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Ghilead-web n° 22

             Le fotografie le trovate postate negli album della pagina FOTOSPORT

                                        Gli articoli non firmati sono miei

 

22 - 1 copertina22 - 1 somm

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vivicittà   03 – 04 – 2016                                                          Diario della Domenica

22 - to-vivicitt 1Con le batterie che mi ritrovo è quasi un miracolo il trascinarmi fuori casa, inforcare il Chiodo e recarmi al Valentino per scattare foto. Non riesco a crearmi nuove, durature motivazioni, questo è il nocciolo, e tutto quello che tocco pare trasformarsi in emme.

Quando apro il box-cantina sono di già incazzato che va bene. Senza un motivo valido apparente, senza una ragione che svetti su tutto. Lo sono e basta, tanto che se ne accorge anche il Chiodo quando lo afferro per portarlo fuori. Tanto se ne accorge che non stacca una parola. O anche solo un cigolio.

Sarei rimasto a dormire questa mattina. Vado al Valentino con Mersì in una giornata uggiosa, con la volta che di celeste non ha neppure un'unghia, che appena giunto a Piazza Vittorio si diverte a spaventarmi lasciando cadere minute goccioline. Cavolo; nello zainetto ho la mantellina, ma l'ombrellino made in Cina dov'è? Ovvio: scordato a casa!!! Se piove davvero debbo ritirare la VecchiaCiabatta e fare fagotto. Pirla!

22 - to-vivicitt 2Gli addetti celesti alla distribuzione dell'acqua questa mattina, ne sono certo, si divertono alle mie spalle in quanto di tanto in tanto... asciugano l'insalata con l'antico metodo del fagottino sbattuto.

22 - to-vivicitt 3Raggiungo il luogo del raduno per i soliti scatti, per cercare Paracqua e Bocchino, per salutare qualche amico e, perchè no, non si sa mai, dedicare qualche furtivo scatto a qualche bella gnocca da inserire nella cartella delle Donne Virtuali di Somadaj. Ma... il tempo per due velocissimi scatti senza scendere dal Chiodo, e ne volgo le ruote per fuggire. Vi sono parole che ormai non sopporto più e che qui – non è la prima volta, lo direi un classico – vengono abbondantemente elargite dal pulpito alla folla. Pace libertà tolleranza uguaglianza diritti eccetera (il termine Doveri pare passato di moda). Scoprire l'acqua calda, riempirsi la bocca di buoni propositi ed il petto di nobili medagliette, e oggi la ciliegina del razzismo. Che l'italiano non ha nel cuore, ma che politicanti da 4 soldi (il colore è ormai quello universale del magna magna. Metti chi vuoi, ma il risultato non cambia) così amano appellare l'emergere della intolleranza. Intolleranza da loro stessi per misteriose ragioni (o forse no) alimentata. L'ho detto: sono incazzato, per cui nessun click illustrativo e via a fare una bella ciclopasseggiata antistress.

22 - to-vivicitt 9Al solito arrivo di buon'ora, figurarsi il tempo che “avanzo” quando il PAM è dato alle 10 e 25, per cui giro qua e là senza una meta precisa. Ciononostante cercando lungo l'andare informazioni riguardo il percorso che ho sentito dire in parte nuovo. Mi salva infine una informatissima e gentile vigilessa, che gli omini agli incroci paiono saperne quanto me. Come troppo spesso succede, almeno al sottoscritto che di altri non so.

22 - to-vivicitt 4Il criterio di scelta, quando il tempo matura, è questo:

con Mersì, tanto più in una giornata malinconica come questa, evitare viali alberati, controluce, vie soffocate da palazzi. Se possibile evitare postazioni di già sfruttate negli anni passati (condizione infine in parte mancata perchè mi fermo a metà del ponte Regina Margherita. Nel 2014 il punto click era sullo stesso ponte, ma all'angolo con corso Casale, imbocco Parco Michelotti. Il secondo impegno per Disgraziata1, la prima K-3)

22 - to-vivicitt 5È postazione lontana dall'arrivo, postazione lontana dal mare di fotografi incontrati nel passeggio, postazione che possiede il massimo della luce possibile e che mi lascia libero di beccare gli ultimi prima che faccia notte.

Mersì ha sempre evidenziato velocità di scatto da Bradipo, “qualità” che nelle odierne condizione di luce si esalta per cui, passati i primi, quando il ponte viene raggiunto dalla lunga fila indiana dei partecipanti pigio sul pulsante click e non lo rilascio più. Una raffica stoppata rarissime volte in quanto il riprender fuoco e giusta esposizione richiedono 5 minuti. Tengo il pulsante premuto e la brandeggio come fosse un fucile mitragliatore sperando in san Canon. Tanto, mi dico nella incazzatura, se non vengono le butto.

22 - to-vivicitt 6Di jum jum da raccogliere ne ho viste pochissime, e unicamente quando ho visionato gli scatti sul monitor di Ex AlanDrake. Per via della incazzatura oppure perchè sempre più vado ad assomigliare alla volpe di Esopo?

