Ma oggi la nuova “sede” per l’abbuffata porta con se il sapore della novità per cui è in me desto il senso dell’attesa. Questo locale è stato proposto da Ost’Enzino, che di già ha più volte testato con soddisfazione l’arte culinaria della Holiday Planet. Qui pensava di organizzare il pranzo-premiazione, poi invece svoltosi nella sede sportiva della Real Mutua.

Posta, per altro, non molto lontana da dove ci troviamo oggi.

Per me è quasi amore a prima vista. Spazio nei posti a tavola, pista da ballo piccolina dove mi potrei cimentare pure io (con l’unico ballo che conosco: quello della piastrella) con – questa sera che poi non so – cantante trasformista e giocherellone, giovani a curare i tavoli simpatici e solerti, cibo all’altezza delle migliori cucine… Che vuoi di più? una rapa d’uva?, eheheh.

Una volta avevo l’abitudine di prender nota delle varie portate, di stillare un menu, ma tutto è andato perso con il trascorrere del tempo così che non saprei proprio raccontarvi di cosa ha mangiato. Il che, in fondo, non interessa nessuno: quello che ho mangiato è andato giù come l’olio, a santificarne bontà e leggerezza. Quello che mi spiace non potervi raccontare per filo e per segno è il consueto discorso pre-cena del Piccolo Lord. Capisco, è una fortuna direte, ma a me che la piccola segretaria digitale vada a battone… Per spegnerla debbo staccare le batterie, e pazienza, ma che registri a singhiozzo proprio non lo sopporto! Comunque, eccovi quello che è rimasto in essa impresso (che non è poco…).

“… è un piacere perché lo faccio con la società nuova, per cui… eeeeeeeee…… fa ancora più inorgoglire di questa serata che ci troviamo………………………fare le gare. Invece stasera ci troviamo per mangiare, scherzare, ridere e fare quattro salti… eheheh, si…    Comunque come avete visto quest’anno è stata un’annata eccezionale, questo penso che sia ……..… Io però in primo piano metterei soprattutto Gian Carlo e Mauro Fontana che sono stati i perni di questa società … dai, facciamoci un applauso!

Poi, a parte quello, ci sono tanti che hanno collaborato come… non so…… come… come il circolo del direttivo, ma soprattutto mi fa piacere che quelli che sono venuti a correre con noi è stato per noi un motivo in più per inorgoglirci e farci invidiare una cosa del genere perché tanti dicono che, insomma, abbiamo una bellissima squadra. Ora … e, un pochino si, sono emozionato…… E’ una società nuova…Poi volevo dire un’altra cosa: come avete visto quest’anno la società ha fatto uno sforzo enorme per premiare proprio tutti, tutti tutti, perché non è mancato un premio proprio a nessuno, neanche a quelli che purtroppo …….. una gara. Questo vuol dire che la società ha lavorato bene.

Io però questa sera a nome della società vorrei premiare una persona, che anche lui è stato un promotore. E’ stato quello che ha lottato, è stato quello che poi ha trovato lo sponsor – poi anche Casetta che ha trovato il secondo – ma la cosa più bella che ha fatto questo signore, questo nostro ragazzo è che…… è che quest’anno ci ha dato la suo bellissimo locale come sede, e lui ……… … se lo merita perché ha…… anche me.

Per cui lui è sempre disponibile, lui il bar è per tutti, e anzi è un punto di riferimento un po’ per tutti i podisti che chi passa di là si ferma, si prende un caffè, magari fa quattro chiacchiere, si parla di podismo………… che ormai normale che……………e comunque un merito… che la società vuole riconoscere a quello che lui ha fatto, via.

E’ il Presidente che glielo consegna… ………………

Adesso approfitto, visto che siamo in clima natalizio, volevo fare gli auguri di buon Natale e buone feste a tutti… eeeeeeeee… vi auguro una buona serata ed anche buon appetito”.

Eccomi panato! Pensavo di evitare la mezza Aspirina ed invece al termine di questo ciceronico blablarizzare mi trovo costretto ad ingoiare un intero tubetto di Valium! E meno male che la segretaria digitale non ha registrato tutto!!!

Il Piccolo Lord, dopo la consegna della targa all’Ost’Enzino, tiene nella manica una altra carta: un mazzo di fiori per Lisa & Vietcon Farese che questa sera compiono 38 anni di matrimonio. Sono una vita passata insieme, e tenerezza è il manifestato desiderio di essere fotografati sotto il cuore che ciondola su una parete della sala.

Poi… l’ennesima dimostrazione che il Piccolo Lord ha pure per i secoli a venire deciso di conservare l’adozione del Redattore Capo, che per la millesima volta non riesce con lui presente a pagare il conto. E sì che il sottoscritto Redattore Capo dimostra di avere più attenzioni nei riguardi di Paracqua. Ma è così: al Cuore di Taverna non si comanda…

Ancora non ho terminato di abbuffarmi che di già LadyLory si tuffa nelle danze. Questa sera la direi in forma strepitosa, tanto che da subito viene assalita dai nostri Parin più in palla, Peperoncin Pullano in testa seguito da Vietcong Farese, che le svolazzano attorno come pipistrell… no, come aquilotti impazziti. Vito Catozzo balla intanto con la Signora Invisibile deliziandola con piroette e caschè da tarantolato. E’ la prima volta che scorgo Vito così “allegro con brio”, e ne sono lietamente impressionato. E’ la prova lampante che l’ambiente se lo sente decisamente cucito addosso.

