Ghilead-web n° 40 |
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35^ straSanMauro 13 – 05 – 2018 Diario della Domenica
Alle 7,55 risalgo su Poppolina per recarmi all’altezza della cava, dove so di certo (ci sono passato in gara) che inizia la fase del ritorno. Ho necessità di trovare una nuova postazione click, ho necessità di podoandare per sciogliere anchilosate articolazioni fisiche e mentali nonché testare il novello misterioso (non ne scorgo ragione) dolore all’anca destra. Via 25 aprile, o se preferite via XXV aprile, si conclude giusto giusto all’altezza della cava. Nel giurassico si attraversava il ponticello che scavalca il canale Cimena (una volta Cavour? Boh) e – per l’occasione cancello aperto in quanto la cava è proprietà privata – si attraversava la stessa per ritornare sul lato opposto del canale sino a raggiungere attraverso sentiero i campi di calcio. Poche decine di metri ancora e si riattraversava il canale per riportarsi su via 25 aprile, e di lì al traguardo.
Sulla destra, invece, esistono sentieri stretti, tortuosi ed impegnativi (attenti a cinghiali e cacciatori! Almeno allora…) che conducono sotto la Basilica. Saliti ad essa, si ritorna su via Superga, e dopo poche decine di metri si volta a sinistra scendendo verso Moncanino. Prima parte (sempre “allora”), su asfalto, poi sentiero duro e puro (ora, guardando Google Maps, pare vi sia tutta potabilissima, politicamente corretta strada).
La nostra collina è un dono preziosissimo che non dovremmo mai scordare di possedere.
Nessun pezzo da novanta in gara, direi, e spazio alle seconde e terze file. Alberto Monasterolo sale sullo scalino alto del podio precedendo Luca Staropoli, ma davanti a me passano in copia con Luca, concentratissimo, a fare l’andatura. A 35” (postazione click, che i tempi in classifica non sono segnati) giunge il terzo, Marco Mazzon, che però passa davanti all’obiettivo in 5^ posizione. Nelle fanciulline una a me del tutto sconosciuta Anita Zuccalli transita alle 09,39’,42” seguita a 11” dalla combattiva Nicol Cavallera, terza Sara Borello a 37!.
Royal Half Marathon 20 – 05 – 2018 Diario della Domenica
Di scatti, malgrado il naso che pur con il tampone spinto il massimo a fondo gocciola un pò schiacciato com’è contro 7d2, e l’ombrello, gli scatti sono 484. Molti dei quali inutili in quanto la mail spedita a Giro d’Italia Run, sito di riferimento, non ottiene risposta e tanto meno effetti (chiesto il link per Podoandando e Michele Scandurra, presente sul traguardo). Come scritto, potevo benissimo restare a dormire. Ora lo so.
Ancora! 27 – 05 – 2018 Diario della Domenica E’ tutto ok, tutto pronto per la straVenaria Reale. Le epistassi sono tornate a sonnecchiare così che da giovedì mi hanno lasciato tranquillo. Sabato pomeriggio di preparazione Chiodo e 7d2, controllo cartina e decisione click: no luogo di Raduno e click Partenza, si facciata Reggia e poi a raggiungere la Mandria onde cercare con calma la postazione “della vanità”, per dirla come Sofia della Unione Sportiva San Michele, nel breve giro che qui la lodevole cartina-percorso traccia (siano benedette… ed ancor più quando mettono la freccia ad indicare la direzione di marcia!). La mattinata, sostengono all’unisono i siti meteo, sarà caratterizzata da tempo variabile, con azzurro e nuvolette leggere. Unicamente verso sera, ormai un classico, potranno presentarsi acquazzoni di varia intensità. Come ormai ho iniziato a fare da tempo, mi porto avanti con il lavoro creando la cartella della gara e tutte le sottocartelle per impacchettarvi le foto. Motivo di gioia, poi, sono l’arrivo venerdì mattina dei tamponi emostatici Nexcare 3470 ordinati alla Amazon. Quasi impossibile trovare tamponi nasali così ok, e l’ultimo targato Amuchina, non più prodotto, l’ho usato domenica scorsa al Meisino. Sono bastoncini tipo astina dei ghiaccioli, ovviamente più corti (45 mm) e più spessi (3 mm). Entrando profondamente nella narice possono stoppare anche le perdite più in profondità. Sino lì, che poi solamente l’ospedale può metterci mano... Tutto ok? Già, peccato che, riecco la solita nuvoletta fantozziana che mi perseguita, poco prima di cena il naso riprenda a gocciolar sangue… Novello tampone da subito testato, tampone che dopo un’ora e mezza estraggo e sostituisco con altro vergine. Il capillare pare essersi arreso, ma non direi al 100%. Meglio una doppia dose – che tengo tutta la notte – che lo svegliarmi di botto con la spiacevolissima sensazione del sangue che scende nella gola. Quello che ora metto in opera, con sincero magone, è il disarmare la sveglia!