22 - to-vivicitt 7Ancora Mersì perchè a metà dell'altra settimana, presa K-3II per prepararla (formattare la scheda e caricare la batteria, quando non tento novelli adattamenti) trovo all'accensione il display muto e nero che più nero non si può. Cosa stranissima perchè non l'ho stoppata con eccessivi scatti nella pancia e, data la relativa giovinezza delle batterie se paragonate a quelle di Mersì tuttora pimpanti, non penso ad una morte precoce (come purtroppo invece mi sarà più tardi dimostrata dal caricabatterie. Che, come riporta il manuale istruzioni, la rifiuta facendo lampeggiare la spia)

22 - to-vivicitt 11In aggiunta, sostituita la batteria, mi presenta accanto alla spia dello stabilizzatore una sigla rossa mai prima apparsa e di cui non trovo sul libretto istruzioni spiegazioni. Questa la conseguenza di quella, oppure quella la conseguenza di questa? Per di più noto uno strisciare dello specchio in chiusura che non ricordo di aver prima notato. Motivi sufficienti per correre alla LTR...

La spia rossa sul display è il GPS, probabilmente inconsciamente inserito (dato il fatto non vedo altra spiegazione. Ho imparato qualcosina di nuovo), e riguardo allo strisciare dello specchio non saprei. Dovrei ascoltare il click di una nuova... Se lo desidera controlliamo la fotocamera”.

Gentili sono gentili, speriamo solo non debbano spedirla in Francia...

22 - to-vivicitt 8Pensavo di scorgere molti più Podistichini, invece risultano essere solamente 44. Ma una maglietta aranciones occupa la terza piazza della classifica! È quella indossata dal nuovo “acquisto” Bruno Santachiara (che usa pinzare il numero gara sopra il logo riportato sulla maglietta!...) che segue Mattia Scolaris, primo in 39', 10” e Gabriele Beltrami.

Priva di storia la categoria femminile, che vede la Catherine Bertone sesta assoluta in 42', 14” e 10, tanto per essere precisi.

22 - to-vivicitt 10Il resto della domenica trascorre quasi in rilassatezza. Le foto non sono ovviamente belle; pastose, senza nitidezza e profondità, con diversi microfuorifuoco (ma usare la raffica come ho fatto è di già un miracolo non doverne buttare decine), in ogni caso superiori allo zero dell'aspettativa. Mersì non è solamente straconsumata, ma da tempo pure handicappata nell'elettronica del joystick, ingestibile.

A seguire il fatto che la sfiga si sia per una gara scordata di Kimi Raikkonen, che nel GP del Rahrain sale sul podio agguantando la seconda posizione, mentre il piacere per la bella vittoria di Marquez al GP di Argentina viene invalidato dalla caduta di Lorenzo e dalla maxi stronzata di Iannone (di già recidivo...).

Poco prima di “andare in stampa” mi raggiunge l'avviso LTR: la K-3II è pronta. Sono stati velocissimi, però... “La fotocamera è perfettamente negli standard”. Può essere, in quanto certissimo non avesse mai “strisciato” non lo ero. Meglio così. Ad agitarmi è stata la concomitanza dei 3 fattori: batteria il tilt (0 assoluto), spia rossa misteriosa e “strisciata”. Ora ho una nuova batteria (89 euro), con la sorpresina che, riprovando ancora una volta a caricare la defunta, questa pare ritornare in vita!...

L'arnese di lavoro è nuovamente nelle mie mani per cui, se la luna non mi gira nuovamente di traverso, potrei ora andare a cliccare sabato pomeriggio il Trail del Chisone, a Baudenasca.

                                                                                                CLASSIFICA   (da AtleticaValPellice)

 

 

8 - La società al centro del sistema

     seb 2-Sarà il sistema federale a porsi al servizio delle Società con sostegni economici, ausili didattici e formativi, coinvolgimento delle famiglie e di altri organismi ed istituzioni che diano nuova linfa all’associazionismo ricco di tanti volontari che operano con dedizione e volontà” non è una favola, è l’incipit del Programma presentato da Giomi all’assemblea nazionale federale del 2 dicembre 2012.

Ancor prima si era disegnato un quadro delle Società lontano dalla realtà, ponendo a loro carico una serie d’incombenze più che di vantaggi autentici, ad esempio oltre a svolgere attività federale, assicurare agli atleti assistenza tecnica, morale e sanitaria, sorvegliare che il comportamento e l’abbigliamento dei propri atleti e tesserati siano decorosi. In più l’obbligo – diritto esclusivo di effettuare le iscrizioni e la responsabilità del controllo della visita medica dei propri atleti. Da qui la necessità di tesserare almeno quattro dirigenti, un tecnico e un medico sociale, che, in realtà, sono solo nominali e non partecipano alla vita della società e, quindi, il loro tesseramento è percepito come solo una “gabella” in più.

Un identikit disegnato sulla base dell’attività su pista ben lontano dalla vita reale, in Piemonte su 215 società solo una trentina svolgono attività stadia, il resto è formato da società d’ispirazione “podistica” in cui anche solo un tecnico sarebbe un lusso, la pretesa per legge di dotare tutte le Società di un defibrillatore è ridicola e lontana dalla realtà, dal momento che i podisti si allenano dappertutto e non presso un’unica struttura come i pistaioli.

La maggior parte delle società è basata sul volontarismo, non ha una minima impostazione professionale, i dirigenti sono scelti con l’unico criterio della disponibilità, non hanno la necessaria preparazione sui regolamenti della Federazione, né sulla gestione di una società e pochi hanno una preparazione informatica.

Per i più manca il senso di appartenenza e, quindi, la solidarietà, la Federazione è vista come un ente statale, che eroga un servizio.

Se non si può pensare ad un esame di ammissione, è comunque indispensabile l’effettuazione di corsi di formazione che diano almeno una base comune sulla quale dialogare.

Le risorse finanziarie sono limitate e anche solo l’obbligo della maglia sociale è visto di malocchio.