Pochi però sono i giovani Podistichini che parimenti si lasciano trascinare dalle note. Anzi, direi proprio nessuno, quasi che le parti si siano questa sera invertite: Parin scatenati in pista, “ragazzini” a ciacolare seduti a tavola, oppure già pronti ad alzare le tende. Ohibò, non li fanno più i giovani di una volta!

Terminato che ho di destreggiarmi sghignazzando di mezzo i ballerini dilettandomi con i cliiick!, vengo avvicinato da una dama che non sempre catalogo fra quelle più simpatiche: Soledad. Leggera leggera, diafana, anoressica direi. Ma pur sempre lei, con quel sorrisetto beffardo che mi fa incavolare come una bestia. A volte la cerco perché sa essere unica, ma quando sono in compagnia di amici la detesto; è una vera rompiballe.

Il cantante-comico-trasformista che si esibisce in sparati Karaoke non mi aiuta per niente. Direi che è unicamente dotato di buona volontà, per cui, ora, neppure soddisfo le orecchie. Fortunatamente il Valium ingoiato mi permette di addolcire ogni ostacolo, eheheh.

Allontano di un po’ Soledad pensando al servizio che mi attende domattina alla Pellerina, illustrato dai dati meteo come presenza in sgargianti vesti dorate impreziosite da gioielli… siberiani. Mi posteggio nel locale ancora un pochino attendendo i ragazzi che con professionalità ci hanno servito ai tavoli e la moglie del proprietario del locale – se non erro – per una foto di gruppo, poi salgo su Poppolina facendomi condurre a casa.

Dove sdraiato a letto lascio svolazzare curnaias in libertà.

 

 

         49 seve

 

 

Disperados ultima generazione    di Nino Sicari

Gennaio 2010

Sembra non esserci grande prospettiva per il futuro se alla parola lavoro non aggiungi: Trovi lavoro se hai fatto un Master "di" -Trovi lavoro se ti fai la tessera "di " - Trovi lavoro se hai fatto un corso di lingua "di" - e così via.

Poi i vari governanti definiscono "bamboccioni" coloro cui non hanno garantito le opportunità politiche economiche attraverso il lavoro.

Però... Però lo Stato non si dimentica dei suoi doveri. Ed ecco che, nei vari esercizi commerciali, spuntano lotterie, "gratta e vinci" di ogni sorta. Forse l'ultima novità è la schedina WIN FOR LIFE. Ti chiede solo di azzeccare una possibilità su 3 milioni e mezzo circa. E' una assurdità, siccome la matematica non è una opinione, e invece noi abbiamo ben solida la nostra: si può vincere, e allora abbiamo il "dovere" di tentare.

Basta una monetina - UN EURO - il valore tipo un'offerta al supermercato, per sentire il brivido e quella potenziale botta di "cu. .." vita per farci uscire dal tunnel della crisi- salario-pensione di fine mese.

E, invece, per uno che ogni tanto sorride, migliaia resteranno curvi e tristi su gratta e vinci e lotterie varie.

Questa nuova schedina, la WIN FOR LIFE, se vinci ti garantisce un piccolo capitale subito e una pensione da dirigente per vent'anni, oppure altre soluzioni allettanti.

Per vedere la frenesia comportamentale di molte persone di varie estrazioni sociali, basta trattenersi qualche minuto davanti a qualsiasi ricevitoria, e vedi la ricevitoria stessa tapezzata di foglietti luminescenti, trenini di zeri e aggettivi superlativi.

E sono, per paradosso, una lucida strategia per pensionati, casalinghe e persone con problematiche occupazionali. Queste persone che con la loro piccola monetina alimentano la loro PICCOLA speranza non fanno altro che rimpinguare le già ricche casse di società per azioni (SPA).

Voglio finire lo scritto con un umorismo fra i denti: queste persone che desiderano vincere per poter avere la stessa pensione del dirigente che hanno sempre odiato, vorrei chiedergli: era invidia, oppure era troppo alta la loro pensione? ..

 

 

Lo spazio

Lo spazio lo aveva sempre attirato. Ricordava ancora i sogni da bambino e, più grandicello, le interminabili discussioni con il professore di italiano che di spazio non voleva proprio sentirne parlare. Ma lui era fatto cosi; tanta era la passione

che persino con l'idraulico, venuto pochi giorni prima a riparare il lavabo della cucina, ne aveva parlato per ore. E poi con l'elettricista, con il fruttivendolo, il macellaio, il parrucchiere... Anche con la donna che due volte la settimana veniva per le pulizie.

Più forte di lui, senza curarsi affatto dei sorrisetti beffardi che sapeva sollevare con il manifestare quella sua sfrenata passione.

Gli anni, intanto, trascorrevano lenti senza che riuscisse in qualche modo a trasformare il sogno in realtà. Si era di un poco appesantito, lo sapeva benissimo, i capelli si erano fatti candidi, radi, ed anche erano comparsi qua e là dolorini niente affatto incoraggianti. Doveva forse per questo rinunciare? Lo spazio ancora - e di più - occupava ogni giorno la sua mente. Non avrebbe rinunciato, no.

"Non è mai troppo tardi", si ripete per l'ennesima dell'ennesima volta.

Chi gli poteva ancora negare la realizzazione del sogno? Per assurda timidezza si era sempre trattenuto dal mettere in essere questo profondo desiderio, ma ora che sentiva i giorni sfuggirgli sapeva essere venuto il momento.

Prese la penna, un vergine foglio di carta e cominciò:

"Caro   amico , ti   scrivo      queste  brevi   righe  per     confermarti  che   il    prossimo  sette     ottobre......" .

C'era chi amava le "virgolette" ; lui, invece ...

 
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