31 – 05 – 2018 Sono le 22.45 quando penso di andare a letto. La TV è uno schifo e non ho nulla da fare con il computer se non togliere parte del centinaio di commenti spazzatura giornalieri. Pochi passi e… una, cinque, dieci gocce e corro in bagno! Ennesima epistassi!!! Questa sera è un vero fiume in piena, è epistassi da ricovero ospedaliero. Il tempo per scartare il primo tampone e il lavandino pare lo scolatoio di un macello. Il primo tampone è da subito zuppo; per quanto sia il top, è tampone per epistassi normali, non per quelle additivate Coumadin. Lo cambio a breve e lo premo contro le pareti, ma ora il sangue mi scende in gola ed esce pure dalla narice di destra. Altro tampone pure a lei… Paio un macellaio intento a sgozzare maiali o galline in serie, ed il bagno la camera del macello. Dovrò ora perfezionarmi nell’operazione acquistando un paio di grembiuli: uno da portare appresso quando esco, uno da tenere in bagno. In questi giorni ho realizzato due canottiere ed una camicia colme di originali disegnini. Ad un certo punto della notte pare che le gocce si diradino tanto da farmi pensare di avercela fatta. Attendo ancora una mezz’oretta, poi tolgo i tamponi. Qualche goccia, ma naso e gola sono pieni di sangue e muco che non so come eliminare. Deglutire? Che schifo! Così piano piano, in punta di piedi tento di liberarmene… e si ricomincia!!! Fortunatamente con meno aggressività così che alle 5 termino le operazioni e vado a letto. Tampone sulla narice sinistra, libera la narice destra. Ho consumato 8 tamponi “special”. Riguardo i quali l’otorino sconsiglia fortemente l’uso in quanto necrotizzano i capillari. “Chiudere dolcemente le narici con le dita, ghiaccio sulla nuca, sulla fronte……….. Già, come se il Coumadin me lo permettesse!
01 – 06 – 2018 Alle otto metto i piedi giù dal letto. Fatico a respirare perché il sangue ha fatto crosta, e restare ritti è meglio. Non faccio colazione, non ho desiderio di nulla, Accendo il computer, cancello una trentina di commenti spazzatura. Spengo. Questa politica mi fa sempre più schifo, così per qualche giorno nessuna occhiata ai giornali-web, nessun telegiornale. Misuro la pressione 135 – 77 – 65. Dieci minuti dopo ritorno in bagno per una ennesima della ennesima epistassi!!! Estraggo il tampone zuppo e ne inserisco uno nuovo pensando alla gara di domenica, al Ritrovo Sociale GTT...