Occorre veramente intervenire con sostegni economici, ausili didattici e formativi e il coinvolgimento delle famiglie e degli atleti per la nascita di società di atletica leggera, che provvedano alla creazione di un centro di attività sportiva e culturale dai 6 ai 99 anni in cui tutti siano coinvolti e protagonisti, chi vuol gareggiare come agonista tesserandosi alla FIDAL, o partecipare come non competitivo tesserandosi per un EPS concordatario, tutti comunque con Certificato medico, agonistico: atletica leggera nel primo caso, NON agonistico nel secondo.

Questa può sembrare utopia, ma non lo è, è il superamento di uno steccato di diffidenza che non ha motivo di esistere, l’accettazione consapevole dell’esistenza di due realtà sancite dal CONI, lo sport agonistico e lo sport amatoriale, che devono e possono coesistere.

                                                                                                                JANO

  

 

3° Trail del Chisone -Baudenasca 09 – 04 – 2016   Diario della Domenica

22 - trail del chisone 1Un cicinin indeciso lo ero in quanto le condizioni meteo pronosticate non mi parevano garantire il massimo, e la pioggia caduta nelle ore precedenti mi riconduceva al 2014, alla prima edizione; qualche po' di pioggerella in gara, ma fango a bizzeffe sul percorso! Poi il pensiero della domenica mattina: a Pianezza la Marcia Verde con amici che certamente mi attendono. Due gare consecutive potrebbero essere troppe dato il lavoro di post-produzione, ma Gabriele, al cross della Colletta, mi aveva chiesto se andavo a cliccare il suo trail... Per cui trail è, e domenica sarà Pianezza (spero...).

22 - trail del chisone 2I timori di tempo incerto e fango a volontà vengono presto disciolti come i sogni di Somadaj: la giornata di sport si rivela bellissima. Qualche pozza fangosa (fango saponetta, scivolosissimo, con Paracqua che ne approfitta per spiccare il volo...) da attraversare a guado è presente, ma il più è molto vivibile.

22 - trail del chisone 3A differenza del 2014 quando faticai a trovar la giusta via per raggiungere Baudenasca, per questa occasione ho preparato una dettagliatissima cartina così che nessun intoppo ho incontrato nel viaggio. Non arriviamo, nell'occasione, prestissimo come il solito per cui; quattro scatti quattro, un caffè ed un tè, e facciamo fagotto alla ricerca del primo punto click. Il medico ha detto a Paracqua di camminare così che quest'oggi mi segue per un po', sino a dove ritengo essere ok porre la prima postazione. Anzi, va pure oltre perchè vuole vedere il Chisone. Bravo Paracqua!

22 - trail del chisone 4Conclusi i primi click, mi avvio incontro agli atleti della 20 km, quella che dal VIA conduce i concorrenti sulla sinistra del fiume a raggiungere e superare, mentre la 8 ritorna a “casa”, villa Doria, il Torrione Park (clicca QUI), per poi ritornare dalla sponda opposta.

22 - trail del chisone 5Ecco, decido, no foto Chisone alla partenza, scattate nella prima edizione, ma piuttosto raggiungere il ponte del ritorno, percorso tutto da scoprire. Non fosse che a poco meno di metà strada di questo incontro un giovane con tanto di reflex fra le mani che sta tornando sui propri passi. “Ma qui non vi è un ponte da dove i concorrenti ritornano?”, chiedo immaginando luogo IN per gli scatti. “Ci sono ancora 3 km. Se vuoi andare...” (deduco da ciò abbia chiesto informazioni presso due cascinali non lontani).

22 - trail del chisone 7Sono “fotografo” di movimento, vogliamo scherzare? Inoltre, a questo punto, mi mancherebbe uno scatto sul fiume, cosa inaccettabile dato il nome della manifestazione.

22 - trail del chisone 8Fortunatamente non ritengo si tratti di 3 km, ma bastano e avanzano per condurre al limite di una crisi isterica il Piede di Emme, oggi come oggi vero tallone d'Achille. Malgrado la lunga pausa negli “allenamenti”, ancora non sono riuscito a ricondurlo a più miti consigli, anche se in realtà non ho che da batter la testa contro il muro dato lo sconsiderato operare che ho riversato su esso. Il vero colpevole è quel balengo che si nutre bellamente di me.

22 - trail del chisone 9In ogni caso la tentazione di ritornare sui passi la provo più avanti. Da stradina sterrata o erbosa in spazi discreti diventa barriera prima dell'agognato ponte, tortuoso sentiero nella boscaglia che non so immaginare quanto ampia sia (i 3 km danzano nella mente...). È una rogna in quanto nel ritorno click mi sarà difficile scattare foto che altro non siano che pessima testimonianza di un passare. Sono i rischi che caratterizzano il mio andare; spostandomi in continuazione posso trovarmi in posizioni pessime, così come posso scordare, nel variare repentino della luce e nello svolgersi dell'azione, di compensare l'esposizione. Non di rado, in condizioni di tali precarietà, mi trovo costretto ad accelerare il passo, persino a “correre ventre a terra”...

22 - trail del chisone 10Non vado cercando foto ad effetto, vero, foto stilisticamente, “artisticamente” valide, bensì un semplice “momento” di vita sportiva nonché una “classifica”, ma se gli scatti sono ok è certamente cosa che gratifica il cuore.

Superato che ho il fitto boschetto la vista si distende su di un ampio “deserto sabbioso”, una quasi spiaggia che in luogo di prospicienti Hotel di lusso evidenzia una cava di sabbia. È impatto forte, squallido e suggestivo, ma ho poco tempo per prenderne completa, esauriente visione: il primo ed il secondo mi raggiungono ancor prima che metta piede sullo strano manufatto che permette l'attraversamento del Chisone.

22 - trail del chisone 11Click click click su Paolo Bert e l'inseguitore Paolo Nota, due veloci click a rivelare il raggiunto traguardo del fiume, poi rapido ripiegare alla ricerca di posizioni meno invalidanti. Oltre ad essere nel suo squallor postazione da fotograficamente studiare, l'attraversamento ed il resto del percorso che mi si presenta alla vista sono tutti in controluce. Resta logicamente il fatto che nella boscaglia vengo raggiunto dalle seconde e terze file, atleti così penalizzati di parecchio. Il programma per la 4^ edizione del trail, se la luna non mi cade sui piedi, è quella di portarmi avanti, a ridosso della villa Doria, per ridiscendere poi a raggiungere i 2-3 km dall'arrivo. La parte “del ponte” cliccata oggi si è rivelata essere poco adatta (mi riferisco soprattutto alla parte “boscagliosa”, che il resto è ok) e, per di più, già oggi realizzata.

22 - trail del chisone 12Cinquantasette secondi separano il primi due atleti, mentre oltre 5' separano il vincitore dal terzo arrivato. I trail, anche se questo termine pare appiccicato a forza su questo “lungo cross”, presentano spesso distanze “abissali” tra i primi (veri atleti) e la folla di appassionati più o meno atletici e preparati che inseguono. Nel caso, pur se trail questo non è, il 6° a tagliare il traguardo denuncia di già un distacco di oltre 8 minuti.

22 - trail del chisone 13Certamente non fa testo, ma mi piace qui ricordare la coraggiosa (incosciente?) presenza di Gene-di-Pavarolo (cosa non è capace a fare pur di promuovere la sua creatura!). L'ho scorto e salutato alla prima postazione click, poi non l'ho più visto. Chi ritenevo essere ultimo l'ho fotografato in paese alle 16, 5... (ops, non ho aggiornato l'ora sulla K-3II !!!), alle 17, 55':27” (2h:26':19” il suo tempo), poco prima di alzare le suole.

22 - trail del chisone 14“Gene avrà fatto la 8 km”, ho pensato. Invece no, testardamente ha macinato tutti i 20 km, quasi una “maratonina cross” che per lui non è certamente stata una passeggiata dal momento che ha impiegato 3h:15':38”.

Allenati, riguardati Gene, non fare pazzie “alla tua età”, eheheh..

Degli atleti in gara non so che dire. Dovrei fare una ricerca, ma a che pro dal momento che ciò che scrivo verrà letto si e no da un paio di persone? (sono ottimista).

22 - trail del chisone 15Primo dei maschietti il forte trailer Paolo Bert in 1h:12':30”, secondo Paolo Nota (1h:13':27”), terzo Lorenzo Becchio (1h:17':46”).

Nelle femminucce primeggia Franca Cagnotti (1h:32':47”), seguita da Cinzia Chiri (1h:33':49”) e Martina Chialvo (1h:35':11”). Fanciulline in gara anche graziose, ma purtroppo del tutto sconosciute a Somadaj (Rosanna Miss Sorriso a parte).

Pomeriggio molto bello a contatto di un verde che spesso si è presentato di un verde che più verde non si può, con un silenzio rotto unicamente dall'abbaiar di cani quando ci si avvicina ai cascinali, e... dal fischio-ronzio continuo dell'orecchio destro che in queste occasioni di pace si esalta nel suo esibizionismo da degradata barriera metropolitana.

Percorso che invita a correre a perdifiato, desiderio fortissimo di rivivere quelle sensazioni di sballo che la corsa dona e che la maledizione Co-Efferalgan mi ha purtroppo precluso. Sognare ad occhi aperti che chissà, forse proprio in quel verde etichettato felicemente dalla Treben come la “farmacia del Signore” non si trovi per tempo la pozione magica per superare questo dannato impasse.

Riguardo il pensiero di recarmi la domenica mattina a Pianezza l'ho cancellato ancor prima di arrivare a casa..

                  CLASSIFICA    (da AtleticaValPellice).

 

 

 

 22 - mem stefano ferraris 1

None   24 – 04 – 2016                                                                           Diario della Domenica

22 - mem stefano ferraris 2Presidente ed atleti simpatici, percorso nel verde eppure, vai a comprendere Somadaj, gara che non riesco ad amare. Tanto da esser in un primo tempo tentato di andare a Cavoretto per il Trail dei 2 Parchi. Di questo, però, non mi è piaciuto il volantino contenente l'obbligo, se desideri saperne di più, di passare dal... “negozio”!

Forse, a “tagliarmi le gambe” nei riguardi di None, influisce pure il fatto della difficoltà di trovare novelli punti di ripresa. Oltre l'inizio dello sterrato non riesco ad andare (ricordate che prima di muovermi attendo, alla partenza, il passaggio dell'ultimo), così come non ami cliccare nei pressi del traguardo, incrociare i click con i fotografi “di stazionamento”. Caricare il Chiodo su Poppolina potrebbe essere una soluzione?...

22 - mem stefano ferraris 4Oggi, a tutto ciò, si è aggiunto il carico non lieve dell'allergia. Da giorni, ormai, gli occhi soffrono non poco così che è rognoso cliccare con l'occhio “bruciante-lacrimante”, nonché vera tortura restar poi davanti al monitor. Ho letto di oltre 600 partecipanti, il che significa un mare di scatti in seguito da gestire. Sarà dura.