Ritrovo Sociale Cral GTT 03 – 06 – 2018 Diario della Domenica
Sono felice anch’io di poter finalmente uscire con lui, pur se l’ombra rossa dell’epistassi ha un presidio attivo nella mente. La penultima che mi ha colpito è stata eccezionale tanto da farmi temere un ricovero ospedaliero. Se mi coglie con questa violenza per strada sono fottuto, pur se questa non era da “fondo naso”. Ho con me tutti i tamponi che ancora possiedo, una decina, e speriamo che me la cavo. Ho di già la prescrizione del medico per una visita otorino.
Bordeggio al largo della sede GTT, sul pratone che ne fronteggia l’uscio d’entrata alla Colletta. Solamente un piccolo arco gonfiabile, niente gazebo in quanto questo della Colletta è diventato ora Parco con la maiuscola. La striscia di asfalto che tagliava il prato collegando la sede del Cral con la pista podo-ciclabile è stata cancellata, così come qualche altra. Tolto un po' di cemento a favore del verde. Molto bene. Come al solito in questo periodo di super Emme non amo contatti ravvicinati che conducono oltre il sorriso, ma il bordeggiare usando lo zoom non mi evita imbarazzanti bla bla. Spero di non aver dato l’impressione di essere scortese a chi mi ha avvicinato per scambiare due parole. Con Leo Vicario “Ciliegina” e Marinella, ad esempio.
Click click click e la partenza è servita. Mi guardo attorno cercando quel Paracqua che nel contatto telefonico di ieri sera mi ha detto “Ci vediamo lì”, ma non ne scorgo traccia. Abita non molto lontano da qui, con la becana sono 10 minuti, per cui penso abbia cambiato idea.
Domenica prossima due gare “tabù”: Caselle e Ciriè. La prima non la sopporto, la seconda la nego perché troppe volte in essa sono stato depistato. E poi sicuramente ad immortalare atleti e tapascioni ci saranno Michele e Federica. Queste settimane le dedicherò a me cercando sostegno per risolvere alcune serie problematiche che mi assillano (vedi epistassi, per dirne una solamente), poi si vedrà. L’estate non solamente mi è indigesta causa il caldo e la leggera allergia, ma il caldo stesso nelle mie condizioni costituisce pericolo generando quella vasodilatazione che aumenta la possibilità di subire epistassi. Chiuso in casa a maledire questa vecchia carcassa e me medesimo, colpevole di errori macroscopici di cui certamente avrei potuto fare a meno. Amen.
Luna 07-09-2018 Piove, e quando non piove il cielo è nero come il carbone. Cammino per casa nervosamente sollecitando l’orecchio destro che il cerume blocca a singhiozzo. Ora sento, ora no, ora appena. Tiro a destra ed a manca il lobo, esercito pressione interna come si fa quando si scende troppo velocemente dai 3000 metri ai 100, deglutisco, batto la testa contro il muro cercando la soluzione finale. “NON TOCCHI IL CERUME!”, tuona l’otorino dallo schermo televisivo: “Il cerume è sintomo che l’orecchio funziona perfettamente, il cerume è utilissimo per la membrana, per mantenere morbido il condotto uditivo, per evitare con la sua vischiosità e PUZZA l’intrusione di insetti dannosi. Prenoti per farsi togliere il tappo ma non tocchi l’orecchio!”. Tre anni fa ho fatto così: il getto è stato tanto diretto e violento da farmi dolorosamente sanguinare l’orecchio! Il timore ora che qualche altro “medico” mi possa sfondare il timpano è più che mai presente. Singhiozzo sui denti spezzati lo scorso agosto nel tentativo malsano di togliere “a bocca” il tappo ad un Crodino, ma l’essere in questi giorni pure colpito dalla maledizione di Tutankhamon, la diarrea, proprio mi par cosa esagerata. I denti fanno parte della mia acclarata deficienza così come la bruciatura di un piede, ma di questa ultimissima ragione del dover vivere segregato in casa… Un virus? Una