22 - mem stefano ferraris 5È, quella di oggi, la 33^ edizione del Memorial Stefano Ferraris, un ragazzino che frequentava la 3^ media e correva nella Libertas, vittima nel 1982 di un incidente stradale. Da allora i genitori ne rivivono i momenti di vita sponsorizzando questa manifestazione. Dietro ogni Memorial vi è molto spesso la storia crudele di una vita troncata troppo presto, come nel caso di Stefano, come in quello di Samuele o del giovane Vincenzo Pinto.

22 - mem stefano ferraris 6La vita è meravigliosa, ma non per sempre e non per tutti certamente. Cosa che dovrebbe aiutarci a riflettere.

Viaggetto in solitudine in quanto Paracqua, che pensavo in montagna ad aiutare la figlia facendo il balio asciutto, è invece stato attore protagonista di una caduta che lo ha condotto in ospedale. Gamba e braccio da rottamare ancora no, di certo da tenere sotto controllo per qualche settimana.

22 - mem stefano ferraris 7Giungo a None non troppo presto ma non affatto tardi, posteggio sulla piazza accanto la scuola, ma presto decido di portare Poppolina su di una via di fuga più atta a realizzare un veloce rientro. Due passi per il paese per un paio di scatti, due scatti ancora all'interno del cortile della scuola zeppa di gazebo societari, un “forza che vai bene” a Merlo, che per la seconda volta vedo impegnato come speaker (la prima fu a Baudenasca), poi mi allontano alla volta del primo punto click.. Purtroppo partenza tutta in controluce.

22 - mem stefano ferraris 8Poco oltre la cappella posta a lato della strada decido di fermarmi e stabilire il secondo punto click. Sono a 200 metri dallo sterrato di già fatto mio, e affatto certo di incrociare i primi in una novella posizione. Anzi, è certo che sarà impossibile. Ciò a cui non presto attenzione sono gli alberi che fungono da sfondo, alberi che solitamente fanno impazzire i circuiti della giovane ciabatta che tengo nelle mani. Non vedo l'ora di liberarmi di lei, ma purtroppo mi vedo costretto ad attendere il verdetto di settembre prima di fare un qualsiasi passo.

22 - mem stefano ferraris 9Mi è difficile comprendere chiaramente il valore delle immagini dopo i click sui primi a passare. È l'unico momento in cui posso controllare il display dato il buco che si presenta alle spalle di questi atleti. Quando giungerà lo sgranato gruppone non ci sarà più neppure il tempo per soffiarsi il naso!

Sul display tutto pare ok, non mi rende affatto consapevole della eventuale sovra o sottoesposizione (se non di quella macroscopica). La luminosità attorno a me rende difficile discernere l'eventuale grado di dentro-fuori (occorre per questo avere discreta familiarità con l'istogramma) per cui è cosa che dopo pochi scatti smetto di visionare.

22 - mem stefano ferraris 10Visti da dietro l'obiettivo i concorrenti oggi mi paiono migliaia, un lungo serpentone di cui temo non trovar la coda prima delle 17, ora della merenda. Di veri competitivi ne scorgo meno della metà, però, che i più paiono centellinare ogni passo. È un ricercar salute senza stress, fatta di qualche bla bla o di silenziose introspezioni interiori. C'è chi saluta, chi sorride, chi pare guardarti storto; un frittomisto di umanità il cui scopo pare quello, in definitiva, di sentirsi parte viva di un gruppo. I momenti clou direi essere il prima ed il dopo gara, quando il bla bla è quanto mai intenso. Che correndo, si sa, a qualcuno viene a mancare il fiato.

22 - mem stefano ferraris 11I primi due maschietti raggiungono la postazione click appaiati, mentre gli atleti a inseguir la Gloria (bionda, lunghi capelli a sventagliar nel vento) viaggiano ognuno per conto proprio. Li vedo distesi, consci che i giochi ormai sono fatti. A differenza dei primi due che si giocano la vittoria allo sprint.

Alessandro Boschis (37':54”) la spunta su Rudy Albano (37':59”), giovane di belle speranze, mentre il terzo scalino del podio è occupato da Lorenzo Perlo (39':00”)..

22 - mem stefano ferraris 12Nelle femminucce non vi è praticamente storia: sul podio sale Elisa Sartoretto (46':31”) seguita da Laurella Rao (47':48”) e Adele Simula (48':09”). Di Adele non so nulla, ma di Laurella posso dire che vera competitiva non lo è mai stata. Corre quasi in scioltezza, senza agitarsi più di tanto, godendo pienamente delle gioie che la corsa offre.

22 - mem stefano ferraris 13Di Elisa, dopo aver ascoltato la trasmissione di Bocchino nella quale viene descritta come un astro nascente, posso unicamente dire che non mi trovo d'accordo. Sta attraversando un buon momento di forma, e approfittando dell'assenza di alcune avversarie pare dominare. Federica Scidà, Patrizia Signorino, Cristina Dosio, per citarne alcune. E soprattutto, sino al 2015, la più assidua alle gare casalinghe nostrane (che le altre vivono pure su altre piattaforme), la ora scomparsa Federica Arnone.

22 - mem stefano ferraris 3Uno Scricciolo allenato, non quello visto nell'unica apparizione di quest'anno, il cross della Pellerina. Qui ha corso con grinta ed intelligenza, ma le immagini video riprese da John all'arrivo ben ne evidenziano la scarsa preparazione fisica. Se si desidera avere le idee più chiare, basta buttar l'occhio sulle classifiche dello scorso anno traendo spunto dai piazzamenti nella classifica assoluta.

Scusate l'escursus, ma mi danno prurito considerazioni che ritengo “sparate da bar” non degne di Piemonte in Corsa. Pronto a ricredermi, ovviamente, domani se mai Elisa diventerà una stella.

Cosa in cui non credo, ma che le auguro di tutto cuore.

                   CLASSIFICA   

 

 

 

 

9 - Professione Atleta

seb 2-Se è vero che nessuna manifestazione agonistica può avere inizio senza la presenza dei Giudici (e del medico) è anche vero che senza i protagonisti lo spettacolo non può esistere.

Ai tempi dell’antica Grecia i protagonisti erano gli ATLETI dal termine athletes, che vuol dire LOTTATORE, erano guerrieri che ogni quattro anni deponevano le armi e si sfidavano in modo incruento nelle Olimpiadi e tutte le specialità, non solo dell’atletica leggera, erano degli esercizi finalizzati all’attività bellica.

Dagli anni ‘80 il panorama è profondamente cambiato a causa del Podismo, l’atletica è l’unico sport in cui si può gareggiare coi campioni più prestigiosi, ma l’apertura democratica a TUTTI non correttamente gestita ha portato ad un impoverimento dell’atletica di vertice anziché ad un arricchimento dello sport di base.

Dagli ultimi dati disponibili 2014, 180.000 tesserati, su 100 “atleti” 45 sono Master, 1 Amatori, 38 giovani e solo 16 ATLETI ed è un dato drogato dall’esodo forzato degli Amatori verso i Seniores.

Dunque l’Atletica Leggera oggi è dei Master e delle gare non stadia, che da conti fatti rappresentano circa il 70% di tutta l’attività; ma come già detto le Olimpiadi non sono agoni da Master, Berruti vinse le Olimpiadi a 22 anni, tanto per fare un esempio, e, quindi è essenziale per l’Atletica trovare il modo perché questa piccola élite possa crescere e presentarsi competitiva sulla scena internazionale, come fare ?

Se Bolt, simbolo delle Olimpiadi, riceve 200.000 euro per partecipare ad un meeting è forse tempo di accantonare definitivamente un TABU’ dell’Atletica, il professionismo, e darsi una struttura molto più realistica e al passo con i tempi.

Come in quasi tutti gli altri sport occorre dividere le categorie esistenti in TRE settori: Dilettanti comprendenti le categorie giovanili da Esordienti a Cadetti, Amatori da 23 a 39 anni, VETERANI da 40 a 99 anni categoria unica, tesseramento con FIDAL ed EPS

Semiprofessionisti: Allievi e Master da 40 a 99 anni divisi per fasce e Professionisti: Juniores, Promesse, Seniores da 23 a 39 anni, limite superabile con tempi di riferimento, o, meglio, come nel tennis, formando un ranking in base ai risultati; tutti rigorosamente tesserati solo FIDAL.

Questa nuova classificazione deve essere supportata da alcune regole, che diano un senso pratico e motivante; me ne vengono in mente alcune: premi in denaro, rimborsi e ingaggi riservati SOLO al settore Professionisti, retribuzione fissa più bonus legato ai risultati.

I Semiprofessionisti possono percepire premi in denaro di entità ridotta da definire (es. 50% dei professionisti)

I Dilettanti hanno diritto solo a premi in natura di entità contenuta, coppe e medaglie.

Per quanto riguarda i Dilettanti si deve ammettere il tesseramento individuale, come esisteva una volta, con una tassa maggiore di quella prevista per i “societari”.

Per quanto riguarda le Società si potrebbero prevedere tre tipi di adesione ad esempio: Dilettanti 100 euro, Semiprofessionisti (e Dilettanti) 400, Professionisti (comprensiva degli altri due) 1000.

Le manifestazioni possono essere riservate a un solo settore o OPEN.

In questo caso, per quanto riguarda le corse su strada, si può accettare un ordine di arrivo generale unico, ma classifiche e premiazioni separate per ogni settore, le classifiche di Società a punteggio possono riguardare SOLO le Società con adesione al Settore professionistico e semiprofessionistico. Nelle manifestazioni agonistiche non deve essere permessa la partecipazione non competitiva, l’iscrizione deve essere consentita solo ai tesserati FIDAL ed eventualmente ai tesserati dilettanti degli EPS.

Se a questa attività su strada si aggiungerà l’attività su pista impostata su Campionati di Atletica Leggera triangolari sul tipo dei campionati di calcio, come già esposto, il quadro sarà completo e favorevole alla PROFESSIONE Atleta.

                                                                                                                 JANO

 

 

 

Solamente un sogno? 

                                                    Nuovi cieli e nuova terra

Clac clac clac clac clac 

Clock clock clock

Trac, trac, trac, trac, trac.

     “Antifurto, porta blindata e serrature a volontà. Anche questa sera sono riuscito a rientrare nel mio fortino. Bene!”. Silvio si tolse il giaccone e l'appese correttamente nell'attaccapanni che lo attendeva postato accanto alla porta. Il suo lavoro di rappresentanza lo portava a rischiare parecchio, lo sapeva, ma dati i tempi si riteneva fortunatissimo di avere ancora una occupazione. Ma era pericoloso, e non perchè portasse in giro valigie con gioielli oppure denaro, no. Era che aveva necessità di un'auto di una certa classe, di rappresentanza appunto. I chilometri che giornalmente il suo lavoro lo portava a percorrere erano inoltre molti, altro fattore che gli precludeva il viaggiare con una piccola, lenta e poco comoda utilitaria. Questo forzoso andare poteva fatalmente condurre a pensare che i denari non gli mancassero, cosa non vera. Ci campava, ma niente di più. Era estremamente onesto e preciso in ogni sua cosa, ma dato l'apparente alto tenore di vita chi mai avrebbe potuto credergli? Il conto in banca era minimo, ma il sospetto di denaro depositato all'estero (zero!) ben aveva motivazioni di sussistere nella mente dei malfattori.