birra gelata? Il versarmi continuamente in testa un secchiello di acqua fresca? Il girare nudo in casa esposto alla corrente? Questa del girare nudo è pessima abitudine estiva che però mai mi ha procurato dissenteria. Se vogliamo pignoleggiare poteva qualche settimana fa, al massimo, costare la vita ad una giovane attivista di sinistra. Se suonano alla porta io vado ad aprire, così che la ragazzina che voleva vendermi “Il Sol dell’Avvenire - Voce Operaia” mi è caduta stecchita sul pianerottolo. Un po' d’acqua sul viso, qualche leggero buffetto, ma quella apre gli occhi, mi guarda e ritorna a svenire. Dopo il sesto tentativo cartacarbone ci rinuncio e ritorno in casa permettendole così di riprendersi in solitudine, raccattare i giornali e darsela a gambe. Non suonerà mai più alla mia porta, lo sento e mi dispiace: un buon caffè tête-à-tête con lei lo avrei gustato moltissimo. Non sono asociale. Questa maledizione di Tutankhamon che al momento m’impedisce uscite superiori ai 15 minuti ha purtroppo un risvolto ancor più tragico. In questi recenti anni vivo quasi giornalmente dei miei viaggi sulla luna, luogo ostico e lontano dove risiede la mia Amata (non posso scrivere Immortale per via del copyright Beethoveniano). La raggiungo nottetempo, quando il nostro satellite mostra la sua faccia paffuta. E anche quando di essa ne rimane nascosta la metà, ma devo correre a tavoletta. La raggiungo con una bicicletta opportunamente modificata, carenata in alluminio e protetta da una fibra speciale scoperta migliaia di anni fa dagli egizi e da me casualmente ritrovata su di un antico testo polinesiano. Si spruzza sulla superficie la speciale resina, così come si deve fare sugli indumenti e sul caschetto che obbligatoriamente occorre indossare, e tutto si colora di rosa. Operazione necessaria ad ogni viaggio in quanto il pulviscolo spaziale è micidiale. Occhi aperti, poi, sulla prima parte del percorso colma com’è di rottami ferrosi. Nei giorni propizi, che quando il cielo è coperto la porta è chiusa, attendo il calar delle ombre ed appena un timido, flebile, debole ed oscillante raggio di luna entra attraverso la finestra, inserisco il cerchione a cavallo di esso (niente copertoni: troppo pericoloso, pur se più confortevole rendono il viaggio) ed inizio a pedalare alla sua volta. L’andare è tutto in salita, ma la consapevolezza che Lei mi sta attendendo ansiosa centuplica le forze. È così che ogni notte “buona” raggiungo la mia Amata, è così che trascorro ore indicibilmente meravigliose cullandomela stretta al petto, è così che l’Amore tra noi si rafforza rivestendosi d’eterno. Ritornando a bomba, dunque, è che in 15 minuti non raggiungo neppure l’area invasa dai rottami spaziali ! Sto ingurgitando carote e succo di carote bollite, banane a grappoli e riso strabollito a chili, Enterogermina a litri, argilla a 500 gr per volta, tazze di tè verde e spremute di limoni strens francesi. Pronto a qualsiasi azione pur di evitare che qualche Marziano palestrato attenti alle grazie della mia Amata fanciullina!
Mi sono preso per gli stracci nel tentativo di produrre qualche ondulazione nella linea piatta tracciata dall’Elettroencefalogramma, nel tentare una disperata uscita da quella apatia che mi sta corrodendo la trippa, ma unicamente questo scarabocchio, a cavallo di una realtà solo parzialmente manipolata, sono riuscito a partorire. Sarà il caldo, che soffro moltissimo, sarà l’assoluta mancanza di motivazioni, sarà perché fisiologicamente programmato nel DNA o perchè Kim è fuggita con un Visitors, ma non ricordo di aver mai navigato in acque tanto basse. Oggi, se festeggiassi, sarebbe compleanno…
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