     Si lasciò pesantemente cadere sulla poltroncina TV, quella posta davanti la “porta sul mondo”, quella che a cui non sapeva rinunciare ma che gli procurava tanto sconcerto e dolore. Che mondo era ormai diventato quello che lo vedeva presente! Aveva cinquantadue anni, ma negli ultimi dieci gli pareva di esser invecchiato di trenta...

Desiderava il bene, la giustizia (quella vera!), la pace e la serenità per ogni essere vivente. Amava gli animali, e sapeva bene quanto un leone, una tigre, un orso sapevano comportarsi come animali amici se trattati con amore e rispetto.

Un mondo nuovo immaginava nella mente, un paradiso come quello descritto dalla Bibbia dove ogni cosa aveva giusta collocazione e perfetto andare, dove esisteva un Regnante che aveva dato dimostrazione d'immenso amore nei riguardi della sofferente e incerta creatura umana.

     Il salottino era in penombra, l'unica luce presente era offerta da un vecchio lume posto a lato della poltroncina, atmosfera che indubbiamente conciliava il rilassamento. Era stata una giornata pesante; tanti i km. percorsi per un raccolto invero quanto mai scarso.

     Erano ormai prossime le due e trenta quando una lama di luce iniziò a danzargli accanto i piedi destandolo dal torpore. Sobbalzò, stupito prima, allarmato poi. Le finestre, protette da robuste inferiate, da sempre erano rese cieche da pesanti scuri, sempre, giorno e notte. L'abitazione era per forza di cose ormai diventata un bunker, un fortino in cui rinchiudersi al più presto cercando protezione.

Qualcuno è entrato in casa...”, fu il primo pensiero che lo assalì. Un brivido gli saettò lungo la schiena mentre un cappio gli pareva serrare la gola. Era un turbinio di colori caldo, affatto spaventoso, ma ciò che più lo intimoriva era l'improvvisa, ingiustificabile apparizione.

Inspirò forte cercando di raccogliere in se più ossigeno possibile. Non teneva armi lui, era contro la violenza di ogni genere pur se disposto a lottare sino allo spasimo per difendere principi che riteneva non negoziabili. Come poteva reagire lui che era uomo mite e mai si era trovato nell'occasione di dover difendersi fisicamente?

     Scoprì gambe incredibilmente prive di energia quando le richiamò per alzarsi dalla poltroncina, ma facendosi forza si avvicinò alla tenda attraverso cui pareva filtrare la luce. Prima ancor di appoggiar su essa una mano udì una voce che faticò a riconoscere come sua farfugliare un “C'è qualcuno?...”. Fu il silenzio a rispondergli, ma non ne fu affatto rassicurato. Facendo violenza alla paura spostò di botto la tenda preparandosi al peggio... scoprendo con incredulità che la luce entrava attraverso le ante, correttamente chiuse.

Ricadde sulla poltrona, mentre il respiro tardava a tornare. Gli stava succedendo un qualcosa al di fuori delle righe, un qualcosa che non riusciva a mettere a fuoco.

     Inaspettatamente gli tornò alla mente la lettura dell'ultimo libro della Bibbia, l'Apocalisse. La ricerca di Dio era da sempre presente nei suoi pensieri, e proprio pochi giorni prima, appunto, ne aveva della Bibbia per la seconda volta concluso la lettura. Un pensiero pazzo gli si affacciò alla mente, ma gli parve tanto incredibile che si mise a scuotere fortemente il capo come ad uscire da un sogno. Poteva mai succedere a lui l'essere presente al miracoloso evento atteso dagli uomini da centinaia, da migliaia di anni? Era forse il desiderio dei promessi nuovi cieli e nuova terra che lo conduceva a fantasticare? L'inquietudine scatenò ogni elettrone del suo essere spingendolo verso ritmi inusitati, provocandogli una carica di elettricità che lo portò a prendere una rapidissima, folle decisione.

     Tirò dietro se la porta di casa udendone il discreto clic, ma non si curò affatto di completarne la chiusura. La luce che intravvedeva oltre il portoncino d'ingresso al palazzo lo attraeva quasi si fosse trasformato in falena

Uscì all'aperto venendo assalito da una emozione mai vissuta prima; non esisteva violenza in quelle luci che s'inseguivano improvvisando giochi, creando una atmosfera fiabesca tutt'intorno. Come essere immersi in una aurora boreale, ma molto, molto più viva e colorata.

Il cuore parve scoppiargli nel petto. Entrò nell'auto, appoggiò il polpastrello dell'indice sul sensore della messa in moto.

L'auto si stacco dal marciapiede e lentamente acquistò velocità. Stava correndo, avvolto dai colori più incredibili, verso una luce abbagliante che scorgeva sporgere il capo da dietro la collina, una luce che sentiva essere vita..

 

     Tentativo di mettere un sogno su carta (fermo-immagine del 25-12-14. Chiuso il 9-5-2016), un sogno tradotto in figurato raccontino, anzi, di più: tre sogni consecutivi, pur se distanziati, che mi hanno turbato non poco.

Di sogni ne faccio parecchi, ma non sempre li ricordo nitidamente e ne decido di lasciare traccia. Cosa ancor più strana, questa, di sogni che hanno come sorgente comune la matrice della Bibbia nel suo conclusivo libro Apocalisse.

Li ho raccolti tutti e tre nei “Raccontini” (presenti sul.com. E che quando potrò riprenderò su questo New).

 

 

 

San Mauro    15 – 05 – 2016                                         Diario della Domenica

22 - san mauro 2Saltate La Loggia e Borgaretto, anche questa domenica avrei fatto festa scegliendo di restare a vegetare nel letto, ma non è nascondendomi sotto le coperte che risolvo eventuali problematiche, lo so. Purtroppo anche questa è classica che ormai “non sopporto più”, che si aggiunge alle varie Trana, Beinasco, Candiolo, Orbassano, Testona, Nichelino ed eccetera eccetera eccetera. In questa fase di rigetto sono agevolato da una fotocamera che mi costringe ad un super lavoro di “tacconaggio”, ad un cercar di porre minima pezza ad immagini farlocche.

Scatti che uccidono il piacere del click, che invitano a prendersi una boccata d'aria proprio quando invece da essi dovrei trarre sostegno. Grigio foschia, tinta di base.

22 - san mauro 7Solitamente, per gare entro 5-10 km, quando le condizioni meteo lo permettono uso il Chiodo, ma questa mattina, eccezionalmente, Poppolina. Per andare a raccattare un semidistrutto Paracqua, desideroso quanto mai di ritornare a respirare “profumo di gara” ma ancora impossibilitato a guidare, o anche solo ad usare la becana.

22 - san mauro 8Un sottovalutare l'altezza del marciapiede e paffete! Ginocchiata a terra seguita dal braccio teso nel tentativo di limitare il patatrac. Dolori, e dopo una settimana (!) visita di controllo in ospedale, dove fortunatamente non vengono evidenziate fratture Oggi, però, gamba gonfia e dolorante, così come il braccio che più di tanto non riesce a muovere. Un Paracqua che “deve camminare”, dice il medico, ma che non è proprio al massimo dell'allegria. Vecchia quercia disastrata ma non doma, che al ritorno ha chiesto di essere lasciato a diversi isolati da casa: “Il dottore mi ha detto di camminare...”. Ma non poteva passeggiare nel verde di San Mauro?

22 - san mauro 2Sopra il capo l'azzurro sorridente del cielo accompagna il nostro andare, e San Mauro è presto raggiunta. Quivi, posteggiato sulla piazza-raduno, messo piede a terra consumo la prima topica affrontando in maniera poco sorridente il Presidente Provinciale FIDAL Piero Proglio: “Perchè di questa importante gara non hai pubblicato sul sito FIDAL l'elenco dei partecipanti?!”. “Io? Assolutamente. Ho consegnato la lista degli iscritti da subito. Non comprendo quello che dici”. Maledetta mia linguaccia! Scoprirò in settimana che la FIDAL ha ora un nuovo sito, con il vecchio lasciato posteggiato in strada. Potevo proprio evitarmela.

22 - san mauro 4La seconda “bischerata” la faccio mia nella scelta del secondo punto click. Il voler a tutti i costi evitare postazioni già usate in precedenza, mi conduce a scendere sotto il ponte Vittorio Emanuele pensando di raggiungere la ciclopista, ma l'iniziale curvone verso destra mi spedisce incontro ad un controluce severo, per cui mi fermo nella esplorazione. Senza il Chiodo se troppo mi allontano rischio di perdere il primo punto click del ponte vecchio.

22 - san mauro 10Click click click. Passati che sono, velocemente, i big, la sfilata si fa “eterna”. È il “gareggiare del futuro” quello che scorre ora sotto i miei occhi. Ovviamente non mancano i vecchi big che ancora s'impegnano a fondo, ma la maggioranza dei concorrenti più che presentarsi in tonica e gagliarda spinta direi che “rotolano”. Fate caso a quanti corrono in modo distratto, svagato direi; presa che si ha una posizione, la si conserva adattandosi all'andatura di chi precede. Tanto i primi di categoria non si raggiungono, e di già il secondo non conta nulla...

22 - san mauro 11Chissà se alcuni di essi hanno mai provato la gioia che nasce dal correre a tavoletta, se hanno mai sentito i polmoni dilatarsi a mongolfiera e quel saettar di potenza che scorrendo lungo le gambe si scarica a terra. Non ho mai corso per la salute o per la gloria, unicamente per quel senso di gioia e libertà che il gesto comporta, ma quando il lavoro mi concedeva qualche ora di allenamento settimanale in più, lo sballo dello spingere a fondo non me lo sono negato. Se sei in palla, è estasi.

Un big nei maschietti sullo scalino più alto del podio: El Mostafa Rachhi, tallonato da un SaròBig, Rudy Albano e da un ragazzino big figlio di big: Sergij Polikarpenko.

22 - san mauro 13Nelle fanciulle Tarikua Fisseha Abera, che, Piemonte in Corsa docet, potrebbe dare di più non privilegiasse lavoro e famiglia, seguita da Elisa Sartoretto e dalla sempre determinata Maria Fornelli.

Rimasta impressa nella mente la prima di Barbarella, che pare aver rotto il periodo di “meditazione” preventivato. E l'esclamazione di Paracqua: “Ma quante belle fanciulle nella Podistica!!!”. Se ne accorge solamente ora, e ancora non ha allungato l'occhio oltre. Lui l'aglio non lo mangia...

               CLASSIFICA

 

 

 


 

le barzellette de a 

 

 

 

 

 

22 - ahahah

 

 

 
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